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Alan Wake: chi è lo “Scrittore Maledetto”?

Ho appena concluso l’avvincente esperienza di gioco di Alan Wake 2, l’ultimo capolavoro creato da Remedy Entertainment e Sam Lake, pubblicato il 27 ottobre 2023. Questo titolo si distingue per la sua straordinaria qualità tecnica, la perfetta alternanza tra scene live-action e sequenze di gioco, e una trama avvincente che mi ha lasciato a bocca aperta, superando le mie più rosee aspettative.

Vorrei dedicare particolare attenzione al protagonista, lo “scrittore maledetto” Alan Wake. Dopo essere rimasto intrappolato nel Luogo Oscuro per tredici lunghi anni, come narrato nel primo capitolo, Alan ha continuato a scrivere storie nel tentativo di trovare una via d’uscita. In questo secondo capitolo, Alan ci presenta due nuovi romanzi: Initiation, che racconta i suoi sforzi per fuggire dalla New York del Luogo Oscuro, e Return, che vede come protagonista una detective dell’FBI, Saga Anderson.

In questo articolo, esploreremo l’evoluzione del personaggio di Alan, il quale, nonostante sia stato assente per più di tredici anni (a parte Alan Wake: The American Nightmare e il DLC di Control, in cui ha fatto un ritorno in grande stile), ha continuato a scrivere storie nella speranza di tornare dala sua amata Alice.

Prima di procedere, è importante fare una premessa: questo articolo conterrà numerosi spoiler riguardanti sia Alan Wake che Alan Wake 2, inclusi dettagli della lore. Se non avete ancora giocato ai giochi o volete evitare spoiler, potete utilizzare il menù qui sotto per navigare tra i contenuti in modo sicuro.

Un infanzia tormentata dagli incubi

Per spiegare l’infanzia di Alan Wake, ci facciamo aiutare da una strofa della canzone Herald of The Darkness, cantata dagli Old Gods of Asgard (Poets of The Fall nella vita reale, ndr) nel corso delle vicende di Alan Wake 2:

“Da quel che so sei cresciuto in un ambiente ben protetto, con le belle store della mamma e i tuoi incubi inventati”

“E la mamma mi diede un Clicker magico, beh sì non credo sia sbagliato dirlo.”

“Quindi fin da piccolo ti piacevano le storie?”

“I miei sogni accendevano l’immaginazione.”

“E avevi incubi giorno e notte?”

Sì, ma con il Clicker riuscivo a scacciare via le paure.”

Questa piccola strofa della canzone è molto emblematica, e spiega perfettamente l’infanzia del nostro scrittore: fin da piccolo, Alan Wake era tormentato da incubi in cui egli si ritrovava sprofondato nell’oscurità. Per aiutarlo, la mamma gli regalò un piccolo interruttore magico: il Clicker, in grado di scacciare via l’oscurità ogni qualvolta venga premuto. Questo oggetto sarà centrale nelle vicende future dello scrittore, in entrambi i capitoli della saga, ma anche nello spin-off Alan Wake: The American Nightmare.

Il primo successo e la fama improvvisa

Ispirato dai suoi incubi ricorrenti, il giovane Alan Wake cominciò a coltivare la sua passione per la scrittura, creando storie crime e thriller ambientate in una New York dominata dalla corruzione, che vedevano come protagonista il detective Alex Casey. Il suo primo romanzo, Departure, ottenne un successo straordinario, rendendo Alan un autore bestseller.

Tuttavia, la rapida fama ebbe un impatto non indifferente sulla vita privata di Alan e di sua moglie, Alice. Lo scrittore si immerse nella vita notturna dei club più esclusivi di New York insieme al suo manager e grande amico Barry Wheeler. Come riportato in un articolo trovato nella Casa di Riposo “Valhalla”, in Return 5 di Alan Wake 2, “Alan Wake sta ridefinendo il concetto di scrittore: i giorni degli autori solitari curvi sulle macchine da scrivere in stanze buie sembrano ormai lontani“.

