Con anni di ritardo rispetto all’uscita in Giappone, finalmente Falcom ha deciso di portare l’anello mancante nelle vicende di Zemuria anche in occidente, partendo ovviamente da Trails from Zero.
La release in occidente coincide con una serie di annunci fatti dalla casa giapponese insieme a NiS che permetteranno ai fan della saga di vivere l’intera vicenda della città di Crossbell nel 2023 con Trails to Azure e chiudere in bellezza con l’attesissimo Trails into Reverie.
Quello che all’apparenza potrebbe sembrare una semplice traduzione di un porting su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC di un gioco che risale addirittura a PSP rappresenta invece una svolta cruciale per tutti gli appassionati della serie. Fino ad oggi infatti non esisteva un modo per giocare il Crossbell Arc in occidente, lasciando così un vuoto tra la trilogia di Liberl e il maestoso Cold Steel.
Dal 27 settembre quindi, NiS e Falcom ci hanno finalmente permesso di vestire i panni di Lloyd Bannings tra le strade della città di Crossbell e da fan della serie non potevamo assolutamente farci scappare l’occasione di rivivere insieme questa fantastica avventura.
Trails from Zero si inserisce nel mondo di Zemuria come un ponte fondamentale tra Trails in the Sky e la tetralogia di Cold Steel. La storia e la posizione geopolitica della città infatti rappresentano una situazione straordinaria nelle dinamiche del continente che influenza l’intero corso degli eventi.
Crossbell è sostanzialmente una città-stato, accerchiata da un lato dal potente Impero di Erebonia e dall’altro dalla gigantesca Repubblica di Calvard. Questa sua particolare posizione, unita all’importanza strategica a livello commerciale, negli anni ha reso Crossbell vittima delle mire espansionistiche delle due superpotenze, rendendo così la città ricca di intrighi.
In questo contesto così diverso rispetto a Liberl e alla vastità di Erebonia, si inserisce la storia di Lloyd Bannings, un giovane detective appena rientrato da Calvard. Lloyd viene assegnato alla S.S.S., la Special Support Section della polizia, una nuova unità creata ad immagine e somiglianza della Gilda dei Bracers che abbiamo imparato a conoscere nei panni di Estelle e Joshua.
Insieme a Loyd ci sono altri tre giovani colleghi: Elie McDowell, nipote del sindaco, Randy Orlando, un ex militare, e Tio Plato, una giovanissima ricercatrice della Epstein Foundation. I quattro ragazzi si trovano così alle prese con le difficoltà che la polizia sta vivendo nel gestire la delicata situazione di Crossbell, con la costante e scomoda comparazione con i Bracers, guidati dalla formidabile Divine Blade of Wind, Arios Maclaine.
Proseguendo nella nostra avventura, vivremo sempre di più in prima persona la particolarità di Crossbell e quell’insieme di ambientazioni uniche che la rendono protagonista indiscussa di questo primo capitolo dell’arco.
Messi difronte alle ingerenze dei paesi vicini, di organizzazioni criminali come Revanche e Heiyue ma soprattutto di chi lavora dietro le quinte come i famigerati Ouroboros e non solo, nei panni dei ragazzi della S.S.S. dovremmo rispondere a ogni tipo di minaccia, mettendo sempre al primo posto la sicurezza dei cittadini.
Come i suoi predecessori e tutti i titoli che lo seguono, Trails from Zero ha tutte le caratteristiche che ci hanno fatto innamorate della serie.
L’immenso e dettagliato world building non manca di dare un contesto affascinante e preciso delle vicende di Crossbell, con continui riferimenti alle avventure di Liberl e a quello che ci aspettano in futuro. Ogni storia, anche la più secondaria, è scritta con una cura ed un dettaglio maniacali che ci fanno innamorare di praticamente ogni NPC.
La trama di Trails from Zero è fortemente segnata dal suo essere un titolo introduttivo, con tantissima lore e background per personaggi e storie, ma non per questo è meno accattivante delle precedenti. Manca ancora quella visione ampia che vedremo a pieno nel successivo Trails to Azure ma Zero ci regala comunque un focus sui personaggi magnifico al pari dei migliori titoli della serie.
