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Trails Through Daybreak 2, la recensione: Calvard Atto Secondo

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Trails Through Daybreak 2 Recensione

In questi giorni abbiamo avuto la possibilità di provare il nuovo titolo della longeva ed amata serie di Nihon Falcom The Legend of Heroes: Trails Of, Trails Through Daybreak 2.

La storica saga di JRPG che mi avete visto elogiare a lungo in queste pagine tra recensioni e approfondimenti più o meno stravaganti, raggiunge ora il secondo capitolo dell’arco dedicato alla Repubblica di Calvard, disponibile in occidente a partire dal 14 febbraio.

Nel primo titolo della nuova ambientazione, il team di Falcom aveva cercato di svecchiare la serie, apportando notevoli modifiche a uno stile di gioco collaudato da anni nel tentativo di darle nuova linfa vitale, con risultati nel complesso piuttosto positivi. Le aspettative per questo Daybreak 2 erano quindi molto alte, sia sul fronte della trama che del gameplay. Scopriamo insieme se, ancora una volta, Falcom è riuscita a sorprenderci con una serie che conta ormai ben dodici capitoli.

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Crimson Sin

Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati: l’ufficio della Arkride Solutions nella città vecchia di Edith. A svegliare di buon mattino il nostro Spriggan è l’amica, nonché Bracer di rango A, Elaine Auclair, che mostra a Van un video inquietante. Un mostro dalle sembianze sorprendentemente simili alla trasformazione del protagonista sta seminando il terrore nella capitale e, inevitabilmente, la Gilda e i Servizi Segreti del CID hanno inserito proprio Van nella lista dei sospettati.

Lo Spriggan ed Elaine iniziano quindi a investigare da soli, vista l’assenza da Edith degli altri membri del Solutions Office, fino a trovarsi faccia a faccia con il famigerato Grendel Zolga e il suo Hollow Core, stranamente simile a Mare, l’I.A. che affianca Van.

La dura battaglia mette alle strette Van ed Elaine, che, con le spalle al muro, si sacrifica per salvare la vita all’amico d’infanzia. In preda alla disperazione, Van carica il Grendel rosso a testa bassa, venendo però facilmente sconfitto dal sanguinario mostro sotto lo sguardo spaventato di Agnes Claudel, la lavoratrice part-time che lo accompagna dal primo capitolo e che, purtroppo, è arrivata troppo tardi sul posto.

Trails Through Daybreak 2, la recensione: Calvard Atto Secondo 1

Una scena scioccante e davvero sorprendente per un prologo che ha ancora molto da rivelare. Quando riapriamo gli occhi, siamo nei panni di Van, qualche ora prima della battaglia con il Grendel. Ricordi sfocati e un brutto presentimento pervadono lo Spriggan, che questa volta decide di agire in modo diverso.

Arrivati davanti al Grendel, con l’aiuto di René, funzionario del CID e amico di Van ed Elaine, e di Agnes, Van riesce a trasformarsi in Grendel e a tenere testa al mostro rosso. Ancora una volta, sembra che la situazione stia precipitando verso un possibile bad ending, ma questa volta sono due volti noti a cambiare le sorti dello scontro. Swin e Nadia, tra i protagonisti dell’amato Trails into Reverie, bloccano il Grendel e lo costringono alla ritirata, ripagando in parte un vecchio debito con Van.

Ma cosa ha davvero permesso questo esito favorevole? La risposta sembra risiedere in uno strano salto indietro nel tempo compiuto da Van e compagni dopo la loro sconfitta. Di cosa si tratta? Qual è il legame con le Genesis del Professor C. Epstein raccolte nel primo capitolo? E cosa c’entra la realtà virtuale sviluppata dalla Marduk Company, appena hackerata, nota come Marchen Garten?

Il secondo atto della saga di Calvard ha finalmente inizio.

Trails Through Daybreak 2, la recensione: Calvard Atto Secondo 2

Tanta fumo, sufficente arrosto

Premessa fondamentale: questo titolo l’avevamo già giocato una volta. La nostra prima run su Trails Through Daybreak 2 risale a circa un anno fa, nella versione originale su Steam con un’eccellente fan patch, e mi aveva inevitabilmente lasciato un’impressione che ha influenzato questa recensione. Ma c’è un’altra grande variabile che ha condizionato questa seconda run: l’aver giocato il capitolo successivo, Kai no Kiseki – Farewell O’ Zemuria (vi ricordate l’approfondimento su come affrontare un gioco in lingua originale?, ndr.).

A dire il vero, dopo aver completato questa seconda run, il giudizio generale non si discosta molto dalle impressioni della prima, ma alcune riflessioni sul complesso narrativo del titolo sono nate in modo spontaneo. Trails Through Daybreak 2 è un gioco piuttosto lungo, con sezioni narrative ben strutturate che, osservate nel loro insieme a fine viaggio, lasciano sensazioni contrastanti.

