Tre anni hanno separato Sekiro da Elden Ring. Tre anni di notizie scarse, interviste criptiche, trailer leakati e conferenze passate a sognare informazioni per l’ultimo titolo di casa From. I fan di tutto il mondo hanno trascorso questi anni immaginando come sarebbe potuto essere Elden Ring e fortunatamente ora possiamo finalmente dire di conoscere e aver compreso questo capolavoro.
Elden Ring è la nuovissima IP di From Software, pubblicata da Bandai Namco, che ha come obiettivo quello di prendere tutto ciò che i fan hanno potuto conoscere e amare negli scorsi giochi in un intrigante e complesso mondo open world. La trama e il world building hanno alzato tantissimo le aspettative data la collaborazione con George R. R. Martin, l’autore de “Il trono di spade”.
Tutto poteva andare storto, ogni istante poteva risultare dispersivo e noioso, ogni combattimento ripetitivo e straziante e ogni run inconclusiva e triste. Siamo felici di potervi dire in totale sicurezza che queste paure non solo sono infondate, ma che Elden Ring rappresenta esattamente il contrario di tutto ciò e che ha portato noi, e tantissimi altri giocatori, per un viaggio che sarà difficile dimenticare.
Sicuramente tutti i fan del genere Soulslike sono stati istruiti a suon di ottimo level design e world building da parte di From Software. Che fossero stati i percorsi intricati di Lordran o le strade terrificanti di Yharnam, ogni singolo mondo creato da Miyazaki e From Software traspirava personalità e unicità da ogni piccolo vicolo. Ed è per questo che quando si è scoperto che Elden Ring sarebbe stato un open world le orecchie di tutti i fan si sono rizzate dallo stupore.
Sarebbe davvero possibile traslare la formula di questi mondi, il loro level design, la loro personalità e unicità, in un mondo aperto e totalmente esplorabile?
Elden Ring colpisce in pieno, creando probabilmente uno dei mondi più intriganti e suggestivi mai creati nel panorama del genere Open World.
L’Interregno, così viene chiamato il continente che esploreremo, è costruito a regola d’arte. Non c’è mai stato un istante in cui ci fossimo sentiti spaesati, annoiati o addirittura con una mancanza di cose da fare. Tutta la mappa, infatti, è disseminata di piccoli obiettivi che aiutano non solo a rendere il mondo molto denso di contenuto, ma anche a guidare il giocatore con un sistema a “briciole di pane” dove ogni zona che raccoglie l’interesse del giocatore permette immediatamente di scrutare qualcos’altro di importante, permettendo così al giocatore di esplorare grandissime distanze senza sentire il peso di aver fatto troppo percorso senza scoprire nulla di concludente.
E se questo piccolo spiraglio di level design non fosse abbastanza, tutti coloro che avranno il piacere di giocare ad Elden Ring rimarranno stupefatti dalla qualità e ingegnosità del level design effettivo delle aree esplorabili dell’Interregno; e sì, stiamo parlando sia dei dungeon, normali o Legacy che siano, che dell’open world stesso. Infatti l’Interregno è disseminato di strutture, nemici e indizi che portano il giocatore a essere guidato da una mano invisibile, con cautela, verso ogni luogo d’interesse.
Ma questo mondo non sarebbe minimamente interessante se a condirlo non ci fossero nemici temibili e situazioni estreme che metteranno alla prova il nostro Senzaluce, protagonista del gioco. È inutile tentare di nascondere l’ovvio, Elden Ring è un titolo che richiede di essere attenti e scoprire le meccaniche di gioco tramite una attenta esplorazione delle possibilità date dal giocatore, esattamente come tutti i titoli prodotti da From Software da Demon’s Souls in poi.
Però ci sembra d’obbligo dover raccontare quanto è stata istruttiva la prima ora di gioco di Elden Ring, con un tutorial molto chiaro e l’insegnamento di meccaniche in maniera molto intelligente e alternativa, come il piazzare un Boss al di fuori dalla nostra portata appena giunti nell’open world; che ci dovrebbe insegnare ad evitare i nemici che non riusciamo ad affrontare.
Quindi Elden Ring è sicuramente un titolo che rispetta il giocatore e gli propone sfide che sono sì complesse, ma totalmente fruibili se vengono utilizzati tutti gli strumenti che l’Interregno ha da offrire.
A favore di ciò vorremmo fare un ulteriore plauso alla fantastica utilità di Sepolcride, la prima area del gioco, a livello di personalizzazione del personaggio: la zona permette ai giocatori di cominciare qualsiasi build essi vogliano con un discreto successo, senza doversi allontanare troppo dai percorsi delineati da From Software stessa. Sono ormai passati gli anni dove si combatteva Girandola prima del primo boss in Dark Souls, ora le strade per ottenere ciò che un giocatore agogna si sono fatte più chiare ma non per questo meno ostiche, permettendo quindi al giocatore di cominciare la propria avventura come meglio crede.
Un elemento che però sicuramente è cambiato in Elden Ring è il Combat System. Figlio, sì, del sistema di combattimento di Dark Souls e Sekiro, ma allo stesso tempo riesce a rendersi sorprendentemente unico e intrigante con aggiunte molto interessanti che portano in primo piano il potere decisionale del giocatore all’interno di uno scontro.
Elden Ring, infatti, pone moltissima enfasi sul rompimento della guardia, un po’ come faceva Sekiro, ma gioca molto sui metodi per riuscire a poterlo fare. Attacchi pesanti, attacchi in salto, contrattacchi con scudo e ceneri di guerra sono, infatti, solo alcuni dei tool a disposizione del giocatore per combattere i nemici dell’Interregno.
