Marvel: viaggio nella psiche e nella quotidianità delle nuove serie TV

Il 2021 ha visto finalmente venire alla luce, con notevole ritardo, le nuove Serie TV targate Marvel Cinematic Universe. Dopo il colpo di spugna dato con la chiusura di tutte le altre produzioni a tema sparse per varie piattaforme streaming, l’MCU è pronto ad aprire la Fase 4 della sua gloriosa epopea introducendo delle mini-produzioni estremamente collegate col filone principale della trama creata dai numerosi film.

Sembra, però, esserci un nuovo obiettivo: quello di raccontare la quotidianità che vive tutto l’Universo MCU in seguito agli eventi passati, dagli Eroi fino alla società stessa che viene influenzata da tali eventi, gettando luce su un aspetto poco esplorato fin’ora. Prima di analizzare a pieno la situazione con questo articolo, vogliamo specificare che esso tratterà le due serie fin’ora trasmesse (ovvero “Wanda Vision” e “The Falcon and The Winter Soldier“) e che l’articolo conterrà dei minimi spoiler sulla trama delle suddette serie, i quali non andranno a rovinare l’esperienza di chi ancora deve approcciarsi ad esse.

Wandavision e l’elaborazione del lutto

Partendo in ordine cronologico, non si può che iniziare con la serie che ha dato il via a questo nuovo progetto targato Marvel, così particolare e “diverso” da tutto ciò che è stato mostrato in questi 13 anni da aver subito conquistato i fan grazie ad una struttura narrativa e registica molto ispirata.

Ma il vero asso nella manica che ha reso questa produzione iconica è la rappresentazione, dapprima caotica e poi sempre più chiara, delle varie fasi dell’elaborazione del lutto e dei momenti tragici della vita di Wanda Maximoff, i quali essa proietta sul mondo che la circonda grazie ai suoi poteri.

Anche se si parla di un essere in grado di piegare la volontà di un’intera cittadina al suo volere, ci viene costantemente mostrato, in ogni episodio, tutto il lato umano di questa povera ragazza che fin dai primissimi anni della sua vita è stata segnata da guerra, morte, sfruttamento da parte di organizzazioni senza scrupoli. Gli autori ci permettono, così, di empatizzare con lei, di metterci nei suoi panni e farci riflettere su come avremmo usato noi stessi i suoi poteri.

D’altra parte abbiamo Visione, un essere artificiale che in questo prodotto si confronta con una serie di interrogativi sulla sua natura, con il motivo della sua creazione e con la presa di coscienza su cosa voler essere, al di là di ciò per cui è stato programmato.

Nel mezzo c’è la cittadina di Westview, tenuta in ostaggio da Wanda, che nei brevi momenti di lucidità dei suoi abitanti, ci mostra tutto il dolore del vivere in una gabbia dorata, dove non si è più padroni né dei propri pensieri, né delle proprie azioni. In tutti i cittadini è forte la volontà di ritornare ad una vita che, seppur difficile e piena di problemi, resta migliore della vita perfetta che Wanda pensa di donar loro, costruendo per tutti, una vera e propria illusione di felicità.

La serie Marvel diventa quindi un primo, ottimo, esperimento, utile a capire quanto possano essere gravi le conseguenze di un eroe che perde la retta via e che al contempo ci informa sulle conseguenze del famoso “Blip“, il quale ha cambiato le carte in tavola dell’intero pianeta Terra, specialmente dopo che la società aveva faticato a ritrovare un equilibrio socio-politico in seguito al primo schiocco di Thanos e all’eliminazione di metà della popolazione dell’Universo.

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Falcon and The Winter Soldier approfondisce le conseguenze socio-politiche del Blip

Per quanto il tema principale dell’intera serie possa essere sintetizzato con “l’eredità dello scudo“, mostrandoci le conseguenze della scelta di Steve Rogers di togliersi l’uniforme di Captain America, anche in questa serie è centrale la volontà degli sceneggiatori di darci una panoramica sulle conseguenze dello schiocco di Hulk che ha riportato tutti in vita.

