Dopo ben otto lunghissimi anni di allenamento come maestro di kung fu (come abbiamo potuto vedere dalle numerose serie TV spin-off uscite come Kung Fu Panda: Il Cavaliere Dragone), il leggendario panda Po torna finalmente sul grande schermo con Kung Fu Panda 4, capitolo che mira a concludere la leggenda del Guerriero Dragone iniziata ormai nel lontano 2011.
In questo nuovo capitolo, Po, ormai lanciato a diventare nuova Guida Spirituale della Valle della Pace (ruolo che in passato apparteneva al maestro Oogwey), deve affrontare forse la sfida più grande della sua vita: scegliere il suo successore e abbandonare completamente la vita di Guerriero Dragone, fatta di continue sfide contro i nemici che minacciano la pace e di mitiche avventure.
Un possibile quarto capitolo della saga era già stato annunciato nel 2016, quando i realizzatori di Kung Fu Panda 3, alla domanda di un possibile nuovo film, risposero che “la saga di Kung Fu Panda doveva sembrare un viaggio completato, e mancava ancora qualcosa alla storia di Po per essere definitivamente conclusa“. Il film fu ufficialmente confermato da Dreamworks il 12 agosto 2022, con data di uscita prevista per l’8 marzo 2024 (il 21 marzo per i cinema italiani, ndr.).
Come per i precedenti capitoli della saga, anche il quarto capitolo mescola commedia sagace a vivaci sequenze d’azione, lanciando dei messaggi di gentilezza, di ricerca della propria pace interiore e di invito ad affrontare i cambiamenti della vita con positività, messaggi non affatto scontati nella società in cui viviamo.
Prima di partire con la recensione ringraziamo Universal per averci invitato all’anteprima dell’ultimo capitolo del nostro panda preferito!
La saga di Kung Fu Panda ci porta nel mondo di Po, un panda grassoccio e imbranato che trascorre le sue giornate lavorando nel ristorante di spaghetti gestito dal padre oca adottivo, il signor Ping. Nonostante la sua vita sembri destinata a ruotare attorno a spaghetti e tavoli dei clienti, Po sogna di praticare il kung fu, un’arte marziale completamente distante dalla sua natura di panda.
Il destino di Po prende una svolta straordinaria quando viene scelto dal saggio maestro Oogway per diventare il leggendario Guerriero Dragone, una scelta che sconvolge gli equilibri nel mondo del kung fu. Questa decisione non viene accolta con entusiasmo da maestri di kung fu più esperti di lui, come i leggendari Cinque Cicloni, un gruppo di guerrieri incaricati di proteggere la Valle della Pace. Sotto la sapiente guida del maestro Shifu, Po si impegnerà a superare i propri limiti, diventando un guerriero kung fu di altissimo livello.
Tuttavia, il percorso intrapreso dal panda non sarà privo di sfide, soprattutto quando deve affrontare il malvagio Tai Lung, un tempo discepolo del maestro Shifu che si è trasformato in un nemico implacabile dopo essere stato respinto come candidato al titolo di Guerriero Dragone. Con determinazione e coraggio, Po si scontra con Tai Lung in una battaglia epica che mette alla prova le sue abilità e il suo spirito.
Nei successivi due capitoli della saga accompagneremo il Guerriero Dragone alla ricerca delle sue origini. Come avevamo già immaginato, il panda è solamente stato adottato dal signor Ping, che lo aveva trovato in una cassetta piena di ravanelli quando era ancora un cucciolo. Durante il combattimento contro il malvagio Lord Shen, Po scoprirà che tutti i panda sono stati perseguitati e uccisi dal malvagio pavone, a causa di una profezia che vedeva il sovrano sconfitto da un guerriero “bianco e nero“.
Tuttavia, nel terzo capitolo, in cui faremo la conoscenza del padre biologico di Po, Li Shen, sopravvissuto alla “caccia al panda” messa in atto nel secondo capitolo, scopriremo che moltissimi panda sono sopravvissuti e rifugiati in una valle nascosta, in cui hanno fondato una grandissima tribù.
Grazie all’aiuto dei suoi nuovi amici, Po riuscirà a compiere il suo destino da Guerriero Dragone, ricevendo dal maestro Oogwey il compito di diventare Guida Spirituale della Valle della Pace.
Ora Po è cresciuto, è diventato l’eroe della Valle della Pace, oltre ad essere il più potente esponente dell’arte del kung fu. Ma non solo, nel terzo capitolo Po ricevette dal maestro Oogwey il “Bastone della Saggezza“, in grado di aprire il mondo degli spiriti nel mondo terreno (luogo in cui sono rinchiusi i precedenti nemici del Guerriero Dragone, ndr).
