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Soul, la recensione: che sapore ha la vita?

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premi oscar 2021 candidati nomination

Soul

8.7

REGIA

9.0/10

SCENEGGIATURA

8.0/10

COMPARTO TECNICO

10.0/10

DIREZIONE ARTISTICA

9.0/10

CAST

7.5/10

Pros

  • Emozionante
  • Visivamente splendido
  • Personaggi ben sviluppati
  • Riflessione profonda raccontata in un modo leggero

Cons

  • Alcune forzature nel finale
  • Assenza di un antagonista interessante

L’attesissimo ultimo film Pixar, uscito questo Natale in esclusiva Disney+ (e non sarebbe potuto essere altrimenti visto il periodo) ha da subito raccolto il favore del pubblico di tutto il mondo.
Non che qualcuno avesse mai avuto dubbi, poche case di produzione al mondo sono garanzie di qualità quanto Pixar, ma è sempre bello sapere che le proprie aspettative non vengono deluse.

Soul è un lungometraggio animato in 3DCGI uscito il 25 dicembre 2020, prodotto da Disney e realizzato da Pixar Animation Studio; il film è scritto e diretto da Pete Docter e Kemp Powers.

Soul

Trama

ATTENZIONE: IN QUESTA SEZIONE CI SONO ALCUNI SPOILER GENERICI DELL’OPERA.
Soul comincia presentandoci Joe Gardner, un newyorkese di mezza età che insegna musica in una scuola media, ma coltiva da sempre il sogno di diventare un musicista jazz professionista e vede la propria vita vuota e priva di significato. La grande occasione di Joe arriva quando un suo ex studente lo invita a suonare con lui nel quartetto della famosa jazzista Dorothea Willams.

Quando sembra che Joe possa finalmente avere la sua occasione per brillare, cade in un tombino e muore. Una volta nell’Aldilà con la sua anima, però, Joe si rifiuta di passare oltre e si ritrova per errore nell’Ante-Mondo, il luogo dove vengono istruite le anime in attesa di nascere.

Qui Joe viene affiancato come mentore a 22, un’anima che non ha nessuna intenzione di venire al mondo perché trova la Terra poco interessante e per questo è incapace di trovare la propria Scintilla che le permetterebbe di vivere. Joe e 22 si accordano per trovare la Scintilla di 22, in modo da farle ottenere il pass per la Terra e darlo a Joe in tempo per il concerto con Dorothea.

Soul

Sceneggiatura e Regia

Sembra che con Soul gli sceneggiatori Docter e Powers si siano impegnati a scrivere una storia molto complessa che presenta due protagonisti le cui storie sono intrecciate, ma che vanno in due direzioni diverse. Per nulla facile da mettere in scena.

L’operazione riesce, fino a un certo punto, ma riesce. Joe e 22 sono due protagonisti presentati principalmente per i loro difetti che dovranno per superare le loro difficoltà interiori per arrivare a capire il senso della vita e di cosa significa davvero vivere.

La sfida più grande che hanno dovuto affrontare Powers e Docter è stata far coesistere due storie ben distinte che cominciano e finiscono in punti diversi del film, in pratica far convivere in un solo film due storie che sarebbero state capaci di generare un film ognuna. La diretta conseguenza di questa scelta è una sceneggiatura con ben 8 importanti punti di svolta, 4 per ognuno dei protagonisti, che danno un fortissimo ritmo alla storia e la rinnovano di continuo con colpi di scena completamente inaspettati.

Il gioco si fa con l’interazione tra Joe e 22, che si influenzano a vicenda come se fossero l’uno il maestro di vita dell’altra e viceversa, dato che entrambi hanno molto da imparare per arrivare poi alla stessa soluzione.

Come detto però, l’operazione narrativa di Soul riesce solo fino a un certo punto. A fare le spese di due protagonisti con due storie così invadenti è la trama del film, che risulta molto emozionante, ma con diversi punti deboli.

Il film manca di un ostacolo esterno importante, capace di far sentire l’urgenza di raggiungere l’obbiettivo finale. Questa mancanza si fa sentire soprattutto nelle parti finali del film, in cui per chiudere entrambe le storie in una maniera uniforme si è dovuto ricorrere a un paio di forzature.

I difetti di sceneggiatura di Soul non gli impediscono però di far centro dal punto di vista emotivo. Essendo un film di personaggi il lavoro di costruzione minuzioso su entrambi i protagonisti e quei pochissimi personaggi secondari di spessore permettono allo spettatore di empatizzare fino a sentire le loro stesse emozioni, sognare con loro e sentire il loro cambiamento come proprio.

Il punto di forza principale di Soul è sicuramente quello di avere un tema forte e articolata, visto sotto diversi punti di vista che cambiano col tempo. Alla fine il punto di vista degli autori sul senso della vita è semplice e diretto, ma ci si arriva con molta calma, dopo mille incomprensioni e difficoltà, perché come molte cose della vita le conclusioni più semplici sono quelle che più facilmente sfuggono.

Soul porta all’estremo il suo valore empatico grazie all’ottima regia di Docter e Powers, che con semplicità e le combinazioni giuste di immagini e, soprattutto, suoni, esplorano lo spettro delle emozioni umane, mettendo in scena la gioia, la paura, il panico, la serenità, la preoccupazione, la rabbia e la tristezza con una fluidità di passaggio che ha dell’incredibile.

Meravigliosi i momenti in pieno stile videoclip in cui Joe si perde nella propria musica, felice fino alle lacrime mentre fa quello che ama fare più di ogni altra cosa al mondo; così come magnifica è la resa del panico di 22, un’anima non pronta alla vita che si ritrova in mezzo alla calca metropolitana di New York.

