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The Legend of Heroes: Trails into Reverie, la recensione: una grande fine per un nuovo inizio

The Legend of Heroes: Trails into Reverie

8.7

Gameplay e Longevità

9.0/10

Comparto Grafico e Sonoro

8.0/10

Coerenza e Cura del Dettaglio

9.0/10

Pros

  • Tre protagonisti e tre storie magistralmente intrecciate tra di loro
  • Il roster di personaggi più grande della saga
  • Gameplay arricchito con tantissime attività secondarie
  • Una fine proiettata ad un nuovo inizio

Cons

  • Trama meno "politica" del solito
  • Disponibile solo in lingua inglese

Dopo aver atteso quasi tre anni, Trails into Reverie, l’ultimo capitolo della leggendaria saga The Legend of Heroes: Trails of sarà disponibile anche in occidente a partire dal 7 luglio. Da grandissimo estimatore della serie, ho avuto l’onore di giocare in anteprima questo nuovo JRPG di casa Falcom, un titolo estremamente atteso.

Trails into Reverie si presentava come un capitolo di transizione, posto subito dopo gli avvenimenti della tetralogia di Erebonia, culminata con la fine del Great Twilight. Mosso quindi dalle più alte aspettative che contraddistinguono ogni nuovo titolo della saga di Falcom, ho ripreso il sentiero dei nostri protagonisti da dove si era interrotto: le macerie di un Impero e di una guerra, una città sempre più vicina all’indipendenza e degli eroi in cerca di se stessi.

Senza indugiare ulteriormente, andiamo a scoprire insieme l’ultimo capitolo della prima parte della storia di Zemuria.

Tre storie, tre eroi, un unico destino

Il prologo inizia immediatamente dall’ultimo atto della liberazione di Crossbell. Dopo la fine della guerra alcuni reparti ribelli delle forze di occupazione hanno mantenuto il controllo della città. Le forze di difesa di Crossbell quindi, insieme ai Bracers e agli immancabili membri della S.S.S. guidati da Lloyd Bannings, decidono di rovesciare i ribelli e liberare finalmente la loro amata città.

Quando tutto sembra andare per il meglio, proprio durante la cerimonia d’indipendenza, l’ex governatore Rufus Albarea e alcuni suoi fedelissimi (tra cui insospettabili vecchie conoscenze) irrompe sulla scena, mettendo in fuga Lloyd e compagni e riprendendo il potere con un piano quasi surreale di dominio su Zemuria.

In contemporanea Rean Schwarzer, l’eroe del Great Twilight e istruttore del Branch Campus di Thors, si allena nella sua Ymir con gli studenti della Classe VII quando viene a scoprire che l’amico e principe di Erebonia Olivert è scomparso in luna di miele con l’amata Sherazad.

Da Crossbell arriva quindi la notizia del ritorno di Rufus e un volto noto riappare rivendicando il rapimento del principe. Il fronte di liberazione dell’Impero guidato dal terrorista “C” si riaffaccia sulla scena dopo gli avventimenti di Cold Steel, ma sappiamo bene che il vecchio “Cnon è più in attività. Chi si nasconde dietro la maschera? Che intenzioni ha?

Da qui si diramano i tre sentieri che accompagnano, intrecciandosi tra loro, lungo Trails into Reverie. La ricerca di rivalsa del detective Bannings, gli infiniti sforzi di Rean e della Classe VII e un redemption arc di questo fantomatico “C” che rappresenta la vera sorpresa di tutto il titolo.

Il Corridoio del Reverie

Portando avanti in maniera incrociata le tre storie in questa situazione surreale e inspigabile che è scaturita dalla fine della guerra e del Great Twilight, i protagonisti finiranno per essere trasportati nel Corridoio del Reverie, il fulcro indiscusso del gioco.

Per i fan più esperti questo non rappresenta una novità. Già durante Cold Steel I eravamo entrati con la Classe VII in uno spazio del genere prima di incontrare Valimar. Allo stesso modo la situazione che si presenta a Zemuria ora richiede un addestramento speciale, capace di portare in nostri eroi ad un livello di preparazione non “prevedibile“.

