Pokemon Diamante Lucente e Perla Splendente, la recensione: ritorno a Sinnoh

Pokemon Diamante Lucente e Perla Splendente

7.3

GAMEPLAY E LONGEVITA'

7.0/10

COMPARTO GRAFICO E SONORO

8.0/10

COERENZA E CURA DEL DETTAGLIO

7.0/10

Pros

  • Ottima grafica
  • Fedele agli originali
  • Meccaniche di gioco aggiornate

Cons

  • Mancano i Pokémon recenti
  • Pochi contenuti inediti
  • Trama dimenticabile

Usciti nel lontano 2007 in Occidente, Pokémon Diamante e Perla sono stati i primi titoli della serie principale a sbarcare sulla console portatile Nintendo più popolare di sempre, il Nintendo DS. Contrariamente agli ultimi capitoli dei mostriciattoli tascabili, la quarta generazione aveva raccolto ampi consensi da parte sia dei fan storici, sia di molti ragazzini per i quali era stato il primo gioco di Pokémon, radicandosi nei cuori e nelle memorie.

Il tempo scorre inesorabile, e così quattordici anni dopo Nintendo ha rilasciato sulla sua console ammiraglia Switch Pokémon Diamante Splendente e Perla Lucente, remake dell’adorata quarta generazione di Pokémon. L’annuncio tanto atteso, tuttavia, aveva lasciato scontenti numerosi fan.

Storicamente i remake dei titoli della serie principale, da Rosso Fuoco e Verde Foglia a Rubino Omega e Zaffiro Alfa, erano creati prendendo a modello i giochi della generazione più recente sia per grafica che per meccaniche di gioco. I nuovi remake hanno invece rotto con la tradizione: al posto dei personaggi proporzionati e i vasti ambienti di gioco di Spada e Scudo, gli sviluppatori hanno optato per un’impostazione grafica dallo stile più simile agli originali, con visuale dall’alto, personaggi cartoon ed un mondo di gioco lineare.

Nonostante l’impostazione inedita, Diamante Lucente e Perla Splendente possono comunque rivelarsi dei remake soddisfacenti.

Nuova regione, solite avventure

Chi non ha giocato ai titoli originali troverà nei più recenti remake una trama molto classica e familiare: nei panni di un/a giovane ragazzo/ragazza partirete all’avventura con il Pokemon affidatovi dal professore di turno, in un viaggio all’insegna della cattura dei Pokémon e della sfida alle palestre con l’obiettivo di diventare i campioni della Lega. Nel mentre sgominerete i piani dei malvagi di turno, il Team Galassia, intenti a voler ricreare l’universo per eliminare le ingiustizie.

Al netto di alcune implicazioni interessanti nella lore del mondo dei Pokémon e della sua genesi, come sempre (tolti i titoli di quinta generazione, ndr.) la trama è un banale pretesto per catturare e allenare mostriciattoli all’interno di un gameplay immediato, assuefacente e profondo.

La quarta generazione conta poco più di un centinaio di Pokémon, alcuni completamente inediti e numerose nuove evoluzioni delle passate generazioni. Di conseguenza, nel mondo di gioco sono sparpagliate creature provenienti anche dai precedenti titoli della serie e la loro aumenta ulteriormente dopo la fine della storia principale.

Gli originali Pokémon Diamante e Perla non portavano particolari novità nella struttura di gioco della serie: alcune caratteristiche della seconda generazione, come il ciclo giorno/notte e i Pokémon catturabili dagli alberi, facevano il loro ritorno dopo essere “sparite” in Pokémon Rubino e Zaffiro (e relativi remake).

L’esplorazione del mondo di gioco restava sostanzialmente invariata, con meno percorsi acquatici ed un paio di MN inedite per proseguire in certe aree di gioco. L’innovazione di maggior portata era ovviamente stata l’introduzione al gioco online, con scambi e battaglie fra giocatori di tutto il mondo.

Il sistema di combattimento era stato ulteriormente migliorato grazie soprattutto alla distinzione fra mosse fisiche e mosse speciali, che si aggiungono alla solita pletora di nuove mosse, abilità e oggetti equipaggiabili dai Pokémon per dare nuova varietà agli scontri.

Dal 2007 il della serie ha visto evoluzioni capitolo dopo capitolo, specialmente nell’ambito delle battaglie; Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente non si fossilizzano sul gameplay originale della ma lo aggiornano con buona parte delle novità introdotte dai più recenti giochi della serie, assieme ad una certa dose di contenuti inediti.

Nuove battaglie, vecchi Pokemon

Innanzitutto, numerosi aspetti del gameplay sono stati rivisitati sugli standard raggiunti in Spada e Scudo: ritroviamo infatti in Diamante Lucente e Perla Splendente il tipo Folletto, l’esperienza condivisa in automatico dai Pokemon della squadra, i box PC accessibili ovunque, le Macchine Nascoste opzionali per l’esplorazione, la nature modificabili e svariate altre caratteristiche introdotte nel corso dei nuovi capitoli della serie. Tra le svariate meccaniche rinnovate il sistema delle Macchine Tecniche è invece rimasto fedele ai titoli originali: i dischetti per l’apprendimento di nuove mosse torneranno ad essere ad uso limitato.

