Fumetti

Quando DC Comics accusò Shazam di plagio

Shazam è un personaggio supereroistico che oggi gode di discreta popolarità, con due film in live action all’attivo prodotti da Warner Bros. e una presenza piuttosto costante nei fumetti DC Comics.

In origine, però, il rapporto tra il personaggio e la casa editrice di Superman, Batman e Wonder Woman era tutt’altro che idilliaco, ironicamente proprio a causa del suo enorme successo e dell’Uomo d’Acciaio. Era infatti un’altra casa editrice a detenerne i diritti, una delle più importanti della cosiddetta Golden Age dei fumetti di supereroi, che durò dal 1938 al 1956.

A DC Comics, regina incontrastata di quell’epoca, non andò giù che la concorrenza potesse spodestarla dal trono, e pur di averla vinta intentò quella che passò alla storia come una delle cause giudiziarie più importanti della storia del fumetto di supereroi.

Il processo “Superman contro Shazam

Il 18 aprile del 1938 fu una data storica per il mondo dei fumetti e della cultura pop in generale.

La casa editrice National Comics, oggi DC Comics, lanciò sul mercato il numero 1 di una nuova testata con protagonista un personaggio totalmente nuovo per i canoni del periodo, un alieno adottato da umani e dotato di incredibili poteri che utilizzava per combattere i criminali e proteggere gli innocenti. La testata era Action Comics e il personaggio era Superman.

Creato da Jerry Siegel e Joe Schuster, Superman diede vita al genere supereroistico ed entrò presto nei cuori di milioni di americani che settimanalmente ne leggevano le avventure sugli albi da edicola o sui quotidiani.

Le altre case editrici non rimasero con le mani in mano, e di colpo le edicole degli Stati Uniti d’America vennero inondate di riviste a fumetti coloratissime e piene zeppe di personaggi in costume pronti a combattere criminali più o meno fittizi. In quel periodo nacquero personaggi come il Capitan America della Timely Comics (poi Marvel Comics), The Spirit di Will Eisner e, per la casa editrice Fawcett Comics, il protagonista di questa vicenda: Capitan Marvel, creato da Bill Parker e C. C. Beck nel 1939, appena un anno dopo l’esordio di Superman.

Oggi fa strano vedere accostato il nome “Marvel” a qualcosa che non abbia nulla a che fare con la casa editrice di Spider-Man, che ufficialmente sarebbe stata fondata solo una ventina d’anni dopo, ma Capitan Marvel è proprio lui, quello che oggi è universalmente noto come Shazam, nome adottato proprio in seguito all’ascesa di Marvel Comics per ovvi motivi di branding.

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In verità il nome originale del personaggio era Capitan Thunder, ma questo venne cambiato all’ultimo minuto poco prima del suo esordio sul numero 2 della rivista Whiz Comics, ma poco cambia.

Quello che conta è che il personaggio ebbe in poco tempo successo straordinario, tanto che per un periodo arrivò a superare le vendite di Superman, mandando in bestia gli alti dirigenti di DC Comics, i quali decisero in tempo zero di fare causa alla Fawcett Comics con l’accusa di aver plagiato il loro personaggio di bandiera.

Che Capitan Marvel nascesse proprio emulare il successo dell’Ultimo figlio di Krypton era ovvio e palese, ma a parte l’omaccione in mantello con intenti nobili dotato di superpoteri, i due avevano davvero poco in comune, come fa notare anche lo scrittore Grant Morrison, che di Superman ne sa qualcosa, nel suo libro Supergods:

[…] Captain Marvel non era affatto come Superman. Superman celebrava il potere dell’individuo in ambientazioni disegnate per sembrare il più fedeli possibile alla realtà. Le storie di Captain Marvel offrivano un mondo che scivolava sempre più nell’irreale, un mondo in cui le parole magiche erano al centro della scena. Ha abbracciato il mondo interiore della logica dei sogni, del tempo delle fiabe e dei giocattoli che prendono vita. Se Superman era la fantascienza e Batman era il crimine, Captain Marvel ha piantato la sua bandiera nel più ampio territorio della pura fantasia. La sua storia di origini descriveva una vera e propria esperienza sciamanica di un tipo familiare a qualsiasi stregone, mago rituale, antropologo o tizio rapito dagli alieni.

In effetti, anche a gli occhi di un lettore superficiale, i due eroi avrebbero potuto essere più diversi.

Superman era nato con i superpoteri, ai quali era stata data una spiegazione biologica, mentre quelli di Capitan Marvel erano di origine divina, in quanto tramandati dal Mago Shazam; Superman aveva bisogno di travestirsi per nascondere la sua identità segreta, mentre a Capitan Marvel bastava pronunciare la parola magica “Shazam” per ritrasformarsi nel ragazzino Billy Batson, che di certo non somigliava a Clark Kent né per aspetto né per carattere.

La giuria che presiedé il caso evidentemente la pensava diversamente, dato che nel 1952 la diede vinta a DC Comics, stabilendo che la Fawcett pagasse la somma di 400.000 dollari di risarcimento. Non avendo una tale disponibilità economica, la casa editrice fu costretta a sospendere le pubblicazioni del personaggio e le storie di Capitan Marvel scomparvero dalla circolazione, almeno finché la stessa DC non ne acquisì i diritti nel 1972, rilanciando il personaggio con una testata chiamata, semplicemente, Shazam!, scritta da Dennis O’Neil e disegnata da uno dei creatori originali del personaggio, C. C. Beck.

Il nome dell’alterego di Billy Batson sarebbe invece rimasto inalterato per altri 40 anni. Solo nel 2011 DC Comics rinunciò per sempre al nome di Capitan Marvel per rinominarlo, ufficialmente e definitivamente, “Shazam”, con una testata scritta da Geoff Johns e disegnata da Gary Frank inaugurata con il rilancio The New 52. Questa incarnazione, ben più cupa e smaliziata dell’originale, avrebbe poi ispirato i due adattamenti cinematografici con protagonista Zachary Levi diretti da David F. Sandberg, che ironicamente avrebbero avuto più fortuna degli adattamenti cinematografici di Superman.

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Vittorio Pezzella

Cercò per lungo tempo il proprio linguaggio ideale, trovandolo infine nei libri e nei fumetti. Cominciò quindi a leggerli e studiarli avidamente, per poi parlarne sul web. Nonostante tutto, è ancora molto legato agli amici "Cinema" e "Serie TV", che continua a vedere sporadicamente.

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Vittorio Pezzella
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