Seven Days War DIREZIONE ARTISTICA 7.0/10
Pros Un messaggio che arriva diretto Trama scorrevole Empatia coi protagonisti Cons Dialoghi poco credibili Non tutti i colpi di scena sono ben realizzati I personaggi sono un cliché vivente Ogni tanto capita che oltre agli autori più blasonati, dal Giappone arrivi anche qualche lungometraggio di minore valore produttivo , ma non per questo meno interessante.
Questo è il caso del film da poco aggiunto al catalogo di Amazon Prime Video Seven Days War , un film che ha attirato la mia attenzione per il tema trattato e che, dopo la visione, mi ha lasciato tutto sommato una sensazione positiva.
Seven Days War è un lungometraggio animato in 2D del 2020 di 1h e 27min diretto da Yuta Murano , prodotto e relizzato da Ajia-Do (Maison Ikkoku ), distribuito in patria da Gaga KODAKAWA e nel mondo da Amazon . Il film, scritto da Ichiro Okochi , è un riadattamento contemporaneo del lungometraggio live action del 1988 Bokura no Nanokakan Sensou , a sua volta adattamento del romanzo omonimo del 1985 di Osamu Soda , che è accreditato come soggettista di entrambi i film.
Trama Seven Days War è una storia di ribellione all’autorità.
Il giovane Mamoru Suzuhara è un ragazzo delle superiori, isolato dalla sua classe a causa del suo interesse fuori dal comune per la storia militare e la sua personalità timida e ritrosa. Mamoru è innamorato della sua compagna di classe, nonché amica d’infanzia, Aya Chiyono , a cui non riesce a dichiararsi per paura di come un rifiuto possa troncare la loro amicizia.
Il giovane rimane spiazzato alla notizia che Aya , per ordine del padre, dovrà trasferirsi a Tokyo e propone alla sua amata di scappare insieme e nascondersi fino al giorno della partenza. Aya è talmente entusiasta dell’idea che invita anche altri ragazzi a unirsi a loro in questo campeggio improvvisato: Kaori Yamazaki , Soma Ogata , Hiroto Honjo e Saki Akutsu .
Il gruppo di 6 ragazzi si rifugia quindi dentro una vecchia fabbrica abbandonata, decisi a divertirsi in spensieratezza. La faccenda si complica quando i 6 scoprono di non essere i soli a occupare abusivamente l’edificio. Questa nuova presenza attirerà molte attenzioni indesiderate, costringendo il gruppo a barricarsi all’interno sotto la minaccia di un vero e proprio assedio.
Scrittura e regia La premessa di Seven Days War è estremamente interessante e gli eventi di trama sono anche scritti molto bene . Gli stratagemmi con cui i 6 ragazzi tengono a bada i ben più attrezzati assalitori sono tutto sommato credibili, così come le contromisure prese dagli assalitori, sia al livello fisico che psicologico.
Anche la caratterizzazione dei personaggi è interessante. Ognuno di loro ha una faccia nascosta di sé che verrà fuori prima o poi nel film, suggerita da indizi ben implementati. Il modo in cui questi segreti potrebbero influenzare le interazioni nel gruppo sono molti e costituiscono uno dei migliori spunti del film.
Proprio con la caratterizzazione dei personaggi cominciano i problemi di Seven Days War . Nonostante i personaggi siano stati dotati di una doppia faccia, questo non impedisce ad alcuni di loro di essere dei cliché su gambe . In particolare il protagonista, il cui carattere è la fotocopia di qualsiasi timido e isolato protagonista di un anime più o meno da sempre. Aya , di conseguenza, è lo stereotipo giapponese della ragazzina pura e dolce fino al diabete, troppo gentile e delicata per questo mondo crudele e che deve essere protetta. Uno stereotipo che, oltre a essere tale, ha già da parecchio cominciato ad accusare i segni del tempo. La povera Saki , invece, risulta semplicemente inutile.
Insomma, se il bilancio di buone caratterizzazioni è di 3/4 su 6 protagonisti, considerando che nessuno degli altri personaggi ha una personalità di spicco, le cose avrebbero potuto andare meglio.
Altro grosso problema di Seven Days War è la povertà dei dialoghi , troppo poco credibili per le situazioni e totalmente asserviti a spiegare passaggi di trama o background, generalmente con poco mordente.
