Scarlet Nexus, la recensione: le stringhe scarlatte del tempo

Scarlet Nexus

8.2

GAMEPLAY E LONGEVITÀ

8.5/10

COMPARTO GRAFICO E SONORO

8.0/10

COERENZA E CURA DEL DETTAGLIO

8.0/10

Pros

  • Combat system veloce, dinamico e spettacolare
  • Cel shading magnifico
  • Ottima longevità visti i due personaggi principali
  • Enorme personalizzazione

Cons

  • Marcati elementi "secondari" da JRPG
  • Sistema di targeting non proprio pefetto

Dopo l’incredibile ritorno di Capcom grazie all’ottimo Devil May Cry V, i titoli action hanno subito una sorta di battuta d’arresto, considerando soprattutto l’assenza di qualsiasi tipo di notizia dopo lo spettacolare Astral Chain da parte di Platinum Games riguardo al suo Bayonetta 3 e un Babylon’s Fall che non ha pienamente convinto.

Ora però è finalmente giunto il momento di dire la nostra su Scarlet Nexus, titolo action RPG sviluppato da Bandai Namco Studios e Tose Software che nel corso dei mesi è riuscito a far aumentare l’interesse nei propri confronti grazie ad un gameplay solido e ad una direzione artistica estremamente ispirata.

Viviamo in una grande bugia…

La storia di Scarlet Nexus ruota attorno alle vicende dei due personaggi principali Yuito Sumeragi e Kasane Randall. Le loro vicende, seppur rimanendo come detto il punto centrale, fungono da incipit per una storia estremamente profonda e ricca di colpi di scena, tradimenti e manipolazioni che porteranno più volte il giocatore a chiedersi chi abbia ragione e chi torto.

In una società estremamente avanzata, l’umanità si è evoluta sviluppando incredibili poteri psionici in grado di controllare ed alterare la materia, grazie a questi poteri è stato possibile creare un’enorme rete neurale, in grado di connettere tutta la popolazione mondiale. Il massimo simbolo di questi traguardi evolutivi e tecnologici è la nazione di New Himuka, gigantesca nazione fondata da Yakumo Sumeragi, che prospera da duemila anni malgrado la minaccia da parte degli Estranei, pericolosa razza aliena che si nutre di cervelli umani originata dalla zona conosciuta come “Fascia Estintiva”.

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Per difendere questa pace da questa minaccia, il governo di New Himuka ha istituito le Forze di Soppressione Estranei (FSE), un gruppo militare altamente specializzato composto da individui dotati di poteri psionici eccezionalmente forti. Ed è proprio in questo contesto che prendono il via le storie di Yuito e Kasane, nuove e promettenti reclute delle FSE ignare degli eventi che stanno per accadere.

New Himuka infatti non è il posto idilliaco che sembra, nascoste agli occhi della popolazione ci sono verità alquanto oscure che, se rivelate, potrebbero portare alla distruzione della società. Ed è esattamente con questo intento che Karen Treves, generale maggiore delle FSE, fa scoppiare una rivolta contro il governo di New Himuka che fungerà da incipit e catalizzatore per le vicende narrate in Scarlet Nexus. Quello intrapreso da Treves è il più classico dei buoni propositi perseguito però con mezzi non propriamente pacifici.

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Un altro punto cardine della produzione Bandai Namco è il rapporto che si viene a creare durante l’avanzamento della storia tra il protagonista e i membri della squadra. Come in gran parte dei giochi di stampo nipponico, in Scarlet Nexus è presente un profondo sistema gestionale legato alle relazioni tra i vari personaggi.

Attenzione però, nel caso di Scarlet Nexus queste interazioni non si limiteranno a mere scenette di intermezzo o ad una semplice linea di dialogo alternativa, bensì saranno essenziali per permette di sbloccare nuove mosse da usare all’interno dello Struggle Arms System (SAS), sistema creato dalle FSE che permettere di utilizzare il potere psionico di un altro personaggio tramite un link neurale. Esistono due metodi per far aumentare il legame con i vari personaggi secondari, il primo è semplicemente quello di continuare ad utilizzare i medesimi personaggi come membri del party; il secondo invece consiste nel donare oggetti o regali ai membri della squadra.

