In particolare, la piattaforma ha ben pensato di unire gli ultimi due in un unico gioco, per permettere ai videogiocatori di poter avere un’unica esperienza (visto che l’uno è il continuo dell’altro).
È un avventura grafica basata sulla prima persona in punta e clicca (come i suoi predecessori), e sviluppata nel 2013 da Koalabs Studio.
A differenza dei precedenti titoli però, il personaggio che dovremo guidare nelle vicende è una donna, Ellen Cross.
Ellen è affetta da una strana malattia del sangue che le causa spesso e volentieri allucinazioni e malessere di vario tipo. Un morbo tanto grave da condurla (prima o poi) ad una inevitabile morte prematura.
Ciononostante, accetta di buon grado di investigare sulla misteriosa sparizione di alcuni quadri a seguito di un tragico naufragio. Le 15 opere (dapprima date per perdute) sembrano invece riapparse in giro per il mondo, assieme ad un ritratto del famigerato Conte Vlad Drakul Tepes.
La protagonista è una restauratrice, e in tutto il gioco troveremo numerosissimi dipinti realmente esistenti a disseminare ogni scenario. Una buona scusa per un bel ripasso di storia dell’arte.
Alcuni ci saranno utili come indizi, altri saranno solo da sfondo, ma nella ricerca di oggetti combinabili (come già in precedenza nel titolo) e soluzioni dei vari enigmi dovremo fare molta attenzione.
La malattia della protagonista è infatti incombente durante il gameplay, facendo spesso e volentieri crollare la barra della vita ad ogni minimo sforzo, mentale o fisico.
Il livello di salute è però invisibile nella schermata di gioco, e presente solo nella sezione dell’inventario: dettaglio non poco problematico. L’unico modo per far riprendere le forze ad Ellen è darle frutta o pillole, entrambi recuperabili in punti specifici delle zone, dove saranno infiniti e sempre presenti.
Col senno di poi, questo è un particolare che riesce comunque a dare un’innovazione al titolo, rendendolo quasi un survival. Quasi, perché di fatto non desta una vera e propria situazione di ansia, quanto di attenzione e cura, visto che nel peggiore dei casi sarà proprio Ellen a farci notare di essere sul punto di crollare.
A livello di enigmi invece, il quarto si rivela essere un pessimo erede dei suoi precedenti. I puzzle sono vari certo, ma poco o per nulla complicati. Nessuno di particolarmente unico, anzi piuttosto mere riproduzioni di enigmi già visti in precedenza.
Ultimi ma non meno importanti sono gli achievements, mai inseriti prima d’ora in Dracula. Il giocatore potrà infatti collezionare coppe di vario tipo, in base ai differenti obiettivi da svolgere, alcuni dal nome decisamente ironico. Ottima trovata per spronare anche il meno appassionato dei punta e clicca.
Seppure dalle potenzialità molto promettenti, questo quarto capitolo si rivela essere un gioco fin troppo breve, dal finale troncato di netto, e focalizzato esclusivamente come prologo del capitolo successivo.
Steam se non altro ha furbamente ovviato il problema nell’edizione 4 + 5, ma immaginate la reazione dei videogiocatori del tempo, costretti ad acquistare un secondo titolo per completare davvero la storia.
Sequel diretto della quarta parte, il Retaggio di Sangue è uscito lo stesso anno dallo stesso team di produzione. Gameplay ed impostazioni varie ed eventuali sono assolutamente immutate rispetto al 4.
Siamo di nuovo nel vivo delle indagini di Ellen. Ha ritrovato il ritratto di Dracula, e adesso, è pronta a comprendere perché il precedente proprietario ne fosse così terrorizzato ed ossessionato allo stesso tempo. A quanto pare però, non è la sola ad aver messo gli occhi sul quadro.
Si ritroverà ad indagare sulla misteriosa setta dell’Ombra del Drago, tra amori, misteri, siti archeologici, e minacce di ogni tipo.
Ma per Ellen ormai il tempo sta per scadere: la malattia inizia a farsi sentire maggiormente.
Buona parte della trama ruota intorno a questo ritratto di Dracula, capace di mostrare il Conte come in uno specchio. Sta alla protagonista ritrovare il Vampiro per far luce sul mistero una volta per tutte, con indizi e citazioni ai precedenti capitoli, anche più datati.
Rispetto al quarto, sicuramente il gioco ha una durata più lunga, ma pecca di parecchi colpi di scena piuttosto prevedibili, e scene che sarebbero dovute (e potute) essere terrificanti e d’azione, ma animate in modo troppo rigido per riuscirci.
I temi musicali inoltre, più che coinvolgere il giocatore danno quasi fastidio mentre si cerca di risolvere i puzzle. Forse è quella l’unica difficoltà che riscontrerete davvero negli enigmi, visto che, proprio come nel quarto, sono piuttosto semplici. O almeno, più difficili se paragonati a quelli del precedente.
Se non altro, gli scenari invece sono molto suggestivi, e si è sicuramente cercato di renderli al meglio per la ricerca di oggetti che condurranno Ellen ad ampliare l’elenco dei reati sulla sua fedina penale.
Grande mancanza però di nuovo nel finale: Ellen dovrà semplicemente scegliere se diventare un vampiro o meno. In ogni caso, il gioco si concluderà, dandoci il conteggio dei exp e achievements ottenuti.
Rispetto ai precedenti 3 capitoli di Dracula, questi ultimi due falliscono miseramente nel confronto.
Grafica poco o per nulla espressiva (e parliamo di giochi del 2013), enigmi facilmente risolvibili, trama scontata.
In parole povere, sono entrambi giochi da un potenziale vastissimo, ma mal utilizzato. Come se questi ultimi capitoli fossero stati quasi creati frettolosamente, solo per qualche incasso in più.
I malinconici legati alla saga originale si ritroveranno con un pugno di mosche, ma chissà, magari i neofiti potrebbero ben pensare di iniziare da questi ultimi e poi ripartire dai primi, giusto per farsi le ossa sugli enigmi, e cimentarsi poi sui Dracula degni di questo nome.
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