Categorie: FumettiRecensioni

Zagor/Flash n. 0, la recensione

Zagor/Flash n. 0

3.50 €
7.2

SCENEGGIATURA

6.5/10

DISEGNI

7.5/10

CURA EDITORIALE

7.5/10

Pros

  • Ottimo per approcciarsi ai personaggi
  • Il dinamismo della narrazione

Cons

  • Fisiologici rallentamenti dovuti alle poche pagine

Dopo avere intervistato i due sceneggiatori, Giovanni Masi e Mauro Uzzeo, è giunto il momento di esaminare nel dettaglio il numero 0 della miniserie Zagor/Flash, intitolato La scure e il fulmine.
Disegnato da Davide Gianfelice con copertine di Carmine Di Giandomenico, La scure e il fulmine si pone l’obiettivo di introdurre i lettori ai due protagonisti della miniserie e alle cause del loro incontro in una ventina di pagine a colori.

Zagor/Flash: La scure e il fulmine

Nei suoi propositi di albo introduttivo La scure e il fulmine poggia sin da subito le basi su una narrazione frenetica e ricca di elementi visivi impattanti, riuscendo comunque a giustificare in maniera convincente al lettore le cause che porteranno Zagor e Flash a incontrarsi in quel di Darkwood.

Essendo Flash un eroe pandimensionale e extratemporale, tocca a lui – o meglio, alla Forza della velocità – gettare le basi dell’incontro in quello che anche la doppia copertina dell’albo suggerisce essere un omaggio a Flash dei due mondi di Gardner Fox e Carmine Infantino, la storia che fece incontrare il Flash della Golden Age, Jay Garrick, creato proprio Gardner Fox e Harry Lampert nel 1940, e quello della Silver Age, Barry Allen, protagonista del crossover con Zagor.
La storia in questione è considerata uno dei capisaldi dell’Universo DC Comics, in quanto è con essa che nasce il concetto di “Multiverso“, alla base di molti grandi eventi della casa editrice di Burbank da Crisi sulle Terre Infinite in poi.

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L’elemento convergente tra la realtà del velocista scarlatto e quella dello spirito con la scure è un bambino nativo americano, originario della dimensione di Zagor, imbevuto dei poteri della Forza della velocità, la cui venuta preannuncerebbe la distruzione della realtà, con Darkwood come suo epicentro.

I primi sconvolgimenti temporali causati da questo MacGuffin senziente si manifestano proprio su Zagor, il quale è costretto ad affrontare nuovamente tutti i suoi più acerrimi nemici, morti da tempo e non. Ciò consente ai due sceneggiatori di presentare in contemporanea i due protagonisti e saggiarne le abilità senza sprecare pagine preziose. Mentre infatti Zagor affronta questi redivivi, Flash è impegnato nella più canonica lotta contro i Rogues (Nemici, in Italiano) a Central City.

Attraverso un sapiente montaggio alternato, possiamo ammirare lo straordinario talento di Davide Gianfelice, già uno dei disegnatori della testata di Flash durante il DC Rebirth. Con il suo tratto graffiante e pulito, unito a un layout variegato e travolgente, il disegnatore conferisce un dinamismo e un’espressività unica alle tavole, praticamente obbligatorie in una sceneggiatura che corre così veloce.

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Altrettanto si può dire dei suoi background, fondamentali per discernere le diverse atmosfere che distinguono Darkwood da Central City, merito anche degli splendidi colori di Luca Saponti, che fa prevalere i toni di verde nella lugubre e onirica Darkwood e di azzurro nella splendente e moderna Central City, conferendo a entrambe immediata riconoscibilità.

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Purtroppo, in certi frangenti, l’esigenza puramente editoriale di includere troppe informazioni in un numero esiguo di tavole causa un calo del ritmo di lettura, specialmente in coloro che già conoscono i personaggi e vorrebbero semplicemente vederli interagire.

Per i neofiti, invece, questo numero 0 di Zagor/Flash potrebbe essere l’occasione ideale per avvicinarsi ai personaggi, in quanto condensa anni e anni di continuity per le quali bisognerebbe spendere tanto tempo e denaro. Anche se Zagor: Odissea Americana e Flash: Born to Run restano consigliatissimi dal sottoscritto e dai due sceneggiatori di questa miniserie.

La scure e il fulmine resta comunque una lettura consigliata a tutti quelli che vogliono avere un assaggio di questo crossover unico e atipico, godendo di un incipit vintage quanto potevano esserlo quelli dei primi team-up dei fumetti di supereroi, ma adattato ai canoni moderni attraverso un buon lavoro di sintesi e mash-up da parte di Giovanni Masi e Mauro Uzzeo.

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Certo è che, se la partenza è stata così roboante, il resto si prospetta molto interessante.

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Vittorio Pezzella

Cercò per lungo tempo il proprio linguaggio ideale, trovandolo infine nei libri e nei fumetti. Cominciò quindi a leggerli e studiarli avidamente, per poi parlarne sul web. Nonostante tutto, è ancora molto legato agli amici "Cinema" e "Serie TV", che continua a vedere sporadicamente.

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