L’articolo continua: “Wake vive la città con stile, è sempre presente nei locali più trendy, piacendo alla folla e ai paparazzi. Ma non è solo il suo lato socievole a renderlo unico: gli artisti spesso hanno un carattere difficile, ma Alan va oltre. Incidenti, scontri con fotografi, denunce: è come un treno inarrestabile di rabbia, meglio non trovarsi sulla sua strada! Come una vera rockstar, Wake distrugge gli stereotipi precedenti. È un ribelle autentico, da tenere d’occhio!

Tutta questa attenzione mediatica non giovò affatto alla vita sentimentale di Alan. Alice Wake, moglie dello scrittore e talentuosa fotografa, si sentiva sopraffatta dallo stile di vita fuori dagli schemi del marito. In un periodo in cui Alan lottava per trovare l’ispirazione per scrivere, non mancò di mostrare anche atteggiamenti aggressivi nei confronti della moglie.

Gli eventi di Bright Falls e il Luogo Oscuro

Segnalata la scomparsa del noto autore di bestseller Alan Wake, famoso per i romanzi di Alex Casey, nella cittadina di Bright Falls, in Washington. Alice Wake, moglie di Alan, non ha rilasciato dichiarazioni, ma è stata lei a segnalare alle autorità la scomparsa del marito. I misteri che circondano la scomparsa dello scrittore non finiscono però qui: anche altri abitanti della città risultano scomparsi nello stesso tempo. Non è chiaro se ci sia un collegamento tra le varie persone scomparse.”

Barry Wheeler, l’agente di Wake, ha dichiarato di non avere informazioni da fornire, nonostante fosse stato visto insieme a Wake a Bright Falls poco prima della scomparsa dell’autore. Alan Wake è stato spesso violento con la stampa e pare avesse problemi a disintossicarsi. La storia verrà aggiornata quando ne sapremo di più.

Questo è ciò che recita un articolo di giornale rilasciato in seguito alla misteriosa scomparsa improvvisa di Alan da Bright Falls, nell’anno 2010, durante una vacanza insieme alla moglie per cercare di superare un momento difficile della loro relazione, ma anche per ritrovare l’ispirazione per continuare a scrivere.

I due alloggiarono in un cottage sull’isola di Cauldron Lake, dove, intorno agli anni 70, alloggiò un altro famoso scrittore, Thomas Zane, insieme alla propria consorte, Barbara Jagger. La donna fu rapita da una misteriosa entità chiamata Presenza Oscura, che la trascinò nei fondali di Cauldron Lake; la stessa entità che rapì anche Alice Wake, costringendo Alan a salvarla.

Ben presto, lo “scrittore maledetto” scoprirà che Cauldron Lake non è un lago qualsiasi, ma un “Luogo del Potere”. Per capirci di più, utilizziamo i riferimenti presenti nell’altro videogioco dell’universo Remedy, collegato direttamente alle vicende di Alan Wake: Control. Cauldron Lake è un luogo in grado di dare vita all’arte e ai pensieri più profondi degli artisti: vittime precedenti del lago furono il già citato Thomas Zane e la band rock Old Gods of Asgard, formata da Tor e Odin Anderson.

Zane, dopo aver compreso le abilità del lago, scrisse una storia in grado di salvare la propria moglie dalla Presenza Oscura, ma non tutto andò secondo i suoi piani: preso dalla fretta, scrisse una storia incoerente, tale da far tornare la povera Barbara sotto forma di un’entità demoniaca, priva del cuore. Per salvare il mondo dall’oscurità incombente, Thomas decise di trascinare Barbara e sè stesso nei fondali di Cauldron Lake, non prima di aver inserito nella storia un nuovo protagonista: Alan Wake.

Proprio così, lo scrittore Alan Wake non è altro che una creazione dei romanzi di Thomas Zane: grazie alla guida dei manoscritti di quest’ultimo, che sembrano in grado di predire gli eventi che coinvolgono direttamente e indirettamente Wake, egli si ritroverà ad affrontare l’oscurità che avvolge Bright Falls, rinchiudere la Presenza Oscura e salvare la propria moglie.

