“Jujutsu Kaisen – Sorcery Fight” (2018), la recensione

Jujutsu Kaisen - Sorcery Fight

4,90 €
8.2

SCENEGGIATURA

8.5/10

DISEGNO

7.5/10

CURA EDITORIALE

8.5/10

Pros

  • Si distingue della media degli shonen
  • Risate assicurate
  • Scontri mozzafiato
  • Gojo Satoru

Cons

  • Introduzione lunga molti capitoli
  • Può diventare difficile rimanere al passo con la mole di personaggi e informazioni

Jujutsu Kaisen – Sorcery Fight è uno dei più celebri battle shonen dell’ultimo anno, la cui popolarità è salita alle stelle dopo l’uscita dell’acclamato adattamento anime, affidato allo studio MAPPA e vincitore del Crunchyroll Anime Awards 2021 come miglior anime dell’anno.

Akutami Gege, il giovane creatore dell’opera, è riuscito a dare vita a una delle punte di diamante della nuova generazione di storie pubblicate su Shonen Jump, donando ai lettori un manga che si fa riconoscere tra la marea di battle shonen in circolazione.

Jujutsu Kaisen racconta, tra spiriti maledetti e risate, le avventure di Itadori Yugi, un liceale schietto, dal cuore d’oro e dalla testa dura.
Nel corso della storia Yugi dovrà assorbire le venti dita di Ryomen Sukuna, il “Re delle Maledizioni”, e battersi per proteggere i suoi amici, la sua integrità morale e la sua vita.
Ingerire gli “horcrux” del più forte fra gli spiriti maledetti ha però le sue conseguenze e Itadori finisce per ospitare l’anima di Sukuna, inimicandosi così i più grandi stregoni, decisi ad eliminare il ragazzo e l’antico nemico in un colpo solo.

Per sua fortuna Itadori viene salvato dal più forte degli stregoni, Gojo Satoru, che lo accoglie sotto la sua ala nell’Istituto di Arti Occulte di Tokyo, dove lo addestra e protegge.
Da questo momento Itadori Yugi si inserirà nel crudele mondo della stregoneria, sostenuto da amici come Megumi Fushiguro, Kugisaki, Maki, Panda e molti molti altri, mentre verrà perseguitato da potenti spiriti maledetti e stregoni malvagi.

Non uno shonen come tanti altri

Jujutsu Kaisen rientra nella categoria shonen e il suo protagonista, Itadori Yuji, somiglia a molti altri personaggi celebri del genere: è un ragazzo disposto a sacrificarsi per gli altri come Midoriya Izuku di My Hero Academia; ha un gruppo di amici molto simile a quello di Naruto; è testardo e stupido ma al contempo valoroso e puro come Rufy

Il pregio di Jujutsu Kaisen tuttavia è proprio quello di uscire spesso dalla routine del target shonen, gettando il suo puro ed eroico protagonista in un mondo spietato, reale.
Itadori si ritrova in una realtà in cui gli ideali non bastano, dove il male spesso vince ingiustamente sul bene e dove, nonostante tutto il buon impegno e la perseveranza, talvolta si fallisce lo stesso e si finisce per perdere qualcuno a cui si tiene.

Akutami Gege è consapevole di quale sia la strada più ovvia per la sua storia e ci si dirige astutamente per poi cambiare direzione all’ultimo momento, regalando svolte inaspettate alla trama.
I punti forti di Jujutsu Kaisen derivano da una maggiore disillusione e maturità rispetto ad altri shonen e dall’accettazione del male presente naturalmente nella vita, che in questo caso assume la forma di spietate maledizioni e colpisce dove fa più male.

Proprio per via di  caratteristiche come l’atmosfera di paura generata dagli spiriti maledetti, crudi e raccapriccianti, le azioni di maledizioni e stregoni – spesso molto più “forti” emotivamente di quanto ci si potrebbe aspettare – e la suspance crescente, il manga prende una piega dark, quasi thriller.

