Recensioni

Diablo 4, la recensione: gli inferi ci attendono

Diablo 4

8.7

GAMEPLAY E LONGEVITÀ

9.0/10

COMPARTO GRAFICO E SONORO

9.0/10

COERENZA E CURA DEL DETTAGLIO

8.0/10

Pros

  • Tanti contenuti, tutti divertenti da giocare
  • Visivamente appagante
  • Doppiaggio italiano ben riuscito
  • Componente multigiocatore che permette di giocare senza far percepire il gap di livello

Cons

  • Server instabili (freeze, crash e lag)
  • Elevatissima richiesta di tempo da dedicare al titolo

Sono sempre stato affascinato dalla serie di Diablo, dal suo gameplay prettamente ruolistico che punta a rendere il più efficace possibile un set di abilità che entrando in sinergia tra di loro provocano effetti deabilitanti, danni critici e quant’altro per esplorare dungeon, ottenere del loot, guadagnare esperienza e salire di livello.

Nonostante questo però, Diablo 4 è il mio battesimo nella saga, il mio entry point in questo viaggio per Sanctuarium da oltre sessanta ore di gioco che mi ha completamente folgorato, ammaliato in tutto e per tutto, grazie alla cura riposta da Blizzard nel creare un mondo di gioco non solo bello da vedere, ma anche da giocare e vivere.

La manifestazione di Lilith

Il titolo di casa Blizzard inizia mostrando i muscoli con una maestosa cinematica che ci presenta l’avvento di Lilith, figlia dell’Odio, evocata dall’Uomo Pallido e pronta a riprendersi ciò che Inarius le ha tolto tradendola.

L’avventura prende luogo a Sanctuarium, un vastissimo territorio composto da cinque regioni, ognuna con un proprio bioma che la caratterizza. Il nostro compito è proprio quello di fermare la Prima Madre prima che riesca ad entrare negli Inferi conquistando il potere di uno dei Primi Maligni, che le permetterebbe di radere al suolo non solo l’umanità, ma anche il piano celestiale a cui Padre Inarius ambisce tanto.

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Nonostante il focus di un titolo come Diablo non sia sicuramente il comparto narrativo, è assolutamente da sottolineare quanto l’opera sia stata narrativamente curata: in Diablo 4 assistiamo a una vera e propria tragedia cupa e sanguinosa, a tratti blasfema e piena di orrorifici eventi. Complice sicuramente è la grande bellezza di Sanctuarium, che artisticamente non ha nulla da invidiare a moltissimi RPG del suo genere e che anzi, sorprende in varietà di ambientazioni.

A far da padrona alla modalità storia, composta da un totale di sei atti e un epilogo finale che ci accompagna nelle attività di endgame, è la presenza di personaggi comprimari di rilievo. Le storie di Neyrelle, Donan, Lorath e Taissa sono coinvolgenti e si intrecciano in maniera efficace all’obiettivo comune: evitare che Lilith distrugga Sanctuarium.

Visitare Sanctuarium

Diablo 4 è sì un RPG Hack ‘n’ Slash isometrico, ma è anche un Open World: come anticipato prima, l’intera mappa è davvero enormemente estesa ed è suddivisa in cinque grandi regioni. Sanctuarium è il palco delle gesta da eroe di tutti i giocatori che la popolano, ma anche di numerosissime attività secondarie, dagli incarichi alle spedizioni, dalle cantine da epurare alle roccaforti da conquistare.

Per lo più ho avuto a che fare con incarichi di contorno, non ho trovato delle vere e proprie missioni secondarie che puntassero ad approfondire qualche personaggio principale. Sono per lo più attività da svolgere per salire di livello e ottenere oggetti facilmente rivendibili o da smantellare per ottenere risorse.

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Ammetto che, visto il grandissimo impegno nel caratterizzare molti dei comprimari presenti nella campagna principale, mi sarebbe piaciuto approfondire le loro vicende con qualche missione secondaria. Sono fiducioso che in futuro, magari attraverso l’imminente sistema stagionale o in qualche futura espansione, si possa esplorare un po’ di più il background di questi fantastici personaggi.

