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Batman Day: Chi è il miglior Batman cinematografico?

Oggi 21 settembre come ogni anno festeggiamo il Batman Day, giorno dedicato interamente al Crociato Incappucciato, e per celebrare gli 85 anni del personaggio, la redazione ha deciso di dedicare una classifica a tutti i Batman cinematografici, ovviamente dal peggiore al migliore, seguendo alcuni specifici criteri.

Per esempio, non verrà giudicato solamente Batman, inteso come supereroe, ma anche il suo alter ego Bruce Wayne e il modo in cui i diversi attori hanno saputo rendere questa cruciale parte del personaggio.

Influirà negativamente inoltre la presenza di uccisioni, volontarie o involontarie, da parte di Batman, dato che è risaputo che il Pipistrello dei fumetti non uccide, e tale sacrosanta regola in un buon adattamento deve essere assolutamente rispettata.

Fatte queste premesse, cominciamo la classifica!

7. George Clooney

All’ultima posizione troviamo l’interpretazione di George Clooney che, a distanza di anni e senza ombra di dubbio, rimane definitivamente il Batman peggiore.

La recitazione di Clooney in Batman & Robin non fa trasparire nemmeno una briciola del carisma che lo ha reso famoso, dato che è evidente che ha accettato il ruolo per una questione urgente di soldi.

Il suo Bruce Wayne è noioso, così come il suo Batman, che non è affatto interessante né tantomeno competente, tanto che per tutta la durata del film quello che fa è prenderle da tutti e battibeccare con Robin. Infine, ma questo è ampiamente risaputo, il suo costume è orribile.

L’unica nota a favore del Batman di George Clooney è il rifiutare categoricamente l’omicidio, tanto è vero che lo dice esplicitamente durante il film, quasi un peccato che la regola del non uccidere venga applicata proprio da questo Batman.

Se questa doveva essere una citazione/parodia allo scanzonato Batman della Silver Age, allora non è divertente.

6. Ben Affleck

Meglio conosciuto scherzosamente come Batfleck, è l’unico Batman cinematografico a non apparire in un suo film solista, complice anche lo scarso successo dei film dell’ormai defunto DC Extended Universe, tra tutti Batman V Superman, Suicide Squad, Justice League e The Flash.

Malgrado questa versione di Batman non sia particolarmente apprezzata, qualche nota positiva risulta esserci: solo visivamente, il Batman di Affleck è quello che più assomiglia al Batman dei fumetti, sia dal punto di vista fisico che del costume che indossa.

Anche le scene di lotta in cui è coinvolto sono rimarcabilmente ben fatte, anzi, si può dire che a livello puramente registico e coreografico, le scene d’azione del personaggio di Ben Affleck risultino fino ad oggi le migliori mai portate sullo schermo, vedasi la scena del combattimento nel magazzino in Batman v Superman.

Il difetto principale di questa versione risulta sicuramente il fatto che in questo universo Batman uccida indiscriminatamente i criminali che affronta, e lo si può vedere già con la sua prima apparizione nella Batmobile, qui dotata di missili e mitragliatrici.

I suoi modi di fare giustizia si rivelano inoltre inspiegabilmente crudeli e sadici, dato che marchia a fuoco i criminali che cattura in modo da, una volta in prigione, farli assassinare dai prigionieri che vedono il suo marchio.

Il Batman di Affleck risulta inoltre estremamente manipolabile e ottuso, in quanto è un personaggio talmente accecato dalla rabbia da non rendersi conto di essere usato da Lex Luthor per combattere Superman, così come è ancora oggi inconcepibile come soltanto l’omonimia fra le rispettivi madri fa sì che Batman desista di combattere contro l’Uomo d’Acciaio.

Se quindi dal punto di vista meramente estetico Ben Affleck è la copia carbone del Batman cartaceo, lo stesso non si può dire dei suoi metodi cruenti e sanguinari per la lotta al crimine e dalla sua personalità troppo violenta e per nulla riflessiva.

Chiaro, si potrebbe ribattere che le sequenze in cui Batman utilizza armi sono visioni oniriche di un futuro che, come spiegato nel film, potrebbe accadere, ma la ferrea volontà di Batman nel non utilizzare armi da fuoco, almeno nei fumetti, creerebbe un vero e proprio rifiuto subconscio che va oltre le realtà alternative ed eviterebbe questi escamotage narrativi da edgelord.

