Anime

“Questo mondo non è un pezzo di stoffa” – Recensione Kill la Kill

Kill la Kill

8

Comparto Tecnico

8.0/10

Cast

9.0/10

Scrittura

7.5/10

Regia

7.5/10

Direzione Artistica

8.0/10

Pros

  • Disegno interessante ed insolito
  • Messaggio chiaro ed incisivo
  • Colonna sonora fantastica

Cons

  • eccessiva velocità in alcuni punti di trama
  • eccessività dell'assurdo in alcune scene

Hola gente!
Sono Mikarra, una degli admin del canale telegram @AnimeAnimeITA e sono una new entry dello staff di SpaceNerd!
Cominciamo subito con una recensione di uno dei miei anime preferiti: Kill la Kill.

Di Hiroyuki Imaishi e Kazuki Nakashima, Kill la Kill è un anime di 24 episodi + 1 OAV, prodotto dallo studio Trigger (casa di produzione, tra le tante opere, di Little Witch Academia e di Darling in the Franxx), andato in onda in Giappone tra il 2013 e il 2014.

Kill la Kill è ambientato in una Tokyo distopica in cui vige la legge del più forte (con la ripresa spiccata delle teorie di George Orwell).
Esempio eclatante di questa realtà è il liceo Honnōji, luogo in cui il potere è esercitato dal consiglio studentesco e, soprattutto, dalla direttrice di quest’ultimo, Satsuki Kiryuin.
Gli studenti di questo liceo indossano divise speciali, le “ultradivise”, le quali sono in grado di conferire poteri sovrumani, in proporzione alla quantità di biofibra contenuta in esse.
La protagonista della vicenda è Ryuko Matoi, una ragazza che si reca al liceo Honnoji alla ricerca dell’assassino di suo padre: l’adolescente riesce ad ottenere, grazie all’aiuto della sua ultradivisa speciale, l’informazione che cercava e non solo… infatti viene anche a conoscenza di una parte della sua vita, fino a quel momento a lei totalmente sconosciuta.

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Kill la Kill è un anime eccentrico e fuori dagli schemi: ricco di combattimenti e colpi di scena, riesce ad attirare l’attenzione dello spettatore, coinvolgendolo fino all’OAV finale, grazie anche alla particolare comicità che è propria dell’opera.
Grandiosa è la caratterizzazione dei personaggi: ognuno di essi, infatti, ha la propria spiccata personalità in grado di conferire originalità all’intera narrazione.

Per quanto riguarda il disegno, esso è molto diverso rispetto agli anime realizzati in quel periodo: particolare, colorato e a tratti trashissimo, lo stile di Kill la Kill vuole avere come risultato un’esagerazione in chiave comica degli stereotipi della “nuova generazione” di anime, servendosi di uno spiccato fanservice, positivo in questo caso, poiché utile ai fini narrativi.

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Un aspetto dell’anime a mio parere stupendo è la colonna sonora: le tracce presenti in Kill la Kill si combinano perfettamente con i vari combattimenti e le varie situazioni.
Eccone tre tra le più riuscite e famose.

Opening della seconda parte, Ambiguous di GARNiDELiA

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Before my body is dry di Mika Kobayashi

Blumenkranz di Cyua

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In conclusione, se volete vedere un anime “tamarro ma epico”, che sa intrattenere ma allo stesso tempo dare validi insegnamenti e spunti di riflessione, Kill la Kill è l’anime perfetto!
Vi ricordo che, inoltre, è disponibile su Netflix.

Adieu ragazzuoli ed alla prossima!

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Francesca Sepe

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