A queste attività si affiancano le ben più importanti Spedizioni, veri e propri dungeon nei quali al completamento verrà fornito oltre che dell’equipaggiamento, anche un tratto da poter infondere nell’equipaggiamento per renderlo Leggendario. I tratti sono delle passive intrinseche agli oggetti, degli effetti speciali spesso legati alla classe di appartenenza che concedono svariati bonus nel momento in cui vengono equipaggiati.

Altrettanto importanti sono le attività di esplorazione, in primis perché permettono di sbloccare la topografia della mappa e i Crocevia, che rappresentano i punti di teletrasporto all’interno di Sanctuarium, ma anche perché è nell’esplorazione che possiamo accumulare punti completando attività per ottenere pozioni extra da portare nella nostra borsa, punti abilità, esperienza e altri bonus all’apparenza insignificanti ma importantissimi.

Diablo 4 non è sinonimo di button smashing

Devo essere sincero, la paura che tutta questa mole di attività da svolgere potesse causarmi un burnout era davvero tanto grande, ma più mi addentravo in quelle terre, più mi accorgevo che era come se non avessi tempo di preoccuparmene, semplicemente eseguivo quel che avevo in lista per salire di livello e ottenere equipaggiamento.

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Mi spiego meglio: Diablo 4 offre al giocatore un’esperienza di min-maxing diabolicamente appagante. Per chi non fosse avvezzo al genere, questo termine indica l’impegno che il videogiocatore ci mette nel creare più sinergia possibile da un vasto set di abilità e dall’equipaggiamento in proprio possesso.

Il gameplay di Diablo 4 non è basato sullo sconfiggere le varie entità infernali che ostacolano il nostro cammino, quanto più nel passare tempo nell’equipaggiare gli oggetti con i tratti giusti affinché possano rendere la build davvero utile e distruttiva.

Diablo 4 ha un vastissimo albero delle abilità e nel caso del tagliagole, la classe da me utilizzata in fase di recensione, ho impiegato diverso tempo nel capire come giocarlo in quanto le possibilità sono moltissime.

Il tagliagole per esempio è la classe adibita al Crowd Control (letteralmente “controllo della folla”), ed è una sua peculiarità applicare effetti deabilitanti che rallentano o addirittura bloccano la mole di nemici che si scagliano contro il giocatore. Detto ciò, la prima versione della mia build era principalmente basata sul causare più danno possibile affinché spostandomi potessi muovermi velocemente per trascinarmi dietro una scia di cadaveri.

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Questo prova in realtà quanto il titolo di Blizzard sia ampiamente solido, permettendo di giocare come meglio si crede il proprio personaggio e offrendo la possibilità di resettare l’intero albero delle abilità per poter cambiare build a un esiguo costo in oro.

Dopo il livello 50 sarà possibile sbloccare l’Eccellenza, un ulteriore albero che però non offre abilità, bensì statistiche di contorno che puntano a amplificare ulteriormente il concetto di min-maxing che Diablo 4 vuole offrire.

Mi preme comunque sottolineare come, nonostante questo capitolo sia il mio punto d’ingresso a un sistema apparentemente così complesso, Diablo IV risulti davvero semplice nel suo spiegare al giocatore ogni singolo aspetto del gioco.

Il fatto che sia un titolo da poter affrontare in party con altre tre persone aumenta poi l’effetto passaparola e di confronto, che porta a delucidazioni istantanee in pochissimo tempo.

Epurati tutti i mali

Terminata la campagna principale, Diablo 4 mostra la sua vera natura: il sistema di gioco si basa sulla presenza di quattro livelli di difficoltà, chiamati Mondi, dove ognuno offre vantaggi in termini di risorse ed esperienza guadagnate a discapito di una difficoltà ovviamente più alta.

