Anime

Record of Ragnarok, la recensione: ottime scazzottate

Record of Ragnarok

6.7

COMPARTO TECNICO

6.0/10

CAST

7.5/10

SCRITTURA

7.0/10

REGIA

6.0/10

DIREZIONE ARTISTICA

7.0/10

Pros

  • Combattimenti originali e ben studiati
  • Soundtrack e sigle perfette per accompagnare l'azione

Cons

  • Design dei personaggi spesso non impeccabile
  • Personaggi femminili stereotipati o poco personalizzati

Shūmatsu no Valkyrie: Record of Ragnarok è un manga scritto da Shinya Umemura e Takumi Fukui, ma disegnato da Ajichika. Inizialmente pubblicati sulla rivista Monthly Comic Zenon, i capitoli sono poi stati raggruppati in volumi tankōbon e, nel 2021, è uscita su Netflix la serie anime arrivata già alla sua seconda stagione.

La storia inizia con gli dèi che, riuniti nel Concilio del Valhalla, decidono all’unanimità di distruggere la razza umana. Ad opporsi c’è Brunilde, la leader delle Valchirie che, per permettere agli uomini di vivere altri mille anni, propone la creazione del torneo del Ragnarok: tredici umani dovranno scontrarsi con tredici divinità, fino alla morte della loro anima. Quale fazione raggiungerà per prima la maggioranza delle vittorie?

Ancora non ci è dato saperlo. Nel frattempo però, ecco le nostre opinioni sulla serie!

Il torneo Ragnarok

Leggendo solo la trama si potrebbe pensare che, oltre alle sfide del Ragnarok, almeno un paio di minuti siano dedicati a filosofeggiare su quanto la razza umana sia degna di vivere altri mille anni. Magari ci si immagina alcune divinità che, commosse per il discorso di un umano, cambiano idea e cominciano a pensare che forse, oltre a guerre e inquinamento, sulla Terra ci sia qualcosa in più.

Beh, no! Gli dèi vogliono vincere a tutti i costi, gli umani anche, ed entrambi lo dimostreranno a suon di pugni. Tutto ruota ovviamente attorno al torneo, i combattimenti durano diversi episodi e non c’è spazio per le riflessioni profonde sull’essere degni o meno della vita.

Entrambe le fazioni proporranno guerrieri nobili e perfidi, e a vincere non sarà necessariamente quello dall’animo più puro. Come andrà a finire tra Poseidone, che ha ucciso il suo stesso fratello, e Sasaki Kojiro, sempre sorridente? Sarà il generoso Eracle ad avere la meglio, o Jack lo Squartatore?

I momenti in cui non ci sono spargimenti di sangue vengono occupati quasi totalmente da flashback dei due in campo: le storie di dèi e umani vengono raccontate un po’ seguendo la tradizione e un po’ con l’aggiunta di elementi fantasiosi. Le spiegazioni sul loro passato servono per conoscere meglio i personaggi e i loro stili di combattimento, ma anche per spezzare il ritmo della lotta.

Ciò non significa che gli episodi siano leggeri, anzi, in questo modo il brodo si allunga di parecchio. Senza contare che ogni tecnica viene commentata e con tanto di numerose reazioni, sia da parte del pubblico sia da Brunilde e dalla sorellina Göll.

Basta pensare a come i dieci episodi della seconda stagione siano dedicati solo a tre scontri, un metodo di narrazione che potrebbe dare fastidio allo spettatore ma se si vuole iniziare Record of Ragnarok bisogna metterlo in conto!

Personaggi femminili

Verrebbe anche spontaneo chiedersi come, essendo gli dèi esseri superiori, gli umani possano solo pensare di conquistare una vittoria.

Si parte dal presupposto che i combattenti scelti siano già dei prodigi, con abilità superiori a quelle degli uomini comuni. L’aiuto definitivo poi arriva dalle Valchirie: tramite il patto völundr queste si trasformano in armi perfette per il proprio umano, con cui moriranno in caso di sconfitta.

Nonostante l’importanza, le Valchirie sono estremamente marginali: vengono a malapena presentate prima di entrare in campo, e descritte con qualche becero flashback se perdono la vita. Dato che lo spettatore non è affezionato al personaggio, queste scene risultano abbastanza inutili, se non per vedere le abbozzate reazioni di Brunilde e Göll.

A proposito di queste ultime, sono le uniche che vengono minimamente approfondite. O meglio, di cui la personalità è giusto un po’ più chiara: la prima, composta e riflessiva, è l’organizzatrice del Ragnarok per la fazione umana; la seconda, molto emotiva, è la più piccola delle Valchirie.