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A livello di contenuti invece, la prima grande mancanza che salta all’occhio è l’assenza dei Pokémon delle generazioni successive alla quarta. Se i precedenti remake della serie principale aggiornavano il Pokédex Nazionale con mostriciattoli aggiunti nei capitoli immediatamente precedenti, in Diamante Lucente e Perla Splendente i Pokémon sono rimasti gli stessi dei titoli originali. Probabilmente dettata più da ragioni di pigrizia degli sviluppatori che di fedeltà ai titoli originali (già in Spada e Scudo molte creature erano state escluso per risparmiare tempo/denaro sullo sviluppo, ndr.), tale scelta può facilmente deludere dando troppe sensazioni di già visto nel corso dell’avventura principale.

Mancano all’appello anche i contenuti di Pokémon Platino, la classica terza versione dei titoli principali della serie. Benché i remake siano per l’appunto basati su Diamante e Perla, storicamente i remake delle terze versioni non sono mai presi in considerazione; di conseguenza, le corpose aggiunte alla trama e i luoghi inediti introdotti in Platino avrebbero senz’altro giovato ad un’esperienza di gioco per molti versi troppo conservatrice.

La novità più interessante riguarda i Sotterranei di Sinnoh, un’ampia regione parallela che nei titoli originali serviva a raccogliere oggetti rari anche assieme ad altri giocatori. Nei remake queste aree si sono “evolute” nei Grandi Sotterranei, costellati da numerose caverne inedite dove diverse varietà di Pokemon scorrazzano libere in attesa di essere catturate, fra cui numerose creature che nei titoli originali potevano essere catturate solo a gioco concluso.

Per il resto, tolte le Gare Pokémon opzionali che sono state leggermente rinnovate ed i Pokémon che seguono il giocatore, i maggiori contenuti inediti si trovano solo dopo la fine della storia principale (ovvero la vittoria alla Lega Pokémon). Fra questi, i capi-palestra potranno essere sfidati nuovamente e presenteranno squadre rinnovate più forti che mai, che fanno uso di Pokémon di alto livello con statistiche e strategie da gameplay competitivo.

Infine, ottenuto il Pokédex Nazionale (per cui servirà aver incontrato ogni mostriciattolo del Pokédex di base) si aprirà il Parco Rosa Rugosa, nel quale si potranno sfidare e catturare molti leggendari non presenti nei titoli originali.

Nel complesso si tratta di un insieme di novità tutto sommato discreto ma che avrebbe potuto essere molto più corposo per rendere questi nuovi remake degni dei titoli originali (nonché dei celebri HeartGold e SoulSilver, remake dei giochi di seconda generazione).

Splendore minimalista

Rispetto ai primi trailer, che presentavano una grafica poco più che mediocre, il comparto tecnico di Diamante Splendente e Perla Lucente si presenta rifinito e soddisfacente. Sulla falsariga del più recente remake di Zelda su Nintendo Switch, quello degli ultimi remake di Pokémon unisce un’ottima grafica tridimensionale ad uno stile cartoon e caricaturale dei personaggi e del mondo di gioco. Nelle battaglie, invece, i modelli dei personaggi e dei Pokémon sono più proporzionati e realistici come in Spada e Scudo.

I modelli dei personaggi sono colorati e discretamente dettagliati, pur con qualche occasionale sbavatura nelle texture dei volti. Gli ambienti di gioco risultano particolarmente curati tra colori vivaci (che risaltano ancor di più sull’ultimo modello di Switch), buone texture ed un ottimo sistema di illuminazione. Inoltre, i modelli dei Pokémon nelle battaglie sembrano un filo più realistici rispetto a Spada e Scudo, non tanto per dettagli o texture quanto più per dei bordi meno accentuati.

Pur fermandosi a 30 fotogrammi al secondo, la grafica di questi remake è piuttosto soddisfacente e centra l’obiettivo di traslare la bellezza estetica dei titoli originali alla tecnica tridimensionale. In fin dei conti, la contestata scelta stilistica si rivela vincente e promette di resistere meglio alla prova del tempo; ad esempio rispetto ai remake di Rubino e Zaffiro, invecchiati male a causa dell’ormai pessima risoluzione del Nintendo 3DS, oppure anche a confronto dei titoli di ottava generazione, di più ampia scala ma decisamente mediocri per texture e animazioni.

Da ultimo, la colonna sonora è stata completamente ri-arrangiata, con brani e melodie fedeli ai titoli originali ma allo stesso tempo migliorati in termini qualità sonora e varietà strumentale.

Sentirsi a casa in Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente

Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente sono dei remake dalla qualità altalenante, ottimi per grafica e sistema di gioco ma carenti nei contenuti.

I fan particolarmente affezionati alla serie o alla quarta generazione troveranno un buon titolo che saprà sicuramente soddisfarli nella sua fedeltà nei titoli originali. Per coloro invece che si aspettavano un’esperienza di gioco più moderna ed inedita, è sicuramente più consigliabile risparmiare in vista dell’imminente Pokémon Leggende: Arceus.

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Alberto Mantione

Laureato in economia, grande cultore del mondo del marketing e ovviamente appassionato di videogiochi fin da tenere età, sono stato svezzato a 3 anni con i miei primissimi videogiochi, a 4 con nientemeno che Monkey Island giocato assieme a mio padre e a 5 ho portato a termine il mio primo videogioco in assoluto, Pandemonium, dando il via "ufficialmente" alla mia passione. Da allora posso vantarmi di aver concluso quasi tutti i più celebri titoli usciti possedendo pressoché tutte le console, dalla prima Playstation in avanti. Tolti i titoli sportivi, non c'è genere di gioco in cui non mi piaccia cimentarmi

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