Appassionati di Yu-Gi-Oh! e non, benvenuti in questa nuova serie di articoli in cui andremo a ripercorrere il passato del nostro gioco di carte preferito, esplorando i vari meta che si sono susseguiti nel corso degli anni, le varie espansioni, le carte chiave per ognuna di esse e le banlist storiche che hanno maggiormente impattato i meta.
Nell’articolo di oggi, ribattezzato “Pt. 0”, non ci concentreremo sulle carte e sui meta, bensì sulle origini del manga e dell’anime di Yu-Gi-Oh!, andando a scavare nelle origini del gioco che tutti noi conosciamo oggi. Com’è nato Yu-Gi-Oh!? Da chi ha tratto ispirazione? Di che tipo di manga stiamo parlando? Nell’articolo di oggi cercheremo di rispondere a tutte queste domande.
Vi ricordiamo che questa non è la prima volta che parliamo di Yu-Gi-Oh!: molto spesso vi portiamo guide inerenti al gioco di Yu-Gi-Oh! Duel Links (vi lasciamo qui il link all’ultima guida uscita), ma abbiamo parlato anche di Master Duel e del formato Rush Duel, molto popolare in Giappone.
Il manga di Yu-Gi-Oh! ha fatto la sua prima apparizione nel 1996, serializzato sulla rivista Weekly Shonen Jump fino alla sua conclusione nel 2004, scritto e disegnato dall’autore Kazuki Takahashi, scomparso prematuramente nel 2022. Questo fu il primo e unico capolavoro del mangaka, che iniziò la sua carriera come fumettista nei primi anni ’80 con brevi opere per le riviste Weekly Shonen Sunday e Weekly Shonen Magazine. La sua prima opera importante fu Tokio no taka, un one-shot pubblicato nel 1990 su Weekly Shonen Jump. Negli anni successivi furono pubblicate altre sue opere, che però vennero considerate da Takahashi come un “flop totale”.
Il successo per Takahashi arrivò, come detto prima, con Yu-Gi-Oh!, titolo che letteralmente significa “Re dei Giochi”, di cui il mangaka era molto appassionato. Il protagonista delle vicende è il giovane Yugi Muto, un timido liceale che, grazie al nonno mercante di giochi, entra in possesso di un gioco egizio chiamato Puzzle del Millennio. A causa della sua passione per i giochi e la sua eccessiva timidezza, il piccolo Yugi è deriso da tutti, in particolare da Joey Wheeler e Tristan Taylor, da cui però riesce a difendersi grazie all’aiuto di Tea Gardner, sua cara amica di infanzia.
Tutto cambia quando Yugi riesce finalmente a completare il Puzzle del Millennio, risvegliando in lui un potere misterioso proveniente direttamente dall’antico Egitto, trasformandolo in Yami Yugi. Questo potere è rappresentato dallo spirito di un antico faraone chiamato Atem, che nei momenti di estrema difficoltà prende il possesso del giovane Yugi, trasformandolo in una sorta di giustiziere.
Da questa premessa inizia la storia di uno dei TCG più famosi al mondo, con il manga che è ad oggi uno dei più iconici di sempre, con più di 40 milioni di copie vendute nel corso di più di 25 anni di vita.
Nel corso delle vicende di Yu-Gi-Oh!, il giovane Yugi affronterà tanti nemici diversi, tra cui anche Seto Kaiba, un megalomane proprietario della Kaiba Corporation, ossessionato dal collezionare le carte più forti e rare. Queste carte appaiono per la prima volta nel capitolo 9, date a Yugi dal nonno, tra i pochi a possedere il celebre Drago Bianco Occhi Blu, la carta più desiderata da Seto Kaiba.
Dopo aver rapito il nonno di Yugi, Seto si scontrerà con il ragazzo posseduto dallo spirito del faraone, dando inizio al primo duello di una lunghissima serie. Lo scontro si concluderà con la vittoria del faraone, che rinchiuderà la parte malvagia di Seto in una carta di Magic & Wizards.
La punizione a cui è andato incontro Seto rappresenta la crudeltà che può raggiungere questo gioco di carte nel manga (nell’anime è completamente diverso, ndr): Yami Yugi è un sovrano, e come tale deve amministrare le forze e punire chi, attraverso una forza eccessiva, mette in pericolo la sicurezza degli altri. Queste punizioni seguono i modellii di una giustizia antica, rifacendosi sul corpo e l’anima del condannato.
Ecco perché si parla di una giustizia infernale: Yami Yugi non ha pietà per i suoi nemici e capiterà spesso che, durante i celebri “Giochi delle Ombre”, la posta in palio della sfida siano le anime dei duellanti; anime che, una volta sconfitte, verranno rinchiuse in carte.
Tuttavia, per mantenere un totale equilibrio, Takahashi ha deciso di preservare anche l’altra realtà di questo personaggio: Yugi Muto. Yugi è desideroso di portare il bene anche dove non esiste, sempre accompagnato dai suoi fedeli amici in tutte le sue sfide. Amici che sembrano sempre ricondurlo a sé, frenando Yami Yugi e risvegliando Yugi Muto.
