Green Lantern Legacy nasce con uno scopo molto specifico: rinnovare un franchise con nuovi personaggi e nuove storie. Questo per portare un po’ di aria fresca alla produzione e, soprattutto, per parlare ad un nuovo pubblico. Un pubblico giovane che si ritroverebbe in difficoltà nel recuperare l’immensa letteratura precedentemente pubblicata. Nuovi personaggi e nuove idee che possano finalmente parlare ai giovanissimi.
La nuova graphic novel sulle Lanterne Verdi sembra avere proprio questo scopo: portare un po’ di aria fresca all’interno di un franchise vasto e complesso.
Green Lantern Legacy porta la firma di Minh Le alla sceneggiatura e di Andie Tong alle illustrazioni. I due autori si sono imbarcati nell’impresa titanica di riscrivere la mitologia delle Lanterne Verdi e di attualizzarne i riferimenti culturali, trattando tematiche sociali complesse e cercando di parlare alle nuovissime generazioni, riuscendo in alcune parti e non tanto in altre. La graphic novel è uscita negli Stati Uniti il 21 gennaio di quest’anno e non è ancora prevista una data di uscita con traduzione in italiano.
La narrazione di questa graphic novel ribalta la classica impostazione di storytelling tipica del mondo americano. I protagonisti non sono più eroi di guerra, bensì terze generazioni di immigrati nate negli Stati Uniti. Il nostro protagonista è infatti Tai Pahm, un giovane ragazzino di origini vietnamite che alla morte di sua nonna, a sua insaputa membro delle Lanterne Verdi, viene scelto dall’anello del coraggio e insignito del nuovo e importante compito di proteggere la Terra dal possibile attacco di Sinestro e delle sue Lanterne Gialle.
L’intreccio si ambienta in un contesto di quartiere etnico in forte degrado, nel quale criminalità ed episodi di razzismo sono molto frequenti e difficilmente arginabili (per quanto riguarda il razzismo nei fumetti potete leggere il mio articolo su Deadwood Dick). Alla base dell’intreccio vi è non solo una tematica sociale multiculturale di profonda critica, mista a episodi di discriminazione e a disparità presenti ancora nel 2020, ma soprattutto una tematica anti-gentrificazione poco gentile nei confronti del modello “innovazione a tutti costi” tipico dell’America degli ultimi cent’anni. Una critica sociale importante (condivisibile o meno) che difficilmente viene trattata in un prodotto per ragazzi, quando invece è presente nella letteratura e nei film/serie tv per adulti, come ad esempio nella serie Netflix su Daredevil.
La graphic novel affronta anche l’introspezione del personaggio principale, ma la declina in un modo forse fin troppo semplicistico per gli standard del franchise. Nella letteratura dedicata all’universo narrativo delle Lanterne Verdi risiede una visione largamente pluralista. Sia a livello di caratterizzazione dei personaggi principali che di composizione dello stesso universo. E’ infatti possibile trovare Lanterne di diversi colori che rispecchiano personalità e comportamenti di diversa intensità, tutti ugualmente presenti nell’individuo in diverse declinazioni. Ma trionfare, in maniera momentanea, è sempre solo uno di questi aspetti. Ad esempio esistono la Lanterna Verde del coraggio, la Lanterna Rossa della rabbia, la Lanterna arancione dell’avarizia e tante altre.
Una visione pluralista dell’individuo che non si ferma alla distinzione manichea di bene e male tipica di molte religioni, poiché il bene e il male sono soggettivi. L’introspezione di Tai Pahm vede il confronto tra il suo lato pauroso da Lanterna Gialla e quello coraggioso da Lanterna Verde, esattamente come nel confronto interiore di Luke Skywalker tra il suo lato chiaro e il lato oscuro durante l’addestramento su Dagobah.
Gli autori hanno quindi ristretto la possibile introspezione del personaggio solo ad una questione di paura e coraggio, non contando invece tutto il differente spettro emotivo che ha da sempre caratterizzato le storie e la mitologia di Lanterna verde. Basti pensare alla Lanterna verde Guy Gardner che passa alle Lanterne Rosse, o a Kyle Rayner che da Lanterna Verde assorbe tutti gli spettri di luce e incarna così l’unica Lanterna Bianca dai tempi della maxi-serie La notte più profonda.
Le tavole di Green Lantern Legacy presentano uno stile di disegno cartoonesco e dinamico, visibilmente influenzato dal panorama indipendente americano e dalla tecnica manga, adatto ad un pubblico di tutte le età. La palette di colori prevalentemente saturi regala delle tavole vivacissime e visivamente impattanti. La sceneggiatura, a parte alcune cadute nella terminologia giovanile, è di livello e crea dei dialoghi asciutti ed omogenei dalla piacevole lettura. Lo storytelling risulta sempre chiaro anche nella messa in scena di azioni frenetiche, favorendo lo scorrere fluido della narrazione.
Green Lantern Legacy è un buon fumetto per ragazzi, necessario e di impatto. Affronta difficili tematiche sociali dal punto di vista di un ragazzino. Una lettura consigliata sia agli appassionati della serie di Lanterna Verde, che potranno scorgere nel nuovo personaggio una storia di spessore poco stereotipata, ma soprattutto nelle persone che vogliono approcciarsi all’universo narrativo di Lanterna Verde senza dover recuperare la mole di letteratura finora uscita.
Nel giorno più splendente, nella notte più profonda,
nessun malvagio sfugga alla mia ronda.
Colui che nel male si perde, si guardi dal mio potere:
la luce di Lanterna Verde.
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