Prima di parlare di Lore è necessario parlare di come sia innegabile che l ‘industria videoludica stia vivendo da qualche tempo un’esponenziale crescita evolutiva: partendo dagli albori, ogni genere ha avuto i suoi periodi d’oro, dagli FPS agli strategici in tempo reale, dagli MMO ai GDR, e così via, con un costante cambio di direzione e di produzione da chi, tali videogiochi, li crea. Ma c’è una cosa, in mezzo a tutto ciò, che è sempre stata una costante nei giochi orientati al single player: la narrazione.
Inizialmente venivano concepite trame abbastanza lineari, senza spunti e stili narrativi eccessivamente elaborati, nonostante molte fossero comunque storie decisamente di alto livello.
L’evoluzione, però, non ha tardato ad arrivare nemmeno in questo campo: grazie soprattutto (ma non solo) agli open world, anche personaggi, ambienti ed eventi del tutto secondari iniziarono a raccontare “qualcosa”, qualcosa che a sua volta era una conseguenza di altre storie ed avvenimenti, andando a creare un background in grado da fare da palco il più solido possibile a quella che è la storia principale.
Questa idea narrativa (chiaramente sempre esistita per libri, film e gli altri sistemi di intrattenimento “antichi”) prende il nome di “lore“, che viene definita in modo semplicistico come l‘insieme degli eventi e delle storie che raccontano in modo non lineare elementi di ogni tipo dell’intero mondo di gioco. Molte saghe videoludiche sono state addirittura in grado di creare dei veri e propri universi narrativi, che rendono la trama principale di un singolo videogioco non poi così “principale”, bensì soltanto una delle tante che caratterizzano tale universo.
In questi termini, i videogiochi hanno continuato a cercare di evolversi ulteriormente, andando a creare titoli Principalmente basati sulla lore piuttosto che sulla lineare sequenza di avvenimenti “presenti” che caratterizzano una campagna.
L’esempio più banale (ma al contempo lampante) riguarda la saga di Dark Souls, dove gli eventi che avvengono durante la durata dell’avventura sono estremamente meno influenti e rilevanti rispetto all’enorme quadro narrativo che vi è dietro, degno di essere conosciuto grazie all’esplorazione, all’attenzione e alla speculazione. Il giocatore meno attento, infatti, rischierebbe di ritrovarsi di fronte soltanto la cima di un iceberg immenso.
L’utilizzo della lore è diventato, specialmente negli ultimi anni, anche e addirittura un vero e proprio modo di raccontare una storia, e non solo un background: titoli definiti come “walking simulator”, i quali massimi esponenti sono i meravigliosi The Vanishing of Ethan Carter e What Remains of Edith Finch.
In questi titoli, il giocatore viene letteralmente fiondato in un mondo di gioco che, per quello che riguarda l’esperienza del protagonista nell’arco dell’avventura, non raccontano assolutamente niente; e qui, la lore entra prepotentemente a fare parte di un metodo di narrazione: nei suddetti titoli, infatti, è stato compito degli sviluppatori trovare dei modi il più originali possibile per raccontare progressivamente, dall’inizio alla fine, la storia (in questi due casi specifici, si passa da flashback a visioni di ogni tipo ecc.).
Chiaramente, essendo in molti casi estremamente longeva e complessa da scoprire, la lore dei vari universi videoludici è inevitabilmente fautrice di infinite discussioni all’interno delle community, andando a creare un bellissimo ed unico ambiente di speculazione, confronto e aguzzamento del cervello al fine di riuscire a comprendere qualcosa che è stato inserito volutamente celato all’interno della narrazione, sottoforma di lore.
In definitiva, la lore rappresenta al giorno d’oggi un qualcosa di fondamentale, che rende ogni titolo di ogni saga degno di essere giocato ed esplorato fino ai suoi anfratti più remoti, e che permette quindi a tale industria di continuare ad evolversi nel raccontare universi di storie sempre più belle, dettagliate e in grado di unire nel modo più accomodante e piacevole giocatori dall’interesse comune.
Con Il Robot Selvaggio, la Dreamworks continua sulla sua strada cercando di prendere soggetti originali,…
L'attesissimo gioco firmato Nomada Studio è finalmente arrivato. Neva è un puzzle platform 2D realizzato…
Nella recensione di Diablo 4 vi ho raccontato il mio primo viaggio a Sanctuarium, che…
Gli ultimi ricordi che si avevano dei Transformers al cinema erano legati alla fortunata quanto…
Nel corso degli anni, abbiamo assistito al rilascio di numerosi titoli videoludici dedicati al mondo…
Come disse il vecchio saggio, ogni viaggio prima o poi giunge alla fine: dopo nove…
Questo sito utilizza i cookies.
Scopri di più
Vedi commenti
Insomma, da quell che ho capito la Lore è l'equivalente del contesto narrativo in italiano
Insomma, da quell che ho capito la Lore è l'equivalente del contesto narrativo in italiano
Ho una domanda: Il termine Lore si può utilizzare anche in campo cinematografico o narrativo? Nel senso, è giusto dire "Lore di questo personaggio di questo film" o "Lore di questo personaggio di questo libro"?
Certo, ogni universo narrativo si basa sull'insieme delle storie di personaggi, luoghi, eventi che hanno a loro volta qualcosa da raccontare e che può esser definito "lore"