Ficarra e Picone (prossimi ai 25 anni di carriera insieme nel 2020) portano al cinema una nuova commedia, ambientata nel contesto storico della Natività: “Il primo Natale” appunto, al cinema dal 12 dicembre.
I due comici interpretano i personaggi di Salvo (Ficarra, un ladro di oggetti sacri) e Don Valentino (Picone, sacerdote estremamente legato alla tradizione natalizia del presepe vivente). Salvo e Valentino verranno misteriosamente teletrasportati in Palestina all’anno 0, con l’arduo compito di salvare Maria, Giuseppe e Gesù bambino in nome della riuscita del primo Natale in assoluto.
Avvisiamo i gentili lettori che la seguente recensione non contiene alcuno spoiler, bensì una piccola analisi su questa frizzante e leggera pellicola.
Se questa commedia è ambientata in un contesto natalizio e diretta da produzioni italiane (con un budget di circa 11 milioni di euro da Attilio De Razza in collaborazione con Medusa) tutto potrebbe far intendere che si tratti di un ennesimo cinepanettone per la filmografia italiana.
La risposta sarà tanto banale quanto ovvia: assolutamente no. Chi conosce infatti altre commedie con protagonisti Ficarra e Picone (tra le più famose La Matassa, Il 7 e l’8, L’ora legale, per citarne alcune) sa perfettamente che dietro un loro film si racchiude sempre una comicità quasi perfino ponderata e brillante, il più delle volte ben poco scontata.
I personaggi impersonati da Ficarra e Picone sono coerenti con la loro filmografia: se è sempre il primo ad essere più estroverso e menefreghista, il secondo mantiene il ruolo da introverso e ansioso, in quel bilanciamento equilibrato che li ha resi tanto amati nei cinema italiani.
I due attori saranno riusciti a mantenere alto lo standard in questo film per famiglie incentrato sul Natale? Scopriamolo insieme.
Perché sì, se volessimo riassumere Il primo Natale in una parola lo definiremmo una favola. La pellicola infatti mantiene costantemente una pacata compostezza che spesso e volentieri può rendere le battute scialbe e poco frizzanti. Va per questo condannato? No di certo.
Perché se l’intento di Ficarra e Picone era ricostruire il tipico film natalizio adatto a tutti (seppur con opportune differenze) allora sono riusciti brillantemente nell’intento. Nessuna offesa gratuita, nessuna macchia dal retrogusto amaro: il copione riesce ad essere quasi teatrale nella sua cura e limpidezza.
Seppur infatti lo sviluppo della trama possa risultare banale per alcuni, alla fine il film convince proprio perché coerente con se stesso: non deve essere complesso, bensì semplice e pulito per un pubblico anche infantile.
Abbiamo un inizio, vari intrecci, e la fine, su cui adagia la morale che ha caratterizzato gran parte dei minuti del film, sia ironicamente che non. Per certi aspetti, ricorda quasi un live action di una fiaba che era stata precedentemente adattata come lungometraggio animato.
Degna di nota è sicuramente la cura del contesto storico: seppur infatti ci siano varie inesattezze (che in una commedia è quasi ridicolo condannare), costumi e scenografia riescono egregiamente a trasportarci assieme ai protagonisti nell’anno 0.
Pregevole (seppur ovviamente in forma di caricatura) la figura di Erode impersonata da Massimo Popolizio, aiutato anche dalla sua impeccabile intonazione da doppiatore (è sua la voce di Bruce Willis in Armageddon).
Anche tutti gli altri personaggi di contorno (ad esempio, la donna Rebecca impersonata da Roberta Mattei) riescono a mantenere l’ambientazione descritta dal film, supportando quindi la coerenza del film di cui parlavamo prima.
La domanda sorge spontanea: Il Primo Natale è un capolavoro? Assolutamente no, ma prima di tutto perché non pretende di esserlo o diventarlo. Quindi, se avete intenzione di godervi una pellicola leggera, non pretenziosa ma anzi adatta a tutta la famiglia in vista del Natale, e siete inoltre grandi fan del duo comico siciliano, allora non possiamo che consigliarvela caldamente.
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