La possibilità di completare questa azione viene data al giocatore nelle fasi di attesa tra un capitolo e l’altro, sarà inoltre possibile incontrare degli eventi legame specifici inerenti ai personaggi del party. Durante lo svolgimento delle missioni potremo portare fisicamente con noi due dei quattro membri della squadra, degli altri due invece si potrà utilizzarne il potere tramite il SAS.

Consigliamo vivamente di tenere d’occhio tali eventi poiché in alcuni casi vanno ad aggiungere parti di lore alla storia. 

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All’inizio dell’avventura si potrà scegliere se giocare nei panni di Yuito o in quelli di Kasane, sebbene infatti i due personaggi vivano vicende parallele e complementari, le due storie si differenziano in maniera sostanziale andando ad intrecciarsi verso le battute finali del gioco. La scelta da parte degli sviluppatori di presentare al giocatore due storyline ben distinte ci costringerà a giocare la campagna principale di entrambi i personaggi per poter capire pienamente gli spunti narrativi del titolo.

Entrambe le storyline richiedono una ventina di ore circa per essere portate a termine senza dedicarsi alle attività secondarie, se invece si decidesse di portare a compimento tutte le attività secondarie, come missioni e eventi legame, Scarlet Nexus riesce ad offrire fino a quaranta ore di contenuti per singola storia. Purtroppo verso la fine della storia queste attività secondarie rischiano di risultare tediose e ripetitive visto che per completarle bisognerà ritornare in luoghi già ampiamente esplorati.

Videogioco o anime?

Per la realizzazione di Scarlet Nexus i ragazzi di Bandai Namco sono partiti da un semplice quanto azzeccato concept, creare un videogioco capace di far sentire il giocatore all’interno di un anime. Appena avviato il titolo parte una opening in pieno stile anime con la canzone Dream in Drive ad opera dei The Oral Cigarettes a fare da sottofondo, e già in questo frangente possiamo intuire quanto sia marcata questa volontà da parte degli sviluppatori.

Anche la suddivisione della storia in dodici capitoli denominati “Fasi” aiuta a far sentire ancor di più il giocatore all’interno di un anime scandendo in maniera impeccabile le avventure dei due personaggi. Più volte infatti nel corso della nostra avventura ci siamo ritrovati ad aspettare i titoli di coda alla fine di un capitolo ricordandoci solo in un secondo momento di trovarci all’interno di un videogioco.

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Purtroppo la volontà di realizzare quello che potremo definire un “anime interattivo” da parte dello studio di sviluppo nipponico sfocia in una delle classiche peculiarità dei prodotti arrivati dal sol levante, ovvero la diversificazione attraverso più medium. A tal proposito in Scarlet Nexus è presente una missione secondaria che richiederà al giocatore di guardare le puntate dell’anime per riuscire a risolvere un caso. Ricordiamo che sul canale Funimation è possibile recuperare i primi due episodi della serie animata.

Purtroppo questa scelta potrebbe far storcere il naso ad alcuni videogiocatori, magari perché non propriamente avvezzi a questo genere di medium o più semplicemente per una mancanza di voglia, rivelandosi quindi estremamente controproducente per lo studio si sviluppo. Ci teniamo comunque a precisare che la realizzazione dell’anime di Scarlet Nexus è stata affidata allo studio Sunrise, mostro sacro dell’animazione made in Japan, e che per il momento presenta una qualità generale davvero alta. Siamo ovviamente curiosi di vedere come verranno trattate le vicende di Yuito e Kasane, ma soprattutto se verranno aggiunti pezzi di storia inediti alla trama di Scarlet Nexus.

Armi e poteri psionici, un’accoppiata vincente

Scarlet Nexus punta molto sul proprio combat system riuscendo a regalare un’esperienza estremamente soddisfacente. Velocità e poteri psionici giocano un ruolo centrale durante le fasi di combattimento costringendo il giocatore ad adattarsi alle varie tipologie di nemici che man mano faranno la loro comparsa.

