Seguendo il filone di Spider-Man: Storia della Mia Vita Chip Zdarsky , Mark Russell  propone la sua visione sui Fantastici Quattro  con Storia della Nostra Vita  Marvel   dagli anni ’60 ai giorni nostri.
Mark Russell non è nuovo nello sperimentare rotte narrative  del genere supereroistico trasportandolo nel mondo reale , soprattutto partendo dagli anni ’60. Ancora prima dei Fantastici Quattro ha pubblicato con Superman: L’Era Spaziale Eisner Awards 2023 Batman: L’Era Oscura 
Età d’Argento Ma perché scegliere proprio gli anni ’60  come punto di partenza? La domanda giusta sarebbe: “Perché no ?”  Gli anni ’60, dopotutto, erano conosciuti come la Silver Age fine anni ’50 , acquistando una nuova identità, spesso un nuovo punto di partenza, come poi avrebbero fatto ancora negli anni ’80 con la Bronze Age 
Negli anni ’60, ripercorrendo la Storia con la S maiuscola, c’era anche la Corsa allo Spazio , la ricerca dell’ignoto, in cui USA e URSS si sfidavano per il dominio delle stelle. Allo stesso tempo, alla Marvel si era tentato, con i Fantastici  Quattro, di mostrare una famiglia a stelle e strisce con lo stesso obiettivo dello Zio Sam: andare sulla Luna prima dei Sovietici . Questo è solo uno dei motivi che portarono Reed, Susan, Johnny e Ben a diventare uno dei pilastri della Casa delle Idee.
Storia della Nostra Vita: un nuovo inizio per i Fantastici Quattro In Storia della Nostra Vita  Mark Russell, come in passato, fonde i due aspetti storico e supereroistico: Reed, sotto esortazione del presidente Kennedy , convince sua moglie, il fratello di lei e il miglior pilota che conosce a dirigersi nello spazio. Chi per una ragione chi per un’altra, tutti accettano e, senza la totale approvazione del Presidente, lanciano lo shuttle in orbita.
Non passa molto tempo prima che questo, e con esso l’intero equipaggio, venga investito dalla classica nube cosmica . Tuttavia, assieme ai poteri, Reed ottiene anche una visione: una presenza mastodontica è in arrivo per cibarsi del pianeta Terra, Galactus il Divoratore di Mondi .
Da quel momento, Reed cerca di convincere prima di tutto la sua famiglia e in secondo luogo il mondo dell’imminente minaccia. Di fronte all’inevitabile, i neonati supereroi dovranno affrontare più sfide insieme: coniugare i loro poteri alla vita di tutti i giorni, usarli per proteggere l’umanità e capire come usarli per sopperire alla minaccia cosmica  in arrivo.
Cos’è la vita? Com’è noto, la Storia non ha un unico punto di vista. Mark Russell sa bene di dover tener fede a questa verità, soprattutto con con quattro (o più?) protagonisti a gestire il ruolo sia di supereroi che di testimoni del loro tempo. Per questo ogni capitolo di S toria della Nostra Vita  è un punto di vista di un membro della famigliasuper-problemi  e, attraverso essi, la propria visione del mondo e della vita.
Susan sente la distanza emotiva di suo marito, ma ciò la incoraggia soltanto a perseguire nelle sue lotte femministe; Ben, che si trova nella situazione peggiore, deve scendere a patti col suo aspetto esteriore ; Reed non sa come reggere il trauma subito dalla visione; Johnny deve saper controllare la sua eccessiva esuberanza.
Proprio per questo il lettore non ci mette molto a capire che il fulcro del fumetto non è né la Storia né la lotta contro il male, ma, come dice il titolo, la vita stessa . Ognuno dei Fantastici Quattro, man mano che il tempo passa insieme alle difficoltà che porta, dà una definizione propria di questo – in mancanza di termini migliori – fenomeno: per Johnny è “una festa “, per Susan “l’atto di scoprire chi sei “, per Ben “un gioco tipo Scegli la Tua Busta “.