Questa versione di Batman è quindi ben lontana dall’essere il brillante stratega come nei fumetti, bensì si rivela essere solo una testa calda che picchia prima di parlare, e che alla resa dei conti non dà alcun contributo importante nelle storie in cui è presente.

Ma se non riesce a convincere come Batman, bisogna ammettere che Affleck, nei panni di Bruce Wayne, risulta molto più credibile. Anche in questo caso, a livello estetico il volto di Ben Affleck è quello che più si avvicina alla controparte cartacea e anche la sua performance come Bruce Wayne non è affatto male. Anche la sua personalità sembra cambi: se nei panni di Batman è violento e senza controllo, nei panni di Wayne è calmo, pacato e abbastanza calcolatore, come appunto si comporterebbe un Bruce più attempato e in là con gli anni.

Malgrado qualche pregio quindi, il Batman di Affleck rappresenta comunque uno sfregio per gran parte di quello che Batman rappresenta, ed è un peccato perché, se usato da registi più talentuosi, questa versione cinematografica di Batman con tanto potenziale poteva risultare una delle migliori che si potevano avere.

5. Micheal Keaton

La crescente popolarità di Batman per tutta la durata degli anni Novanta è probabilmente dovuta in gran parte alla ormai storica interpretazione di Michael Keaton nei due lungometraggi Batman (1989) e Batman: Il ritorno (1991).

Grazie agli sforzi di Keaton e del regista Tim Burton, Batman ritorna in auge lasciando alle spalle il periodo più frivolo degli anni precedenti, per poter ritornare alle tinte più oscure e gotiche con cui il personaggio è nato, e per la prima volta nel cinema si prova a far vedere ed esplorare il rapporto dicotomico tra i due alter ego Bruce Wayne e Batman.

Il Bruce Wayne di Keaton convince molto, ma non si intravede a pieno quella vena di follia che un po’ caratterizza il personaggio. Michael Keaton porta in scena un Bruce Wayne fin troppo normale, praticamente un uomo qualunque che difficilmente lo si vedrebbe ricoprirsi di spandex nero per combattere il crimine.

Sia chiaro, non è che Batman debba necessariamente essere classificato come un pazzo in costume della stessa risma dei suoi nemici, ma rimane comunque un personaggio che vive in un mondo non convenzionale e che quindi utilizza metodi di lotta al crimine non convenzionali.

Ci deve essere in qualsiasi trasposizione di Bruce Wayne quella sfumatura di schizofrenia derivante dalla sua ossessione a combattere il crimine, unita anche alla sua grande forza di volontà e disciplina, che lo porta ad essere Batman, e se Michael Keaton riesce benissimo ad essere l’affascinante e carismatico playboy, non si riesce ad intravedere tale ossessione nel debellare il crimine che caratterizza il personaggio.

Il vero Batman usa la maschera del playboy per celare il suo vero obbiettivo, e in questo Keaton non riesce ad andare oltre l’apparenza del riccone in costume da pipistrello. Per quel che riguarda il suo Batman invece, la situazione lascia molto a desiderare.

Il Batman dei fumetti riesce ad incutere un senso di minaccia e imponenza, di paura ma allo stesso tempo anche di maestosità, e questa versione purtroppo lo fa solo qualche volta.

Keaton neanche prova a camuffare la voce per sembrare più intimidatorio, e, forse per via dell’ingombrante costume dell’epoca, riesce ad essere minaccioso solo quando è perfettamente immobile oppure in posa

Per quel che riguarda invece le scene d’azione invece, sembra di vedere un pupazzone che prova a tirare qualche calcio. Le scene di combattimento rivestono una parte essenziale nella filmografia di Batman, in quanto dimostrano la sua competenza nella lotta dovuta alla sua ossessione citata prima.

Certo, il Batman di Keaton riesce ad avere qualche scena ben coreografata qua e là, ma sempre per via del costume di scena non riesce mai ad ottenere quella mobilità che ci si aspetta da Batman, tanto è vero che sembra di vedere in azione un giocattolo snodato.