Per qualche strano motivo, i creatori della serie hanno deciso di affibbiare a loro anche dei momenti comici. Questi stonano parecchio con il resto delle vicende e sono quasi tutti basati su un cambio di atteggiamento di Brunilde, che per qualche secondo abbassa le difese del carattere distaccato, o sull’infantilità della sorella minore.

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Nemmeno commentabile è invece ciò che avviene con Thrud, la Valchiria aiutante di Raiden: lui le si fionda sul petto senza nemmeno conoscerla, e lei si innamora di colpo. Se sono queste le scene in più che hanno deciso di darci sulle dodici sorelle, tanto vale rimanere ai flashback insensati.

Insomma, Record of Ragnarok non presta molta attenzione ai personaggi femminili (a meno che non abbiano un seno così grande da dover essere sorretto da statue di pietra, più comico di Brunilde che divora dei dolcetti dopo una sconfitta) e risultano tutti davvero poco studiati.

Anzi, a parte la dea Afrodite e le Valchirie, si può dire che non ce ne siano proprio.

Animazione, stile e CGI

Il primo elemento discutibile sulla grafica sono le scene in cui viene mostrato il pubblico, ovvero un’antiquata immagine immobile nonostante l’audio faccia percepire il contrario. Animare grandi masse di persone è difficile e costoso, quindi spesso si utilizzano stratagemmi come sagome, movimenti standard ripetuti o, come in questo caso, immagini fisse, ma il risultato che si viene a creare in Record of Ragnarok è quasi sempre un effetto sgradevole.

Tra i frame che durano pochi secondi e il caos della lotta, la serie si guarda tranquillamente, ma degli occhi esperti potrebbero notare le frequenti tangenti nei disegni: linee che appartengono a più elementi e che si sovrappongono, andando a disturbare l’armonia del disegno. Di solito, infatti, le parti dei disegni vengono staccate o sovrapposte.

Con un occhio attento, invece, si può notare come sembra che all’interno della stessa serie ci siano stili del tutto differenti nei design dei personaggi. Tornando a Brunilde e Göll: la prima ha vestiti sfarzosi, pieni di merletti e dettagli, ciocche di capelli ben posizionate e uno sguardo affilato; la seconda indossa giacca e pantaloncini, ha i classici occhioni lacrimosi degli anime e in generale è molto meno caratterizzata. Poseidone e Adamo, invece, sembrano la stessa persona immaginata da due menti diverse.

Forse, è successo proprio questo: Shinya Umemura e Takumi Fukui hanno creato con le proprie differenti (ma altrettanto belle) fantasie i vari personaggi, e Ajichika li ha disegnati nonostante fossero così dissonanti tra loro.

Nella seconda stagione c’è un miglioramento generale della grafica, persino alle immagini del pubblico viene dedicata più attenzione. La vera novità è però l’utilizzo di alcune animazioni in CGI (computer generated imagery, immagini create con la computer grafica), sempre più frequenti negli anime di questi ultimi tempi.

Soundtrack e sigle

Un anime così tanto incentrato sulla lotta non può non presentare soundtrack vivaci, che in questo caso sono un grandissimo punto a favore.

Il picco massimo viene raggiunto, però, quando Jack lo Squartatore canticchia il suo stesso tema: London bridge is falling down. Si viene così a creare un elemento aggiuntivo nella caratterizzazione del personaggio e un’atmosfera perfetta per rappresentarlo.

Davvero riuscita è anche la sigla della prima stagione: rock, movimentata, infuocata, dopo averla sentita si è abbastanza gasati da vedere un torneo tra dèi e umanità. Quella della seconda stagione è più tranquilla, visivamente si concentra più sulla presentazione dei personaggi che sulle scene di lotta, ma in generale anche lei ha il suo perché.

In conclusione…

Record of Ragnarok è la serie giusta per chi ha voglia di godersi ottime scazzottate tra esseri umani fuori dal comune e divinità. Anche il manga da cui è tratto è un’opera avvincente che ci sentiamo di consigliare agli amanti del genere, ma non c’è dubbio che sotto sotto un po’ tutti preferiamo quando i combattimenti vengono animati, c’è più dinamicità!

Sicuramente non siamo difronte ad un capolavoro ma Record of Ragnarok riesce comunque a cavarsela per quanto riguarda l’azione, la vera protagonista della serie. Se cercate scazzottate tra personaggi iconici questa è la serie che fa per voi e se vi ho convinti a guardarlo allora, buona visione!

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Mic

Stereotipo di ragazza timida con la testa fra le nuvole, appassionata di libri fantasy, mondo orientale, film e serie tv. Prima o poi vorrei pubblicare un'opera tutta mia, e scrivere articoli su ciò che mi piace sembra un ottimo inizio!

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