Approfondimenti

Diabolik – Le scandalose origini

Diabolik… che scandalo questo Diabolik, un fumetto noir scritto da due donne.
Se vi sembra un’affermazione eccessiva, forse non sapete o avete dimenticato che stiamo parlando del 1962!

Fuori da qualsiasi codice morale

Con il titolo de Il re del terrore, un nuovo romanzo a fumetti fa la sua comparsa in edicola, in un formato mai visto prima, 12 x 17 cm e quindi comodo da poter portare in tasca ben nascosto.

La stampa per ragazzi non deve mai presentare le azioni criminose in modo tale da suscitare simpatia per il criminale.

recita il primo articolo del Codice morale dei fumetti, stilato nell’aprile 1961 dall’Associazione Italiana Periodici per ragazzi. E’ ovvio che Diabolik non rispetta questi principi e il motivo è semplice: non è un fumetto per ragazzi. Il re del terrore ha un effetto bomba, aprendo un’importante discussione sulla moralità del personaggio. Per evitare problemi, già dal secondo numero, sulla copertina appare ben visibile la scritta “Per adulti”. Sulle prime gli edicolanti sono molto restii ad esporre il fumetto, ma il primo numero ha subito un incredibile successo.

L’origine di un mito, tra cultura pop e mistero

Nel mondo, il 1962 è l’anno in cui Anthony Burgess scrive A Clockwork Orange, Marilyn Monroe muore in circostanze mai chiarite, esce il primo film sull’Agente 007, Licenza di uccidere, e l’Italia è in pieno boom economico. In questo mondo in rapido cambiamento, con la passione per i romanzi gialli, Angela Giussani immagina il personaggio di Diabolik e decide di raccontarne la storia fondando, insieme alla sorella Luciana, la casa editrice Astorina.

Per il primo numero vengono arruolati il misterioso Zarcone e la calligrafa Giacobini. Il nome dell’ispettore Ginko viene creato da Angela aggiungendo una “k” a quello del marito Gino. Per la prima identità pubblica di Diabolik sceglie invece il nome di Walter Dorian, aggiungendo una “n” al cognome di un amico di famiglia. Zarcone, detto anche il tedesco, fa perdere le sue tracce subito dopo la consegna delle tavole e ancora oggi nessuno sa che fine abbia fatto. Un docu-film del 2019 Diabolik sono io ricostruisce l’origine del mitico ladro in nero, provando a recuperare anche le tracce di Zarcone attraverso i racconti delle sorelle Giussani e degli altri collaboratori dell’epoca, senza giungere ad alcun risultato.

Adatto ai ritmi di un pendolare,
carta economica, da sfogliare.
Un fuorilegge al nero di china
lanciato verso una nuova rapina.

Fabrizio Canciani-Stefano Covri
Esci Diabolik
da Delitti e canzoni (2008)

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La prima avventura di Diabolik è scritta sulla traccia dei romanzi di Fantomas, lo spietato criminale con il volto coperto da una maschera, creato nel 1911 dai francesci Marcel Allain e Pierre Souvestre. Si racconta che Angela Giussani abbia trovato per caso una copia di Fantomas sul treno e che da lì abbia ricavato l’idea di un fumetto noir di facile lettura che potesse essere intrigante  per pendolari del capoluogo lombardo.

Nessuno può fermare Diabolik!

Il successo crescente di Diabolik non passa inosservato. dal n.7, Terrore sul mare, le vendite si impennano e i lettori, soprattutto i giovani, scrivono lettere entusiaste al Re del Terrore. Con la fama arrivano anche i primi guai: una madre invia una lettera alla redazione accusando Diabolik di corrompere il figlio diciottenne e, per invitare gli autori al pentimento e alla redenzione, allega un’immagine sacra. Altri passano direttamente alle denunce, per via dei temi scottanti di cui trattano le storie delle sorelle Giussani, Nel marzo del 1967 il pretore di Lodi fa sequestrare il numero 82, Il tesoro sommerso, perché in copertina viene mostrata una donna con un costume a due pezzi. Il 1° aprile 1969 il tribunale di Milano assolve con formula piena la casa editrice, ma Angela decide lo stesso che è il momento di cambiare il personaggio.

La violenza gratuita dei primi numeri viene eliminata: se prima Diabolik uccideva le persone di cui prendeva il posto, ora le rapisce e le libera dopo aver messo a segno il colpo. Si punta più sugli intrecci e gli episodi diventano degli autentici gialli a fumetti. Le prede di Diabolik sono ora i veri criminali e la malavita organizzata, come un moderno Robin Hood o l’analogo eroe mascherato d’oltreoceano, Zorro.

Diabolik nella cultura di massa

Scriveva Mario Gomboli:

Diabolik già alla fine del 1963 faceva parte dell’immaginario collettivo degli italiani, anche di quelli che non leggono fumetti, e da allora ha consolidato – giorno dopo giorno, episodio dopo episodio – questa posizione”.

Diabolik è stato il primo eroe italiano diventato canzone, film nel 1968, sceggiato radiofonico, gioco da tavolo, videogioco, pupazzo tridimensionale, portachiavi, t-shirt. E poi romanzo, collezione d’abbigliamento, cartone animato, parodia TV e di nuovo film nel prossimo lavoro dei Manetti Bros. del 2020. Stando alle prime indiscrezioni, i luoghi scelti per le riprese di Diabolik sono Courmayeur, Bologna, Milano e Trieste e il film racconterà l’incontro tra Diabolik e Eva Kant, ambientata nella città fittizia di Clerville, negli anni ’60. Il film è scritto da Michelangelo La Neve e i Manetti bros., che sono autori del soggetto insieme a Mario Gomboli. Il film è prodotto da Carlo Macchitella e dai Manetti bros. per Mompracem con Rai Cinema e sarà distribuito da 01 Distribution.

A interpretare il Re del Terrore è Luca Marinelli, reduce dalla vittoria della Coppa Volpi al Festival di Venezia per la sua performance nel film di Pietro Marcello Martin Eden. Miriam Leone sarà invece Eva Kant, mentre Valerio Mastandrea vestirà i panni dell’ispettore Ginko. Nel cast anche un trio di attori particolarmente cari ai Manetti: Serena Rossi, Claudia Gerini e Alessandro Roja. Il primo ciak è stato battuto, per la precisione il 30 settembre 2019 e si attendono presto nuovi aggiornamenti sulla data di uscita.

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Andrea Montagna

Andrea Montagna, 24 anni, graphic designer e grande appassionato di cinema, libri e fumetti italiani. Sono segretamente innamorato di Barack Obama.

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