Con l’imminente uscita del secondo capitolo della saga videoludica a tema Spider-Man della Insomniac, ho voluto scrivere questo articolo per ricordare, assieme a voi videogiocatori, uno dei migliori titoli non solo a tema Spider-Man, ma di una console che ha segnato un’intera generazione, la cara vecchia PlayStation 1.
Oltre provare molta nostalgia per questo titolo, avendolo giocato più e più volte da piccolo, considero Spider-Man per PS1 uno dei punti più alti della carriera videoludica del nostro amichevole tessiragnatele che purtroppo non ha mai ricevuto il giusto riconoscimento da parte di molti videogiocatori.
Questo gioco, oltre a contenere tutti gli elementi giusti per una storia di Spider-Man videoludica (ne parleremo più avanti) è di per sé rivoluzionario nel suo genere. Prima di questo videogame, il nostro supereroe non aveva mai avuto troppo successo in ambito videoludico, con titoli che usciti su console come l’Atari, il Questprobe o l’Amiga sono stati decisamente segnati dal corso del tempo.
Tutto cambiò grazie alla PS1: per la prima volta si poteva esplorare un mondo in 3D con un level design che risulta ancora oggi piuttosto ben strutturato.
Certo, la libertà di movimento era ancora limitata considerando i cartridge dell’epoca, e tale aspetto si è evoluto molto col passare degli anni, trasformando New York sempre più in un open world in cui si può volteggiare liberamente con la ragnatela, ma anche questo aspetto retrò rende lo Spider-Man per PS1 più affascinante e unico nel suo genere.
Optando per uno stile più lineare invece del generico, vuoto e abusato sandbox che viene propinato ad ogni videogioco di Spider-Man da ormai vent’anni, ci troviamo d’innanzi ad un level design molto più ragionato e strutturato, che riesce a dare l’impressione che ogni livello giocato risulti unico nel suo genere.
Non esistono infatti livelli simili tra loro in questo gioco: il primo livello consiste nel salvare degli ostaggi da una bomba, nel secondo c’è un combattimento con lo Scorpione e un rocambolesco inseguimento con gli elicotteri della polizia sopra i tetti di New York, poi bisogna combattere Rhino, giocare ad acchiapparello con Venom, lottare contro lucertole mutanti nelle fogne, salvare Mary Jane da un’elaborata trappola, sistemare dei simbionti infiltrati nel Daily Bugle… insomma, chi più ne ha più ne metta!
Ah, e il tutto culmina in una folle e claustrofobica fuga da una mostruosa fusione tra Carnage e il Dr. Octopus!!
Da come si può capire, questo gioco non annoia mai e tiene con il fiato sospeso, presentando diversi scenari unici che vanno oltre il solito volteggiare con la ragnatela e pestare Mobs come succede nella maggior parte dei videogiochi successivi, anzi, rendiamo conto agli sviluppatori per l’impegno di creare l’esperienza videoludica più variegata possibile a tema Spider-Man.
A voler essere imparziale, è pur vero che questo gioco presenta diversi difetti tecnici tipici dell’epoca, come i controlli che non rispondono benissimo ad ogni occasione (anzi, capiterà che si possano incontrare diversi glitch per tutto il gioco se non si sta attenti) e la telecamera ballerina, che a dire il vero ancora oggi è il tallone d’Achille di molti giochi in 3D, ma se questi elementi non vi creano troppo disturbo non vi rovineranno sicuramente l’esperienza complessiva.
Malgrado le limitazioni della console, è da notare però il variegato moveset conferito al nostro amichevole Spidey, sia per le mosse più fisiche che per tutto quello che può fare con le ragnatele, con la possibilità di sbloccare abilità davvero fantasiose come avvolgersi dentro un bozzolo di ragnatela per poi farlo esplodere danneggiando i nemici, sparare (utilissimi) ragno-proiettili che possono seriamente danneggiare anche i boss, formare guantoni da boxe con la ragnatela che triplicano il danno, utilizzare della ragnatela infiammabile per i simbionti e così via.
Tali abilità vengono sbloccate attraverso le cartucce di ragnatela sparse per i livelli, dando assoluta importanza all’esplorazione e al sense of reward per aver trovato un’area nascosta dove si celano i potenziamenti o un costume alternativo.
Inoltre si possono anche trovare collezionabili come fumetti di cui è possibile vedere nella gallery la copertina e una breve descrizione di quello che accade o dei personaggi che sono stati introdotti in quel determinato numero.
La gallery contiene inoltre informazioni anche sui personaggi della storia e sui costumi alternativi che si possono trovare in giro, ormai diventati prerogativa di ogni videogioco di Spider-Man che si rispetti. Nel caso di Spider-Man per PS1 non si tratta però di aggiunte meramente estetiche, ma, una volta indossati, i costumi possono potenziare ma anche depotenziare il nostro Ragnetto, aspetto che può offrire ulteriore sfide per la rigiocabilità.
Altra importante caratteristica che forse lo differenzia di più dagli altri videogiochi di Spider-Man molto più amati (come la versione PS2 di Spider-Man 2, trasposizione videoludica della celebre saga cinematografica di Sam Raimi, che nonostante sia un gran gioco, è limitato proprio per essere parte dell’universo filmico della trilogia con Tobey Maguire), è che in Spider-Man per PS1 si ha già l’impressione di vivere in un universo espanso che ricalca quello Marvel vero e proprio, e infatti la storia presentata sembra proprio quella che si potrebbe leggere in un qualsiasi fumetto di Spider-Man.
