Recensioni

Mani Rosse: sogni e sangue inseguendo la felicità

Mani Rosse

8.2

Comparto tecnico

7.5/10

Cast

7.0/10

Scrittura

9.0/10

Regia

9.0/10

Direzione artistica

8.5/10

Pros

  • Più che ottima regia
  • Temi profondi affrontati con serietà
  • Sia disegni che stop motion di ottima qualità
  • Progetto in evoluzione

Cons

  • Breve
  • Ad oggi molto difficile da reperire

Cosa vi viene in mente quando parliamo di stop motion? Sicuramente molti avranno pensato a Nightmare Before Christmas, La Sposa Cadavere o a Galline in Fuga, alcuni altri ai film della LAIKA o a Wallace e Gromit, i più colti a qualche pellicola di Adam Elliot. Ebbene dovete sapere che non importa spingersi oltre confine per trovare importanti tradizioni in fatto di film in stop motion: a Bologna esiste una lunga tradizione di cortometraggi realizzati con questa particolare tecnica di animazione. Ultimo parto di questa tradizione produttiva è il film Mani Rosse, di Francesco Filippi, risultato di ben 9 anni di ricerche, lavoro e realizzato con tecniche miste di animazione tradizionale 2D e stop motion.

Il Film

Mani Rosse parte dalla casa di Ernesto, un ragazzino di 12 anni cresciuto dalla zia in una campana di vetro, senza il permesso di uscire di casa da solo. Vedendo un murales rosso dalla sua finestra, Ernesto rompe il divieto e fa la conoscenza di Luna, una ragazza poco più grande di lui con il potere di secernere una misteriosa sostanza rossa dalle mani con cui realizza i suoi disegni. In realtà il potere di Luna deriva dal dolore inferto dal violento padre, e quando le cose diventeranno impossibili da sopportare, la presenza di Ernesto nella sua vita sarà più importante che mai. Una storia dalle tinte molto forti quella di Mani Rosse, che si fregia di immagini altrettanto forti per raccontarsi. Francesco Filippi decide di basare l’espressione di questo film sull’impatto delle immagini mostrate piuttosto che sulla sola narrativa, montando le diverse inquadrature in modo che si colleghino solo con la forza dei sentimenti che trasmettono. Ora spensieratezza durante le scene in città in cui i due ragazzini disegnano divertendosi, ora pace nelle scene oniriche in mezzo a spazi bianchi e tinte di colore, ora orrore di fronte a una vasca da bagno piena di pigmento rosso, ora paura quando il padre di Luna interviene, ora ansia quando qualcuno rischia di essere strangolato o alle impronte rosse su una porta bianca in una disperata ricerca di aiuto. Tutti gli elementi e gli stati d’animo del film sono collegati tra loro da un filo che segue i significati del colore rosso e della forma delle mani. Vi lascio capire di cosa sto parlando con una domanda: l’impronta rossa di una mano su una guancia è uno schiaffo o una carezza? La continua ambiguità che aleggia intorno agli elementi delle mani di Luna e al colore rosso è il fulcro di tutti il film. Può un potere scaturito dal dolore essere usato per fare qualcosa che rende felici? I disegni sono un’espressione artistica o una richiesta d’aiuto? Si può crescere circondati dall’odio ed essere comunque felici? Da un certo punto del film in avanti queste domande entreranno prepotentemente nella testa dello spettatore che comincia a ripensare, come Ernesto, a quello che Luna ha passato e sta passando e tutto assume una luce diversa.

