Fumetti

I fumetti più importanti del decennio 2010-2019

Per festeggiare la fine della decade abbiamo deciso di stilare per voi una lista dei fumetti più importanti del decennio 2010-2019.

Essendo una lista basata sull’importanza, non meravigliatevi della mancanza di titoli qualitativamente altrettanto (o maggiormente) validi. Nel caso, ci sono i commenti!

Superior Spider-Man (2013)

Come non iniziare da uno dei fumetti più controversi della storia recente della Marvel Comics. Campione di vendite in patria, Superior Spider-Man di Dan Slott ha avuto l’ardire di mostrarci un Arrampicamuri spietato, intelligente e implacabile. Amatissimo da molti, odiatissimo da altrettanti, ma sicuramente uno degli esperimenti più coraggiosi e, per una volta, ben realizzati operati su un’icona pop. Il gioco delle parti atto a mostrarci uno degli antagonisti più iconici del Ragno, il Dr. Otto Octavius, dalla parte “giusta” senza però snaturarlo in alcun modo, ha contribuito a rilanciare un personaggio fino ad allora ridicolo e macchiettistico (salvo rare eccezioni, tipo questa).

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Secret Wars (2015)

Il coronamento di ben due progetti paralleli: il rilancio Marvel NOW! operato dall’editor in chief Axel Alonso e la grande, eterogenea, decentrata e complessa struttura cosmica costruita dallo sceneggiatore Jonathan Hickman alla Marvel Comics. Partendo dai suoi Fantastici Quattro nel lontano (sigh!) 2009, passando per S.H.I.E.L.D., Ultimates e infine Avengers, Hickman ha creato la più maestosa saga a fumetti mai vista, concludendola degnamente in un personalissimo mega-evento autoriale che vede il Dottor Destino mattatore assoluto. Ogni tassello è perfettamente fruibile a sé stante, eppure ognuno di essi è necessario per comprendere il genio del loro creatore. Ma la vera importanza di Secret Wars risiede nel suo essere, per la prima volta – escludendo il fallimentare e giustamente dimenticato Heroes Reborn – una vera e propria ristrutturazione del cosmo Marvel, che a differenza della DC non aveva mai cambiato radicalmente le origini e lo status-quo dei suoi personaggi. Non per niente la tagline recitava: «Tutto muore.»

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Visione e Mister Miracle (2016 e 2018)

C’è un motivo se questi due fumetti, nonostante appartengano a due case editrici concorrenti, sono stati inseriti insieme. Entrambi scritti da Tom King rispettivamente per la Marvel e la DC Comics, Visione e Mister Miracle rappresentano l’apice del fumetto supereroistico moderno. In entrambe le opere, l’umanità rappresenta insieme la più grande forza e debolezza del supereroe, imprigionato in una condizione controintuitiva (Visione è un androide; Scott Free è un dio) che non gli permette di sfogare a pieno quelle ansie che per un comune mortale sarebbero la norma. Vale ancora la pena di essere un supereroe se le aspettative sono così alte? Se hai così tanto da perdere? Queste domande hanno smosso la critica di settore, che non ha potuto fare a meno di spendere fiumi di parole per elogiare le due opere, spingendole anche al di fuori del fumetto. Visione è stato persino inserito nei programmi di studio del Porterville College in California. Se non è questo essere importanti…

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Action Comics #1000 (2018)

L’albo che festeggia un traguardo non indifferente: quello del personaggio a fumetti più longevo di sempre (ben 80 anni di storia editoriale), nonché capostipite dei supereroi. Action Comics #1000 celebra Superman in tutte le sue incarnazioni passate, presenti e future; non per niente questo albo ha aperto l’attuale ciclo del personaggio, quello di Brian Michael Bendis, anche lui accolto in pompa magna dopo il suo passaggio dalla Marvel alla DC Comics. Un team di autori di tutto rispetto, una campagna pubblicitaria massiva e un personaggio che letteralmente ogni persona sulla faccia della terra ha sentito quantomeno nominare.