D’altro canto i suoi gadget risultano molto intriganti, in particolare i veicoli come il Batplano e l’iconica Batmobile, che vantano di un particolare e accattivante design che sicuramente, anche grazie alla vena stilistica del regista Tim Burton, lascia il segno.

Infine, sfortunatamente, il Batman di Keaton è risaputo che uccide, anche intenzionalmente e senza discrezione, e, come detto, questo toglie punti nella classifica.

L’interpretazione di Keaton su Batman è senza dubbio importante e molto amata dai fan, ma ci si deve rendere conto che negli anni si è potuto fare molto meglio con il personaggio.

4. Christian Bale

È risaputo che il Batman della trilogia de Il Cavaliere Oscuro risulta ancora oggi una delle trasposizioni del personaggio più apprezzate e conosciute, non solo dal pubblico ma anche dalla critica specializzata, ma sarà il Batman di Christian Bale all’altezza del Batman dei fumetti?

Come Bruce Wayne, Christian Bale è estremamente convincente, e dà assolutamente l’impressione di essere un giovane rampollo viziato e donnaiolo ma che in realtà, anche dietro la maschera, risulta essere una persona altruista e che possiede i mezzi e la volontà per poter salvare la città e aiutare le persone.

Unica pignoleria che si può fare in una scena di Batman Begins in cui, ancora accecato dall’odio, prova ad uccidere con una pistola l’assassino dei suoi genitori al termine del processo, fortunatamente fallendo, cosa che comunque il vero Batman non avrebbe mai fatto.

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Purtroppo, se Christian Bale riesce a regalarci un Bruce Wayne praticamente perfetto,lo stesso non si può dire del suo Batman.

Per cominciare, le scene di combattimento in cui Batman è coinvolto risultano poco interessanti, e ci può stare considerando che l’azione non è il fulcro centrale di questi film, ma è comunque un peccato in quanto con Christopher Nolan come regista questa è una vera occasione sprecata.

Per quel che riguarda il fattore competenza/minacciosità bisogna dire che è in Batman Begins il film dove tali qualità si manifestano di più. Batman qui è una vera e propria forza della natura e ogni scena in cui è presente si percepisce davvero l’aura da cavaliere oscuro che caratterizza il personaggio.

Invece nei film successivi questa aura tende a svanire sempre più. Ne Il Cavaliere Oscuro sembra che il ruolo di Batman sia meno preponderante rispetto al film precedente; le sue investigazioni sono meno presenti, così anche il suo spazio in scena, che deve condividere con ulteriori altri personaggi non più poi così comprimari come Gordon, Harvey Dent o il Joker.

Ne Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno invece, Batman rasenta quasi la stupidità: viene quasi sempre sconfitto da Bane in quanto agisce senza preparazione e tende a fidarsi troppo delle persone, che non esitano a tradirlo o letteralmente pugnararlo alle spalle come un supereroe alle prime armi.

Al Batman di Bale manca inoltre la caratteristica ossessiva disciplina di cui si è già parlato, dato che si ritira dall’essere Batman non una, ma ben due volte nello stesso film, e non per delle ragioni che non rendono molta giustizia al personaggio.

I suoi gadget e la sua tuta poi non sono niente di eccezionale, anzi, al contrario del costume di scena del Batman di Keaton, questo qui è eccessivamente pratico e funzionale, in tono con la tinta semi realistica con cui si è voluto girare la trilogia. Se si dovesse fare una selezione tra tutti quelli indossati da Bale Il costume migliore risulta quello di Batman Begins, in quanto riesce a rendere abbastanza irriconoscibile Bruce Wayne e lo rende inoltre decisamente più massiccio e imponente rispetto ai successivi.

Ma l’accessorio meno riuscito di tutti è sicuramente la Batmobile. Complice l’eccessivo realismo, la Batmobile del Batman di Bale è sostanzialmente un tank militare a tinte nere, troppo anonimo per essere associato al Crociato Incappucciato e, a dirla tutta, effettivamente poco pratico da utilizzare realmente per le pattuglie urbane a Gotham.