La storia (narrata nientemeno che dal sorridente Stan Lee) racconta di come Spider-Man venga incastrato per dei crimini che non ha commesso, in questo caso un furto di un preziosissimo macchinario scientifico da parte di un impostore che si finge Spider-Man e da questo comincia una caccia all’uomo che vedrà le forze dell’ordine, supercriminali, J. Jonah Jameson e anche supereroi come Daredevil e Capitan America dare la caccia all’Uomo Ragno.
Il fatto che siano presenti anche altri personaggi al di fuori dei soliti comprimari dell’Uomo Ragno è un fattore da non sottovalutare, in quanto rende Peter una parte di un universo ben più grande della sola New York City. Mi è sempre parso strano che altri videogiochi di Spider-Man lo rappresentino sempre come l’unico eroe in circolazione, rendendo il mondo in cui si sta giocando tremendamente spoglio e ristretto, ma fortunatamente è un aspetto che i più recenti videogiochi non stanno ignorando (vedasi i piccoli easter egg sparsi in giro per Spider-Man per PS4).
Parlando poi di Peter Parker, anche in questo caso il personaggio è stato reso alla perfezione.
È un eroe carismatico e sempre incline a fare la cosa giusta, ma allo stesso tempo anche saggio e analitico: a un certo punto del gioco, Spider-Man deve scegliere se salvare Mary Jane dalla trappola di Venom oppure fermare Rhino e la sua furia distruttrice; scrittori meno esperti avrebbero dato come priorità per Peter Parker salvare il suo interesse amoroso, quando l’obiettivo di Spider-Man è salvare più persone possibili nel più efficiente dei modi, non importa se ci dovesse rimettere lui direttamente (questo è un aspetto ampiamente approfondito anche in Spider-Man: Across the Spider Verse).
Essendo comunque un gioco rivolto a tutte le età, gli sceneggiatori hanno avuto la premura che anche i più piccoli giocatori possano imparare che, come tutti i grandi eroi, Spider-Man è un esempio di grande virtù e spirito di sacrificio, valori fondamentali dell’Uomo Ragno che questo gioco rispetta e li rispecchia nella scrittura del personaggio.
Tuttavia, è bene anche focalizzarsi sull’altro vero protagonista del gioco, ovvero Venom, a mani basse il miglior personaggio di tutto il (numeroso) cast.
Solitamente Venom appare come villain nella maggior parte dei media a tema Spider-Man, anche nei videogiochi (come ad esempio in Ultimate Spider-Man del 2005), ma ci sono casi in cui il personaggio può essere reso molto più di un semplice nemico da affrontare.
In Spider-Man per PS1 Venom non è un villain, ma quasi un rivale per l’Uomo Ragno, in quanto intenzionato a diventare un eroe migliore di Spidey, anche se i suoi modi si possono considerare tuttalpiù grossolani e imbranati, anche perché non sempre il simbionte riesce a distinguere bene il giusto dallo sbagliato.
Ad esempio, la trappola con Mary Jane citata prima viene adoperata solo per fare uscire allo scoperto Spider-Man piuttosto che per provare a metterlo in difficoltà. Una volta chiarito il malinteso, i due si alleano per sconfiggere Carnage una volta per tutte e il videogioco diventa un buddy-cop movie con siparietti anche piuttosto comici.
Ci sono quindi molti modi per scrivere un ottimo Venom oltre al solito mostro alieno mangia-persone e questo gioco ne è chiaramente una prova.
Menzione d’onore va anche alla scrittura del gioco.
I dialoghi di Spider-Man possono essere a volte banalotti, ma non sono fastidiosi e mai cadono nel completo cringe, come ad esempio in Spider-Man: Shattered Dimensions oppure in Spider-Man: Web of Shadows, in cui le frasi che vengono pronunciate da Spidey rasentano l’offensivo (soprattutto in Web of Shadows, ma quel gioco ha così tanti difetti che bisognerebbe scrivere un articolo a parte), giochi molto più lunghi e ripetitivi di Spider-Man per PS1, che riciclano le stesse insopportabili linee di dialogo e le stesse battute tra missione e missione per diverse volte.
Fortunatamente, Spider-Man per PS1 non è nè troppo lungo nè troppo corto e i livelli offrono scenari e personaggi sempre diversi che permettono a Spider-Man di avere sempre la battuta pronta e le giuste interazioni con chi sta interagendo, rendendo la sceneggiatura sempre naturale e fluida.
Tirando le somme, questo gioco ha tutti gli elementi che secondo me caratterizzano Spider-Man, e malgrado il gameplay sia un pò invecchiato, la storia e il worldbuilding rendono ancora bene e, come dice Stan Lee all’inizio, questo videogioco è un vero e proprio thriller d’azione supereroistico, che entra subito nel vivo e ti butta a capofitto nella tela del ragno e offre ancora oggi un turbinio di brividi, emozioni e colpi di scena che permettono di rigiocarlo tante, tantissime volte.
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