La trama si sviluppa su tre linee principali: il viaggio di Van attraverso Calvard, i sostituti Spriggan attivi nella capitale Edith e il Marchen Garten, la realtà simulata della Marduk Company da liberare piano dopo piano (SAO vibes?, ndr.). Prima che queste linee convergano nelle fasi finali, c’è un lungo intermezzo sull’isola di Nemeth, dove uno dei principali antagonisti della saga ha in serbo numerose sorprese.

Trails Through Daybreak 2, la recensione: Calvard Atto Secondo 3

Ancora una volta ci aspettano risvolti interessanti, alimentati dai tanti misteri legati al Grendel Zolga, al suo peculiare Hollow Core e al Grandmaster che tira le fila nell’ombra. Tuttavia, al termine del viaggio, rimane la sensazione di non aver fatto grandi passi avanti nella trama generale di Zemuria, se non per alcuni elementi chiave legati al solito C. Epstein, alle sue Genesis e alla lore di Calvard e del Garden, l’organizzazione da cui sono fuggiti Swin e Nadia.

Non è facile spiegare il perché, ma Trails Through Daybreak 2 dà l’impressione di essere un titolo di transizione, a tratti estremamente prolisso, che conduce a un finale in cui alcune parabole narrative si chiudono, mentre tutto ciò che è cruciale per il destino di Zemuria viene rimandato al suo successore.

Nel complesso, un gioco narrativamente molto interessante, anche per la sua struttura, ma che lascia un po’ di amaro in bocca e una voglia matta di mettere subito le mani sul capitolo successivo.

Trails Through Daybreak 2, la recensione: Calvard Atto Secondo 4

Un netto passo in avanti

Parlando del primo Daybreak, avevamo accolto con piacere la rivoluzione di Falcom che, introducendo una componente action/hack ‘n slash, aveva svecchiato notevolmente la serie. La nostra critica principale, però, riguardava la natura estremamente lineare del gameplay, che risultava ancora acerbo rispetto alla parte a turni.

In questo secondo capitolo non mancano passi in avanti sotto questo aspetto. L’esplorazione in fase action è molto più fluida e divertente, è stata introdotta la possibilità di lanciare arts oltre al semplice attacco base, e finalmente abbiamo le combo dopo una schivata perfetta. In generale, il sistema appare più curato e perfezionato.

Questi miglioramenti risultano fondamentali per la riuscita del Marchen Garten, la realtà virtuale da conquistare scalando piano dopo piano. Qui il richiamo al Corridoio del Reverie di Trails into Reverie è evidente (o al Phantasma di Sky the 3rd, ndr.). Per quanto ci siano delle differenze, la struttura è molto simile, soprattutto per quanto riguarda gli shop, l’acquisizione di oggetti e persino la possibilità di sbloccare la colonna sonora di Reverie da utilizzare nel Marchen Garten.

Trails Through Daybreak 2, la recensione: Calvard Atto Secondo 5

L’ottima vivibilità di questa sezione parallela è merito sia del solido gameplay action sia del consueto, eccellente lavoro sulla componente turn-based. Qui non c’era molto da rivoluzionare, data la lunga tradizione della serie, ma sono stati apportati gli aggiustamenti necessari per migliorare il sistema a turni visto nel primo capitolo.

Mosse combinate, nuove Craft, la possibilità di potenziare le tecniche dei personaggi e tanti altri piccoli cambiamenti hanno contribuito a un netto miglioramento di questo secondo capitolo della saga di Calvard, rendendolo decisamente più divertente rispetto al primo.

Sul piano tecnico e grafico, restiamo sempre in casa Falcom e, di conseguenza, con aspettative moderate. Il motore grafico è lo stesso di Daybreak 1, ma si nota una maggiore cura nella direzione delle cutscene, decisamente più vive rispetto al passato. Tutt’altra storia, invece, per il comparto audio: il Falcom Sound Team si conferma ancora una volta un punto di forza, con una colonna sonora ricca di tracce entusiasmanti che mescolano il sound classico dei JRPG con sonorità moderne, perfettamente in linea con l’atmosfera di Calvard.

Chiudo sbilanciandomi: Crimson Sin è la miglior opening della saga.

The Legend of Heroes: Trails through Daybreak II - Opening Movie (Nintendo Switch, PS4, PS5, PC)

Il solito Cast stellare

Con tante ore da trascorrere tra le strade di Edith e in giro per Calvard a risolvere misteri e liberare un’intera realtà virtuale, i compagni di avventura giocano un ruolo cruciale e, ancora una volta, questo Trails difficilmente vi deluderà sotto questo aspetto.