Il vero punto focale di Zero è rappresentato dai nostri protagonisti. Con la stessa cura e con la stessa fantastica narrazione viste nei Bracers di Liberl e nella Classe VII in Erebonia, Loyd e compagni crescono e si sviluppano nel corso del gioco, trasportandoci con loro come fossimo anche noi un membro della S.S.S.
Elie è alla ricerca della sua strada con determinazione ma anche con quei dubbi tipici della gioventù. Randy invece fugge dal suo passato per trovare un posto da chiamare casa, un po’ come la piccola Tio.
Lloyd Bannings infine, come Rean in Cold Steel, finisce inevitabilmente per rubare la scena. A prima vista l’eroe tipico di un JRPG è forse il più insicuro di tutti i protagonisti, alle prese con il ricordo del fratello Guy, morto quando lui aveva solo 16 anni, che diventa sia mito che scomodo paragone. Lloyd lotta per la giustizia e per la verità, anche quando Crossbell e la sua “vera natura” gli si pongono davanti, crescendo ora dopo ora per diventare quel grande leader che risolve “il giorno più lungo di Crossbell” alla fine dell’avventura.
Quando è stata annunciata una versione occidentale di Trails from Zero, sapevamo cosa aspettarci. Falcom fa un lavoro incredibile nei suoi titoli, con una cura della narrazione e dei personaggi unica nel genere, ma rimane comunque una casa di produzione piccola. Aspettarsi da loro un remake in stile Final Fantasy VII era impossibile e lo sapevamo benissimo.
Poter passeggiare per le vie di Crossbell è già una vittoria per i fan occidentali, ma ovviamente le pecche di un gioco del 2010 si sentono. La grafica old school rende comunque giustizia alla spettacolare città (ammirata già nella sua versione moderna in CS3 e CS4) e il mood del gioco non ci fa sentire troppo il peso dell’età.
Il gameplay è sempre divertente e ricco di personalizzazione, con idee come le combo-craft e la possibilità di acquisire nuove armi che, per quando è uscito in Giappone, rappresentavano una novità nella serie. Il solito problema della ripetitività dei combattimenti non lascia scampo neanche a Zero ma, come in ogni Trails, finisce per passare inosservato grazie alla straordinaria bellezza del racconto.
Trails from Zero è un gioco diretto agli amanti della serie, per i quali prendere in mano un grosso JRPG impostato come se fossimo ancora su una PSP non è un problema. In un mondo ideale questi titoli meriterebbero un remake vero e proprio sullo scheletro dei futuri Kuro no Kiseki, ci sono poche probabilità ma già solo il fatto che esista un rumor di un possibile Trails in the Sky mantiene viva la speranza.
Solita menzione d’onore al fantastico Falcom Sound Team jdk che ci regala un’altra colonna sonora straordinaria, ricca di sintetizzatori e suoni d’altri tempi che creano un’atmosfera magica e una battle theme leggendaria come Inevitable Struggle.
Tempo fa avevamo raccontato Trails in una lunga guida/ode amorosa nella quale avevamo definito l’arco di Crossbell inaccessibile. Ora anche noi siamo stati finalmente trasportati nella bellissima cornice di Crossbell, nelle sue trame e nei suoi intrighi, accompagnati dai suoi meravigliosi abitanti in una storia fantastica ed imperdibile.
Non possiamo negare che il peso dell’età e la sua collocazione all’interno della linea temporale di Zemuria rendono Trails from Zero non adatto ad un novizio della serie. Per chi ha già volato nei cieli di Liberl o vissuto l’epopea di Rean e della Classe VII invece, vestire i panni di Lloyd e compagni rappresenta un’esperienza stupenda e un pezzo importante nel viaggio per Zemuria, che sapà sorprendere fin da subito, per poi accompagnare al famigerato “Incidente di Crossbell” nel 2023 con il secondo ed ultimo titolo della saga della S.S.S., Trails to Azure.
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