Nel corso delle avventure, tra i due nascerà una vera e propria amicizia che li porterà a scambiarsi reciprocamente degli insegnamenti: Atem imparerà a combattere per una giustizia corretta e non violenta; Yugi invece imparerà ad essere più forte per difendere i propri amici.
Nel corso dei capitoli, Yugi si dedica ad attività che sembrano completamente sconnesse da un semplice gioco di carte: affronta criminali, aiuta sconosciuti in difficoltà e gradualmente stringe amicizia con quei personaggi che diventeranno suoi compagni nel corso della serie, come Mai Valentine o anche lo stesso Seto Kaiba. Con il passare dei capitoli emerge tuttavia sempre più chiaramente un elemento: Yugi è in qualche modo collegato al misterioso mondo dell’antico Egitto tramite il suo Puzzle del Millennio.
Nel capitolo 13 fa la sua prima apparizione il misterioso Shadi, uno dei custodi degli oggetti millenari, e in quel momento l’unica persona a conoscere la vera identità dell’entità che pian piano sta prendendo piede all’interno della mente di Yugi Muto. Insieme a Shadi vengono introdotti altri due oggetti millenari: la Chiave e la Bilancia Millenaria.
La Chiave può essere associata ad un Ankh, un simbolo sacro egiziano frequentemente associato alle divinità. La Bilancia, invece, richiama immediatamente alla mente il dio Anubi e il mondo ultraterreno dell’antico Egitto.
La particolarità di questi oggetti è la possibilità di interagire direttamente con le anime delle persone con cui entrano in contatto. Per esempio, l’Occhio del Millennio di Maximilian Pegasus permette di rubare le anime delle proprie vittime e rinchiuderle all’interno delle carte di Magic & Wizards. Altri oggetti permettono di prevedere il futuro, come la Collana del Millennio di Ishizu Ishtar, oppure di ripercorrere il passato, come lo stesso Puzzle del Millenio di Yugi. Gli oggetti di Shadi sono invece probabilmente i più crudeli: la Chiave permette di scrutare e modellare l’inconscio delle persone, rendendole spesso incapaci di intendere e di volere; con la Bilancia, invece, emette verdetti che possono anche essere fatali per le proprie vittime.
Anche se, nel corso degli anni, questo tema è diventato un grandissimo meme nella community di Yu-Gi-Oh!, è innegabile che Yami Yugi sia un duellante eccezionale, probabilmente il migliore tra tutte le serie di Yu-Gi-Oh!. Definito da molti il Re dei Giochi, Yami ottiene le sue vittorie sempre attraverso l’astuzia, e mai con la sola forza.
Un’astuzia spesso “drastica” potremmo dire: Yami sembra sempre sul punto di capitolare, per poi capovolgere completamente la situazione. Se negli shonen classici, per esempio in Dragon Ball, il ribaltamento delle sorti degli scontri arriva sempre dopo un power-up improvviso del protagonista, in Yu-Gi-Oh! non è mai così; anzi, essi arrivano sempre dopo tattiche ben studiate da Yami, in base alle carte giuste che pesca al momento giusto (un esempio calzante è quando, contro il Burattinaio controllato da Yami Marik, intrappola il nemico in un loop infinito sfruttando una combinazione di carte geniale).
Un altro punto di distacco da molti shonen di quegli anni è proprio questo: Yami non è una potenza inarrivabile, come Goku, per fare un esempio: nonostante sia considerato un duellante leggendario, spesso ha dimostrato di avere dei punti deboli che lo hanno portato a sconfitte anche parecchio pesanti (penso alla prima sconfitta contro Pegasus, che lo ha portato a perdere l’anima del Nonno, la sconfitta nel secondo duello contro Seto, quando lui ha minacciato di suicidarsi in caso di sconfitta, ecc). Queste sconfitte dimostrano come il punto debole di Yami sia proprio la sua controparte Yugi Muto, che in alcuni casi lo porta ad avere sentimenti contrastanti in grado di minare la sua freddezza estrema.
La sopraffazione attraverso la forza è sempre incarnata nell’avversario, mai nei protagonisti (e attenzione, sebbene nell’anime venga nominato molto spesso il “Cuore delle carte”, nel manga esso non viene mai accennato, ma ci torneremo più avanti, ndr).
Questa sua caratteristica, tuttavia, non lo esula da certi meccanismi tipici dei manga shonen: anche l’astuzia di Yugi si evolve nel corso delle vicende, anche il suo deck si sviluppa aggiungendo nuove carte ad ogni sfida (esse vengono proprio messe in palio dai duellanti, ndr). Ma questo sviluppo è decisamente meno lineare e ovvio delle trasformazioni per livelli, come accade in Dragon Ball o Pokémon, per citarne due.
Il manga originale di Yu-Gi-Oh! ha visto non uno, ma ben due adattamenti anime diversi. Il primo adattamento è stato prodotto da Toei Animation e trasmesso nel 1998; copre gli eventi dei primi sette capitoli del manga, precisamente l’inizio della storia di Yugi e degli Yami-no-Games dello spirito del Faraone. Questo anime non ha mai ricevuto un doppiaggio in inglese, ma è presto diventato estremamente popolare tra i fan del manga, proprio per la sua fedeltà alla storia originale. Dai fan è affettuosamente conosciuto come Stagione Zero.