All’ottimo cast del primo capitolo si aggiungono molti nuovi volti, alcuni davvero entusiasmanti da giocare, che rendono il gameplay ancora più vario e divertente lungo tutta l’avventura. Sin dall’inizio siamo accompagnati da personaggi come Elaine, i Dominion Celis e Rion, o l’enigmatica e carismatica Shizuna, il che ci permette di creare infiniti team e sperimentare approcci di gioco sempre diversi.

La qualità del cast, però, va ben oltre la semplice varietà: il gioco ci regala storie profonde e toccanti che vanno al di là del solo Van. In particolare, grande spazio viene dato al ritorno di Swin e Nadia, alle prese con la scomparsa di Lapis e il peso della loro vecchia vita, mentre due momenti di grande impatto narrativo vengono vissuti con Quatre e Renne.

Trails Through Daybreak 2, la recensione: Calvard Atto Secondo 6

Senza svelare troppo, l’Isola di Nemeth non è solo un’apparente vacanza organizzata da una delle persone più meschine e pericolose di Zemuria, ma l’importanza di questo arco diventa chiara solo dopo aver vissuto certi eventi che coinvolgono il giovane studioso e la nostra Renne.

Per Quatre, di cui sapevamo già essere un sopravvissuto del culto D∴G, emergono dettagli fondamentali su alcune peculiarità che lo contraddistinguono. Senza entrare troppo nel dettaglio, il gioco fa finalmente chiarezza sulla sua identità, affrontando la tematica in modo delicato e impeccabile, coerente con la serie e con il messaggio che Falcom vuole portare avanti con Daybreak. Un titolo fortemente (e giustamente) impegnato su temi rilevanti, come le sfide ambientali e migratorie, oltre ad altri argomenti che sarebbe uno spoiler rivelare, ma che nel complesso riflettono una mentalità moderna che apprezziamo molto (alla faccia degli hater, soprattutto quelli all’interno della community).

Tra le tante cose che Trails Through Daybreak 2 ci lascia, quella che più ci colpisce emotivamente è il culmine del percorso di Renne. La sua storia è un viaggio che va avanti da anni: l’abbiamo vista maturare, fuggire dal suo passato, trovare una casa e infine lanciarsi verso il futuro. Ora, finalmente, il suo tragico e devastante passato trova una conclusione toccante, portando a compimento una storia di elaborazione del trauma e crescita che ha reso Renne il nostro personaggio preferito dell’intera serie.

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Un divertente ponte verso Kai

Di certo questo Trails Through Daybreak 2 non è un gioco senza difetti. Come dicevamo in precedenza, Crimson Sin è un gioco abbastanza lungo, con tanto spazio dedicato al Marchen Garten, e una trama per certi versi autoconclusiva che lascia buona lore ma davvero poche risposte, rimandando il tutto al maestoso Kai no Kiseki.

Per certi versi quindi esco da questo titolo con un po’ di amaro in bocca, con tanti interrogativi ancora rimandati ed una trama che intrattiene e diverte, ma soddisfa solo fino ad un certo punto. Attenzione però, Trails Through Daybreak 2 rimane comunque un signor titolo all’interno della Trails Series, davvero piacevole e innovativo per il gameplay, e con tutti i pregi che hanno reso leggendaria questa serie.

Vorrei chiudere però esprimendo solidarietà a Andrew Wallace (@TheSlyArtist su X), che ha lavorato alla localizzazione di questo titolo ed è stato vittima di numerosi insulti da una parte (molto ristretta) della community. Senza una persona come lui sarebbe quasi impossibile vedere questi titoli in lingua inglese e ci dissociamo da chi professa traduzioni con software senz’anima e senza la vena artistica che contraddistingue lavori come quelli di Andrew, a cui va tutto il nostro appoggio.

Trails Through Daybreak 2 Recensione
Trails Through Daybreak 2, la recensione: Calvard Atto Secondo
GAMEPLAY E LONGEVITA'
8.8
COMPARTO TECNICO E SONORO
8
COERENZA E CURA DEL DETTAGLIO
7.7
Pros
Gameplay migliorato ed estremamente divertente
Il Marchen Garten dona longevità e varietà all'esperienza
Cast numeroso e scritto perfettamente
Solita cura maniacale della scrittura
Cons
Un titolo di transizione piuttosto lungo
Poche risposte e tante domande rimandate al prossimo capitolo
8.2
VOTO

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Trails Through Daybreak 2, la recensione: Calvard Atto Secondo 8

Nascere in un paesino umbro ti porta ad avere tanti hobby.
Cresciuto tra console e computer, è da sempre amante di cinema, serie TV e musica, nella quale si diletta in maniera molto amatoriale. Anime e manga invece sono il pane quotidiano ma anche lo sport lo appassiona. Crede di aver visto ogni singola disciplina inserita dal CIO alle Olimpiadi.

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