I Mondi 3 e 4 si sbloccano dopo il termine della campagna previo completamento di spedizioni apposite e rappresentano il livello di difficoltà più alto, nonché il terreno di battaglia perfetto per concentrarsi nell’Endgame, il vero fulcro del gioco.

Le attività di Endgame sono molteplici e mirano al completare una serie di attività per poter ottenere equipaggiamento decisamente di tutt’altro potere rispetto a quello equipaggiato finora. Spaziano da attività poco impegnative come i Tetri Favori o il rigiocare le Spedizioni in modalità Incubo o Tormento fino ad arrivare alle Maree Infernali, senza dimenticarsi della presenza dei World Boss, delle Legioni Infernali e perché no, anche del PvP.

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Entrando un po’ più nel dettaglio, i Tetri Favori consistono nel completare Spedizioni, eventi a tempo limitato ed epurare cantine in una determinata regione di Sanctuarium per accumulare punti e sbloccare la possibilità di ottenere una cassa leggendaria, che garantisce un oggetto dello stesso grado. È l’attività di Endgame che sinceramente reputo meno interessante, un po’ come se fosse stata pensata come riempitivo poiché il tempo impiegato nel completarli non sempre viene ripagato da loot di valore.

Quel che invece si presentano importantissime sono le Spedizioni a livello più alto, utili a potenziare i Glifi da incastonare nella scheda Eccellenza, e le Maree Infernali, attività a tempo limitato che chiedono di uccidere un determinato quantitativo di nemici per ottenere la possibilità di sbloccare nel giro di un’ora una grandissima quantità di oggetti potentissimi Leggendari Sacri o Ancestrali e addirittura Unici.

Chiudono il cerchio i World Boss e le Legioni Infernali, attività da svolgere prettamente sfruttando il comparto multigiocatore del titolo e che ricordano tantissimo una meccanica standard dei titoli MMO, ovvero il riunirsi a determinati orari in determinate zone per sconfiggere nel primo caso un boss e nel secondo caso orde di nemici in un lasso di tempo prefissato.

Il tempo è un valido alleato, ma anche un possibile nemico

L’Endgame di Diablo IV presenta indubbiamente moltissime attività, tra l’altro anche varie tra loro se mescolate con consapevolezza a mio avviso, ma richiede anche un enorme investimento di tempo da dedicarci per poter entrare in quell’ottica di min-maxing assiduo a cui mi riferivo precedentemente.

La longevità del gioco è decisamente alta anche senza dover mettere necessariamente di mezzo il futuro sistema stagionale, che partirà tra meno di un mese, e le espansioni su cui il team di Blizzard conferma di essere già al lavoro, ma gli eventi di Endgame sono a tempo limitato, e spesso non è così semplice far conciliare gli orari personali con quelli del gioco, soprattutto con eventi a tempo limitato come i World Boss o le Maree Infernali.

A questo problema si aggiunge comunque la componente Open World, che non rende proprio immediato il concetto di collegarsi online, svolgere l’attività e scollegarsi, questo perché non è mai possibile teletrasportarsi istantaneamente al punto esatto dell’evento, ma solo avvicinandosi dal Crocevia più vicino.

Diablo 4 è sicuramente un titolo a cui bisogna dedicare altissima considerazione volendo rimanere al passo con l’economia di gioco, senza contare anche la grandissima consapevolezza richiesta nel costruire il proprio personaggio per renderlo sia divertente da giocare che efficiente nella sua usabilità.

Diabolicamente bello

Sul fronte tecnico, Blizzard si è lasciata davvero andare creando un mondo, come già anticipato, visivamente appagante e soprattutto mai monotono da girare in tutta la sua interezza.

Ogni pertugio, ogni strada, ogni muro da scalare si ricollega magnificamente in questo enorme labirinto di distese pianeggianti, caverne, montagne innevate, foreste e città, creando una Santuarium viva e completamente da esplorare. I suoi toni sono prettamente cupi, la palette di colori tende davvero tanto a colori scuri per ricreare un contesto narrativo e ludico davvero infernale.

