“(…) è stato tutto inutile? No Fantàsia può ancora risorgere dai tuoi sogni, dai tuoi desideri. “ (La Storia Infinita , 1984).
La luce nella sala del cinema si accende e così finisce La Storia Infinita , film cult degli anni ’80 uscito nel 1984 diretto da Wolfgang Peterson, allo stesso tempo questa frase viene ripresa da GoPractical nella mostra dal titolo L’Arte infinita degli effetti pratici , alla Fabbrica del Vapore di Milano dal 19 aprile al 18 maggio 2025 . Il tema è sogni tangibili e la mostra affronta un viaggio per distruggere il Nulla , salvando il Cinema Analogico e ricordando alle persone di non smettere di credere che i propri sogni si possono toccare con mano.
Marcello Baretta , regista pratico e curatore della mostra, ha concepito un percorso diviso in sezioni non solo di tipo espositivo ma anche formativo con lo scopo di insegnare cosa siano gli effetti speciali pratici. Questo è sottolineato anche dal gran numero di masterclass che ha organizzato per tutta la permanenza della mostra, caratterizzata da immagini d’archivio e video che spiegano gli effetti speciali pratici presentati.
All’ingresso veniamo accolti dalla proiezione di un video con protagonisti Marcello Baretta e Tamara Stronach , interprete dell’imperatrice infante nel film la Storia Infinita . Il corto riprende il finale del film sottolineando come nel nuovo Cinema Digitale i set risultino vuoti lasciando alla fine delle riprese il Nulla e invitandoci a tornare a sognare usando gli effetti speciali pratici, facendo così risorgere il regno del cinema analogico.
Al termine della proiezione davanti a noi si apre il Passaggio per l’Oracolo del Sud e attraversandolo entriamo all’interno della mostra, un viaggio di formazione sulle orme della produzione del film la Storia Infinit a attraversandone i luoghi e conoscendone gli artisti e le tecniche che furono utilizzate.
La Torre d’Avorio al centro del Cinema Analogico Siamo ai piedi della Torre d’Avorio , ricostruita da Marcello Baretta e i suoi collaboratori, da qui inizia il nostro viaggio nei meandri di Fantàsia facendo la conoscenza di alcuni suoi abitanti animatronic tra i quali Falkor , Gmork e il Gigante Mordiroccia . Gli animatronic sono pupazzi controllati elettronicamente per muoversi in modo fluido, sono l’evoluzione degli automi e vengono spesso utilizzati per la rappresentazione di personaggi nei film e nelle attrazioni dei parchi a tema.
Prima che il termine “animatronic ” diventasse di uso comune, queste macchine venivano solitamente chiamate robot . Fu solo agli inizi degli anni ’60 che si prese in prestito il termine da un brevetto di Walt Disney, quello degli Audio-Animatronics , sviluppati quando iniziò a realizzare animatronics professionali per l’intrattenimento e il cinema.
La complessità degli animatronics non risiede solo nell’aspetto costruttivo, ma anche nel loro utilizzo : spesso per farne funzionare uno erano necessarie più persone , ognuna incaricata di controllare una parte diversa della macchina. Ad esempio, alcuni si occupavano delle espressioni facciali , altri del movimento degli arti e altri ancora dei singoli occhi .
Continuando a camminare superiamo la spiaggia della Città Fantasma e raggiungiamo la Palude della Tristezza , dove Atreyus ha perso il suo fidato cavallo Artax . Qui ci viene raccontato come è stata costruita Fantàsia sia al livello estetico, concentrandoci quindi sulla scenografia, sia a livello pratico parlando di scenotecnica. Nello specifico la scenotecnica è il termine che racchiude tutte le tecniche e le tecnologie che sono state utilizzate per costruire e rendere realistica la scenografia ed in questo campo rientra in parte anche la terza sezione della mostra, dove si parla degli effetti ottici necessari anche nella creazione di scenografie (prospettiva forzata, matte painting e blue screen, ndr. ).