Assieme alla vita, ognuno si chiede anche quale sia il significato intrinseco di altri concetti . Alcuni vengono definiti in maniera troppo lambiccata, altri con una semplicità tale che riesce a lasciare il segno.
“La disperazione è il nome che diamo a qualunque cosa ci metta alle strette ” dice Reed. “Le promesse sono ciò a cui ci aggrappiamo quando finalmente abbiamo qualcosa che temiamo di perdere ” dice Ben. “La maturità è renderti conto di quanto tu sia stato idiota ” dice Johnny. A volte può sembrare che ognuno dei Fantastici Quattro sia appena uscito dalla facoltà di filosofia, ma visto quel che hanno passato nella loro esistenza e nel corso dei decenni, questa loro ermeneutica  può ancora essere giustificata.
Dopotutto, per citare ancora Reed, “Ciascuno di noi ha la propria vita. E condividerla con qualcuno che non solo ti ama, ma che ti capisce, è ciò che rende sopportabile la pressione costante, le continue richieste di comportarsi da eroi “.
Tra fumetto e realtà Mark Russell non dimentica i numerosi aspetti della personalità dei Fantastici Quattro, oltre a farli entrare in contrasto tra loro: l’eccessiva dedizione di Reed per il suo lavoro, la crisi coniugale tra lui e Susan che ne scaturisce, il potenziale nascosto di Franklin  sono solo alcuni degli elementi classici del quartetto ripresi dallo scrittore. Tuttavia tali caratteristiche originarie dei fumetti “canonici” avranno un peso ancor più gravoso  nelle loro vicende, dato che non avranno le infinite versioni delle infinite run prima citate. Primi fra tutti, oltre a quelli già elencati, l’odio che Destino  prova per Reed, il rapporto teso tra Susan e Namor  e il conflitto intellettuale tra Reed e Tony Stark .
Mentre cercheranno di appianare le proprie divergenze, i componenti della famiglia protagonista tenteranno di lottare anche contro l’inevitabile : proprio come Superman nell’Era Spaziale  cerca invano di preparare la terra all’imminente Crisi, Reed cerca di convincere le popolazioni del mondo dell’arrivo delFantastici Quattro  del MCU.
Tecnica e disegno I disegni sono affidati a ben cinque matite , le quali si mescolano a volte le une con le altre per creare uno stile più vicino ad un’interpretazione contemporanea. Scelta giustificata, dato che la storia si allunga fino ai giorni nostri . I tratti nati da questo miscuglio sono molto dettagliati, dagli sguardi profondamente espressivi e differenziati, come differenti sono i punti di vista.
Anche i colori di Nolan Woodard  giocano un ruolo fondamentale nella narrazione visiva: ogni personaggio ha una gamma predefinita, che tende verso il dorato nei fratelli Storm, nel marrone chiaro per Ben Grimm o nel violaceo per Reed e Galactus.
Non abbiamo, insomma, le tinte sgargianti e la verve pop come quelli dei coniugi Allred , tipici collaboratori di Mark Russell, ma quando abbiamo davanti le tavole di artisti come il nostrano Francesco Manna  non possiamo assolutamente lamentarci.
Mark Russell racconta un’altra vita Con Storia della Nostra Vita  Mark Russell si unisce alla lista di autori che, nelle ultime decadi, hanno cercato di rendere i supereroi più umani che divini .  Con ciò si vuol far intendere che ha preferito mettere in primo piano le loro vicende quotidiane, unendole alle loro “seconde identità”. In questo modo ha saputo renderli più vicini a noi , dando loro difficoltà, facendoli invecchiare, disperare e sperare allo stesso tempo. Perché, per citare un altro eroe  della casa avversaria, “questo è essere umani, e questa è la mia più grande forza 
Ma, a differenza del suo Superman e del suo Batman, con questa miniserie ha reso un’intera famiglia il fulcro di tutto, e forse ciò lo rende ancora più umano . Probabilmente non è la sua opera più profonda o complessa, ma quella che cerca di mostrare a tutti noi cosa vuol dire essere vivi .
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