Se hai aperto questo articolo, probabilmente sei un veterano di Dungeons and Dragons che, da tempo immemore, gioca solo ed esclusivamente a questo GDR (Gioco Di Ruolo) o ai suoi stretti parenti (Pathfinder et similia) e sei alla ricerca di qualche nuovo sistema di gioco, qualche nuova ambientazione, o un misto tra le due. Bene, prendi la pillola rossa e tuffati con me nella tana del Bianconiglio, perché oggi ti farò scoprire la mia personale top 5 dei GDR alternativi a D&D.
Prima un disclaimer: i GDR da tavolo sono soggettivamente piacevoli. Ognuno di questi giochi è stato giocato per più o meno tempo dal sottoscritto, e questa è una lista personale. Dalla lista sono stati rimossi tutti i GDR troppo simili a Dungeons and Dragons per ovvi motivi (non è una vera alternativa, se è lo stesso gioco), ma ho preferito inserire tutto quello che aggiunge qualche meccanica diversa al sistema di gioco, o se ne distacca del tutto.
Magari Dungeons and Dragons non ha sbagliato nulla. Magari manca semplicemente qualcosa al gioco. Se pensi questo di D&D, allora Il Richiamo di Cthulhu arriva in tuo soccorso.
Giunto alla sua settima edizione, il gioco si presenta quasi come un’espansione del gioco di ruolo più famoso del mondo, con un setting preso dai racconti del celeberrimo H.P. Lovecraft e diverse meccaniche che a più riprese vi faranno chiedere alla Wizard of the Coast (curatori di Dungeons and Dragons) come mai non le abbiano implementate nel gioco.
Spiccano su tutte la meccanica della Sanità, un indicatore che scenderà ogni qual volta il vostro personaggio assisterà ad un’immagine disturbante, paranormale o ad uno dei miti di Lovecraft, e quella delle manie e delle fobie, tratti che prenderete a seguito di traumi o a determinati livelli di sanità.
Non c’è molto da aggiungere. Il gioco si avvicina a chi ama Dungeons and Dragons ma cerca qualcosa di nuovo, oppure a chi cerca idee per qualche campagna homebrew. Potete acquistare il manuale base a questo link per 70 euro.
Se cerchi un gioco di ruolo serio, che dia peso alle scelte dei giocatori e permetta una crescita nel tempo, allora passa al prossimo gioco, perché Wushu è tutto ciò che non stai cercando. Il gioco è molto semplice: se mena. Tanto. Punto.
Wushu è un gioco che si discosta da Dungeons and Dragons per un semplice motivo: afferma che i combattimenti nel gioco sono noiosi, lunghi e poco appaganti. E quindi permette ai suoi giocatori di interpretare personaggi del carisma e spessore di Van Damme, Segal, Jackie Chan et similia nelle loro scene più iconiche: quando combattono contro pioggie di cattivoni che, come unico scopo nella vita, hanno quello di assaggiare un frullato di cazzotti, sangue e denti mixato dal protagonista del momento.
Ed è questo che rende il gioco davvero divertente: è così semplice che quasi sembra inventato al momento. I giocatori su un foglietto di carta scrivono i propri tratti ed un eventuale vizio (che, da manuale, non ha senso usare. Interpretare è per gli scemi, noi siamo qui per picchiare) e sono pronti ad andare. Dove? In una piazza, un negozio, un qualsiasi luogo dove vogliono menare i cattivi a orde e lasciare volare la loro immaginazione.
Magari il più timido del tavolo va avanti a “blocco il colpo del tizio che mi attacca e gli rompo il muso con un pugno”, cosa che gli farà usare solo due dadi (uno per la difesa ed uno per l’attacco), mentre il fan accanito dei film di arti marziali inventerà scene del calibro di:
blocco il pugno del tizio che mi attacca con un calcio volante. Il pugno devia sul muso del tizio a fianco che teneva una pistola in mano. Raccolgo la pistola mentre cade con il piede e la smonto con i miei due alluci, dopodichè lancio i pezzi negli occhi di un altro cattivo. Infine mi giro verso la camera e dico “Boo-Yah!“, mentre esplode un furgoncino sullo sfondo.