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Flashpoint (2011)

Poteva mancare l’evento che all’inizio del decennio ha distrutto l’intero assetto editoriale della DC? Certo che no. Flashpoint è una miniserie a fumetti scritta da Geoff Johns le cui conseguenze portarono ad una tabula rasa dell’intera continuity DC. Tutto quello che era stato narrato nel corso di più di trent’anni di storie – ossia da Crisi sulle Terre Infinite in poi – di colpo non valeva più nulla. Nacque quindi il New 52, rilancio che riscrisse da zero ogni singolo personaggio (anche qui, salvo qualche eccezione). A fronte del suo impatto abbastanza nefasto, i cui effetti sono stati annullati solo di recente, Flashpoint risulta tutto sommato piacevole da leggere, sia per la storyline principale che per gli interessanti tie-in. E infatti Thomas Wayne nei panni di Batman ce lo portiamo ancora dietro.

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The Walking Dead #193 (2019)

L’intero franchise di The Walking Dead nato dall’omonimo fumetto di Robert Kirkman è stato un vero e proprio fenomeno di massa. I suoi personaggi sono entrati nell’immaginario collettivo, insieme alle trame strazianti e agli esaltanti colpi di scena che arricchivano di volta in volta ogni arco narrativo. Il fumetto di Kirkman riuscì anche ad imporsi sulle big two (le solite Marvel e DC) a livello di vendite, portando la Image Comics a rilanciarsi economicamente e ad investire di più su scrittori di talento. TWD ha cambiato letteralmente il modo di intendere i fumetti seriali in America, avvicinandolo di più al modus operandi televisivo. Una serie tanto roboante si è conclusa con un finale altrettanto roboante: nonostante fossero stati annunciati ben 3 numeri oltre il #193, con tanto di finte preview, quest’ultimo si rivelò essere il vero e proprio canto del cigno di un’opera che definire cult è poco.

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Spawn #301 (2019)

Grazie a questo albo, Todd McFarlane e la sua creatura mal scritta e mal disegnata sono entrati nel Guinnes World Record, infrangendo in via definitiva il primato del fumetto indipendente più duraturo al mondo. Spawn #301 ha scalzato dal podio nientemeno che Cerebus di Dave Sim, caposaldo dei fumetti indipendenti americani, che invece è un prodotto davvero notevole. Magari leggetevi quello.

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Saga (2012)

Saga è stato un altro fulmine a ciel sereno nell’industria dei fumetti. La creazione di Brian K. Vaughan e Fiona Staples ha fatto incetta di Eisner Award e altre dozzine di premi (tra cui un Hugo Award) che a contarli ci vorrebbe un articolo a parte. Una storia solidissima e provocatoria, personaggi memorabili e disegni di una qualità inusitata per un prodotto seriale mainstream. Saga è proprio uno di quei fumetti Image Comics che TWD ha contribuito a creare: autoriale, amatissimo dalla critica, eppure incredibilmente fruibile e redditizio. Il suo impatto culturale è stato tale da meritargli un’apparizione in The Big Bang Theory. Nell’episodio 14 della nona stagione, La materializzazione della nonnina, per i curiosi.

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Demon Slayer – Kimetsu no yaiba (2016)

Il primo manga a finire nella lista è Demon Slayer. Un po’ come Spawn, ci finisce per una mera questione di numeri, essendo il primo manga a superare nelle vendite One Piece (il manga più venduto della storia) con ben 12 milioni di copie vendute nel 2019.

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One-Punch Man (2012)

Immaginate di essere One, un giapponese medio come ce ne sono a milioni. Aprite un blog e ci disegnate (malissimo) un fumetto tutto vostro su un supereroe che sconfigge tutti con un solo colpo. Il fumetto piace, tanto da arrivare agli occhi di Yusuke Murata, uno dei migliori disegnatori di tutto il Giappone. Lo stesso Murata vi propone di disegnare il vostro fumetto che nel giro di qualche tempo diventa un fenomeno di massa grazie anche ad un’eccellente (nella prima stagione) serie animata. One-Punch Man è un fumetto atipico e importante sotto molti punti di vista. Destruttura il concetto stesso di shonen basato sul progresso del protagonista, ridicolizzandolo e sbeffeggiandolo. Così come parodizza l’onnipotenza dei supereroi americani, facendo in modo che il perno centrale della narrazione non sia tanto l’eroe, quanto l’universo che gli ruota attorno, di cui lui è mero meccanismo risolutore.