Un altro problema, anche se meno grave è la gestione dei colpi di scena , molti dei quali vengono inseriti nel giro di 5 minuti. Solo uno risulta veramente mozzafiato, mentre gli altri appaiono telefonati e inutilmente carichi di pathos. L’ultimo in particolare è talmente fine a sé stesso che avrebbero potuto anche risparmiarselo.
La regia è per lo più scolastica, non c’è nessun guizzo creativo di rilievo se escludiamo il fatto che Murano ruba a piene mani da alcune immagini del repertorio di Hideki Anno e le integra in maniera convincente nei momenti più drammatici della vicenda. Tutto sommato un buonissimo furto.
Comparto tecnico Tutto l’insieme di disegno, grafica e animazioni di Seven Days War è di medio livello. Disegni e background, purché molto belli ed ispirati, non fanno gridare al miracolo, ma assolvono al loro dovere.
I character design non sono certo memorabili: persino a livello visivo i personaggi sono dei cliché , ma proprio per questo risultano inquadrabili fin dal primo sguardo e il fatto che la loro apparenza così chiara proietti delle ombre è un buono stimolo.
Il meglio lo si raggiunge con gli ambienti: ogni dettaglio della fabbrica in cui si svolge la vicenda è curato in maniera maniacale . Ci si sente davvero all’interno di quel luogo, così come sono ben realizzati gli ambienti esterni alla fabbrica dove si aggirano gli assalitori, molto spesso relegati in ambienti stretti come macchine e uffici.
Le animazioni 2D non presentano nessuna sbavatura, e in particolare i movimenti dei personaggi e delle macchine che vengono utilizzate durante la lotta risultano fluidi.
Per concludere Tendo a considerare il messaggio di Seven Days War sintetizzato in una frase di uno dei personaggi secondari:
“è prerogativa dei giovani non scendere a compromessi su ciò che ritengono importante”.
Difficilmente Seven Days War sarà ritenuto da qualcuno una visione imperdibile, ma intrattiene con piacere e alla fine riesce a far passare il suo messaggio. Tanto può bastare a un film per meritare la visione.
Seven Days War racconta in maniera semplice e diretta una storia di ribellione giovanile , semplicistica, ingenua e senza compromessi quanto una storia del genere potrebbe essere in un contesto reale, che nonostante l’impegno dei protagonisti a non diventare adulti, mostra loro la strada giusta per crescere .
L’autore della storia ha mosso una critica precisa al mondo del lavoro in Giappone, in cui per sopravvivere tutti sono costretti a scenedere a patti con un’autorità parziale ed egoista. A questo mondo di adulti succubi dello stesso mondo che ogni giorno contribuiscono a plasmare, si oppone l’intraprendenza di un gruppo di giovani incoscenti non disposti a sottostare a questa autorità, desiderosi soltanto di trascorrere il tempo della loro giovinezza come meglio possono, senza mentire a loro stessi.
Nonostante il tema venga ribadito troppe volte dai dialoghi che sottolineano ogni volta questa divisione rendendola a volta indigesta, il film si lascia guardare grazie a una trama scorrevole e una scrittura degli eventi di buon livello, unita a una costante sensazione di pericolo che rendono semplice il fare il tifo per i protagonisti.
Piccola chicca di chiusura: nel film a un certo punto appare un personaggio molto particolare, ovvero la versione da adulta della protagonista del film originale del 1988 . La sua apparizione nel film ha senso e contesto anche senza conoscere questo particolare, ma ho deciso di rivelarvelo perché sarebbe davvero difficile capirlo senza fare ricerche e rende questa apparizione ancora più preziosa.
Seven Days War è un film che intrattiene nonostante tutti i suoi difetti. Ha dei grossi problemi di scrittura dei dialoghi e qualche inciampo nella caratterizzazione dei personaggi che vengono però almeno bilanciati dai suoi punti di forza. La sensazione finale è di un film gradevole, ma che avrebbe potuto essere molto migliore.
Consiglio la visione soprattutto agli appassionati di anime , a cui i caratteri stereotipati dei protagonisti daranno magari meno fastidio, ma anche chi non mastica animazione giapponese potrebbe trovare interessante la storia di questo male assemblato gruppetto di giovani disposto a tutto pur di proteggere qualcosa che hanno veramente a cuore.
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