-Ringrazio Luca per la citazione.
La scena sopra farà ottenere molti più dadi al giocatore (uno per la difesa e innumerevoli per le azioni di attacco), permettendo percentuali di successo molto più alte ed ovviamente scaturendo il divertimento generale al tavolo.
Non c’è altro da dire. è un gioco divertente, corto e da provare. Inoltre, è gratuito e scaricabile a questo link. Se state cercando un gioco per passare il sabato sera all’insegna delle risate, Wushu è il gioco che fa per voi!
Cosa succede quando ad un survival horror cade la componente survival? Come si comporterebbe una persona se sapesse che sta vivendo le sue ultime ore? Ten Candles è un gioco di ruolo che pone queste domande ai suoi giocatori e cerca le risposte buttandoli in un mondo contemporaneo dove il sole si è spento, un blackout di scala mondiale ha seguito poco dopo questo evento, e nel buio si muovono “Loro”. Non si sa chi siano, non si sa come si muovono, le loro intenzioni, i loro poteri. Si sa che esistono, la loro unica debolezza è la luce, e chi viene preso non può più tornare indietro.
Ten Candles punta tutto sulla creazione di un’atmosfera che risulta triste, opprimente e che lascia senza speranza già dal momento che il Game Master presenta il gioco ai giocatori. Egli infatti è autorizzato solo a dire al tavolo di gioco che le persone che verranno interpretate nella storia, per la fine della sessione, moriranno tutte. Non c’è modo per sfuggire a questo, e non c’è modo per non arrivare alla fine della sessione: sul tavolo vengono messe in cerchio dieci candele che vanno spente alla fine di ogni “scena”. Quando l’ultima candela viene spenta, vengono raccontate le morti di tutti i personaggi.
Ed effettivamente, la componente atmosfera è quella che fa vincere Ten Candles. Trovarsi in una stanza buia, illuminata fiocamente da dieci candele, ed arrivare gradualmente verso il buio più totale, mentre si racconta di come un gruppo di sopravvissuti si aggrappa ai propri vizi, alle proprie virtù, finché non si piega ai propri limiti per potersi sentire vivi quegli ultimi preziosissimi attimi. E anche in questo il gioco vince, poiché per raccontare di come un personaggio utilizza una delle proprie caratteristiche, i giocatori devono letteralmente bruciare il foglio con sopra il tratto in questione e lasciarlo diventare cenere mentre si racconta cosa accade.
Potete acquistare Ten Candles a questo link a circa 30 euro per il bundle del manuale fisico + PDF. Se cercate un gioco che vi regali emozioni, una storia che è di tutti i presenti, che permetta anche ad un novellino dei GDR di poter giocare da professionista del settore e che si concluda in una serata, allora questo è il gioco che fa per voi! E ricordate:
“These things are true. The world is dark. And we are alive.”
Quante volte la sessione di Dungeons and Dragons è saltata perché il Game Master non poteva venire? A questo problema, giocatori di tutta Italia, il sottoscritto vi porge la soluzione! Nella grande pozza che è quella dei Giochi di Ruolo dovete sapere che esistono quelli che si possono giocare anche senza GM. E oggi vi presento quello che a me diverte più di tutti: Fiasco.
Fiasco è un gioco di story-telling collaborativo (come Ten Candles e Wushu), che prende ispirazione dai film dei fratelli Coen, di Tarantino e di altri sul filone del nostrano “I Soliti Ignoti” per far vivere una storia di criminalità fallimentare ai giocatori, ai quali viene dato solo un breve background e qualche breve descrizione delle relazioni tra i presenti. Il resto è tutto in mano ai giocatori.
Magari qualcuno è un ignaro pastore che viene rapito da atri due giocatori per poter accedere alle informazioni del quarto protagonista, fratello del prete. E da lì si seguono scene dove ogni giocatore decide se raccontare una vicenda che accade a lui, o si fa dare una situazione da interpretare dagli altri giocatori.
Il punto di forza di Fiasco è questo. Tutti si sentono un po’ registi, e non c’è nessuno a fare da mediatore, a decidere cosa vada bene e cosa no. Ma è anche il punto debole principale del gioco.