In effetti, un altro grande difetto del Batman di Nolan è la sua eccessiva dipendenza dai gadget forniti da Lucius Fox, tanto che sembrerebbe che se Lucius non esistesse in questo universo, allora tantomeno il Batman di Bale non esisterebbe.

Per tutta la trilogia infatti, anziché utilizzare la sua mente deduttiva e le capacità acquisite dopo anni di allenamento, il Batman di Bale preferisce utilizzare sempre dei costosi giocattoli e sembra quasi mai di vedere il miglior detective del mondo all’opera.

Chiudendo la critica ai gadget, evidenziamo l’elefante nella stanza: la voce del Batman di Christian Bale non è assolutamente intimidatoria, anzi, fa abbastanza ridere, tanto è vero che esistono numerosi meme creati nel corso degli anni che ne dimostrano il poco apprezzamento da parte dei fan.

Il problema è che il modulizzatore di voce poteva anche funzionare efficacemente se usato discretamente, come in Batman Begins dove veniva inserito solamente in qualche scena per incutere timore nei criminali, ma questo aspetto viene perso completamente nei sequel, dove Batman parla sempre con il tono di voce “minaccioso” anche ad alleati che conoscono la sua vera identità come Gordon, e quindi tale effetto di paura perde col tempo credibilità.

Infine, l’aspetto più importante di Batman, la regola del non uccidere, risulta essere presente durante la saga e anzi, viene fatta vedere la crescita caratteriale di Bruce che lo porta ad adottare tale regola, particolarmente in Batman Begins dove rifiuta categoricamente durante il suo addestramento di giustiziare criminali per non diventare lui stesso come loro.

Peccato che tale regola risulti altamente incostante, dato che durante la trilogia Batman uccide, anche senza volerlo, Ra’s Al Ghul, Due Facce e Talia, nonché qualche sgherro di Bane. Chiaro, sono morti accidentali perlopiù, ma pare strano che Batman nella trilogia si impegni così tanto nel salvare il Joker, personaggio che più di tutti ha causato danni alla sua città, e non si impegni a sufficienza nel salvare gli altri suoi nemici.

Per riassumere, nonostante il Batman di Bale abbia un iniziale grande impatto, col tempo le caratteristiche principali del personaggio svaniscono per lasciare spazio alla versione autoriale di Christopher Nolan, visione però che non può essere simile a quella dei fumetti.

3. Adam West

Questa interpretazione è sicuramente la più difficile da classificare, in quanto il Batman di Adam West non è assolutamente un personaggio da prendere troppo sul serio, e sembrerebbe ingiusto compararlo alle versioni più moderne del Cavaliere Oscuro.

Nel nel contesto completamente campy degli anni ’60 però, questa iterazione funziona perfettamente, anche malgrado alle volte infranga la no kill rule detta precedentemente (non esita infatti ad utilizzare armi come missili impiantati nella batmobile o addirittura fare fuori degli avversari, di solito comunque scagnozzi del cattivo di turno) ma, tenendo conto del periodo in cui la serie è scritta, è una fedelissima versione del Batman in piena Silver Age.

2. Val Kilmer

Proseguendo con la nostra classifica, alla seconda posizione troviamo Val Kilmer, che ci ha regalato una discreta interpretazione sia di Batman che di Bruce Wayne.

Non ha quel livello di ossessione che ci si aspetta da Batman, ma in questo contesto funziona, in quanto praticamente risulta una delle poche persone sane di mente in un mondo folle che risulta essere quello di Batman Forever. Non il peggiore, ma senza dubbio non il migliore.

Risulta comunque un peccato però non poter vedere quel contrasto che esiste tra i due personaggi, infatti come per Keaton anche qui una volta indossato il mantello, Batman si comporta allo stesso modo di Bruce Wayne, tanto che sembra strano che gli altri personaggi del film non riescano a capire che siano la stessa persona.

Per quel che concerne Batman, il regista Joel Schumacher ha fatto tutto quello in suo potere per rendere il personaggio appetibile soprattutto a un pubblico pressoché giovane, se non infantile. Non spinge mai oltre quello che il vero Batman potrebbe fare, ma risulta comunque accettabile e funzionale rispetto al target a cui il film è rivolto.