Nasce così un nuovo Corridoio del Reverie, ricco di sfide e incontri interessanti, il vero focus di tutto Trails into Reverie.

Questa impostazione di gameplay e narrazione ricorda molto Trails in the Sky the 3rd, l’ultimo capitolo della saga di Liberl con protagonista Padre Kevin, il titolo più particolare della serie fino a Reverie. L’ambientazione nella dimensione del Phantasma infatti ritorna alla mente subito muovendo i primi passi nel Corridoio del Reverie ma qui è vissuta ancora più in grande, con tantissimi personaggi giocabili e attività secondarie molto ricche.

Oltre ad andare avanti nella trama e nel corridoio infatti, Trails into Reverie ci offre molti minigiochi secondari, missioni e obiettivi da portare a termine nei dungeon ma soprattutto tantissime storie presenti, passate e addirittura future da sbloccare nel corridoio.

Proprio ricalcando le “Porte” presenti in Trails of the Sky the 3rd, nel corridoio del Reverie si trovano delle sfere blu in grado di sbloccarci degli Episodi. Questi episodi sono racconti che riguardano i nostri personaggi, a volte solo da vedere, altre con del gameplay, che ampliano notevolmente la trama del titolo.

Questi spezzoni finiscono per diventare così una delle componenti più interessanti ed emozionanti del gioco, soprattutto per chi come il sottoscritto, arrivato ormai al decimo capitolo della saga, vive quasi in prima persona certi risvolti emotivi dei personaggi.

Come accennato in precedenza, insieme agli episodi non manca anche una parte interamente dedicata ai minigiochi, un classico dei titoli Falcom. Questa volta oltre al solito gioco di carte e alle sfide di Pom-Pom, il team di sviluppo ci ha proposto un’intera sezione dedicata a dei mini-stage da combattere a bordo del panzer-soldat di Rean, un trivia su tutta la serie e soprattutto uno spin-off di 3 stage chiamato Magical-Girl Alisa. Citazione nella citazione se avete giocato a Tokyo Xanadu.

Tutta West Zemuria

Con un concetto di narrazione e gameplay così corale, un aspetto fondamentale in Trails into Reverie viene giocato dal roster dei personaggi. Rispetto ai capitoli precedenti della saga, dove seguiamo una grande macrotrama con un luogo e dei soggetti ben definiti, in Reverie, sia per la natura tripartita del racconto, sia per l’essenza del corridoio del Reverie, ci troviamo difronte a tantissimi protagonisti.

Una buona parte di tutti i combattenti incontrati durante i giochi precedenti tornano per prendere parte al tentativo di rimettere le cose al proprio posto, svelando i misteri dietro questo spazio astrale. Andando avanti con la trama e sbloccando sfere dorate battendo i boss dei dungeon andiamo ad ampliare sempre di più il roster dei personaggi utilizzabili, il più grande della Trails Series, portando a compimento l’Avengers Assemble iniziato in CSIV.

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Rean in coppia con Lloyd era prevedibile, conquistare il Reverie con la combo Rixia Mao-Aurelia LeGuin è il vero tocco di classe.

La bontà del parco personaggi non si ferma al solo gameplay. La Trails Series è famosa per il suo worldbuilding, per aver spinto fortemente sul concetto di RPG a turni ma soprattuto per la qualità e la profondità di scrittura dei suoi personaggi.

Su Lloyd e Rean non c’era bisogno di aggiungere altro ma comunque si è riusciti ad approndirli ulteriormente in questa post-catastrofe che ha lasciato in Rean cicatrici enormi e in Lloyd tante domande e una missione ancora da compiere.

La terza route, incentrata su “C“, è quella che ci regala l’evoluzione più interessante e inaspettata da questo punto di vista. Il tutto si basa ovviamente alla misteriosa figura del terrorista, ma anche i suoi compagni si sono dimostrati una delle sorprese più gradite di questo titolo.

