Il manga di Superman realizzato per il mercato giapponese da Tatsuo Yoshida, fondatore della Tatsunoko Production (Yattaman, Kyashan, Gatchaman), è un caso più unico che raro.
Esiste infatti una lunga tradizione di manga che adattano supereroi americani al gusto nipponico, come il celeberrimo Batmanga di Jiro Kuwata, nato per sfruttare il successo della serie tv di Batman del 1966 con Adam West e recentemente ristampato da Panini Comics.
Ma l’opera di Yoshida, nonostante il successo ottenuto in patria (ben 14 volumi pubblicati), si discosta notevolmente dai suoi discendenti, essendo tra l’altro la prima della sua categoria.
Eppure, nonostante il valore filologico, non è mai stata ristampata né in Giappone né all’estero, rendendo la sua storia e quella del suo autore ancora più meritevoli di essere divulgate.
Tatsuo Yoshida nasce a Kyoto nel 1932, e sin da giovanissimo mostra uno spiccato talento nel disegno e una grande passione per i fumetti.
Durante il periodo dell’occupazione statunitense del Giappone, molti soldati USA portano con sé dei fumetti per passare il tempo. Questa usanza permette a Tatsuo e i suoi fratelli maggiori Kenji e Toyoharu di entrare in possesso di alcune copie del Superman di Jerry Siegel e Joe Shuster, fumetto di supereroi americano pubblicato dalla casa editrice National Comics (oggi DC Comics), all’epoca tra i più popolari in assoluto.
Tatsuo in particolare resta stregato dalle storie dinamiche e piene di azione dell’Uomo d’Acciaio e da quel momento in poi decide di diventare un fumettista.
Comincia quindi a lavorare come illustratore per il giornale Mayako Shimbun di Kyoto, per poi trasferirsi nel 1954 a Tokyo per intraprendere la carriera di mangaka.
Insieme allo scrittore Ikki Kajiwara (Rocky Joe, Tiger Mask) dà vita alla serie spokon Tetsuwan Rikiya (1954), che riscuote un immediato successo.
Diventa poi famoso come autore di opere automobilistiche come Pilot Ace (1960-1964), Mach Sanshiro (1960-1961), Hayabusa Q (1961-1963) e Speed Bun-Chan (1962), fino ad attirare le attenzioni delle casa editrice DC Comics, detentrice dei diritti di Superman, che nel 1959 lo sceglie per realizzare la versione manga dell’Ultimo Figlio di Krypton per il mercato nipponico.
La genesi di questa pubblicazione si deve, come sarà per il Batmanga di Kuwata, al successo di una serie televisiva.
Nel 1959, grazie al programma Adventures of Superman, la fama dell’Uomo d’Acciaio si diffonde in tutto il mondo, poiché lo show viene tradotto e localizzato in numerosi paesi, tra cui il Giappone.
Un editore giapponese – del quale si sono perse le tracce – decide che i tempi sono maturi per pubblicare le storie a fumetti di Superman all’interno di una rivista settimanale, salvo poi raccoglierle in volumi (tankōbon) una volta terminata la serializzazione.
Inizialmente si opta per la semplice traduzione delle storie già pubblicate negli USA, che però non vengono apprezzate, sicché si decide che l’unica soluzione è fare adattare le storie americane ad autori locali, reinterpretandole tenendo conto dei diversi gusti dei lettori giapponesi, ruolo che viene affidato al giovane ma già popolare Yoshida.
In verità gli adattamenti del mangaka sono assai fedeli al materiale originale.
In pratica l’autore imita lo stile di Wayne Boring, all’epoca disegnatore principale del personaggio, ma lo adatta allo storytelling nipponico, soprattutto per quanto riguarda lo stile delle inquadrature e la messa in scena dell’azione.
Nel fumetto americano degli anni ’50 era assai comune rappresentare unicamente il momento iniziale seguito dal momento finale di un’azione, mentre il modo di fare giapponese, e di Yoshida di conseguenza, prevedeva anche la rappresentazione dei momenti intermedi, enfatizzando così il senso di movimento e la fluidità della narrazione.
Altra importante differenza era l’assenza del colore, in quanto il pubblico giapponese era già ampiamente abituato a leggere fumetti unicamente in bianco e nero.
L’adattamento viene molto apprezzato, contribuendo a spianare la strada all’autore e ai suoi fratelli per la fondazione della Tatsunoko Production nel 1962. Nel 1966, avrebbero creato una serie di corse, Mach Go Go Go, che sarebbe stata tradotta e trasmessa negli Stati Uniti come Speed Racer e in Italia come Superauto Mach 5. All’inizio degli anni ’70, avrebbero invece dato vita a Gatchaman, profondo innovatore delle serie super sentai, che divenne un successo mondiale.
Tra l’altro, proprio la passione dei fondatori per i fumetti di supereroi americani avrebbe ispirato la produzione di serie come Kyashan, Hurricane Polimar e il filone Time Bokan.
Yoshida sarebbe morto nel 1977, ma la Tatsunoko avrebbe continuato a essere una pilastro degli anime fino ai giorni nostri, mentre il suo autore è ancora oggi l’unico giapponese ad aver messo mano a un prodotto ufficiale di Superman, contribuendo a far conoscere il personaggio in Asia e influenzando centinaia di autori del continente.
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