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Fairy Tail 2, la recensione: bentornati nel regno di Fiore

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Il mondo magico di Fairy Tail torna protagonista con Fairy Tail 2, un gioco di ruolo che funge da sequel diretto al primo capitolo, rilasciato nel 2020 e basato sulla celebre serie anime e manga creata da Hiro Mashima (in un altro articolo, di cui vi lasciamo il link, abbiamo parlato anche di un’altra opera di Mashima, Edens Zero). Sviluppato dal team Gust e pubblicato da Koei Tecmo, questo nuovo capitolo promette di ampliare e migliorare l’esperienza offerta dal suo predecessore, regalando emozioni sia ai fan più appassionati della serie sia ai nuovi giocatori che si avvicinano per la prima volta al mondo di Fairy Tail.

Fin dal suo annuncio, avvenuto durante il Nintendo Direct dell’agosto 2024, Fairy Tail 2 ha suscitato grande entusiasmo tra gli appassionati, ansiosi di tornare a vestire i panni di Natsu e del resto della gilda. Tuttavia, i neofiti della saga si sono mostrati più cauti, preoccupati che Gust e Koei Tecmo potessero ripetere gli errori del primo capitolo, con il rischio di deludere le aspettative nel tentativo di raccontare nuovamente le avventure di Fairy Tail.

Ma questa volta il gioco sarà riuscito a correggere i difetti del passato? In questa recensione cercheremo di rispondere a questa domanda.

FAIRY TAIL 2 - Launch Trailer

Il ritorno di Natsu e i suoi amici

Fairy Tail 2 riprende la trama più o meno dal punto in cui si era concluso il primo capitolo: dopo aver sconfitto la gilda oscura Tartaros, Makarov, il master di Fairy Tail, decide di sciogliere la gilda per permettere ai suoi membri di intraprendere percorsi individuali e allenarsi in vista del confronto finale con Zeref, lo Stregone Nero.

Un anno dopo, Lucy, maga degli Spiriti Stellari e ormai giornalista, inizia a raccogliere informazioni sugli ex membri della gilda con l’obiettivo di ricostruire Fairy Tail. Durante la finale dei Grandi Giochi di Magia, un torneo annuale che decreta la gilda più forte del regno, un individuo misterioso appare nell’arena, sconfiggendo la gilda vincitrice con estrema facilità grazie a una magia di fiamme così intense da sciogliere l’intero stadio. Questo enigmatico mago si rivela essere Natsu, accompagnato dal fidato Happy. Natsu e Lucy, unendo le forze, decidono di ritrovare i vecchi compagni e ricostruire Fairy Tail.

Questa introduzione sarebbe stata fondamentale per comprendere il contesto dello scontro finale contro Zeref, ma Fairy Tail 2 sceglie di saltarla, catapultandoci direttamente in una fase successiva della storia. Dopo la ricostituzione della gilda, i membri eleggono Erza Scarlet come sesta master, poiché Makarov, il precedente leader, risulta scomparso. In realtà, Makarov è partito per una missione diplomatica nell’Impero Alvarez, nel tentativo di negoziare la pace con Zeref, che trama di scatenare una guerra per impossessarsi del Fairy Heart, il potere segreto della gilda.

Le trattative falliscono, e Makarov rischia di essere ucciso da Zeref. Fortunatamente, il team Natsu, infiltratosi nel regno per salvarlo, arriva in tempo per portarlo in salvo. Durante la fuga, si imbattono in Ajeel, uno degli Spriggan 12, le potenti guardie personali di Zeref e principali guerrieri dell’Impero Alvarez. È qui che prende il via la storia di Fairy Tail 2, lasciando probabilmente disorientati i neofiti della saga, che si ritrovano proiettati in piena azione senza una chiara spiegazione degli eventi precedenti.

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Fiore contro l’Impero Alvarez

Dopo lo scontro con Ajeel, che funge anche da mini-tutorial per introdurre tutte le meccaniche di gioco (di cui parleremo nel prossimo paragrafo), prende il via la storia vera e propria di Fairy Tail 2. La trama si concentra principalmente sull’ultimo arco narrativo del manga, ovvero la guerra tra il regno di Fiore e l’Impero Alvarez, considerato uno degli archi più drammatici e intensi dell’intera opera.

Fairy Tail 2 riesce a riproporre gli eventi in modo sorprendentemente fedele: ogni dialogo è riportato con estrema cura, e grazie alla combinazione di cutscene ben realizzate e dialoghi completamente doppiati in giapponese, il giocatore si sente immerso nel mondo di gioco.