Ulteriore sequenza (o gruppo di sequenze) degne di merito per come sono state scritte e dirette sono quelle degli equivoci. Senza fare spoiler, il film mette davanti a Joe tutte le risposte per tutta la parte centrale del film e lo spettatore sa che quelle sono le risposte giuste alle sue domande, ma il protagonista, accecato dall’ossessione di raggiungere il proprio obbiettivo, equivoca o minimizza quelle risposte, rimanendo concentrato su quello che vuole fare e nient’altro. Magnifico.

Soul

Comparto tecnico

Devo davvero essere io a spiegare quanto i ragazzi di Pixar siano bravi nel fare il proprio mestiere?

Stiamo parlando probabilmente del picco massimo di cura e potenza tecnica nell’ambito dei modelli in 3DCGI del mondo dei lungometraggi animati e Soul si mantiente federe a questa tendenza.

Abbiamo già avuto modo di apprezzare quanto gli animatori di Pixar siano capaci di realizzare e dare vita a personaggi umani con Gli Incredibili 2, ma mi sento di dire che con Soul si sia fatto un ulteriore passo in avanti, portando in scena personaggi umani credibili nelle loro proporzioni fisiche e le movenze, comprendendo evidenti caratteristiche dei corpi, come la pancetta di Joe, le curve abbondanti di Dorothea, o le larghissime spalle del barbiere. Nonostante questo nessuno dei personaggi di Soul riuncia alla sua componente più “cartoon” dei modelli, con teste e corpi dalle forme strane e alcune sequenza di passi strampalti o esagerati.

Una vera fortuna per quanto mi riguarda: personalmente credo che i film d’animazione, soprattutto Disney e Pixar, abbiano ancora molto bisogno dell’aspetto cartoon dei loro personaggi per dare fondo al proprio potenziale espressivo.

Una nota di merito, sempre parlando di character design, per le entità cosmiche Jerry e Terry, resi come delle proiezioni in 2D di linee con una sola dimensione che si intrecciano su se stesse per comporre potenzialmente qualunque figura. Un’idea tanto semplice quanto geniale che fa una magnifica figura in scena.

Soul

Per concludere

Non voglio scomodare discorsi sulle aspettative e sul tipo di prodotto a cui Pixar ci ha abituati fino ad oggi, valuterò Soul per le emozioni che mi ha trasmesso e per le conclusioni a cui sono arrivato ripensando alla visione.

Soul è un film che colpisce al cuore.
La storia di due anime in pena che riescono a sconfiggere se stesse e sfuggire a un destino orribile: quello dell’eterna delusione e autocommiserazione; questo non può non emozionare.

Le riflessioni sulla vita e sulle possibili elucubrazioni degli uomini in merito sono interessanti e danno modo di riflettere con gli autori, le avventure dei due protagonisti sono fantastiche, ma credibili e i personaggi stessi sono interessanti.

I difetti di Soul sono conseguenza delle scelte coraggiose della sceneggiatura che mostrano il fianco soprattutto nel finale per concludere una storia complessivamente debole e sottomessa alla necessità di far crescere in parallelo e con eguale cura due personaggi differenti. Ciò si traduce in due grosse forzature, che non compromettono la godibilità del film, ma lasciano un senso di mancanza. Pesante anche l’assenza di un antagonista vero e proprio, Terry è simpatico con la sua esuberante dedizione al lavoro, ma come ostacolo dei protagonisti è del tutto inconsistente e compare pochissimo per tutto il film.

Messa in scena ottima, accompagnamento musicale superlativo, sia quando si parla effettivamente di musica che non, per concludere con le molteplici ciliegine sulla torta, che sono le gag comiche. Sia quelle che comprendono 22 che quelle con protagonista Joe sono molto divertenti e rendono la pellicola più leggera. Mi sento di bocciare solo la gag con protagonista Terry, troppo lunga e inutile per un personaggio privo di una vera e propria caratterizzazione.

Soul non sarà sicuramente ricordato come il miglior film Pixar, ma con qualche inciampo centra il suo punto: mettere in scena in maniera leggera una riflessione profonda come quella sul senso della vita e per cosa valga la pena vivere.

Alla fine la lezione è chiara: la vita è piena di possibilità, ognuna con una diversa destinazione, e nessuno di noi viene al mondo con uno scopo già scritto. La felicità non sta nel raggiungere uno scopo, perché una volta raggiunto la vita va avanti, e alla fine cosa ricorderemo? Ricorderemo le piccole cose, le emozioni che ci lasciano: un pomeriggio con un amico, i colori delle foglie, il sapore della pizza…

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Soul, la recensione: che sapore ha la vita? 5

Ciao gente! Sono Riccardo Magliano, classe 1995, originario di Pontedera (PI), ma di stanza a Bologna per motivi di studio. Sono laureato in triennale al DAMS al momento studio per diventare sceneggiatore cinematografico. Sono grande appassionato e estimatore di prodotti d'animazione, dalle serie, ai lungometraggi, ai corti, l'importante é che raccontino qualcosa (cosa non sempre indispensabile perché tra i miei film preferiti c'é Fantasia).
Qui su Spacenerd mi occuperò di recensioni e approfondimenti su tutto ciò che concerne l'animazione, specie quella occidentale, più e più volte colpevolmente trascurata dalla massa di fanatici di anime.
Grazie a tutti per l'attenzione e buon divertimento

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