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Durante le primissime battute del titolo il CS di Scarlet Nexus non riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità, di base infatti il nostro personaggio può eseguire due attacchi con la spada, uno leggero ed uno pesante, ed utilizzare i propri poteri psicocinetici. La situazione però cambia quasi immediatamente, con l’avanzare della storia le possibilità date al giocatore crescono a dismisura. Grazie alla “Mappa Neurale”, classico skill tree da RPG che presenta sia abilità attive che passive, sarà possibile sbloccare mosse aggiuntive, accrescere la durata e la potenza dei poteri psionici e soprattutto sbloccare power up per il Brain Drive.

Al tutto bisogna andare ad aggiungere tutte le possibilità apportate dai membri del party. Come già accennato in precedenza, grazie al collegamento SAS è possibile utilizzare uno o più poteri in aggiunta alla psicocinesi di Yuito e Kasane. Questa meccanica diventerà essenziale proseguendo nella storia dato che faranno la loro comparsa degli Estranei battibili solamente utilizzando un determinato potere. Dopo qualche ora di gioco sarà infatti consuetudine dover switchare, ad esempio, tra il teletrasporto di Luka e la chiaroveggenza di Tsugumi per poter avere la meglio sui suddetti nemici.

Infine si può “evocare” uno dei quattro alleati per fargli eseguire una peculiare mossa speciale tramite la pressione combinata di due tasti a patto però di aver raggiunto il livello quattro di affinità con il membro del party in questione. Pertanto, come già detto, sarà essenziale verificare la presenza di eventi legame durante le fasi di attesa per poter sbloccare appieno tutte le possibilità date dal gameplay di Scarlet Nexus.

Esistono altre due features offensive legate al combattimento estremamente importanti, ci riferiamo al Brain Drive e al Brain Field (Campo Neurale). Il primo è un power-up delle facoltà psioniche dei personaggi che va ad implementarne velocità di esecuzione e potenza. Il Brain Drive si attiva in maniera automatica durante gli scontri a patto di aver riempito l’apposito indicatore, cosa che accade anche in questo caso in maniera automatica più o meno velocemente in base all’uso che si fa dei poteri.

Il secondo, ed estremamente importante, è il Brain Field, modalità in cui i poteri del protagonista diventano pressoché illimitati per un lasso di tempo. All’interno dello spazio virtuale generato dal Brain Field siamo noi a dettare legge e questo facilita di molto gli scontri. Attenzione però, il campo neurale ha un impatto alquanto pesante sulla rete neurale, restando per troppo tempo trasformati il cervello subirà gravi danni portando alla morte del personaggio.

Al netto di un sistema ottimamente strutturato abbiamo riscontrato qualche grattacapo per quanto riguarda il sistema di lock dei nemici. Il gameplay estremamente veloce di Scarlet Nexus rende obbligatorio l’utilizzo del sistema di targeting che si attiva in maniera automatica al primo attacco assestato al nemico. Cambiare bersaglio invece richiederà la pressione combinata di più tasti risultando inutilmente legnoso e complesso, soprattutto in situazioni di estremo caos.

Verso il termine dell’avventura le manovre e le abilità messe a disposizione del giocatore sono veramente tante ampliando in maniera massiccia la rosa delle possibilità. Tutto ciò riesce a dare al combat system di Scarlet Nexus una stratificazione ed una profondità incredibile. Complice la presenza del New Game+, la difficoltà generale del titolo a Normale, durante la prima run, non riesce a regalare un livello di sfida tale da impensierire i giocatori più navigati, il nostro consiglio quindi è di incominciare subito dalla difficoltà Difficile.

PS5, dualsense e feedback aptico

Durante la nostra recensione, il titolo su PlayStation 5 si è comportato in maniera ineccepibile mantenendo un framerate granitico anche durante le fasi di combattimento più concitate. Davvero ottimo il riscontro dato dal feedback aptico del dualsense di PS5, durante l’uso dei poteri psicocinetici dei protagonisti i trigger si induriscono riuscendo a rimandare al giocatore una sensazione di reale pesantezza degli oggetti.