Stregoni e maledizioni, tra grattacieli e palazzi antichi

Nel mondo creato da Akutami Gege gli spiriti maledetti (o maledizioni) sono le incarnazioni mostruose delle paure, dei rancori e dell’odio degli esseri viventi. Gli stregoni sono coloro i quali riescono a vedere e combattere le maledizioni grazie all’energia malefica e a tecniche innate.
Sia le maledizioni sia gli stregoni sono inseriti in un sistema di valutazione della forza che permette di assegnare a ogni combattente la missione più adatta al suo livello.

Jujutsu Kaisen presenta tra i suoi pregi un world building ampio e approfondito.
Durante lo svolgersi della trama vengono infatti date molte informazioni riguardo alla stregoneria e alle maledizioni, che si accumulano e vanno a formare un interessante sistema di nozioni uniche del mondo di Jujutsu Kaisen. La stregoneria è soggetta a moltissime regole che Itadori impara con grande fatica, sfruttate da Akutami Gege per donare carattere e unicità alle sfide fra bene e male.

Ambientazioni moderne, cittadine e familiari si uniscono a meravigliosi templi, castelli e giardini storici e vengono ben rappresentate dal mangaka.
Colpisce positivamente l’occhio la ricchezza di particolari e l’attenzione agli sfondi, alternati in modo naturale e piacevole, tanto che sembra di viaggiare fra la moderna Tokyo e le zone rurali ricche di storia che la circondano.

Lo stile di Gege nel disegno di questi ambienti è pulito e denota un’attenzione diretta a dividere gli ambienti narrativi: nelle tavole ricche di tetti arcuati e giardini zen il lettore sa che sarà trasportato in scene statiche e cariche di dialoghi, adatte a zone così pacifiche; le pagine con elementi moderni e urbanistici invece sono quelle in cui avvengono gli scontri più sanguinosi e frenetici.

Solo raramente questa divisione viene infranta e ciò porta ad un’esaltazione delle scene che esulano dalla normale regola adottata nel corso dei capitoli. In questo modo il mangaka dona un marcato impatto a quelle lotte che si svolgono fra placide foreste di bambù e sottolinea l’importanza dei dialoghi che avvengono nelle metropoli, solitamente caotiche e violente.

Anche fra i personaggi è forte questa dicotomia stilistica: diverse maledizioni sono vestite o “abbellite” con abiti e particolari tipici degli antichi costumi giapponesi, mentre ad esempio gli sciamani della moderna metropoli di Tokyo presentano un vestiario moderno. L’effetto che ne risulta è una interessante compresenza di modernità e tradizione, particolare altamente distintivo di Jujutsu Kaisen.

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Personaggi familiari, facilmente apprezzabili, ma caratteristici

Immaginatevi il Team Kakashi di Naruto misto alla ciurma di cappello di paglia e avrete più o meno il roster personaggi di Jujutsu Kaisen. Nonostante diversi soggetti del manga riprendano fortemente la tipizzazione usuale degli shonen in realtà Gege è riuscito a dare anche a quelli più marginali il loro ruolo e un minimo di caratterizzazione. I protagonisti sono divertenti, misteriosi e mossi da motivazioni realistiche; insieme formano un gruppo che coinvolge il lettore e lo fa affezionare in fretta.

Itadori Yugi inizialmente non colpisce e appare come un protagonista stereotipato, tuttavia nel tempo sviluppa un lato più realistico della sua personalità, sfogando rabbia, dolore e frustrazione in modo naturale e spesso violento.
Questa discesa dal piedistallo di eroe lo rende un ottimo modello per il target del manga: un personaggio scosso da emozioni tragiche e schiacciato dalle aspettative, sempre impegnato a rialzare la testa ma non infallibile, è un punto di riferimento privo di romanticismi e affidabile per chi ci si immedesima.

Le maledizioni, a differenza dei puri mostri di altri manga o anime, sono personaggi intriganti, che combattono per motivi sensati e per loro vitali. Sono proprio i “cattivi” a fornire i maggiori spunti di riflessione del manga, soprattutto perché gli spiriti maledetti più importanti nella vicenda incarnano le maggiori paure dell’umanità: gli oceani, i terremoti e le eruzioni, le foreste selvagge e l’umanità stessa.

Ognuna di queste paure ancestrali assume un volto e combatte seguendo forti e ragionati ideali, che mettono in discussione i valori degli stregoni e del lettore. Sarà l’incarnazione maledetta delle foreste che combatte in nome della Terra per eliminare i parassiti umani a essere malvagia, o piuttosto gli uomini e il loro sfrenato consumismo ad esserlo? 