Per fare ciò, Alan decide di inserirsi nel suo romanzo di successo, Departure, prendendo il posto del detective Alex Casey. Per dare vita a questa nuova storia, Alan si servirà di un Oggetto del Potere: la macchina da scrivere. Come per il Luogo del Potere, gli Oggetti del Potere sono oggetti in grado di conferire all’utilizzatore dei poteri soprannaturali; in questo caso, il poter mutare gli eventi a proprio piacimento. Un altro Oggetto del Potere presente in Alan Wake è, per esempio, il Clicker, in grado di dare vita agli eventi descritti nei romanzi stesi sulla Macchina da Scrivere.

La scomparsa di Alan e la permanenza nel Luogo Oscuro

“Ero intrappolato qui. Lo ero da anni. Fuori dalla realtà, da ciò che noi consideriamo reale. Ho scritto per trovare una via d’uscita. Ho scritto per dominare questo luogo. Per imparare i suoi segreti. Usare quella conoscenza per riscrivere la mia realtà. Un tempo scrivevo libri gialli ambientati a New York. Finché non ne ho avuto abbastanza. I libri di Alex Casey. Un detective che risolveva casi di omicidio, corruzione e follia nella città oscura. Questo posto ha attinto alla mia mente inconscia. Ha attinto da lì. Trasformava ciò che rubava in un incubo che prendeva forma intorno a me. Un mistero. Un racconto poliziesco. Avevo bisogno di un detective che mi guidasse. Gli echi di Casey mi perseguitavano.”

Queste parole ci vengono dette dallo scrittore durante una delle visioni nascoste nella Remastered del primo capitolo della saga: Alan è intrappolato nel luogo oscuro già durante le vicende di Alan Wake, e l’unico modo per uscire è scrivere, creare storie che lo conducano fuori dal Luogo Oscuro. Questo luogo ha il potere di rendere realtà anche i suoi pensieri più oscuri, motivo per cui Alan deve imparare a controllarlo e sfruttarlo a suo vantaggio.

Ma facciamo un passo indietro, eravamo rimasti ad Alan intento a salvare la propria moglie, e che l’unico modo per farlo era scrivere una storia in grado di farla uscire dal lago. Mano a mano che le vicende proseguono, lo scrittore si renderà conto che Thomas non riuscì a salvare Barbara, anzi, rischiò di far sprofondare il mondo intero nell’oscurità a causa dei suoi errori. Per non commettere il suo stesso errore, Alan decide di rinchiudere sè stesso nel Luogo Oscuro, facendo così riemergere Alice da Cauldron Lake (“In una storia dell’orrore, l’eroe è colui che paga il prezzo più elevato”, tratto dal romanzo Return, ndr).

Egli rimarrà segregato nel lago per tredici anni, durante i quali continuerà a scrivere per tentare di fuggire.

Il primo tentativo di fuga: The American Nightmare

Un primo tentativo coincide con il primo e unico spin-off della serie: Alan Wake: The American Nightmare. Alan si ritrova in una città fittizia, nata dalle sceneggiature che aveva scritto anni prima per il serial televisivo Night Springs. Qui, lo scrittore approfondisce la sua conoscenza dell’entità oscura di cui è prigioniero, scoprendo che Bright Falls non è l’unico luogo al mondo in cui l’oscurità minaccia di prendere il sopravvento. Un altro elemento di connessione è il Signor Graffio, un doppelgänger di Alan incontrato alla fine del primo capitolo, che ora sembra tormentare i suoi conoscenti tramite apparizioni nei loro sogni, mentre il vero Alan è prigioniero delle tenebre.

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Questo doppio sembra essere una creatura oscura, incline a omicidi e torture, capace di viaggiare attraverso realtà diverse. Dopo aver sconfitto diverse ondate di nemici attraverso ripetizioni dei tre atti della puntata originale di Night Springs, Alan riesce a sconfiggere il Signor Graffio distruggendolo dall’interno, ma l’essenza oscura da cui è nato è ancora viva e pronta a farlo tornare.

