Lemonade è il volume di debutto di Margherita Meneguzzi, giovane illustratrice fiorentina che, grazie alla sua partecipazione al Job Arf nel 2022, viene selezionata da Green Moon Comics con cui firma il suo primo contratto per poter pubblicare la sua opera dall’ambientazione fantasy e dai toni molto bizzarri.
Scopriamo insieme cosa si trova in questo volume nella sua recensione.
Lemonade racconta il viaggio di Babsonia, principessa del regno dei maghi, alla disperata ricerca del padre, il sovrano disperso che partì 103 anni fa alla ricerca del loro nettare: la limonata. Durante il viaggio conoscerà Frankobert, uno strambo alchimista che, in cambio del suo aiuto, vorrebbe ottenere come ricompensa la tanto agognata ricetta per la pozione di eterna giovinezza, da secoli ricercata dagli alchimisti, un popolo di immortali composto interamente da vecchi.
Con questo incipit, si apre un viaggio alla scoperta di un mondo popolato da vampiri mangiauomini che mordendo trasformano chiunque in donna, demoni di ogni natura, sirene, uomini pesce e terribili troll pirati che daranno a Frankobert modo di trovare a poco a poco quel che cerca, ma anche a Babsonia di avvicinarsi sempre di più al padre perduto.
Al centro delle vicende troviamo Babsonia, una principessa che non ne vuole minimamente saperne di regnare, basando la sua intera caratterizzazione sull’essere libertina e sul cercare di ritrovare il padre perduto per non doversi accollare i suoi doveri. La ragazza è inoltre una maga che dimostra il fatto suo davanti ai pericoli, ma non ho particolarmente apprezzato il suo modo di ottenere ciò che cerca, che consiste prevalentemente nel concedere il proprio corpo all’ostacolo di turno affinché possa facilmente scavalcarlo.
Accanto a lei c’è Frankobert, uno strambo alchimista che nel corso del viaggio tenterà di trovare l’ingrediente segreto per la pozione che sta creando: quella dell’eterna giovinezza. Nonostante le loro stirpi siano acerrime nemiche da secoli, Frankobert diventa il compagno di viaggio di Babsonia. Fin da subito verrà morso da una vampira che gli farà crescere il seno, che sarà motivo di scherno in diversi momenti della vicenda.
Durante il loro viaggio incontrano Scott, un demone di fuoco che si unirà alla squadra. Egli, paradossalmente, nonostante sia quasi sempre considerato l’ultima ruota del carro per la sua origine demoniaca, è l’unico personaggio che dimostra una crescita effettiva in Lemonade, partendo come un nemico e un pericolo per Babsonia e Frankobert fino a rivelarsi essenziale per la loro ricerca.
Nonostante le premesse facciano intendere di essere davanti a un’opera che dovrebbe raccontare un viaggio, ho trovato Lemonade davvero carente in termini di sceneggiatura. La storia si incastra in un banalissimo ciclo di risoluzione di incontri con diverse specie nel mondo.
Tra l’altro, come già anticipato, spesso gli incontri si risolvono in maniera ripetitiva, con Babsonia che concede il proprio corpo alla popolazione di turno per ottenere indizi sulla sua ricerca e nuovi materiali per la pozione di Frankobert. Anche questi ultimi, purtroppo, scatenano reazioni a sfondo sessuale come l’eccitazione di determinate parti del corpo dell’alchimista.
Di base quasi tutto il racconto è quindi un susseguirsi di eventi che pongono Babsonia e Frankobert davanti a vicende sessualmente esplicite ma per niente contestualizzate. Non serve necessariamente uscire con una morale da ogni incontro, ma nemmeno scadere nello stesso ciclo di azioni.
Come anticipato, l’unico personaggio che risalta in Lemonade è Scott, un demone che fin da subito viene imprigionato e che cerca di dire la sua a ogni azione intrapresa da Babsonia e Frankobert, ma inutilmente in quanto i due procedono quasi sempre per la loro tangente. Scott però, a un certo punto delle vicende, si scopre essere diverso da quello che tutti credevano che fosse, dimostrando che almeno un personaggio nelle vicende di Lemonade possa avere una crescita personale dall’inizio alla fine, cambiando completamente attributi ed emergendo personalmente su tutti.
Tra l’altro, la vicenda si conclude lasciando intendere che la storia che si legge tra le pagine di Lemonade sia in realtà stata disegnata da una Babsonia, ormai nonna, introducendo l’espediente della meta-narrazione in un modo forzato.
La parentesi meta-narrazione e l’intento di parodiare il genere fantasy giustificano lo stile grafico raffazzonato dell’intera opera: i nipoti di Babsonia criticano difatti la nonna proprio perché i disegni sono sproporzionati e genericamente brutti.
Effettivamente il tratto del disegno non è dei migliori, ma voglio credere che sia proprio dato dal fatto che si volesse concludere la vicenda in questo specifico modo, unito ai toni decisamente scherzosi che vuole presentare Lemonade.
La critica maggiore però la pongo sull’impaginazione, che risulta all’occhio pesante e stancante perché davvero piena di tantissimi balloon e di vignette vuote di intermezzo che, invece di fornire dinamismo, rallentano la narrazione con inquadrature superflue. In questo, forse, uno stile di disegno diverso con una scelta di colori meno sul pastello avrebbe aiutato, ma ammetto che in questo modo il disegno si sarebbe completamente distaccato dai toni dell’opera.
Parlando del volume invece, tutto sommato il volume si presenta bene grazie alla sua copertina flessibile stampata però su una carta piuttosto rigida e con un effetto opaco su di essa.
La stampa delle tavole è di ottima fattura, la grammatura scelta risulta essere l’ideale per fumetti, specialmente se questi sono a colori e devono donare alla scala di colori la giusta visibilità.
Leggendolo però mi sono accorto che la rilegatura non è di buona fattura: infatti il fumetto, nonostante sia stato maneggiato delicatamente, presenta chiari difetti dati dall’usura in prossimità di dove è presente la colla per tenere insieme il volume. Inoltre, la scelta della copertina flessibile implica una naturale flessione del volume dandogli il sentore di usato già dopo una sola lettura.
Lemonade è letteralmente una limonata senza zucchero, un qualcosa di fortemente amaro che avrebbe avuto bisogno di una scrittura migliore degli eventi e uno sviluppo concreto per i suoi personaggi ad addolcirlo. Purtroppo nemmeno i disegni salvano l’opera, anche se per lo meno sono coerenti con l’intento comico-parodistico e il finale metanarrativo, considerato comunque fuori luogo e totalmente evitabile.
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