Durante questa fantastica edizione del Lucca Comics and Games, Planet Manga ci ha gentilmente invitato alla conferenza stampa del maestro Atsushi Ohkubo, uno degli ospiti più importanti della manifestazione di quest’anno.
Atsushi Ohkubo è il giovanissimo mangaka dietro a due opere di grande successo come Soul Eater e Fire Force, entrambe serie disponibili in Italia grazie a Planet. Nell’ora che il maestro Ohkubo ha dedicato alla stampa abbiamo avuto l’onore di poter chiedere qualche curiosità estremamente interessanti sulla sua carriera e sulle sue opere che oggi condividiamo con voi in questo articolo.
La prima domanda che viene rivolta al maestro Ohkubo riguarda la sua ultima opera Fire Force ed è spesso la prima che viene in mente leggendo il manga.
Nel vasto mondo degli shonen moderni ci sono tanti eroi e per questo v0leva ricercare “qualcosa di nuovo” per la sua opera, degli “eroi vicini a noi“. Da qui nasce l’idea di utilizzare la figura del vigile del fuoco, delle persone eroiche ma allo stesso tempo reali nella nostra quotidianità che il sensei ci confessa ammirare molto.
Parlando di incendi e pompieri era inevitabile che un pensiero diretto ai problemi ambientali della nostra contemporaneità caratterizzasse la stesura di quest’opera. Il maestro Ohkubo infatti non nega che fenomeni come il riscaldamento climatico e gli incendi siano cose che spaventano, proprio come gli “incendiari” del suo manga.
Allo stesso tempo però ci tiene a sottolineare che anche le fiamme nella sua opera non siano solo un potere negativo.
“Si, sono molto felice di questo“.
Riguardo il culto del Sacro Sol il sensei Ohkubo ci confessa aver preso ispirazione dalla mentalità e dalla cultura del suo paese.
In molti altri manga e in molte storie i “Kami” giocano un ruolo fondamentale e anche nella quotidianità del Giappone la spiritualità condiziona molte pratiche di vita. Per questo ha voluto inserire questo mezzo narrativo nonché attore centrale delle vicende in Fire Force, tenendoci a sottolineare che riguardo al culto del Sacro Sol “non c’è nessuna idea negativa“.
Una domanda alla quale il sensei confessa di “non averci pensato molto“.
Tamaki probabilmente per lui rappresenta “la persona comune” rispetto al resto del cast, un normale essere umano pronto a combattere per ciò in cui crede, estremamente facile da empatizzare.
“Assolutamente si“.
Scrivendo Soul Eater Ohkubo ci dice di aver scelto appositamente il tema dell’importanza della vita. Al contrario invece nella sua opera successiva questo punto di vista si capovolge, mettendo al centro della nazzarione il concetto della “morte“.
In Soul Eater le armi svolgono un ruolo centrale e non poteva mancare quindi l’arma più famosa del mondo. Molto curioso invece il momento in cui il sensei Ohkubo entra in contatto con questa spada leggendaria, che ci confessa lo appassiona dalla sua esperienza come videogiocatore di Dragon Quest.
“Dal mio debutto non è cambiato molto: lavoro, torno a casa e dormo” ci racconta Ohkubo rimanendo nel pieno stereotipo che abbiamo noi del mangaka dedito alla sua opera. Per lui è ormai un lavoro “faticoso ma regolare” e si ritiene un tipo che non si lascia distruggere dal lavoro.
Questo viaggio in Italia però lo ha riposato molto.
“Disegnare Black Star contro Mifune e Arthur contro Dragon” sono le due cose che il sensei ricorda con più piacere.
Tra i suoi personaggi preferiti inserisce Benimaru, Arthur e Black Star dei quali apprezza il loro modo di fare “sempre diretto“.
Le cose difficili invece dice di averle completamente rimosse.
Citando come punto di riferimento della sua carriera il maestro Toriyama, Ohkubo vuole sempre “divertire il pubblico“.
Per farlo ritiene che occorra creare un giusto mix di tutte queste componenti. Una storia dalle tinte dark ma che sappia anche avere un po’ di ironia e dei personaggi simpatici.
“In tutti c’è un po’ di follia, un istinto a fare male“.
Il sensei ci racconta che, rivolgendosi ad un pubblico adulto, temi come l’agitazione e l’insicurezza di essere sono alla base di molti personaggi delle sue opere. Anche la follia gioca un ruolo importantissimo. Un’emozione che spaventa ma che è anche imprescindibile per noi esseri umani, “senza follia ci bloccheremmo davanti a tutto“.
“Anche Soul Eater mi aveva fatto dire la stessa cosa” ci dice ridendo. In realtà Ohkubo è ancora indeciso sul da farsi e ci lascia con una battuta (o forse no) sul fatto che probabilmente riprenderà con l’arrivo di macchine automatiche in grado di disegnare.
La chiacchierata con il maestro Ohkubo è stata davvero piacevole. Nell’ora trascorsa con la stampa si è mostrato molto disponibile e interessato alle nostre curiosità ed ha apprezzato moltissimo l’accoglienza dell’Italia nei suoi confronti.
Ringraziamo ancora una volta Planet Manga e Lucca Comics per averci concesso l’onore di poter ascoltare le parole del sensei Ohkubo nella meravigliosa esperienza della fiera di Lucca e per averci dato la possibilità di riportare anche ai nostri lettori curiosità e aneddoti interessanti sul creatore di Soul Eater e Fire Force.
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