Incredibile ma vero, Red Dead Redemption è finalmente disponibile su PC, piattaforma su cui non era mai giunto, a differenza del prequel, pubblicato ormai sei anni fa. Riuscirà John Marston a ricordare quanto può essere difficile a sopravvivere in un selvaggio West ormai decadente?
Se facessimo finta che il primo capitolo, originariamente pubblicato nel 2010, non fosse mai uscito, cosa accadrebbe? Non saprei. Intanto, faremmo i consueti paragoni su quanto fosse complicato riuscire a portare un personaggio diverso rispetto a quello conosciuto, al nostro Arthur Morgan, il protagonista di un prequel (anche se è bene sottolineare che si tratta di un prosieguo, a colui che, alla fine, ha fatto piangere tutti, pure coloro che hanno, parafrasando Buffon, quell’immondizia al posto del cuore ben ricamata nello sterno) che ha appassionato un numero esagerato di giocatori, avvicinandone tanti altri.
Con Red Dead Redemption su PC, tuttavia, si torna a un grande passato, a un momento in cui di videogiochi western se ne contavano pochi. Ricordo Gun di Neversoft, arrivato in realtà un anno dopo Red Dead Revolver, reale capostipite da cui Rockstar Games basò in seguito le produzioni per come le conosciamo oggi. Sono opere importanti, quelle di cui stiamo parlando.
Red Dead Redemption arrivava in un momento particolare, in una generazione culminata con la vittoria di Xbox 360, piattaforma che usai al tempo per godermi le avventure di John Marston, a caccia per conto dei federali in uno Stato fittizio degli Stati Uniti, simile al Montana, al Wyoming, al Texas e, dulcis in fundo, pure al Messico; o almeno, una piccola parte di esso. Riscoprirlo su PC, su una configurazione medio-alta, implica riscoprire un passato fantastico. Implica tornare indietro nel tempo a momenti diversi. A istanti felici.
Non mettete in nessun modo da parte Red Dead Redemption II. A qualcuno riuscirebbe facile, ma a me no: è impossibile. Il primo capitolo, in tal senso, è ambientato qualche anno dopo gli eventi del sequel (che poi è un prequel, ma dettagli): John Marston è diventato un uomo di un pezzo, rispettando la promessa fatta ad Arthur Morgan qualche anno prima, riuscendo nel complesso tentativo di ridare un senso alla sua vita.
Tempestata da momenti che lo hanno profondamente segnato, fino a renderlo un uomo silenzioso e dal carattere mite, ha lasciato la fattoria nelle mani di Zio, che in realtà non è propriamente un suo parente, bensì un perdigiorno che mangia a sbaffo e non ha mai avuto effettivamente nulla da fare.
È sposato con Abigail, e ha un figlio, Jack. Qualcuno penserebbe che niente potrebbe disturbarlo dalla quiete, finché però un giorno un uomo non giunge nel suo ranch, pretendendo che parta alla caccia della banda di Van der Linde, o di quel che ne resta. Una missione, quella di rintracciare Bill Williamson, per nulla facile. Costretto dagli eventi, John parte alla volta di Armadillo, con l’obiettivo di raggiungere il luogo in cui è stato visto il criminale l’ultima volta.
La storia, per non fare spoiler, è ricca di colpi di scena e momenti memorabili. È scritta nel modo adeguato e con l’attenzione che Rockstar Games ha sempre avuto nei confronti delle sue produzioni. Ai tempi, vivere un contesto del genere era parecchio piacevole e speciale, e ammetto che non è affatto cambiata la percezione di sentirsi a proprio agio in un mondo del genere, ricco e pieno di sfaccettature, e che resta intaccato, analogo alla versione dell’iterazione del 2010. Si tratta di un porting fatto e finito, infatti, che non cambia molto né sulla storia, né tanto meno nel suo gameplay. Tutto resta perfettamente come allora, e non c’era motivo di cambiarlo o modificarlo.
Ammetto che, tuttavia, avrei gradito delle aggiunte e qualche spunto maggiore. È un porting comunque ben realizzato, che comprende anche Undead Nightmare, il DLC che trasporta i giocatori in una brutale apocalissi zombie a tema. E, checché se ne dica, quel contenuto era coinvolgente come non mai, perché si distanziava in modo significativo dalla seriosità dell’avventura. Il contenuto resta pressocché invariato e apporta, nel pacchetto offerto da Rockstar Games, un piacevole continuum che nessuno sperava di vedere dopo la conclusione della produzione. Dato che è stato annunciato il terzo capitolo ormai qualche anno fa, resta ancora oggi aperto il dibattito su dove si ambienterà e, soprattutto, quando. E ammetto di avere molte speranze al riguardo.
Anche se è molto complesso trovare qualcuno che non lo abbia giocato prima, Red Red Redemption è un’avventura dinamica in terza persona ambientata in un mondo completamente esplorabile. Come accennato, si muove il personaggio di John Marston, eseguendo missioni della trama principale o seguendo, anche per guadagnare danari, delle missioni secondarie. L’esperienza resta, come allora, completamente intaccata.
Si torna a lanciare il lazo, catturando criminali e cavalli, quando non se ne ha uno. E si torna a sparare con un generosissimo numero di pistole e armi da fuoco, da usare assieme al Dead Eye, analogo al rallentamento del tempo di Max Payne. Esso permette anche di uccidere più nemici nello stesso momento, permettendo così a John di poter cambiare arma e concentrarsi in seguito su altri gruppi di nemici.
Il game design, dunque, non cambia le carte in tavola. Resta esattamente com’era stato pensato al tempo e non implementa novità ulteriore. C’è da dire, comunque, che quanto è stato svolto è realmente un lavoro sopraffino, soprattutto dal punto di vista tecnico. Su PC, infatti, ho impostato la grafica a ultra. Non ci sono stati tentennamenti di alcun genere, segno che la trasposizione è stata presa sul serio soprattutto da Rockstar Games. In un modo o nell’altro, comunque, Red Dead Redemption per PC resta ancora oggi una meraviglia da giocare e vivere. Se siete nuovi giocatori e non ne avete mai sentito parlare, potrebbe essere la scelta migliore.
Con l'elegante ritardo a cui siamo abituati, dal 7 novembre Look Back è finalmente disponibile…
Come quasi ogni saga videoludica "longeva", nei due decenni abbondanti della sua vita anche quella…
Tra i giochi indie che negli ultimi anni hanno più smosso anche i gamer più…
Kyoutarou Azuma, talentuoso e versatile disegnatore di manga, apparteneva alla nutrita schiera di autori esteri…
Anche quest'anno si è concluso il Lucca Comics & Games, e, come tutti gli anni,…
Cosa accade quando si tratta di stringere un patto con il Diavolo e doversi fare…
Questo sito utilizza i cookies.
Scopri di più