Come detto precedentemente, in American Nightmare abbiamo l’opportunità di approfondire la figura del Signor Graffio. Alla fine del primo gioco, vediamo Alan dividere se stesso, dando vita al suo doppelgänger oscuro. In questo spin-off, scopriamo che il Signor Graffio ha vissuto su un piano di esistenza alternativo, godendosi una vita fatta di eccessi, violenza, alcol, denaro e potere per un periodo di tempo non specificato. Afferma di essere nato dalle voci che circolavano su Alan a Cauldron Lake durante le indagini del primo gioco e grazie al potere del lago è riuscito a prendere forma fisica.

Nel finale, nonostante la sconfitta del Signor Graffio e il salvataggio di Alice, si lascia intendere che tutto sia avvenuto all’interno di un sogno e che anche se il doppelgänger fosse stato sconfitto, difficilmente sarebbe morto. Non potrebbe vivere nel piano dell’esistenza o lasciare completamente il Luogo Oscuro, proprio come Alan, che in realtà è ancora nella casa di Cauldron Lake a scrivere il romanzo Return. Nel secondo capitolo della serie, diventa chiaro che a scrivere Return è in realtà il Signor Graffio, anche se le due entità vengono affrontate in modo molto più psicologico rispetto a Alan Wake: The American Nightmare.

La consapevolezza dei suoi poteri e il nuovo Alan Wake

“Il Luogo Oscuro era un sogno da svegli senza fine. Vedevo visioni, trasportate dal flusso e riflusso dei diversi stati onirici. Si insinuavano nella realtà dell’aldilà. Cose con cui avevo un legame, ma anche cose che non potevo conoscere. Le ho usate nella mia scrittura. Per renderlo reale. In modo che le parti che non lo erano lo diventassero. E c’erano visioni che sapevo non essere reali. Idee che avevo perso. Spesso di Casey. Avevo scritto di lui per anni. Ho usato anche loro. Le bugie dovevano sembrare vere perché diventassero vere. Avevo sempre scritto in questo modo? Anche prima? Avevo visto le cose senza rendermi conto di vederle? Pensando che fossero mie. Era questa l’ispirazione per me?”

Queste parole sono pronunciate da Alan nella seconda visione nascosta del primo capitolo, e sono cruciali per comprendere i poteri dello scrittore.

Alan rivela di avere visioni e sogni su eventi che accadono nel mondo reale; sia su cose a cui è legato, sia su cose completamente estranee a lui. Ipotizza che forse questa è stata la sua fonte di ispirazione anche prima di entrare nel Luogo Oscuro. In altre parole, proprio come i fratelli Anderson (Old Gods of Asgard), Alan Wake è chiaroveggente. Ha usato le sue visioni per l’arte e ora le usa per navigare nel Luogo Oscuro e anche per tenersi in contatto con il mondo reale.

Questa è una prospettiva davvero interessante sulla trama e sul funzionamento del Luogo Oscuro: la visione mette in luce il legame tra le visioni di Alan e la sua capacità di scrivere storie che diventano realtà nel Luogo Oscuro.

I romanzi di Alex Casey, basati su un agente dell’FBI con lo stesso nome, sembrano essere il punto di contatto tra la realtà e il mondo delle visioni di Alan. L’interesse dell’agente Nightingale per lo scrittore nel primo capitolo potrebbe derivare dalla sua consapevolezza del potere di chiaroveggenza, simile a quello degli Anderson e di Zane.

Il blocco dello scrittore di Alan potrebbe essere stato causato dal fatto che non riceveva più visioni su cui basare i suoi romanzi. Tuttavia, le visioni non si sono fermate del tutto, come dimostrato dal suo incubo ricorrente su Clay Steward e la baita, che si manifesta all’inizio del primo titolo.