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Naruto vol. 72 (2015)

Di Naruto se ne potrebbe parlare tanto, specialmente in merito a come Masashi Kishimoto abbia totalmente perso le redini di quello che avrebbe potuto essere uno dei migliori manga shonen mai creati. La sua chiusura ha lasciato un vuoto enorme su Shonen Jump, nonostante molti successori si siano prodigati nel colmarlo. Con la fine di Naruto e Bleach la rivista ha perso due dei suoi big three, lasciando il solo One Piece in vetta alle classifiche per un po’. La serie a fumetti di Kishimoto è stata capace di accentrare un’enorme comunity internazionale e di creare un brand solido che ancora oggi, a distanza di anni, risulta popolarissimo. Ne sono ovvia testimonianza i numerosi spin-off crossmediali, non ultimo il suo diretto seguito: Boruto.

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Kobane Calling (2015)

La grande forza di Zerocalcare, oltre ad un tratto caricaturale immediatamente riconoscibile e ad un linguaggio schietto, è il suo essere meravigliosamente contemporaneo. Zerocalcare è un autore pop per antonomasia, capace di trasporre la blanda quotidianità in storie fruibili sia ad un pubblico di massa che, soprattutto nel caso di Kobane Calling, riescono anche ad andare oltre la mera fruibilità da facce ridere. Kobane Calling racconta una realtà da cui spesso distogliamo lo sguardo, fatta di sfumature omesse dalla propaganda, di confini non poi così invalicabili e di persone. Persone che fanno volontariato, politica, guerra e che resistono. L’occhio di Zerocalcare è profondamente empatico, a volte persino romantico, ma senza perdere quell’umiltà e quel distacco autoironico che permea ogni tavola dei suoi fumetti. L’aver fatto uscire un fumetto così, in un panorama sociopolitico delicato come il post-attentato alla sede di Charlie Hebdo, testimonia non solo coraggio, ma anche tantissima buona volontà.

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Asterix e i Pitti (2013)

A volte succede che un autore sia costretto ad abbandonare la sua creazione, nonostante vi abbia dedicato praticamente tutta la vita. Figuriamoci se quella creazione è Asterix, uno dei fumetti più amati e venduti di tutti i tempi. Tuttavia è proprio quello che è successo ad Albert Uderzo, che dopo la morte prematura del co-creatore del personaggio, il mai abbastanza compianto René Goscinny, ha scritto e disegnato da solo per quasi 40 anni le gesta del gallo più famoso del mondo. Con Asterix e i Pitti, Uderzo passa il testimone  a Jean-Yves Ferri e Didier Conrad, coniando di fatto una nuova era per il personaggio.

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La fine di Rat-Man (2017)

Nato come semplice parodia dei fumetti di supereroi, si è evoluto fino a diventare un vero e proprio gioiello della nona arte. Di storie meravigliose di Rat-Man ce ne sono a bizzeffe, ma forse è proprio con la sua fine che il personaggio di Leo Ortolani raggiunge il suo apice. Una fine che non è una fine vera e propria, ma la chiusura di un ciclo durato 30 anni che ha fatto la storia dell’editoria a fumetti italiana, tanto che la serie e il film animato di Rat-Man hanno goduto di risonanza internazionale (senza contare i crossover con i personaggi Marvel). Un vero e proprio caso editoriale conclusosi con un arco narrativo pubblicizzato all’estremo come, giustamente, meritava.

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Vittorio Pezzella

Cercò per lungo tempo il proprio linguaggio ideale, trovandolo infine nei libri e nei fumetti. Cominciò quindi a leggerli e studiarli avidamente, per poi parlarne sul web. Nonostante tutto, è ancora molto legato agli amici "Cinema" e "Serie TV", che continua a vedere sporadicamente.

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