Inoltre, sarà nostalgia, ma la scena iniziale in cui viene fatta vedere la vestizione di Batman, oltre a permettere di vedere nel dettaglio come è fatto il costume, riesce sempre a costruire hype anche a distanza di anni. Accettabile anche la natura minacciosa e imponente, ma non eccessiva, che riesce a dare Kilmer durante qualche scena. Un Batman che riesce a fare il suo lavoro senza infamia ma senza neanche troppe lodi.

Nel suo essere una versione abbastanza soft, il Batman di Kilmer tuttavia detiene il primato per tenere presente per la prima volta la regola del non uccidere, tanto è vero che viene esplicitamente citata e per tutto il film si vede impegnato a rispettarla (anche se poi involontariamente ucciderà il villain principale del film, Due Facce).

Malgrado il Batman di Val Kilmer non spicchi rispetto ad altre versioni cinematografiche più popolari, la sua è un’interpretazione di tutto rispetto, tutt’altro che deludente dal punto di vista dell’intrattenimento, e piuttosto fedele rispetto alla sua controparte cartacea.

1. Robert Pattinson

Alla prima posizione c’è l’ultimo acquisto in casa DC ad indossare i panni di Batman, il bel tenebroso Robert Pattinson, il quale, anche se ha per adesso un solo film in cui interpreta il personaggio, ha già conquistato il cuore di milioni di fan.

Tanto per cominciare il costume che indossa risulta estremamente interessante, un’armatura patchwork  che nella sua semplicità risulta adatta ad un Batman alle prime armi, che rende proprio l’idea di vigilante, e l’offuscata luminosità del film, paradossalmente, aiuta a metterlo in risalto.

L’attrezzatura che usa risulta molto innovativa rispetto a quella vista nelle trasposizioni precedenti, in particolar modo le lenti a contatto che fungono da videocamere, oggetti che non ci stupirebbe se anche il Batman dei fumetti li utilizzasse.

Ma il gadget più riuscito è sicuramente la Batmobile, che in questo film riprende ad essere effettivamente una macchina high tech che sembra quasi avere una sua personalità piuttosto e non un anonimo carro armato come quello della trilogia di Nolan.

Il Batman di Pattinson si dimostra inoltre un investigatore estremamente competente e un formidabile lottatore, anche se non sempre riesce ad avere la meglio sui suoi avversari, ma è giustificabile in quanto questo è un Pipistrello ancora agli inizi.

Parlando della resa registica, malgrado sia il Batman con meno linee di dialogo rispetto alle altre interpretazioni, Pattinson riesce ad essere praticamente la versione più riuscita dal punto di vista della sola presenza scenica. L’attore britannico solo con i movimenti riesce ad apparire imponente e terrificante, come se veramente questo Batman fosse una creatura in simbiosi con l’oscurità, il tutto mostrato da una sapiente regia che preferisce trasmettere come agisce, pensa o è caratterizzato Batman piuttosto che descriverlo attraverso futili linee di dialogo.

Nonostante il Pipistrello di Pattinson sia quindi pressochè perfetto, lo stesso non si può dire sul suo Bruce Wayne.

In questa versione Wayne appare come una sorta di recluso, un giovane orfano che non ha ancora superato il trauma della perdita dei genitori e che si immedesima completamente nella figura di Batman. Una forma embrionale di quello che, forse, potrebbe diventare il miliardario playboy che tutti conosciamo

Questo aspetto si evolverà magari nei successivi film, per cui è ancora troppo presto per un giudizio negativo. Per adesso, malgrado superi pienamente le aspettative per Batman, il Bruce Wayne di Pattinson lascia un tantino a desiderare.

Infine, in questo film Batman non uccide assolutamente nessuno, il che ci lascia con la paradossale conclusione che solamente il migliore e il peggiore Batman dei live action cinematografici rispettano questa regola!

Finisce quindi così la nostra classifica. E voi che ne pensate? Qual’è secondo voi il miglior Batman cinematografico?

Fatecelo sapere nei commenti, nel frattempo, SpaceNerd vi augura un buon Batman Day!

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Carlos Tamila

Giornalista freelance e articolista a tempo perso, penso che anche i film, fumetti e videogiochi hanno qualcosa da raccontare se si scava un pò più in fondo e non ci si ferma alla semplice copertina.

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