Se in Dungeons and Dragons il party si schiera su due fronti totalmente opposti, il GM assume il ruolo di mediatore e cerca di accontentare tutti. In Fiasco è davvero facile trovarsi in situazioni dove qualcuno effettua un’azione che piace sì e no a nessuno, e in questi casi o si sfocia nel tacere di qualcuno (che in un gioco di story-telling è pessimo), o si arriva addirittura al litigio ed alla perdita della sessione. Ed in un gioco improntato alle sessioni one-shot, questo può significare il buttare una serata di gioco in fumo. Un party maturo ed affiatato molto probabilmente non proverà mai una cosa del genere, quindi nessun rischio, ma va tenuta comunque in considerazione l’eventualità.
Detto questo, se avete quattro d6 a testa di due colori diversi (per un totale di 20 dadi di 2 colori diversi per 5 persone, forse troppi), il gioco va assolutamente provato. Potete acquistare il manuale a questo link per 35 euro. Se volete vivere una storia autoconclusiva di criminalità e fallimenti, divertirvi ad immaginare situazioni al limite della normalità e sentirvi come Quentin Tarantino sul set di uno dei suoi film, Fiasco è il gioco che fa per voi!
Rapine, spionaggi, pestaggi, assassini. Cose di vita quotidiana che avvengono nella città fantasy di Doskvol, dove si svolgono le vicende raccontate in Blades in the Dark. I giocatori interpretano infatti delle canaglie che hanno creato la propria gang, la quale ha come unico scopo la conquista del potere nella vita sotteranea della città. Ed è questa la prima cosa che effettivamente salta all’occhio quando si guardano le varie schede in appendice al manuale: la scheda della propria gang. Ma di sicuro non è la cosa più divertente del gioco.
Immaginiamo un colpo in Dungeons and Dragons: il party pianifica per buona parte della sessione come entrare, cosa fare, come uscire. Magari si decide addirittura un piano B. Eppure nonostante la profonda pianificazione tutto va sempre in fuffa. Una guardia scopre qualcuno, all’ingresso venite perquisiti… E quindi si è costretti ad improvvisare. Blades in the Dark decide che pianificare è inutile, ed è meglio decidere cosa si è pianificato in itinere attraverso dei “flashback“. Faccio un esempio per rendere il tutto più comprensibile:
State entrando ad una festa in una villa dove volete scassinare una cassaforte per portare a casa i sacchi di denaro. All’ingresso le guardie stanno perquisendo chi sta entrando. Qualcuno del party può invocare un flashback e affermare che il giorno prima della festa si è individuata, grazie a degli informatori, la suddetta guardia, e si ha fatto visita a questa minacciando di morte lei e la famiglia se non li avesse fatti entrare il giorno dopo. A questo punto si tirano dei dadi per vedere se il flashback si risolve per il meglio.
Ed è questo che rende così divertente il gioco. Una sfida continua tra il master che mette i bastoni tra le ruote della gang, e la gang che sfrutta la propria inventiva ed immaginazione per superare questi ostacoli. Un botta e risposta frenetico, adrenalinico e a tratti ridicolo che assicura ore di sessione mai uguali tra loro. Un gioco che vola davvero alto, ma che sicuramente non è esente da problemi, riguardanti per lo più il bilanciamento.
Perdere un personaggio è troppo facile nelle prime sessioni. Una gamba rotta, lo stress che si accumula, i vari traumi che si prendono, sono cose che richiedono fin troppo tempo per essere recuperate nelle prime sessioni. E soffrire di queste condizioni è decisamente troppo semplice. Se però si riesce a portare avanti una canaglia, si noterà come ad un certo punto diventerà letteralmente impossibile perderla in alcuna situazione. Diventa troppo forte. Ma ciò è molto soggettiva come cosa. Nella lista rimane sicuramente tra i miei preferiti in assoluto.
Potete comprare il manuale a questo link per 35 euro. Se siete alla ricerca di un gioco che di Dungeons and Dragons ha solo la componente GDR, se volete interpretare una canaglia di allineamento Caotico Malvagio, e se volete una sfida continua tra il DM ed i giocatori, Bades in the Dark è il gioco che fa per voi!
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