Proprio per questo siamo rimasti particolarmente stupiti della qualità eccelsa dei combattimenti, sia contro nemici normali, che risultano molto più rapidi da sconfiggere rispetto ai giochi precedenti ma pur sempre senza perdere la loro profondità, che contro i boss, che invece risultano degli scontri di magnitudine incredibile che ci hanno lasciato a bocca aperta numerose volte per la loro inventiva e la loro capacità di metterci alla prova in quanti più modi diversi possibile.
E sono proprio questi Boss a intrigare il giocatore in quella che è probabilmente una delle narrative più complete e intriganti che From sia mai riuscita a produrre. Si sta parlando di una narrativa che non lascia troppo spazio all’immaginazione e, anzi, si presenta molto concreta e attuale per quanto riguarda gli avvenimenti a cui il giocatore prenderà parte.
Lo studio della lore risulta poi estremamente semplice e più comprensibile grazie ai molteplici NPC che avranno molto da dire sui vari personaggi e sulle situazioni che il protagonista andrà ad incontrare. Questo non solo permette alla narrativa di esplodere e di farsi scoprire come non aveva mai potuto fare nei capitoli passati, ma gli permette anche di essere più complessa e mettere in gioco più elementi senza sembrare troppo dispersiva o complicata.
Quest’aspetto è sicuramente dovuto alla collaborazione con George R. R. Martin: è grazie a lui infatti che From Software è riuscita ad ottenere un contesto storico per il mondo di gioco degno di questo nome, con avvenimenti ben delineati, nomi e gerarchie perfettamente in ordine e questo aiuta veramente molto la comprensione della narrativa.
Ci teniamo comunque a ribadire che, nonostante le semplificazioni nella comprensione della lore, si tratta pur sempre di un titolo From Software, quindi il giocatore dovrà scoprire i vari pezzi e metterli assieme seguendo descrizioni degli oggetti, indizi visivi nel mondo di gioco e le tantissime informazioni che avranno in serbo gli NPC; quindi forse i giocatori non abituati a questo metodo di narrazione si troveranno un minimo spaesati, ma secondo noi è un giusto prezzo da pagare per mantenere questo velo di mistero e invogliare il giocatore alla scoperta del passato dell’Interregno.
Ciò che ci ha lasciato letteralmente a bocca aperta è sicuramente l’altissima qualità stilistica che si presenta durante tutto Elden Ring. Non esiste infatti spiraglio di gioco dove elementi caratteristici siano stati messi a caso, ogni monumento decaduto o rovina porta con se la logica e la storia che la caratterizza. Ogni dungeon è sorprendentemente studiato per dare sensazioni uniche, sia che si parli di quelli minori dell’Open Wolrd sia che si parli degli enormi Legacy Dungeon.
Ogni nuova area è indimenticabile grazie a scorci meravigliosi e ambientazioni suggestive che lasciano il giocatore a bocca aperta. Se in passato tali momenti potevano essere definiti “Momenti Anor Londo” questa volta si sta parlando della totalità dell’esperienza di Elden Ring; è stato veramente surreale trovarsi davanti a così tanti spazi così incredibilmente intriganti.
Vogliamo, inoltre, fare un plauso particolare alla cura della colonna sonora, che per quanto sia prettamente musica d’ambiente, riesce appieno a far trasparire tutti i lati più positivi delle varie ambientazioni che andremo ad esplorare. L’OST, a opera della talentuosissima Yuka Kitamura, ricorda molto le tracce dei titoli passati di casa From Software ma con un tono diverso, più maestoso e epico, come a voler ricordare che Elden Ring non è una semplice esperienza Action RPG ma un incredibile viaggio per un mondo sconfinato.
Un po’ meno intrigante è l’aspetto tecnico del gioco che, secondo noi, è l’aspetto peggiore del titolo anche se si stratta di un problema marginale e risolvibile nel tempo. Infatti sia le versioni Next-Gen (abbiamo avuto modo di provare con mano la versione PlayStation 5; ndr) che la versione PC soffrono di stuttering e leggeri cali di frame con abbondanti dosi di pop-up che potrebbero dare fastidio.
E Bandai Namco proprio con delle patch ci parla del supporto Post-Lancio di Elden Ring. Già con l’update 1.03 (ultima versione uscita al tempo della scrittura di questa recensione; ndr), infatti, il gioco non solo presenta novità dal punto di vista di Quality of Life aggiunti e bilanciamenti ma, sorprendentemente anche NPC nuovi e questline aggiornate. Di per se non sembra granché ma è sicuramente una dichiarazione d’intenti, Elden Ring vuole vivere ben oltre le solite run che il giocatore andrà a vivere con i propri personaggi. Bandai e From Software voglio continuare a supportare Elden Ring con nuovo contenuto aumentando la densità di cose da fare man mano con patch aggiuntive proprio come la 1.03.
Elden Ring ci ha sorpreso veramente tanto grazie alla dose massiccia di contenuto costruito con una cura maniacale e con un occhio di riguardo verso l’esplorazione. Gli errori che potevano essere commessi sarebbero potuti essere molteplici eppure From Software è riuscita a sfornare un gioco completo, godibile e estremamente interessante da più punti di vista.
Il giocatore viene rispettato in ogni singolo istante della sua avventura e la narrativa è stata trattata in maniera divina e scorrevole. Le pochissime pecche di questo titolo si presentano soltanto come piccoli problemi di ottimizzazione e siamo fiduciosi che From compensi a queste lacune con i prossimi aggiornamenti. Non vediamo l’ora di vedere cos’altro ha da mostrarci nel prossimo futuro il team di Miyazaki e Bandai Namco.
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