È il secondo adattamento, datato 2000 e prodotto dallo studio Gallop, a segnare lo sbarco di Yu-Gi-Oh! anche in Occidente, con la serie di Duel Monsters, probabilmente la più iconica, doppiata in inglese da 4Kids. La serie divenne un successo mondiale, introducendo trame totalmente inedite, non presenti nel manga originale.
Ma non è tutto oro ciò che luccica: la versione inglese (e quella italiana di conseguenza, ndr) è stata oggetto di pesanti censure, rendendolo addirittura uno degli anime più censurati della storia. Rispetto alla versione originale giapponese, 4Kids ha completamente eliminato la violenza dalla storia: tutto ciò che riguardava la violenza o la morte è stato sostituito dalla minaccia di essere inviati nel Regno delle Ombre. Addirittura, secondo varie fonti presenti sul web, 4Kids avrebbe inventato di sana pianta, tra le varie carte, il concetto di “Cuore delle carte”, uno dei capisaldi della serie così come la conosciamo noi italiani. La serie di Duel Monsters terminò nel 2004, con anche il primissimo adattamento cinematografico della serie: Yu-Gi-Oh! The Movie.
Magic & Wizards nasce con l’intento di unire due elementi: il gioco di carte Magic: The Gathering e Dungeons & Dragons, e questo lo possiamo intuire anche dal nome. Lo stesso Takahashi, in diverse interviste, ha spesso dichiarato di amare sia i giochi da carte che i giochi da tavolo, e non è del tutto assurdo affermare che questi giochi abbiano influenzato lo stile della fase embrionale del TCG di Yu-Gi-Oh!
La familiarità con il TCG di Magic si può ipotizzare da diversi elementi:
Per quanto riguarda i tipi e gli attributi dei mostri, è lecito pensare che Takahashi abbia tratto spunto dal mondo di Dungeons & Dragons. Possiamo notare, infatti, che nella primissima serie di carte, a contrapporre i maghi ci sono proprio i draghi. Oltre ad essi, Yu-Gi-Oh! inserisce nella meccanica tutto un sistema di tipi, molto simile alla serie di razze esistenti in Dungeons & Dragons.
La prima espansione del TCG, “La leggenda del Drago Bianco Occhi Blu”, rilasciata nel 1999, è proprio orientata ai mondi fantasy di DnD e Magic, popolato da elfi, maghi, guerrieri e draghi. Nel corso degli anni, il mondo di Yu-Gi-Oh! accoglierà tantissimi altri tipi di mostri ed entità, ma rimarrà sempre fortemente legato alle sue origini.
Il primo TCG è ancora legatissimo al manga: pochissimi mostri con effetti, spesso deboli e di basso livello, disegnati con sfondi in stile dark fantasy che rimandano ai misteriosi Giochi delle Ombre. Non mancano nemmeno i rimandi all’universo degli yokai giapponesi: Kuriboh, uno dei mostri più iconici di Yu-Gi-Oh!, è tra gli esempi più lampanti. In generale, è comunque interessante notare che si tratta sempre di un fantasy occidentale visto dagli occhi di un mondo orientale completamente diverso.
L’artwork originale del Mago Nero, con la sua veste viola e una posa particolarmente movimentata, è molto lontana dalla nostra immagine occidentale su stregoni e maghi. In qualche modo, è un particolarissimo incontro tra tantissimi elementi eterogenei: i fantasy, i manga, i TCG, la cultura magica occidentale, gli yokai giapponesi ecc., che ancora oggi racconta tantissimo e non smette di appassionare gente da tutto il mondo.
E voi, cosa ne pensate di questo primo articolo della “Storia di Yu-Gi-Oh!”? In questa Pt. 0 siamo andati a ripercorrere la storia dell’anime e del manga, necessaria per comprendere al meglio i primi meta del TCG, rilasciato proprio in quegli anni.
Nella prossima parte inizieremo a parlare di carte e meta veri e propri, in particolare andremo a trattare i primissimi prodotti rilasciati da Konami: “Leggenda del Drago Bianco Occhi Blu” e i primi due Starter Deck rilasciati: “Starter Deck: Yugi” e “Starter Deck: Kaiba”, esplorando i deck più diffusi del tempo, le carte più potenti ed utilizzate e anche le primissime banlist.
Con l'elegante ritardo a cui siamo abituati, dal 7 novembre Look Back è finalmente disponibile…
Incredibile ma vero, Red Dead Redemption è finalmente disponibile su PC, piattaforma su cui non…
Come quasi ogni saga videoludica "longeva", nei due decenni abbondanti della sua vita anche quella…
Tra i giochi indie che negli ultimi anni hanno più smosso anche i gamer più…
Kyoutarou Azuma, talentuoso e versatile disegnatore di manga, apparteneva alla nutrita schiera di autori esteri…
Anche quest'anno si è concluso il Lucca Comics & Games, e, come tutti gli anni,…
Questo sito utilizza i cookies.
Scopri di più