Per Po si apre un nuovo capitolo della sua vita: abbandonare il ruolo di Guerriero Dragone e diventare Guida Spirituale della Valle della Pace, ruolo che gli è stato affidato da Oogwey proprio nel terzo capitolo. Ovviamente, questo implica che il nostro panda debba trovare un suo degno successore, a cui insegnare saggezza e valore della vita. Nonostante gli iniziali rifiutidi Po, tutto cambia quando una giovane volpe di strada, Zhen, tenta di rubare i cimeli del kung fu dal Palazzo di Giada.
Proprio da lei il panda viene a conoscenza di un nuovo nemico che vuole dominare su tutta la Cina: la malvagia strega mutaforma La Camaleonte. Inizia così l'”ultima” avventura del leggendario Guerriero Dragone, che si ritroverà a fare i conti con un cambiamento per lui spaventoso, ma inevitabile, oltre al dover affontare alcune sue vecchie conoscenze, liberate dal mondo degli Spiriti dalla malvagia strega.
In Kung Fu Panda 4 possiamo vivere un viaggio interiore che spinge lo spettatore all’introspezione, nonostante il film scorra davvero liscio, la solita lotta di Po contro le scale (ereditata evidentemente dal padre, ndr.) e simpatici animaletti caratteristici. Po può appparire spesso
banale e sempliciotto, come ci è stato insegnato nei precedenti capitoli, ma per lui arriva sempre il momento in cui deve fare sul serio, e far fronte alle proprie responsabilità.
Proprio le responsabilià del Guerriero Dragone, fardello che è sempre stato preso alla leggera dal nostro panda, sono al centro della narrazione di questo quarto capitolo: Po fa fatica a lasciarsi convincere dal Maestro Shifu ad abbandonare questo ruolo e ad abbracciare un cambiamento perfettamente naturale nel suo percorso di guerriero kung fu. Per lui non è facile voltare pagina: il ruolo del Guerriero Dragone è stato per lui una sorta di riscatto esistenziale. Ma la vera sfida che Po deve affrontare è proprio il cambiamento, una missione che in fondo ci ritroviamo ad affrontare un po’ tutti quanti, nella vita di tutti i giorni.
A svolgere un ruolo fondamentale in questa “sfida al cambiamento” saranno i due genitori del panda: Li Shang e Mr. Ping. Già, perché Po ha due padri (uno adottivo e uno biologico), nel compimento di un’idea di famiglia non tradizionale che la saga ha saputo costruire nel corso dei capitoli, con una semplicità disarmante.
Saranno proprio loro a far capire al figlio l’importanza di accettare il cambiamento, soprattutto in rapporto alla crescita personale. Perché alla fine la vita è un cammino, un’evoluzione naturale degli eventi, non uno stato di perenne immobilismo.
Nonostante la riproposizione di alcuni personaggi e situazioni possa sembrare ripetitiva, Kung Fu Panda 4 assolve al meglio la sua funzione di quarto capitolo della saga, oltre che di film cartoon in sé. Diverte tanto i fan del franchise, che riconosceranno tipiche situazioni e battute della saga, ma riesce anche a intrattenere i nuovi spettatori. Kung Fu Panda 4 è sicuramente un film più adatto ai bambini, nella sua semplicità però induce anche gli spettatori più adulti a delle riflessioni profonde ed interessanti senza finire per appesantire la visione.
Come sempre la qualità tecnica è eccellente, a riprova di come Dreamworks, sin dagli inizi, sia stata un’energica concorrente per Disney e Pixar. Nota di riguardo anche per il doppiaggio: nonostante la versione internazionale goda di doppiatori di prim’ordine come Jack Black, Viola Davis, Dustin Hoffman e James Hong (attore in Everything Everywhere All At Once, ndr.), in Italia è ancora una volta Fabio Volo a impersonare il panda più amato del franchise, con un lavoro eccellente sotto ogni punto di vista.
Dreamworks si dimostra all’altezza della sfida di dover scrivere la parola fine al franchise di Kung Fu Panda e ci regala uno dei lungometraggi più interessanti per quanto riguarda l’animazione occidentale rivolta al grande pubblico.
Divertentissimo e splendido esteticamente, soprattutto i meravigliosi sfondi e i preziosi vestiti dei protagonisti, Kung Fu Panda 4 conclude in maniera positiva la saga, consegnando una fine alle gesta del leggendario Guerriero Dragone con un saluto simpatico e degno del panda Po.
Unico peccato solo per non aver concesso un ultimo ballo anche ai Cinque Cicloni, totalmente assenti nelle vicende di questo film e apparsi solo prima dei titoli di coda.
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