Cinema&Tv

Peacemaker, la recensione: James Gunn approda in TV

Peacemaker

0.00
7.8

SCRITTURA

7.5/10

REGIA

8.0/10

COMPARTO TECNICO

7.0/10

DIREZIONE ARTISTICA

8.0/10

CAST

8.5/10

Pros

  • John Cena come Peacemaker
  • Lo stile irriverente di James Gunn
  • Scene d'azione ben coreografate
  • Gli ultimi due episodi

Cons

  • Il resto del cast viene completamente oscurato dal carisma di John Cena
  • Soprattutto nei primi episodi, l'umorismo diventa tediante
  • La trama non decolla subito se non dopo la seconda metà della serie

Dopo il grande successo di  The Suicide Squad – Missione Suicida James Gunn ritorna di nuovo nell’universo del DC Extended Universe, portando sul piccolo schermo una serie televisiva incentrata sul redivivo Peacemaker, il personaggio dei fumetti DC Comics interpretato da un John Cena in stato di grazia. Scampato dagli eventi del film a cui la serie fa da spin off Peacemaker entra a far parte di un nuovo progetto top secret architettato dall’agente federale senza scrupoli Amanda Waller (Viola Davis), al fine di ostacolare un’invasione aliena dalla forma lepidottera.

Lo stile James Gunn nella televisione

Come ormai ci ha abituato con le sue produzioni in casa Marvel, James Gunn riesce a riportare il suo stile e la sua personalità anche nelle serie tv su piattaforma streaming. Ogni cosa, sia dal punto di vista visivo che musicale, ricalcano perfettamente lo stile di James Gunn. La prima prova le abbiamo nei titoli di testa che accompagnano ogni episodio, che richiamano l’estetica dello stile glam rock tipicamente anni 70 che permea la serie per tutta la sua durata.

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Tuttavia, malgrado l’atmosfera gioviale e allegrotta tipica dei lavori del regista, anche i suoi più accaniti fan devono ammettere che, soprattutto in questa serie, lo stile di Gunn alla lunga può risultare pesante. I primi episodi della serie risentono molto della poca esperienza di Gunn con il racconto seriale. Con molto tempo a disposizione dopo aver delineato la trama e le motivazioni e le personalità dei personaggi, i restanti minuti sono costituiti da battute e gag che possono diventare piuttosto fastidiose

Questo perché il modo di scrivere di Gunn è più indicato per i film, dove un minor minutaggio consente maggiore ritmo e più enfasi alle battute dei personaggi. Battute che, ovviamente, devono aumentare di numero in prodotti più lunghi come le miniserie televisive, e solo alcune fanno effettivamente ridere.
Malgrado la prima parte di Peacemaker risulti effettivamente debole, la seconda metà riesce a distaccarsi dai toni più caciaroni dei precedenti episodi, regalando agli spettatori momenti che fanno capire il clamoroso successo della serie negli States.

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Una delle più grandi qualità di James Gunn infatti è saper ricercare oscuri personaggi dei fumetti a cui il pubblico generalista non ha mai dato confidenza e dargli una nuova linfa vitale, restando comunque in linea con le caratteristiche che rendono quel personaggio unico. Questo è successo con i suoi film sui Guardiani della Galassia e si ripresenta anche in questa serie, dove vengono portati alla ribalta personaggi di serie D come Peacemaker e la sua “spalla” Vigilante (personaggio che è apparso solo in una manciata di fumetti usciti intorno agli anni Novanta e mai più utilizzato, se non per qualche apparizione sporadica) e riuscendo a costruire attorno a loro forti personalità e background simpatetici che riescono  a fare  attaccare emotivamente qualsiasi spettatore.

John Cena, il “Mattattore”

Parlando di personaggi, è giusto spendere qualche parola riguardo il protagonista della serie e l’attore che lo interpreta, John Cena. Il cui entusiasmo nell’interpretare lo svalvolato giustiziere trasuda per tutto il tempo della sua performance, tanto che non sarebbe sbagliato pensare che tale immedesimazione sia uno dei motivi per cui questa serie risulti così godibile, ma allo stesso tempo ne evidenzia anche altrettanti difetti.

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Essendo il personaggio già apparso in Suicide Squad- Missione Suicida è naturale fare qualche parallelismo tra la serie e il film da cui è tratta. In Suicide Squad ciò che più funzionava era che ogni personaggio della Squadra Suicida aveva un suo quirk e una personalità che lo rendevano unico nel suo genere, e allo stesso tempo rendeva la chimica del gruppo estremamente più interessante. Aspetto, quest’ultimo, che nella serie traspare davvero poco, dato che tutto ruota attorno al solo Peacemaker ed è l’unico personaggio a cui venga dedicato un interessante approfondimento, togliendo spazio al resto del cast di personaggi.

Per conludere

Nonostante i suoi difetti, Peacemaker riesce a rendere al meglio negli ultimi episodi della serie, dove i maggiori archi narrativi della stagione vengono implementati e finalmente si vedono le interazioni tra Peacemaker e i membri del suo gruppo che tanto mancavano durante i primi episodi. Le situazioni si fanno più tese e il ritmo si fa più incalzante in preparazione al climax finale, con risoluzioni che difficilmente si può essere preparati a sostenere (preparate i fazzoletti).

Se riuscite a stringere i denti per l’effettivo cringe delle prime puntate, potrete godervi una bella serie con ottime performance, una trama accattivante, con diversi momenti di grande impatto emotivo e con scene d’azione tutto sommato molto ben coreografate. Peacemaker non è, almeno al momento, disponibile in Italia, né si hanno notizie sul quando e su quale piattaforma sarà disponibile la serie in futuro. La speranza è che HBO, che ospita la serie sulla sua piattaforma, HBO Max, raggiunga un accordo con il nostro paese, in cui la piattaforma non è ancora disponibile. Se tale accordo verrà raggiunto, è plausibile pensare che sarà Sky a distribuire Peacemaker, come già fatto con molti prodotti televisivi made in Warner.

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Carlos Tamila

Giornalista freelance e articolista a tempo perso, penso che anche i film, fumetti e videogiochi hanno qualcosa da raccontare se si scava un pò più in fondo e non ci si ferma alla semplice copertina.

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