È davvero piacevole di tanto in tanto trovarsi di fronte a giochi dichiaratamente ispirati ai classici del passato e, in questo caso, parliamo addirittura di uno spin-off di un gioco che, insieme a Double Dragon, ha definito il genere dei picchiaduro a scorrimento. River City Girls è infatti il successore spirituale di Kunio-Kun, serie da noi sconosciuta ai più, ma pietra miliare della cultura arcade orientale.
Proprio per il nome che porta, River City Girls subisce il peso delle responsabilità, ma questo non ha fermato Arc System Works, sviluppatori del titolo, dallo sperimentare una formula più contemporanea pur senza distruggere lo spirito del gioco e del genere da cui deriva. E così, un classico titolo beat’em up guadagna elementi da RPG, come la possibilità di salire di livello per aumentare le stats (molto utile quando ci accorgiamo di sfidare un boss molto forte), o equippare vestiti e trinket che forniscono bonus aggiuntivi.
Le protagoniste di questa avventura, sono Kyoko e Masako, due ragazze che dovranno mettere a soqquadro la città per ritrovare i loro fidanzati smarriti. Non una narrativa chissà quanto originale o significativa, tanto che le stesse ragazze banalizzeranno la trama rompendo la quarta parete e chiedendosi perché mai tutti in città siano così aggressivi. Ma d’altro canto è un beat’em up, prima di tutto.
Molto interessante è che ognuna delle protagoniste abbia un suo moveset unico, fattore rilevante specialmente per la rigiocabilità del titolo, che potrà in una seconda run risultare molto diverso in termini di gameplay. Il gioco inizia con un moveset molto basilare e, salendo di livello, guadagnando monete e allenandosi al dojo, saranno apprese nuove devastanti mosse, che ora dopo ora rendono il gioco sempre più tecnico e vario. Potete inoltre giocare in coop locale (niente online) con un vostro amico, che controllerà l’altra protagonista. Qui però il primo grande intoppo. L’amico che joina la vostra partita, non sarà automaticamente livellato a voi, ma con un notevole dislivello e, cosa ancor peggiore, senza mosse addizionali. E no, non è nulla di facilmente risolvibile dato che le mosse al dojo sono davvero tanto, tanto costose. C’è comunque da dire che River City Girls rende al massimo se giocato in compagnia.
River City Girls è visivamente intrigante, con una predominanza di pixel art saggiamente intervallata da brevi ma validissime cut scene in stile anime. Ho particolarmente amato le intro animate dei boss di fine stage. Anche sul comparto sonoro, non si possono assolutamente muovere critiche, con una varietà sufficiente di brani di sottofondo ed effetti sonori. Forse giusto un pochino “strano” l’intervallarsi di alcuni pezzi cantati, che per mia personalissima cultura associo automaticamente al capolavoro trash Robot Unicorn Attack.
Se da un lato tecnico il lavoro svolto è molto valido, Arc System Works si perde sul dettaglio e, più precisamente, sulla localizzazione italiana. Tutto sembra tradotto con un traduttore automatico, e più volte mi sono trovato in difficoltà nel comprendere alcune voci di menu e la loro funzione. Nelle fasi di gioco, questo problema si accusa molto meno (per fortuna), salvo che spesso per alcuni personaggi femminili vengono usati pronomi maschili.
Se sei arrivato fin qui, ti sarai fatto un’idea tutto sommato molto positiva del titolo. Sembrerebbe una nuova pietra miliare del genere e, non ve lo nascondo, i presupposti ci sono tutti. Purtroppo, però, più si procede nel gioco e più si avverte la sensazione che ci sia qualcosa di terribilmente sbagliato. Le novità introdotte al genere gli si ritorcono contro. Ad esempio, la possibilità di muoversi liberamente tra gli ambienti di gioco in una mappa open e quest sparse in lungo in largo, finisce presto per tediare il giocatore, forse a causa di una leggera legnosità nei movimenti. E proprio questa legnosità è la pecca più grande, con un interessante sistema di “parry” purtroppo inefficace il più delle volte. Anche la feature in stile Pokémon che permette di “catturare” i nemici per usarli come alleati e che dovrebbe stimolare a catturarli tutti, finisce solo per rivelare un numero tutto sommato esiguo di nemici, reskinnati per creare varietà. Menzione speciale va al tasto quadrato, principale per il combattimento, ma che serve anche a spostarsi nella location successiva nei pressi dei margini di gioco. E tante, troppe volte si finisce per cambiare mappa involontariamente. Ah, e i nemici respawnano tutti.
River City Girls è un buon gioco, ma il prezzo a cui viene proposto (29.99€ / disponibile su PS4, XOne, Switch, Steam, Humble) non mi aiuta di certo a consigliarvelo. Potrebbe assolutamente valere questa cifra, se gli sviluppatori limassero alcuni aspetti e ne sistemassero la localizzazione. Allo stato attuale, è un beat’em up godibile da prendere quando sarà in saldo.
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