Impegnato nel doveroso rewatch di Sound! Euphonium vista l’uscita della terza stagione, mi sono ritrovato di nuovo davanti a Liz and The Blue Bird, film quasi spin-off della saga che si colloca tra la fine della seconda e il lungometraggio Our Promise: A Brand New Day.
Liz and the Blue Bird è un po’ diverso dal resto della serie. Il focus della storia si sposta da Kumiko e Reina, copre un arco temporale ristrettissimo ma soprattutto la direzione è stata affidata a Naoko Yamada.
Liz and the Blue Bird infatti è l’ultimo film della giovane regista con l’amato Kyoto Animation prima della separazione. Un’opera imprevedibile che diventa manifesto della sua arte, geniale quanto sperimentale, in grado di raccontare la semplicità attraverso suoni ed immagini come mai visto prima.
Ma cosa rende così unico Liz and the Blue Bird? Scopriamolo insieme nel nostro approfondimento.
Per capire come Liz and the Blue Bird rappresenti il culmine di una fase della carriera della Yamada, occorre un attimo inquadrare la regista giapponese. Nata a Kyoto nel 1984, appena laureata inizia a lavorare come animatrice per Kyoto Animation. I primi lavori come regista di episodi arrivano con la messa in onda di Clannad per poi assumere il ruolo director per un progetto che riscuoterà parecchio successo, K-On!.
K-On! e l’esordio alla regia rappresentano il punto di partenza di una carriera e di uno stile di direzione ben preciso che la renderanno una delle registe più apprezzate degli ultimi anni. Cura maniacale della fotografia e un modo di raccontare delicato e unico che caratterizzano tutte le sue opere, prima in Tamako Market/Love Story e poi nell’immenso successo di A Silent Voice.
L’enorme impatto mediatico ha reso A Silent Voice la sua opera più importante ed apprezzata dal grande pubblico, ma è due anni più tardi, quando KyoAni deve animare il film sequel/spin-off di Sound! Euphonium che la mente creativa di Naoko Yamada raggiunge il punto più alto della sua carriera nello studio di Kyoto.
Liz and The Blue Bird è il punto di arrivo di questo processo evolutivo, il film manifesto dello stile Yamada in Kyoto Animation e del suo legame con la musica di Kensuke Ushio, determinante tanto in A Silent Voice quanto in Liz.
Ma oltre tutto questo e alle lunghe premesse, Liz and the Blue Bird è soprattutto la storia di due ragazze, vicine quanto tremendamente distanti, che aspettavano solo la Yamada per poter finalmente danzare insieme.
“Volevo che questo film fosse come due ragazze che ballano: il battito delle palpebre, un respiro, capelli che ondeggiano come un pendolo; che tutto quello di cui sono fatte le due ragazze diventasse musica.”
Così Naoko Yamada ha pensato di rappresentare la storia di Mizore e Nozomi, come una danza, dolce e delicata, ricca di momenti di rottura e tensione ma anche di dolcezza e commozione, messi in scena in un’opera artistica visionaria.
La storia racconta di due personaggi che abbiamo conosciuto nella seconda stagione di Sound! Euphonium, Mizore e Nozomi, e del loro rapporto non del tutto risolto dopo le vicende viste nella serie. Il brano scelto questa volta è la trasposizione musicale della fiaba Liz and the Blue Bird. Liz è una ragazza solitaria che un giorno incontra questo meraviglioso uccellino che decide di fermarsi a farle compagnia.
Le due diventano così amiche e vivono insieme ma l’uccellino blu non può rimanere chiuso in gabbia per sempre e così Liz, dopo essere arrivata alla dolorosa conclusione che è necessario lasciarlo andare, saluta l’uccellino blu e lo libera.
Per Nozomi questa storia è un po’ come l’amicizia con Mizore. Lei non ha mai avuto grossi interessi al di fuori di Nozomi e la vede come uno scopo. Lo stesso oboe, nel quale eccelle, è lo strumento che ha preso in mano grazie a Nozomi. Mizore deve tutto a Nozomi, o almeno è così dal suo punto di vista.
Nell’opera musicale che il Kitauji deve rappresentare l’assolo più importante è un proprio un duetto tra l’oboe (Mizore) e il flauto (Nozomi), il saluto di Liz all’uccellino blu. Tra le due qualcosa non va e il loro rapporto sembra scivolare via e questo si sente nella loro musica.
Mizore e Nozomi cercheranno quindi di capire cosa fare della loro vita e del loro rapporto, sfruttando la storia di Liz e dell’uccellino blu come metafora dei loro sentimenti e mezzo di realizzazione delle loro vite e del loro rapporto.
Un racconto piacevole, dolce e delicato su un’amicizia toccante e vera che colpisce il cuore dello spettatore, reso divinamente dalla messa in scena della Yamada e del suo team, capaci di farci vivere in prima persona il viaggio emotivo delle due ragazze.
Lo staff di Liz and the Blue Bird è esattamente lo stesso di A Silent Voice: Kensuke Ushio alla colonna sonora, Futoshi Nishiya al character design e, ovviamente, Naoko Yamada alla regia. Mentre per il film precedente avevano sperimentato partendo da un manga, per questo nuovo film la Yamada e il suo team prendono un franchise già ben strutturato nel media (Sound! Euphonium) e lo modellano ad immagine e somiglianza della loro idea, della loro storia per Mizore e Nozomi.