Il setting socio-politico della serie ci mostra una società in subbuglio e governi che non riescono a ripristinare gli equilibri (già precari) che c’erano 5 anni prima. Dal punto di vista di chi è “ritornato” dallo schiocco, la situazione non è di certo rosea. I governi hanno istituito un Comitato di Rimpatrio Locale che, nelle intenzioni e negli spot che ogni tanto è possibile vedere durante la visione della serie, promette a chiunque sia ritornato aiuti nel reinserimento in società in termini di lavoro e rapporti sociali, ma anche di riacquisizione dei propri possedimenti prima della scomparsa.

La realtà dei fatti però risulta molto diversa. L’organizzazione sembra non riuscire, o non volere, aiutare tutti, limitata dalla burocrazia o da evidenti buchi legislativi che rallentano le operazioni. Questa situazione vedrà addirittura coinvolto uno dei protagonisti, a dimostrazione che nessuno riesce ad avere fiducia nelle Istituzioni che promettono soluzioni ma creano solo ulteriori impedimenti e problemi.

Proprio come conseguenza di questa scelta scellerata del governo mondiale, farà il debutto nell’MCU il gruppo dei “Flag Smashers“. Un’organizzazione a stampo criminale che opera con l’obiettivo di ripristinare nuovamente l’equilibrio mondiale che si era creato dopo lo schiocco di Thanos e che, sfruttando il dolore delle persone dimenticate e lasciate in balia dei propri problemi, ha lo scopo di creare un vero e proprio esercito per dare inizio all’ennesima rivoluzione sociale che, in pochi anni, potrebbe sconvolgere il pianeta Terra.

Temi molto vicini alla realtà che viviamo e che puntano ad umanizzare la figura dell’eroe

Cosa possiamo evincere dalle prime due serie a tema Marvel distribuite da Disney+? In attesa di “Loki” possiamo dire con certezza che c’è la volontà di umanizzare un po’ un Universo fatto di esseri  incredibili. La figura dell’eroe “classico” effettivamente può funzionare fino ad un certo punto ma poi rischia, col tempo, di distanziarsi emotivamente da chi segue un filone narrativo ormai più che decennale, iniziando a trovare sempre meno punti in comune col personaggio, portandolo a disaffezionarsi.

L’MCU sta riuscendo in modo efficace a parlare dei dolori di Wanda, dei dubbi esistenziali di Visione, della lunga riabilitazione psicologica di Bucky dopo il progetto “Soldato d’Inverno” ma anche dell’enorme responsabilità che grava su Sam Wilson nel decidere del destino dell’iconico scudo di Captain America.

In tutto questo, la Marvel, insieme alla costruzione di una società molto vicina a quella della vita reale che vive problemi simili e subisce conseguenze di eventi che non può controllare, rinforza la connessione tra spettatore e prodotto, tenendolo incollato allo schermo, non solo per capire come faranno gli eroi a sconfiggere l’ennesimo villain, ma anche per proiettare sui protagonisti i propri problemi e chiedersi come essi li risolveranno, riflettendo nel mentre sulle condizioni sociali del mondo e osservando le problematiche e le verosimili soluzioni ideate dai produttori del Marvel Cinematic Universe.

Al momento, questa linea di produzione ci sembra davvero vincente e non ci resta che continuare a seguire questi prodotti per capire se la Marvel rimarrà così efficace anche col debutto delle altre serie e, successivamente, dei film della Fase 4.

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Svallo

Cresciuto a pane e PlayStation fin dalla tenera età, poi passato al lato ''verde'' della forza. Grande appassionato di videogiochi, profondamente legato a saghe come Assassin's Creed, Kingdom Hearts e Pokémon. Altra grande passione la musica. Naruto fag. Da anni entrato nel tunnel senza uscita del binge watching di serie TV di ogni genere.

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