Sul fronte audio invece, non solo Diablo 4 eccelle per la sua colonna sonora, ma anche lato doppiaggio: il titolo è completamente doppiato in italiano (anche le missioni secondarie di contorno lo sono, aumentando enormemente le linee di dialogo doppiate complessive), e si è rivelato essere davvero di tutto rispetto, ben contestualizzato e soprattutto coerente con i toni dell’intera opera.

Non tutto è oro quel che luccica, perché avvicinatomi all’Endgame ho notato però che la release PlayStation 5 a volte mostra segni di fatica con numerosi cali di frame che a volte sbocciano in veri e propri freeze del gioco, che nel peggiore dei casi sfociano in crash dell’applicazione.

Questo purtroppo è un problema serio perché è già successo che perdessi la possibilità di accaparrarmi del loot in eventi a tempo limitato in quanto il freeze comporta sempre di dover chiudere e riaprire il gioco.

Ogni tanto ho anche riscontrato problemi di lag, dovuti probabilmente a un sovraffollamento dei server in quei determinati momenti.

Un titolo da giocare in compagnia

Diablo 4 contiene un enorme sistema multigiocatore che permette non solo di affrontare l’Endgame insieme, ma di completare qualsiasi attività insieme, fin dal primo momento in cui si mette piede in Sanctuarium.

Al di là del sistema di difficoltà già spiegato precedentemente, è comunque possibile giocare insieme a qualsiasi giocatore di qualsiasi livello, rendendo addirittura possibile che un giocatore di Livello 1 giochi insieme a un giocatore di Livello 100 senza che quello di Livello 100 privi dell’esperienza di gioco il giocatore di Livello 1.

Questo è possibile perché Diablo 4 permette di giocare nella stessa istanza di gioco alla medesima difficoltà due giocatori con un gap di livello indifferente, poiché ognuno vedrà i nemici del proprio livello e infliggerà la proporzione di danni da lui causata al nemico, non facendo minimamente sentire la differenza tra i giocatori.

Mi è capitato di giocare online con amici sia di livello più basso che di livello più alto del mio, ma ognuno percepisce di star giocando con giocatori del proprio livello in quanto questo sistema di bilanciamento equilibra i danni e li infligge in proporzione, non in base al danno effettivo inflitto.

Questo sistema abbatte completamente ogni gap di livello tra i diversi giocatori, permettendo di coesistere nello stesso Mondo senza privarsi della propria esperienza di farming.

Conclusioni

Diablo 4 è stato il mio battesimo nel genere degli RPG Hack ‘n’ Slash, e da completo neofita posso dire che ne sono uscito completamente vittorioso

Il titolo è decisamente intuitivo, semplice da capire e divertentissimo da giocare, soprattutto se in compagnia ma altamente godibile anche in solitaria.

Blizzard ha svolto un lavoro di fino nel creare un mondo di gioco davvero appagante e soprattutto avvincente, complice della sua modalità campagna e di come crei sinergia con tutto quello che viene proposto nell’Endgame.

Resta dunque solo da vedere come si comporterà come Live Service: a metà luglio partirà la prima Stagione, che promette nuovi contenuti, nuove sfide e un Pass Battaglia da completare. Nella speranza che venga supportato con la stessa passione e con lo stesso interesse con cui è uscito, non vedo l’ora di vedere cosa mi riserverà il futuro di Sanctuarium.

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Simone Montanaro

Sviluppatore software di professione, Simone inizia la sua carriera videoludica già dall’infanzia, crescendo nel mondo PlayStation e seguendo le orme del padre. Predilige per lo più opere con una forte componente narrativa e adora immergersi nei panni dei protagonisti che va via via a giocare. Adora alternare momenti ludici con la visione e/o lettura di opere orientali, ma non si rifiuta di approcciarsi alle novità!

Pubblicato da
Simone Montanaro
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