Un Drago a forma di Nuvola è un fumetto nato dalla collaborazione tra il regista Ettore Scola (C’eravamo tanto amati; Brutti, sporchi e cattivi) e il disegnatore Ivo Milazzo, co-creatore di Ken Parker.
Inizialmente Scola scrisse la sceneggiatura nella speranza di trarne un film per la Medusa Film di Silvio Berlusconi, salvo poi allontanarsi dalla casa di produzione in seguito alla candidatura in politica del suo proprietario.
Il progetto venne quindi convertito in fumetto e pubblicato inizialmente da Bao Publishing e successivamente in un pregevole volume cartonato da Nicola Pesce Editore.
Tuttavia, dal soggetto originale verrà tratto comunque un film: Il Materiale Emotivo, diretto da Sergio Castellitto.
Già dal titolo Un Drago a forma di Nuvola si presenta come una storia evocativa e trasognante, ed in effetti salta quasi subito all’occhio la componente escapista del racconto, che viene fuori attraverso i tentativi dei suoi personaggi di evadere dalla propria quotidianità attraverso le storie.
Ambiento in una libreria di Parigi Un Drago a forma di Nuvola racconta di un libraio di mezza età (Pierre), sua figlia resa muta e tetraplegica da un incidente e i numerosi avventori del suo esercizio.
La libreria del protagonista funge così da crocevia di storie attraverso i libri acquistati i visitatori desiderosi di condividere la loro quotidianità con un’anima buona e paziente disposta ad ascoltarle.
Tali storie risultano essenziali per i personaggi, dando un reale sapore alle loro vite e permettendogli di evadere da una quotidianità altrimenti monotona e frustrante.
Pierre, uomo di mezza età sovrappeso e vittima del senso di colpa per le condizioni di sua figlia, cerca di alleggerire il peso delle proprie responsabilità attraverso la storia d’amore con la giovane e svampita Yolande, che a sua volta si aggrappa alla sicurezza e alla stabilità del libraio, unica costante di una vita spesa tra lavori di ogni tipo e nessuna idea sul proprio futuro.
Per Albertine, figlia di Pierre, le storie raccontate dal padre o udite dalle conversazioni dei clienti sono l’unico modo per trascendere una condizione corporea fisicamente ed emotivamente costrittiva.
Bloccata su una sedia a rotelle e priva della parola – e quindi della possibilità di esplicitare concretamente i propri pensieri agli altri personaggi – Albertine ricopre paradossalmente il ruolo di narratrice in prima persona di Un Drago a forma di Nuvola, rendendo il lettore suo conversatore esclusivo e parte integrante della storia.
Così come Albertine può solo ascoltare gli altri personaggi senza controbattere, anche il lettore si ritrova impossibilitato ad ascoltarla senza potervi interagire.
Ettore Scola riesce in tal modo a creare una profonda connessione metanarrativa tra il lettore e il racconto, vera e propria storia che parla di storie nel segno del realismo poetico francese.
Un Drago a forma di Nuvola è in questo senso un titolo emblematico: abbiamo una creatura fantastica imponente ed energica (il drago, la reale indole dei personaggi) che assume un aspetto innocuo, puro e rassicurante (la nuvola, il loro aspetto esteriore e l’atteggiamento nei confronti degli altri).
Tale contrasto viene esplicitato attraverso le didascalie di Albertine, padrona di uno spazio comunicativo inaccessibile agli altri personaggi che, al contrario, vengono da lei letti e interpretati con una facilità disarmante.
Albertine non ha mai potuto interiorizzare come essere una “nuvola”, o prendere una forma diversa a seconda delle storie che si ritrovava a vivere, perché non ha mai avuto la possibilità di viverle.
Il suo drago è cresciuto più feroce e potente che mai a causa dell’impossibilità di cambiare forma, conferendole altresì il potere di vedere i draghi oltre le nuvole altrui.
Albertine è colei che smaschera le ipocrisie degli altri personaggi, in primis quelle di suo padre, che invece ha sempre lavorato e convissuto con le storie, tanto da non riconoscere il drago che è in lui (l’infatuazione nei confronti di Yolande) neanche quando si palesa di fronte alla sua porta.
Le differenze tra padre e figlia si riflettono anche nel modo di elaborare e rispondere agli atteggiamenti altrui.
Albertine, emotivamente rafforzata dalla propria condizione, non si scompone di fronte agli atteggiamenti malsani dei suoi interlocutori, spiazzati e ossessionati dall’impossibilità di conformarla alle loro narrazioni, a differenza di Pierre che è malleabile e poco avvezzo a carpire le vere intenzioni di chi gli sta intorno.
Due anime complementari che trovano l’uno nell’altra la matrice delle loro gioie, ma anche delle loro sofferenze, in un legame emotivamente simbiotico il cui perno sono sempre e comunque le storie.
Pierre è il narratore, Albertine il lettore; Pierre parla, Albertine ascolta; entrambi soffrono senza palesarlo e hanno bisogno di storie per liberarsi dei loro fardelli e ritrovare la gioia di vivere nonostante tutto.
A incorniciare questo etereo affresco di umanità e immaginazione non poteva esserci matita migliore di quella di Ivo Milazzo.
L’artista piemontese tratteggia in Un Drago a forma di Nuvola figure evanescenti dai contorni sottili, che vanno a inspessirsi durante i primi piani per conferire potenza e realismo alla recitazione dei personaggi.
L’utilizzo di pennellate secche in fase di inchiostrazione evoca atmosfere misteriche e sospese, ideali per inscenare i turbamenti emotivi dei protagonisti anche attraverso gli ambienti, splendidamente diversificati dall’uso certosino della colorazione ad acquerelli.
Essendo l’emotività di fondamentale importanza per la narrazione di Un Drago a forma di Nuvola (e soprattutto per Milazzo) i volti dei personaggi sono quasi sempre al centro delle inquadrature e le uniche volte in cui la camera si allontana da loro è per enfatizzarne la gestualità durante magistrali sequenze mute, oltre che per segnalare gli stacchi tra le scene.
Un Drago a forma di Nuvola è un fumetto intenso intriso di romanticismo e introspezione, capace di indurre nel lettore un turbinio di emozioni diverse grazie a un sapiente utilizzo del linguaggio visivo sia del compianto Ettore Scola sia di Ivo Milazzo.
Una collaborazione unica e, purtroppo, irripetibile che merita di essere scoperta e apprezzata da chi sa di non poter vivere senza storie da ascoltare e raccontare.
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