Il ritmo di gioco è ben bilanciato: ogni missione principale fa progredire la narrazione sulla guerra tra Fiore e Alvarez, ma non mancano missioni secondarie, generalmente molto semplici (ad esempio, consegnare materiali specifici a NPC sparsi sulla mappa, ndr), e momenti più intimi e riflessivi, che offrono l’opportunità di approfondire i legami tra i membri della gilda.

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Oltre alla trama principale, Fairy Tail 2 introduce un arco narrativo completamente originale, intitolato “Key to the Unknown”, che include una serie di missioni secondarie e presenta personaggi esclusivi, ampliando ulteriormente l’universo di Fairy Tail. Sebbene l’idea sia sicuramente apprezzabile, l’arco narrativo non riesce a raggiungere la stessa intensità emotiva e narrativa della storia principale, risultando più un espediente per allungare la durata del gioco che un’aggiunta essenziale.

Per quanto riguarda la longevità, si attesta su circa 20 ore di gioco per completare la storia principale e l’arco narrativo originale. A queste vanno aggiunte una sfilza di ore extra se si desidera raccogliere tutti i collezionabili sparsi nella mappa di gioco, oltre a completare tutte le richieste che giungono alla gilda una volta terminata la campagna principale.

Un RPG a turni atipico

Il sistema di combattimento di Fairy Tail 2 rappresenta una delle innovazioni più rilevanti rispetto al suo predecessore. Abbandonando il tradizionale sistema a turni, il gioco introduce un combattimento in tempo reale, che prevede l’alternanza tra attacchi normali e magie speciali, sfruttando specifiche combinazioni di tasti. A questo si aggiunge un elemento strategico, poiché ogni alleato (e nemico) ha punti di forza e debolezze specifiche, che vengono sempre visualizzati a schermo per permettere al giocatore di scegliere dinamicamente i membri della squadra più adatti alla situazione.

Parlando di squadra, in battaglia è possibile portare un massimo di tre personaggi, ma questi possono essere facilmente sostituiti durante lo scontro con i compagni in panchina, rendendo molto difficile arrivare ad un game over, soprattutto nelle difficoltà standard. Ogni personaggio ha un set unico di abilità e magie, che possono essere potenziate e personalizzate attraverso un sistema di progressione stile “albero delle abilità”, con i livelli che aumentano grazie ai punti esperienza ottenuti dopo ogni scontro.

Un aspetto particolarmente apprezzabile di questo sistema è che, essendo disponibili numerosi personaggi giocabili ma potendone portare solo tre in battaglia, l’esperienza guadagnata alla fine di ogni combattimento viene condivisa con tutti i personaggi, in modo che nessuno resti troppo indietro durante l’avventura.

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L’ Albero delle abilità

Per quanto riguarda la varietà di nemici, i boss sono numerosi e si suddividono in due categorie: i boss legati alla trama (praticamente tutti gli Spriggan 12) e i boss dell’area, completamente opzionali, che una volta sconfitti rendono visibili sulla mappa i collezionabili presenti nelle zone in cui si trovano.

Purtroppo, sebbene i boss siano ben caratterizzati e le loro animazioni siano curate nei minimi dettagli, lo stesso non si può dire dei nemici casuali che si incontrano sulla mappa. Questi, tecnicamente arretrati, non sono mai realmente pericolosi e, con il tempo, si tende ad evitarli completamente (per fortuna, una volta raggiunto un livello piuttosto alto, il gioco permette di eliminare questi nemici senza entrare nella modalità scontro, ndr). Inoltre, sembrano fuori luogo rispetto all’ambiente in cui appaiono, creando una certa dissonanza con il resto del gioco.

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Il Fairy Rank

Ogni nemico dispone di due barre: la barra della vita e la barra del break, che si riduce ogni volta che il nemico subisce un colpo. Quando tutte le barre del break sono esaurite, il nemico entrerà in una sorta di trance, permettendo al giocatore di eseguire un Unison Raid, una potente magia combinata che infligge ingenti danni alla sua vita. Inoltre, ogni volta che una singola barra del break viene esaurita, sarà possibile eseguire un attacco combinato con un altro alleato. Sebbene quest’attacco sia molto meno potente dell’Unison Raid, risulta utile per applicare vari buff a tutti gli alleati.

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Un esempio di Link Attack

È importante menzionare anche il Fairy Rank e l’Awakening. Il Fairy Rank è una barra speciale che si riempie progressivamente con ogni attacco lanciato. Una volta piena, permette di chiamare alleati di supporto unici, capaci di infliggere danni significativi al nemico o di applicare vari buff agli alleati. Anche l’Awakening si riempie con gli attacchi, e una volta completato, consente di potenziare il personaggio selezionato con potenti buff che aumentano tutte le sue statistiche.