Guardando nella loro interezza i video e le descrizioni delle immagini presenti ai nostri lati scopriamo inoltre molte curiosità e dettagli di produzione tra i quali le difficoltà nel creare una palude, ma soprattutto come possono essere collegate opere come La Storia Infinita e Indiana Jones e L’ultima Crociata (film del 1989 diretto da Steven Spielberg ). Oltre al film di Spielberg però, La Storia Infinita si lega per vie traverse anche ad altri cult del cinema come Star Wars, agente 007, Harry Potter e il Dune di David Lynch.
Dal Microscopico al Macroscopico Le due sezioni che seguono allontanano la nostra vista dai dettagli di produzione e ci offrono uno sguardo su quella che è stata la pre-produzione del film . Ci troviamo a galleggiare quindi nel Nulla che viene plasmato dai bozzetti dei concept artists e riempito dai personaggi dei character designers . Nei video che ci spiegano il lavoro che è stato fatto dagli artisti dietro il film a parlarci non è più Marcello Baretta ma rispettivamente per la parte di concept art Angelo Lo Torto , illustratore, fumettista e concept artist, mentre per la parte di character design Chiara Mariani , make up artist .
Nell’ultima sezione della mostra abbiamo alcune repliche di materiali di scena come il diadema dell’imperatrice infante e il libro simbolo del film, il quale ha la possibilità di essere attivato rendendo luminescente il sigillo di Fantàsia . Infine troviamo anche una pellicola per il cinema e la partitura insieme al vinile della colonna sonora , compreso il brano che è diventato simbolo dell’infanzia di molti ragazzi degli anni ottanta, Neverending story , composto da Giorgio Moroder e cantato dal cantante britannico Limahl.
Il Potere dei Sogni Ed eccoci a mostra finita di nuovo davanti al Nulla , ma questa volta con una nuova consapevolezza , ovvero che con i nostri sogni possiamo costruire cose reali e tangibili che rimangano ai posteri e che lascino un solco nei ricordi e nel cuore delle persone.
La mostra, sebbene sia la prima creata da GoPractical e Marcello Baretta, colpisce positivamente il visitatore e ci ricorda cosa vuol dire sognare, spronandoci a guardare dentro di noi, ritrovando anche il bambino che da piccolo immaginava di combattere con gli indiani d’America o di esplorare terre lontane a cavallo del suo prode destriero.
Consiglio vivamente durante la visita di guardare per intero tutti i video, sebbene alcuni abbiano una durata abbastanza elevata, per immergersi totalmente in questo viaggio e scoprire il valore del mondo dei sogni , cosi come quello del cinema analogico.
Proprio di sogni abbiamo voluto parlare personalmente con Marcello Baretta , indagando sul perché avesse voluto fare questa mostra e quale fosse il suo sogno nei confronti del cinema, ricevendo delle risposte piene di speranza e di gioia genuina che traspariva dai suoi occhi.
“Perché la gente non smetta di credere che i propri sogni si possono toccare con mano. Questo è il tema della mostra: sogni tangibili “
Risponde così Marcello Baretta, sottolineando il tema della mostra e la sua volontà di ricordare che i sogni si posso toccare con mano , nulla è impossibile o irrealizzabile. Questa risposta si lega a doppio filo con quella relativa al suo sogno: realizzare film spettacolari senza l’utilizzo del digitale .
“Dirigere film spettacolari senza il digitale, poter costruire tutto quello che sogno. Infatti molte delle cose sono costruite da me, al piano di sotto c’è anche la testa di E.T. che ho costruito, il modello di Harry Potter, quasi tutto quello che vedi di fisico, il libro della Storia Infinita, l’ho costruito io. Io sono un regista pratico perché costruisco spesso in prima persona, mi sporco un po’ le mani facendo queste cose, naturalmente anche con dei collaboratori quando le cose sono troppo grandi. Però l’idea è proprio questa: dare alle persone la speranza, la conferma, che tutti i loro sogni, quello che vedono sullo schermo, si possa toccare con mano. Quindi sogni tangibili è il tema comune. “
Ringraziomo ancora Marcello Baretta , lo staff di GoPractical e quello della mostra per la loro disponibilità nel rispondere alle nostre domande e nel fornirci i materiali fotografici per scrivere questo articolo. Vi ricordiamo che, se siete interessati a questa mostra, potete visitarla entro il 18 maggio 2025 presso la Fabbrica del Vapore di Milano nello Spazio Cisterne .
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