Swin e Nadia, due misteriosi mercenari che si affiancano a “C“, risultano subito una coppia ben consolidata e facile da amare. Ad essi si aggiungono poi Lapis Rosenberg, che senz’ombra di dubbio diventa la protagonista di Reverie, e una vecchia beniamina dei fan come Renne Bright. Con un gruppo così vi assicuro che è davvero difficile sbagliare.

Solide basi e nuove idee

Rispetto ai predecessori, passando molto tempo nel corridoio del Reverie il gameplay assume un ruolo importantissimo in questo capitolo della saga.

Da questo punto di vista ci sono state numerose novità introdotte come lo United Front, una mossa speciale di attacco, magia o cura, eseguita da tutti i membri del party. Sono stati ampliati gli ormai noti Order e le varie combo insieme a tanti nuovi consumabili da utilizzare per rafforzare i nostri personaggi.

Molte delle feature presenti in Trails into Reverie sono legate alla natura stessa del titolo ma speriamo che novità come quella dello United Front possano rimanere anche nei nuovi capitoli della saga.

Sul lato tecnico invece, non essendo passato troppo tempo rispetto allo sviluppo di CSIV, la base risulta molto simile al titolo precedente. Essendo comunque il primo Trails per PlayStation 5, si notano passi avanti importanti per una serie e per una casa di produzione che non vanta certo un budget elevatissimo.

Soprattutto nelle cutscene si percepisce un notevole miglioramento per quanto riguarda il phatos e la teatralità delle immagini che invece risultavano un po’ troppo statiche nei capitoli precedenti. Tutte buone notizie in vista della prossima saga e di YS X.

Per quanto riguarda la soundtrack le qualità del team di Falcom nel creare musica per un JRPG si riconfermano ancora una volta. Mancano forse tracce memorabili ma nel complesso si tratta di un ottimo lavoro, coronato in una final dungeon theme come Reverse Babel che ci invoglia a continuare ad esplorare anche davanti alla stanza dell’ultimo boss.

Una grande fine per un nuovo Inizio

Kiseki, o Trails se preferite, tradotto in italiano significa sentiero.

Nel corso di questi anni partendo dai pixel di Trails in the Sky passando per i salti mortali fatti per poter giocare al Crossbell Arc fino all’epopea di Cold Steel, Falcom ci ha tracciato un percorso. Un percorso fatto di storie avvincenti, personaggi straordinari, battaglie epiche, villain leggendari ma soprattutto persone e amici che ci sono inevitabilmente entrati nel cuore.

Tutte queste storie e questi sentieri hanno finito per intrecciarsi nel lungo percorso durato anni che è stata la Trails Series fino a Reverie. Trails of Reverie è il punto di arrivo di questi sentieri, della storia di Rean e di Lloyd, di Erebonia e di Crossbell, dei vecchi amici di Liberl e dei nuovi incontrati per strada durante il percorso.

Dietro fantasy, politica e intelligenza artificiale Falcom ha saputo ancora una volta raccontare l’umanità dei suoi protagonisti in maniera diretta e magistrale, lasciandoci commossi davanti ai fili del destino che si intrecciano guardando i titoli di coda.

Trails into Reverie quindi rappresenta la grandiosa conclusione delle vicende di West Zemuria e un doveroso omaggio agli eroi che ci hanno accompagnato per tutti questi anni. Falcom è riuscita a scrivere la parola fine a tre grandi archi in un unico titolo, riuscendo al tempo stesso a caricare delle aspettative enormi sulla nuova fase della saga.

Già perché ora ci aspetta un’altra storia da raccontare, con nuovi personaggi e pericolose minacce, lungo un sentiero che ci porterà nella gigantesca Repubblica di Calvard.

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Matteo Tellurio

Nascere in un paesino umbro ti porta ad avere tanti hobby. Cresciuto tra console e computer, è da sempre amante di cinema, serie TV e musica, nella quale si diletta in maniera molto amatoriale. Anime e manga invece sono il pane quotidiano ma anche lo sport lo appassiona. Crede di aver visto ogni singola disciplina inserita dal CIO alle Olimpiadi.

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