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Un lavoro collettivo

Seppure la scrittura e la regia siano firmati da Francesco Filippi, Mani Rosse è un gigantesco lavoro corale. Il film è realizzato mescolando insieme sequenze realizzate in stop motion, corrispondenti agli avvenimenti reali, e sequenze in disegno animato tradizionale, corrispondenti alle parti oniriche, in cui le semplici macchie di colore assumono diverse forme e significati. Le sequenze in disegno animato sono state realizzate da ognuna da un animatore diverso, ognuno selezionato secondo il proprio stile e le proprie caratteristiche per riuscire a esprimere al meglio i giusti sentimenti dalle sequenze e al contempo dare aria allo stile singolare di ogni animatore. I lavori degli animatori, pur rimanendo ben distinti, si uniscono tutti nella loro pesante contrapposizione con le sequenze in stop motion dei pupazzetti in silicone di Filippi, che per contrasto alla folle fantasia delle sequenze sognate, risultano molto più reali e crude di quanto avrebbero potuto essere persino in live action. Il lavoro sui pupazzetti è stato davvero maniacale. A partire dal materiale, il silicone, preferito alla plastilina per ottenere un colore della pelle più realistico che risaltasse l’innocenza dei due piccoli protagonisti, alla cura degli occhi, che risultano quasi sempre perfettamente espressivi nonostante la loro natura immobile (questo grazie soprattutto alla magistrale regia di Francesco Filippi), ai vestiti, realizzati appositamente sui pupazzetti, per non parlare poi degli ambienti, realizzati in studio con un totale di 80 mq di estensione, che riportano sullo schermo una versione ondeggiante, ma sorprendentemente realistica di Bologna con molti dei suoi elementi caratteristici. Da menzionare infine il bellissimo accompagnamento musicale di Andrea Rizzi, onnipresente e in continuo cambiamento durante tutta la pellicola, che riesce, complice l’ottimo montaggio sonoro, ad accentuare il carico emotivo già potente delle immagini.

Un progetto in divenire

Mani Rosse era stato presentato per la prima volta ben 9 anni fa, e dopo la creazione dei pupazzetti, la scrittura e riscrittura della sceneggiatura e la ricerca dei fondi necessari, ci sono voluti ben 4 anni di lavoro pratico per essere realizzato. Tuttavia non è finita qui. Il produttore di Sattva Film, Michele Fasano ha affermato che quello che ad oggi è un mediometraggio di 30 minuti (ma che inizialmente era un cortometraggio di 15 minuti) potrebbe ulteriormente svilupparsi per diventare un lungometraggio. Il film ha già ricevuto diversi apprezzamenti, vincendo concorsi e bandi al livello europeo e interessando così tanto il pubblico da poter vantare la raccolta di ben 16.000€ tramite una campagna di crawdfounding su Ulule. Lo stello Fasano ha rivelato che il mercato sul mercato cinematografico, soprattutto estero, c’è una forte domanda di film specificatamente indirizzati a un pubblico di adolescenti che riesca non semplicemente a educare o intrattenere, ma a interessare ragazzi in età adolescenziale e soprattutto che li prenda sul serio come pubblico. Mani Rosse prende estremamente sul serio il proprio pubblico. Non tenta di nascondersi dietro un falso vedo-non vedo per non impressionare, piuttosto sbatte in faccia alla platea immagini dal forte contenuto emotivo, che costringano a affrontare un tema serio come la violenza sui minori con un atteggiamento altrettanto serio e cosciente di quello che i ragazzi possono e non possono capire. Non esiste nessun “Perché nessuno pensa ai bambini?” in Mani Rosse, questo film si rivolge a degli adulti. Giovani, si, ma pur sempre adulti. Chiudo consigliando caldamente di reperire questo film qualora ne aveste l’occasione. Ogni proiezione viene preventivamente annunciata sulla pagina Facebook del film stesso, quindi se siete in zona fateci un salto, non ve ne pentirete.

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Riccardo Magliano

Ciao gente! Sono Riccardo Magliano, classe 1995, originario di Pontedera (PI), ma di stanza a Bologna per motivi di studio. Sono laureato in triennale al DAMS al momento studio per diventare sceneggiatore cinematografico. Sono grande appassionato e estimatore di prodotti d'animazione, dalle serie, ai lungometraggi, ai corti, l'importante é che raccontino qualcosa (cosa non sempre indispensabile perché tra i miei film preferiti c'é Fantasia). Qui su Spacenerd mi occuperò di recensioni e approfondimenti su tutto ciò che concerne l'animazione, specie quella occidentale, più e più volte colpevolmente trascurata dalla massa di fanatici di anime. Grazie a tutti per l'attenzione e buon divertimento

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