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Un esempio di Awakening

Un comparto tecnico a due facce

Il comparto tecnico di Fairy Tail 2 può essere riassunto con una sola parola: peccato. Peccato, perché il gioco evidenzia tutti i limiti di un titolo che sembra provenire direttamente dalla PlayStation 3. Come accennato in precedenza, i personaggi sono magnifici, con texture ben rifinite e animazioni curate che catturano appieno lo stile e l’irriverenza di Mashima, ma è tutto il resto a deludere.

Il mondo di gioco è vasto, ma vuoto, privo di dettagli e poco vario, nonostante si esplorino diversi biomi nel corso della storia. Tecnicamente, il gioco palesa la sua arretratezza, con troppi muri invisibili che risultano visivamente fastidiosi. Quando la mappa indica una strada, il giocatore è costretto a seguirla, ma ci sarebbero stati modi più creativi e piacevoli per nascondere questi limiti.

Abbiamo già parlato dei nemici casuali: oltre a essere tecnicamente arretrati, il loro comportamento è altrettanto insufficiente. Se il giocatore ha un livello molto superiore, i nemici tendono a fuggire, ma spesso si bloccano contro i muri, rendendo queste fughe quasi comiche.

È davvero un peccato, perché il mondo di gioco avrebbe potuto offrire tanto, soprattutto in termini di collezionabili. Ma questi sembrano essere l’unica cosa che giustifica la presenza di un open world che appare spoglio, vuoto, a tratti desolante e ripetitivo. Non esagero nel dire che forse Fairy Tail 2 sarebbe stato più interessante se concepito diversamente, magari rinunciando a un open world che, nel primo capitolo, mascherava i suoi limiti grazie ai caricamenti. Caricamenti che sono stati completamente eliminati in Fairy Tail 2, ma che, sebbene rendano il gioco più fluido, forse avrebbero potuto essere sfruttati in modo più intelligente.

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Un’occasione mancata

Con Fairy Tail 2 si è persa ancora l’occasione di avvicinare un nuovo pubblico al magico mondo di Fairy Tail, con un titolo che riesce a divertire immensamente i fan della saga, ma non in grado coinvolgere chi non conosce l’opera.

Già il primo capitolo proiettava il giocatore in una fase avanzata della storia, senza fornire alcun contesto sugli eventi precedenti (si partiva dallo scontro contro Hades sull’Isola Tenrou, prima del time skip di sette anni, ndr). In Fairy Tail 2, la situazione è forse ancora peggiore, poiché si inizia con la saga già in corso.

Dal punto di vista tecnico, il gioco mostra chiaramente i suoi limiti, risultando arretrato e difficile da considerare competitivo anche tra i titoli di vecchia generazione. Una nota di merito, però, va al gameplay, che riesce a combinare in modo efficace elementi tipici degli RPG a turni con combattimenti in tempo reale, rendendo molto divertenti gli scontri più lunghi, sebbene quelli più rapidi contro i nemici semplici risultino meno coinvolgenti.

Nonostante i numerosi difetti, Fairy Tail 2 è un titolo che saprà divertire i fan più affezionati, che potranno rivivere in modo meticoloso tutti gli eventi dell’arco dell’Impero Alvarez. Per concludere, ricordiamo che Fairy Tail 2 è disponibile dal 13 dicembre 2024 su PlayStation 4 e 5, Nintendo Switch e Steam, ma senza localizzazione in italiano. Tuttavia, questo non risulta essere un ostacolo per godersi appieno l’esperienza di gioco.

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Fairy Tail 2, la recensione: bentornati nel regno di Fiore
Gameplay e longevità
7.5
Comparto tecnico e sonoro
5.5
Coerenza e cura nel dettaglio
6
Pros
Sistema di combattimento dinamico e divertente
Personaggi principali riprodotti in maniera perfetta
Tante cose da fare oltre alla trama principale
Trama fedelissima a manga e anime
Cons
Comparto tecnico non all'altezza
Mondo di gioco completamente spoglio
Nemici secondari tecnicamente molto arretrati
Titolo troppo orientato ai fan più affezionati all'opera
6.5
VOTO

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Mi presento, mi chiamo Armando, amante della tecnologia e dei videogiochi fin da bambino. Sono un grandissimo appassionato di giochi di carte, soprattutto Yu-Gi-Oh!, e di videogiochi a carattere horror, in particolare la saga di Resident Evil, con il quarto capitolo in cima alla classifica dei miei videogiochi preferiti.

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