Senza ombra di dubbio lo studio di sviluppo ha dimostrato un’ampia padronanza nell’uso del cel shading riuscendo a realizzare un mondo che, in alcune delle sue location, lascia il giocatore senza parole. Il mondo di gioco si compone di una dozzina di macro-zone suddivise in scenari più o meno grandi. Dall’avanzato centro città di Suoh, capitale di New Himuka, si passa all’angusto distretto commerciale di Kikuchiba, dal freddo monte Hieno all’inquietante vecchio ospedale FSE. 

Grazie ad un uso sapiente della paletta cromatica, unita al buon livello di realizzazione del cel shading, ogni ambiente riesce a risultare estremamente gradevole. Purtroppo alla lunga si riscontrano delle ripetizioni nella strutturazione degli ambianti di gioco e ben presto lo schema di corridoi alternati a zone più ampie diventa pesante. In questo senso, come accennato in precedenza, non aiuta il dover ritornare più volte, verso le battute finali della storia, in location già ampiamente esplorate.

Promossi a pieni voti sono il design dei personaggi, con molte probabilità tra i migliori mai visti in ambito di produzioni in cel shading, grazie ad un repertorio piuttosto variegato di animazioni, e il design degli Estranei. Gli alieni mangia-cervelli si presentano come un insieme di elementi che compongono un quadro alquanto disturbante. Tra braccia, gambe, strutture metalliche ed elementi arborei cuciti assieme, il team di sviluppo è riuscito a dar vita ad alcune creature estremamente grottesche ed inquietanti, come ad esempio i Saliva e Barrista Santa oppure il Winery Chinery, che rimandano agli abomini corrotti presenti in Soul Sacrifice e, allo stesso tempo, a quelli angelici della serie Bayonetta.

Infine, grande cura è stata riposta anche nella realizzazione della OST del titolo che, alternando pezzi jazz alla Cowboy Bebop, Rock & roll, Metal ed altri brani in stile cyberpunk eseguiti con i sintetizzatori, accompagnerà il giocatore per tutta la durata dell’avventura riuscendo a regalare momenti di puro fomento, come nel caso dell’attivazione del Brain Field.

Le stringhe scarlatte

Scarlet Nexus è un progetto ottimamente riuscito, Bandai Namco e Tose software confezionano un’opera a metà tra due medium che convince pienamente. L’uso impeccabile del cell-shading unito ad una struttura a capitoli riescono a far sentire il giocatore all’interno di un anime. Purtroppo alcuni elementi cardine delle produzioni made in Japan, come ad esempio il sistema di affinità con il party, rischiano di annoiare sul lungo periodo.

Malgrado un sistema di targeting non propriamente rifinito, il combat system di Scarlet Nexus fa della velocità e delle possibilità date al giocatore i propri punti di forza andando ad attestarsi a livelli altissimi. Grazie ad un character design particolarmente ispirato il giocatore instaurerà man mano un rapporto con i personaggi secondari di Scarlet Nexus, esattamente come accade per Yuito e Kasane.

Ci sentiamo vivamente di consigliare l’acquisto di Scarlet Nexus a tutti i videogiocatori ma, in maniera ancor più sentita, a coloro che cercano un gioco action stratificato capace di impegnare alle difficoltà più alte e a quelli che vorrebbero vedere un anime capace di appassionare grazie ad una trama solida e ricca di colpi di scena.

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Eduardo Bleve

Tecnico informatico di giorno, videogiocatore incallito la notte e otaku in ciò che rimane delle sue giornate Eduardo "Dundam" Bleve inizia il suo percorso nel mondo videoludico con un game boy color, due pile stilo e la cartuccia di WarioLand. Nel cuore porta interminabili battute di caccia su Monster Hunter, sua saga preferita che lo accompagna dall'era Playstation2

Pubblicato da
Eduardo Bleve
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