La citazione “Li ho usati nella mia scrittura per renderlo reale, in modo che le parti che non lo erano lo diventassero” sottolinea la necessità per Alan di basare le sue storie su eventi reali per renderle efficaci nel Luogo Oscuro. Le sue bugie devono sembrare vere affinché diventino realtà, evidenziando l’importanza dell’inconscio collettivo nella creazione della realtà nel Luogo Oscuro.

Infine, l’ipotesi che il salvataggio dall’esterno potrebbe non essere opera dell’FBC aggiunge un’altra intrigante sfumatura alla trama, suggerendo che altri poteri o forze potrebbero essere coinvolti nella situazione dello scrittore. Come scopriremo nel secondo capitolo, questa figura sarà la detective dell’FBI Saga Anderson.

Return: un nuovo orrore attende Bright Falls?

“Un inizio. Una foresta primordiale. I colori dell’autunno. La nebbia. Un lago di caldera. L’eco del silenzio. Forte. È troppo tardi per sentire le parole. L’uomo, nudo. Striscia verso la riva. Come una nascita. Dire questo sarebbe una bugia. Non c’è niente di simile a una nascita. Al contrario. Si alza in piedi barcollando. La carcassa di un cervo giace sulla riva. Sta marcendo. In mezzo a legni alla deriva.

L’uomo ha paura. È fuori di sé. Chi è? Lui stesso non lo sa. Le onde scure lo hanno spazzato via. Una pagina bianca dove verrà scritta questa storia dell’orrore. Ricorda l’oscurità. Sente l’ombra che si abbatte su di lui. Che lo insegue. Deve scappare. Corre verso la foresta. Verso un destino peggiore della morte.”

La terza visione è probabilmente la più importante: ci porta direttamente agli eventi di Alan Wake 2, ed è una bozza del nuovo romanzo di Alan: Return. Il manoscritto del primo capitolo era stato concepito come un thriller e come tale era iniziato. È stato poi trasformato in un horror, in quanto influenzato dalla Presenza Oscura. Tuttavia, il gioco non si è mai spinto troppo in territorio horror.

American Nightmare era stato scritto come un episodio di Night Springs e l’intero gioco ne aveva l’aspetto. Una discreta dose di umorismo, situazioni assurde, scrittura sdolcinata e nessun vero lieto fine, anche se poteva sembrare tale. In questo caso, lo spin-off della saga allude ad un Alan ancora inesperto, non in grado di dominare i poteri del “Luogo Oscuro”.

Ora Alan è maturato, dice che sta scrivendo una storia horror, quindi possiamo aspettarci che l’intero gioco sia scritto di conseguenza. Una storia deve avere senso per chi la vive ma anche per la storia stessa. Il Luogo Oscuro è legato alle leggi del dramma e richiede che le storie siano equilibrate. Tutto ciò che è positivo deve essere compensato da qualcosa di sufficientemente drammatico, altrimenti il dramma arriverà da solo, senza essere invitato.

Quando si decide di scrivere una storia dell’orrore, devono accadere cose orribili. Il successo deve essere compensato da terrore e sangue, e il protagonista deve persistere anche quando la morte è quasi certa. C’è sempre un prezzo da pagare per un buon finale, e raramente finisce per essere un lieto fine.

Corre verso la foresta, verso un destino peggiore della morte”.

Se all’inizio potevamo pensare che il protagonista della visione fosse lo stesso Alan, il prologo di Alan Wake 2 ci smentisce categoricamente: l’uomo di cui si parla è l’agente Nightingale, entrato nel Luogo Oscuro alla ricerca dello scrittore, scomparso tredici anni prima nello stesso lago di Cauldron Lake, da cui lui ora emerge.

Initiation: l’opera definitiva di Alan Wake

Attenzione, in questo due paragrafi conclusivi sono presenti pesanti spoiler riguardo le vicende di Alan Wake 2: se non lo avete ancora giocato, vi consiglio di saltare questa parte.