Fra gli spiriti di maggior rilievo spicca Mahito, la folle maledizione che rappresenta la paura dell’uomo per l’altro uomo. Oltre a essere uno dei villains più grotteschi  comparsi ultimamente negli shonen per via della sua capacità di manipolare liberamente l’anima e il corpo degli uomini, Mahito dà vita a splendidi scontri col protagonista e a complesse riflessioni sull’animo umano

Uno dei personaggi più amati di Jujutsu Kaisen è però senza dubbio Gojo Satoru. Chiaramente ispirato a Kakashi Hatake, lo ha raggiunto presto nel pantheon dei sensei più amati di anime e manga. Dissacrante, intelligente, bello, schifosamente forte, eroico, Gojo è uno dei punti forti di Jujutsu Kaisen e con tutto il divertimento e le ottime tavole che lo accompagnano lo è per buone ragioni.
Oltre al fascino guerriero però Gojo spicca per il ruolo di insegnante e amico di Yugi: nel corso del manga dimostra una toccante umanità attraverso il suo ruolo di maestro attento e affettuoso.

Jujutsu Kaisen: un manga teso e coinvolgente

Nelle sequenze di lotta Gege introduce vignette volutamente grezze, quasi bozzetti, che danno il senso della frenesia e della inumana velocità dei combattenti. Eppure nei momenti fondamentali del combattimento il mangaka dona dei magnifici “fermi immagine”, in cui per un secondo l’azione va al rallentatore e la tavola diventa un tripudio di dettagli e precisione.

In generale le tavole di Jujutsu Kaisen sono ricche di movimento e vitalità ma non per questo imprecise o scadenti; sono inoltre arricchite con fondali realistici e curati e un ottimo character design, che rende immediatamente riconoscibili tutti i numerosi personaggi che compaiono nel manga.
Ogni apprendista stregone della scuola di Tokyo ad esempio porta la stessa divisa ma risulta difficile confonderli data la personalizzazione che l’autore introduce con posture, decorazioni e volti differenti.
La qualità del disegno, che rimane ottima in ogni capitolo, permette di apprezzare appieno uno dei punti migliori del manga: la tensione, magistralmente manipolata dal mangaka. 

Il percorso che intraprende la trama è particolare, dato che l’introduzione è molto lunga e che inizialmente il manga si rivela abbastanza prevedibile. Come già detto Gege stupisce con decisioni interessanti per la sua storia, che arrivano sempre più velocemente e ricche di colpi di scena, fino a culminare in un arco narrativo in cui la tensione raggiunge il suo apice e dove la storia prende una piega differente, un po’ come la saga di Marineford in One Piece.

Un manga per tutti i gusti

In conclusione Jujutsu Kaisen – Sorcery Fight è uno shonen caratteristico e ricco di mistero, personaggi fortissimi, spettacolari battaglie e sensibilità; merita sicuramente l’attenzione che ha ricevuto negli ultimi anni.

Gli amanti del genere possono ritrovarci mille citazioni più o meno nascoste e possono apprezzare la somiglianza con altri grandi titoli: un esempio è l’umorismo demenziale che arricchisce le avventure di Itadori,  lo stesso che fa piangere la ciurma di cappello di paglia fino a farsi uscire gli occhi dalle orbite. Eiichiro Oda è stato probabilmente di grande ispirazione per Akutami Gege.

Per chi invece cerca qualcosa di differente dal solito battle shonen fatto solo di pugni, sogni e successi del giovane protagonista, Jujutsu Kaisen si rivela comunque una buona scelta grazie all’atmosfera carica di suspance e crudeltà, all’originalità delle trovate del mangaka e all’ottima qualità generale dell’opera

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Mannaz

Cresciuto guardando anime e leggendo manga ho deciso negli ultimi anni di approfondire la mia passione per avere uno sguardo più critico. Fra le mie passioni ci sono anche i GDR, sia su carta (D&D, Alba di Cthulhu, Pathfinder...), sia su console (i Souls, Monster Hunter, Bloodborne...).

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