Cosa accade quando si tratta di stringere un patto con il Diavolo e doversi fare andare bene tutto pur di non perdere il lavoro e rinunciare al successo? È cosa racconta Blasfamous, nuova opera di Mirka Andolfo, che critica con asprezza, una sana dose d’ironia e molta originalità la società odierna.
Credo sia proprio un mondo brutale, quello là fuori. È impervio, intricato, difficile, complesso, caotico e potrei aver finito tutti gli aggettivi che mi passano per la testa – e sono tanti, troppi, oserei dire. Immaginate comunque di essere una star, di dover per forza essere sempre al top, di dover avere risposte anche quando viene complesso, di dovervi adattare, correre, di non potervi fermare un solo istante e di dover pubblicare una storia ogni ora.
Ora esagero: pensate a The Boys, unitelo per bene al pragmatismo della Chiesa cattolica e, infine, miscelate bene. Cosa può uscire fuori è Blasfamous, nuova serie a fumetti creata da Mirka Andolfo per la casa editrice americana DSTLRY ed edita in Italia da Edizioni Star Comics, che con il suo primo numero introduce a un contesto arcinoto e già visto. Anzi, addirittura freddamente e particolarmente familiare. Ce ne rendiamo conto ogni giorno accedendo a Instagram, quando il mare d’informazioni che si susseguono una dopo l’altra sembrano non avere freno. È esattamente cosa accade all’interno di questo racconto truculento, ironico e più vicino a noi di quanto immaginiamo.
Ammetto di non aver mai recensito un fumetto prima. Prediligo i videogiochi, mi sono più semplici da capire e da sviscerare. Quando si tratta, però, di dover tentare qualcosa di nuovo, non mi tiro indietro. Un po’ come Clelia, la star protagonista di questi tre volumi, con il primo che arriverà a dicembre per decorare la mensola di qualsiasi appassionato. Se adorate interfacciarvi con qualcosa di nuovo, entrando di conseguenza in un contesto che potrebbe impressionarvi quanto lasciarvi di stucco, Blasfamous è la scelta prediletta per comprendere quanto la tana del Bianconiglio, a volte, sia ricca di sorprese.
Se i Ferragnez mi hanno insegnato qualcosa, è che niente, NIENTE, è duraturo. Non lo è una star internazionale, ma non lo è neppure l’ultima ruota del carro. In Blasfamous, Andolfo parla di un mondo completamente asservito ai dogmi della Chiesa delle Tre Croci, che ha preso il posto di quella moderna. A governare il mondo sono gli angeli caduti e una parte consistente dei demoni, interessati a guadagnare attraverso le star che introducono nel mondo con l’intenzione di guadagnare più danaro possibile.
Il racconto inizia lentamente, con un’introduzione piacevole, arricchita da dialoghi che riescono a tenere incollati alle pagine. Attraverso le chiacchiere, i pensieri e le realtà tirate fuori dai loro pensieri, i personaggi si lasciano scoprire completamente, dando la sensazione di essere sempre in balia degli eventi. In un contesto così intricato, d’altronde, viene complesso non riuscire a seguire ogni accadimento. Ciò sfianca e anestetizza: questo approccio è raccontato attraverso i legami tossici che legano Clelia alla seggiola su cui è costretta, in difficoltà e in balia del personaggio che è diventata.
Si tratta di una ragazza tormentata, che ha rinunciato a un suo passato difficile (qui è bene non rivelare troppo) ed è perennemente confusa. Pensa al passato, è legata a qualcuno, ma qualcosa si ferma, qualcosa si blocca… qualcosa non riesce a permetterle di vivere serenamente. Mirka Andolfo, attraverso una caratterizzazione esemplare del suo personaggio principale, permette di comunicare al lettore il peso che la giovane prova e le difficoltà che la travolgono. È legata a un letto che sembra l’unico suo posto sicuro, mentre là fuori il mondo la consuma come un tritacarne, abbassandola a un prodotto, non più a una persona con dei sentimenti e un’anima da curare e preservare.
La narrazione è ricca di colpi di scena, ben condensati e armonizzati con la consapevolezza di delineare un mondo che non ha pietà. È una realtà piena zeppa di luci, di gravi ipocrisie, di falsità. È un mondo che va avanti uno spot pubblicitario che segue, in seguito, un dissing. Ora, non aspettatevi qualcosa ai livelli di Tony Effe e Fedez, ma la lettura vivida messa in campo da Mirka Andolfo è agrodolce. Davvero agrodolce, e s’insinua con prepotenza e dolcezza al tempo stesso. Parlando della scrittura, che è il reale piatto forte di questo primo volume, potrei continuare a tessere ulteriori dettagli.
È attraverso le illustrazioni, le bozze mostrate (anche quelle in fondo al fumetto, se vi piace vedere come qualcuno trasforma la sua arte) e i disegni che tutto si amalgama in modo preciso. Si tratta di personaggi con forme giuste, con una forte rappresentazione e con tanti legami anche alla modernità. La china ha lavorato in modo egregio, delineando illustrazioni coraggiose, meravigliose, che danno modo di conoscere sia il volto di Clelia che degli altri personaggi.
Ultimo ma non per importanza, poiché è bene sottolinearlo, ciò che mi ha colpito molto è il messaggio finale di Blasfamous, quello più serioso e impattante: anche se si è una star da milioni di followers, di qualcuno che si ritrova a dover rispondere ogni giorno per asserire quanto si è bravi e produttivi, c’è bisogno sempre, e in maniera insistente, di un aiuto, di un aiuto psicologico.
Se in un mondo complesso come quello dello spettacolo qualcuno potrebbe trovarsi bene, asserendo che è la sua vita, sappiate che sta mentendo a sé stesso. Uno diventa più abituato a ricercare la luce di un palco invece che quella dentro, in attesa di splendere. Questo primo volume lo fa comprendere in modo chiaro.
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