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Caro E3, grazie di tutto

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E3

Sono sincero, quando l’anno scorso l’ESA annunciò che l’E3 2022 non si sarebbe tenuto e che avrebbero lavorato fin da subito per riportare la kermesse losangeliana in un’edizione in presenza nel 2023, un po’ ci ho creduto.

Ci ho creduto perché volevo il tuo ritorno che è storicamente uno dei miei motivi per essere orgoglioso di sentirmi parte di questa enorme community virtuale, un mondo che per una settimana si ferma e si riunisce per celebrare la bellezza e l’arte del videogiocare.

Fin da piccolo ho sempre sognato di prendere un aereo e passare una settimana con te sulla costa occidentale degli Stati Uniti d’America, un po’ perché mi sarebbe piaciuto avere l’onore di provare tutti i titoli che attendevo in anteprima, un po’ perché rivedevo nella stampa dell’epoca che mi passa dieci anni di differenza la stessa identica emozione e passione che provavo io nel videogiocare, come se questa fosse una promessa per il me del futuro: “Non smetterai mai di amare questa enorme passione che nutri per i videogiochi”.

Caro E3, grazie di tutto 1

Ricordo davvero con piacere le serate e le nottate passate a seguirti, ad attendere quegli annunci, partendo da Microsoft alle ore 18:00 fino ad arrivare alle 4:30 del giorno dopo con l’enorme e tanto rimpianto showcase di Sony, passando per l’intermezzo di una Ubisoft più in forma che mai e dedicando tantissimo spazio a coloro che, nonostante non potessero permettersi un palco tutto loro, erano lì ad annunciare con fierezza i propri titoli, dividendosi in annunci dettati da deal economici stretti con chi invece il proprio spazio sul palco poteva permetterselo eccome, e ne era a modo proprio il sovrano.

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Il periodo dell’E3 è sempre stato magico perché gli annunci erano concentrati in un’unica settimana, in quegli eventi che in un breve lasso di tempo veicolavano a tutto il mondo l’intenzione e la direzione del mercato videoludico degli anni a venire. Il tuo periodo, caro E3, è sempre stato quello in cui tutti i videogiocatori si riunivano per condividere una passione in comune.

L’emozione provata all’annuncio di titoli sbalorditivi o di seguiti di saghe a cui tenevo è un sentimento che avrei davvero voluto provare di persona in quel centro congressi di Los Angeles, un’esperienza che mi ha sempre portato a volermi mettere in gioco e a parlare della mia passione in modo sempre più professionale.

Seems like my summer vacation is over

Parlare di videogiochi per me è un hobby importante: non ne faccio una professione ma mi impegno affinché ciò che scrivo possa veicolare la mia passione per questa forma di intrattenimento. E ho iniziato proprio perché come accennavo prima il mio obiettivo sei sempre stato tu, mio caro E3. Ma col tempo sei cambiato.

Quando andavo a scuola, le mie vacanze estive praticamente iniziavano con il tuo arrivo che mi teneva impegnato per giorni. Avevo aperto una pagina su Facebook che parlava di videogiochi, avevo un canale YouTube e ho collaborato con tantissime piccole realtà che come me volevano celebrarne una passione. Sei il motivo per cui tutt’oggi scrivo e mi fa enormemente rabbia pensare che un domani probabilmente non esisterai nemmeno più e che probabilmente continuerò a scrivere senza mai incontrarti.

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Caro E3, grazie di tutto 2

La colpa però non è tutta tua, sono consapevole che il mercato sia in un periodo storico di enorme crescita, un’impennata che ad oggi forse genera più problemi che altro. La digitalizzazione del mondo unita al fatto che il bacino di utenza si è vertiginosamente ampliato sta portando a spalmare gli annunci sul calendario annuale, facendo l’occhiolino agli investitori per chiudere in positivo l’anno fiscale.
Il denaro, senza troppi giri di parole, sta prendendo sempre più il potere e il videogiocatore non è ancora mentalmente pronto ad accettare che la produzione dei videogiochi ha un costo sempre più alto.

Insomma, il mondo dell’intrattenimento virtuale si sta evolvendo, e come in tutte le cose esistono dei pro e dei contro. Tu però, amico mio, non ci hai minimamente provato a innovare esattamente come di anno in anno succede con ciò che tu celebravi. Il motivo per cui sono arrabbiato con te è che ti sei fatto fregare da sotto il naso il palco più grande del mondo da un sapiente Geoff Keighley che altro non ha fatto che presentarsi sotto nuove vesti dove tu hai fallito.

Il mondo dei videogiochi non può essere più celebrato in una settimana, ha decisamente bisogno di più spazio e di più tempo per fare in modo che tutto il pubblico possa seguire la naturale evoluzione della nostra comune passione tenendo comunque conto delle esigenze fiscali che alimentano tutto l’ecosistema.

Game Over, E3

La nostra promessa di incontrarci potrebbe non avverarsi mai mio caro E3, perché ho davvero seri dubbi di rivederti prima o poi dopo questo ennesimo triste epilogo. Esattamente come in ogni Game Over però, ci tengo a segnare il mio nome in classifica: anche se virtualmente, io ho passato del bel tempo con te. Tu non sai quante emozioni hai saputo regalarmi.

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Grazie per aver contribuito a rendermi chi sono, grazie per avermi messo in contatto con persone meravigliose e con cui condivido degli splendidi ricordi. Grazie amico mio, per ciò che inconsapevolmente mi regalerai ancora per gli anni a venire.

Tuo, Simone

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Sviluppatore software di professione, Simone inizia la sua carriera videoludica già dall’infanzia, crescendo nel mondo PlayStation e seguendo le orme del padre. Predilige per lo più opere con una forte componente narrativa e adora immergersi nei panni dei protagonisti che va via via a giocare.
Adora alternare momenti ludici con la visione e/o lettura di opere orientali, ma non si rifiuta di approcciarsi alle novità!

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