Il risultato è semplicemente straordinario e innovativo. L’uso della fotografia è eccezionale: il taglio riconoscibile della Yamada, da sempre capace di catturare il dettaglio perfetto per esprimere la sensazione richiesta e l’emozione giusta, raggiunge un’espressione superlativa in questo film dove le immagini parlano da sole insieme ai silenzi e agli sguardi.
L’uso dello spazio inoltre è perfetto, soprattutto se pensiamo che l’intera pellicola è girata unicamente dentro la scuola. Mai per un secondo abbiamo una sensazione di ripetitività ma gli ambienti familiari riescono bene a suggerire il sentimento (che sia la solitudine di Mizore o la libertà della musica) che la Yamada vuole farci provare. Il tutto in netto contrasto con le scene della fiaba, colorate e vivaci in spazi aperti che sembrano usciti da un quadro impressionista.
Il mondo fiabesco e colorato è il luogo di Liz e dell’uccellino blu, la scuola è il centro del mondo di Nozomi e Mizore poiché non c’è mondo al di fuori di Nozomi per Mizore.
Futoshi Nishiya è artefice della rivoluzione nel character design, dove l’eccellente stile classico di KyoAni lascia spazio ad linee più sottili e forme più affusolate per un complessivo tocco più maturo dato ai personaggi.
Linee meno marcate e figure più adulte danno alla Yamada la possibilità di cogliere ogni piccolo movimento dei personaggi, ogni variazione dell’ambiente, ogni espressione fondamentale ai fini del trasporto emotivo nella narrazione.
Nelle scene più toccanti non servono parole. Sono i piccoli movimenti, i tremolii delle mani, la diteggiatura dell’oboe e uno sguardo a comunicare tutto. Una composizione armoniosa resa possibile non solo dal particolare cambio di stile impresso da Nishiya e Yamada, ma soprattutto grazie all’ambiente creato per le orecchie dello spettatore dalla musica di Kensuke Ushio.
Nulla spiega meglio il rapporto tra Kensuke Ushio e Naoko Yamada della prima scena del film, la camminata a scuola di Nozomi e Mizore. Mizore arriva a scuola, si volta e attende con ansia l’arrivo di Nozomi che la saluta e subito la segue. Una normale scena resa in maniera geniale con l’uso della musica, sincronizzata alla perfezione con ogni passo delle protagoniste, con ogni variazione ambientale.
Questa è la magia dei film di Ushio e della Yamada, una composizione perfetta dell’ambiente che fa da contenitore alla storia con un uso avanguardistico della colonna sonora a supporto delle immagini (pensate che Ushio e Yamada hanno usato veri oggetti di scuola per registrare i suoni). Il risultato è un’armonia unica, mai vista in altre opere del genere.
Armonia e delicatezza necessarie per rendere giustizia al rapporto di Mizore e Nozomi, alla loro crescita, alle loro difficoltà e, soprattutto, al loro ultimo duetto.
La parola d’ordine dettata dalla Yamada per il film è “decalcomania“, trasferire immagini e colori da una superficie all’altra. Per quanto le due immagini possano sembrare identiche, esse dovranno per forza avere delle differenza. Una tecnica usata da Ushio per scrivere gli spartiti della colonna sonora e che racconta alla perfezione i sentimenti di Mizore e Nozomi.
L’amore di Mizore verso Nozomi non sarà mai uguale a quello che Nozomi prova per Mizore ma è come se le due immagini si mescolassero andando a colmare le proprie mancanze. La rappresentazione del momento in cui le due immagini si completano è l’obbiettivo del film della Yamada e nella sequenza finale questo viene egregiamente messo in scena in un’emozionante chiusura (disJoint).
La Yamada è il deus ex machina di questo film, la grande mente dietro la resa impeccabile e meravigliosa di questo racconto. Senza Ushio e Nishiya, due che la comprendono e la stimolano pienamente, tutto ciò non sarebbe stato possibile. Liz and the Blue Bird è il capolavoro di questo team eccezionale, l’evoluzione dei concetti di regia e direzione visti in A Silent Voice ed ora portati a compimento. Un manifesto del talento di Naoko Yamada e delle sue idee.
La Yamada aveva tutto da perdere nel buttarsi in un’interpretazione così rischiosa, stravolgendo un franchise già strutturato e dando una sua chiave di lettura della storia. Ovviamente alla fine dei conti è lei che ha avuto ragione.
Liz and the Blue Bird, come ampiamente detto nel corso di questo approfondimento sviolinato, è un film eccezionale nel suo essere avanguardistico e al tempo stesso una delicata narrazione del rapporto tra due ragazze, che danzano per un’ora e mezza tra i loro sentimenti e le loro proccupazioni. Un film unico, quasi intimo nella visione, che ci tocca sin da subito grazie ad immagini meravigliose cullate da un sonoro semplicemente geniale.
A dir la verità, arrivato grazie al rewatch di Sound! Euphonium di nuovo davanti a questo film, ero un po’ preoccupato. La mia prima visione di questo lungometraggio mi ha lasciato ricordi travolgenti, ammaliato dalla regia della Yamada e ipnotizzato dai suoni di Kensuke Ushio. Ma quella visione mi aveva lasciato soprattutto una convinzione forte che avevo cullato cercando di non rivederlo mai per paura di perderla.
Una convinzione che, al termine del rewatch, è tornata prepotentemente e dubito che mi lascerà mai: Liz and the Blue Bird è il mio film preferito.
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