Come detto prima, nel secondo capitolo ci troviamo di fronte ad un Alan Wake maturato, consapevole dei poteri di Cauldron Lake e del Luogo Oscuro: dopo anni di preparativi, ora è pronto per fuggire.

Durante la sua permanenza, egli ha scritto due nuovi romanzi: Return e Initiation. Mentre Return si pensa sia stato scritto da un Alan Wake sotto la completa influenza della Presenza Oscura, Initiation rappresenta la sua ultima speranza di fuggire dal Luogo Oscuro.

Ma andiamo con ordine: Initiation narra nuovamente le vicende di Alex Casey, il detective di New York protagonista di Departure, che questa volta dovrà indagare su una serie di omicidi commessi da un gruppo di fanatici chiamati Setta della Parola, che sembrano agire a nome dello scrittore scomparso tredici anni prima Alan Wake.

Servendosi di tre luoghi dell’omicidio ben distinti, Alan si sostituirà nuovamente al detective da lui inventato, creando, attraverso quattro persone morte nel Luogo Oscuro (Nightingale, gli agenti Mulligan e Thornton e la vecchietta Cynthia Weather, già apparsa durante gli eventi del primo capitolo di Alan Wake) un punto di collegamento con il mondo al di fuori di Cauldron Lake (questi quattro saranno anche i boss affrontati da Saga Anderson durante le vicende di Return, ndr).

L’obiettivo di Alan è molto semplice, servirsi di questi collegamenti per tornare a Parliament Tower e ritrovare la moglie scomparsa.

Un viaggio nella mente dello scrittore

In questo paragrafo conclusivo cercherò di dare una mia interpretazione riguardo il finale di Alan Wake 2, del cambiamento avvenuto in Alan e del ruolo avuto dai due manoscritti trattati: Return e Initiation.

Partiamo da una premessa fondamentale, secondo me, Return non è un vero e proprio manoscritto a sé stante, ma parte di un romanzo ancora più grande, appunto Initiation. Questo perché le vicende si concludono esattamente come Alan aveva previsto si concludesse l’Iniziazione: con l’eroe (in questo caso Alan) cambiato e in grado di comprendere meglio se stesso e il mondo circostante, al punto da essere finalmente pronto a lavorare davvero per tornare. Per descrivere il cambiamento avvenuto nella mente di Alan, ci serviamo di due parole chiave:

  • Redenzione: Alan smette di pensare solo a se stesso, si sacrifica purché Saga e gli altri possano vivere, invece di cercare di sistemare tutto all’infinito. E credo che si possa notare come l’aver compreso che lui e il suo alter ego Graffio siano due facce della stessa medaglia, portando Alan a combatterlo in modo adeguato, sia da ricondurre a questo cambiamento.
  • Comprensione: Wake ora non solo capisce meglio se stesso e il suo cattivo, ma sa anche che può lavorare correttamente per uscire dall’intera spirale.

Lo scrittore ha superato l’iniziazione. Ha superato il rituale che lo preparava al ritorno (ed è morto/sacrificato come parte di questo rituale). Proprio come descritto da lui e dalla Setta della Parola durante lo sviluppo degli eventi del gioco. Quindi, sì, credo che questo gioco fosse solo l’Iniziazione mascherata da due diversi manoscritti (perché altrimenti ce ne sarebbero due in un unico gioco?) che fanno parte della storia del vero Initiation. La trilogia Departure-Initiation-Return per l’intera storia di Alan non è mutata. Alan Wake 3 sarà il vero e proprio “Return” dello scrittore maledetto, speriamo solo di non dover aspettare altri tredici anni per poterlo ammirare.

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Armando De Simone

Mi presento, mi chiamo Armando, amante della tecnologia e dei videogiochi fin da bambino. Sono un grandissimo appassionato di giochi di carte, soprattutto Yu-Gi-Oh!, e di videogiochi a carattere horror, in particolare la saga di Resident Evil, con il quarto capitolo in cima alla classifica dei miei videogiochi preferiti.

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Armando De Simone
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