Recensioni

“Voglio mangiare il tuo pancreas”, la recensione

Voglio mangiare il tuo pancreas

7

Comparto Tecnico

6.5/10

Cast

7.0/10

Scrittura

6.8/10

Regia

6.7/10

Direzione Artistica

8.0/10

Pros

  • Ambientazioni degne di nota
  • Ottima caratterizzazione dei personaggi
  • Tematica profonda

Cons

  • Troppi eccessi
  • Regia non impeccabile
  • Sceneggiatura a volte un po' forzata

Tratto dal romanzo “Kimi no Suizō wo Tabetai” di Yoru Sumino, “Voglio mangiare il tuo pancreas” è la nuova creazione di Shinichiro Ushijima, regista di Death Parade e di alcuni episodi di One Punch Man.

Distribuito in Italia da Nexo Digital, il film parla di uno giovane studente, Haruki Shiga che per caso trova il diario di una sua compagna di classe, Sakura Yamauchi. Quelle pagine però nascondono un segreto: la ragazza ha una malattia terminale al pancreas. I due inizieranno quindi a passare le giornate insieme, legati da quel segreto.

Ma perché “Voglio mangiare il tuo pancreas”?

Secondo alcune credenze popolari orientali, mangiare una parte del corpo di un altro essere umano porta proprietà curative. D’altro canto, si credeva in alcune religioni che chi mangia una parte di qualcun altro unisse la propria anima con l’altra persona.

Uno dei lati sicuramente più positivi è la caratterizzazione dei due protagonisti, caratteri così fuori dalla normalità, così lontani tra loro (due antipodi, come più volte si definiscono), eppure così realistici da sorreggere tutto il peso della sceneggiatura che a tratti sa di già visto. La crescita e il mescolarsi delle due personalità man mano che passano del tempo insieme è palpabile anche attraverso le scene più banali. Si può dire in tutta sicurezza che è l’evoluzione del protagonista il punto focale della storia.

Parliamo di Haruki Shiga

Si presenta come un personaggio solitario, dedito alla lettura piuttosto che ai rapporti sociali, data la poca sicurezza in sé e la paura del parere altrui. L’incarnazione perfetta dello studente nel periodo d’adolescenza, con dubbi e insicurezze, nel suo viaggio verso l’età adulta. A cambiare la sua vita è la vicinanza con Sakura, sua compagna di classe e suo antipodo. Si inizia così a percepire piccoli cambiamenti in Haruki, che culminano arrivando all’iconico momento in cui, di sua iniziativa, decide di giocare a carte con l’amica. Un gesto così banale, che eppure delinea il definitivo cambiamento della sua personalità.  Da qui in poi ci ritroveremo un personaggio completamente diverso, più maturo e più vivo.

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D’altro lato, Sakura Yamauchi

Una ragazza solare con il sorriso stampato sulle labbra e amica di tutti. Di primo acchito sembra una ragazza forte, anche troppo per la sua età, ma nasconde dentro di sé un dolore inimmaginabile. Questo conosciutissimo cliché della ragazza forte che nasconde ad altri il proprio dolore, ormai trito e ritrito, colpisce sempre e comunque al cuore. La paura di Sakura si nasconde dietro la frase che dice ad Haruki all’inizio del film: Voglio mangiare il tuo pancreas. La frase che, consci di ciò che succederà, anticipa un disperato desiderio di guarire da un forte male.

Scopriamo così che è iniziato per lei l’atto finale di una breve vita, e nel tempo che le rimane, cerca di cancellare i punti dalla sua lista di cose da fare prima di morire, in compagnia del suo nuovo amico.

Haruki diventa così anche il lascito di Sakura stessa che, nonostante la malattia, riesce a trascinarlo fuori dalle sue paure, mentre lui le dà il dono da lei tanto agognato, farla sentire una ragazza normale. Si sviluppa tra i due qualcosa che va oltre l’etichetta di amicizia o amore, bensì qualcosa di eterno, che si può racchiudere nella frase, ripetuta in modo poetico: “Voglio mangiare il tuo pancreas“, l’unione eterna delle due anime.

Un’opera che incanta e intenerisce, con scene suggestive (da menzionare la scena nello stile de “Il Piccolo Principe“) e personaggi unici e speciali. Non perché diversi dagli altri, ma proprio perché umani, presenti nella vita di tutti i giorni. Il tutto gonfiato con eccessi, troppi anzi, che “epicizzano“, seppure per motivo stesso della storia, ogni singolo momento della giornata.

Shinichiro Ushijima rimarca così quanto le persone si influenzino e cambino l’un l’altra, lasciando qualcosa di sé in chi si incontra. Purtroppo però, non è tutto oro quel che luccica. Non va comunque dimenticata la presenza di molte forzature, tra una sceneggiatura a tratti traballante, alcune animazioni di movimento davvero pessime e forse l’errore più grande di questo “inno alla vita”, la presenza di troppe morali, che lasciano poco spazio tra loro e risultano voler puntare troppo in alto.

Inevitabile è anche il paragone con recenti mostri narrativi del calibro di “Your Name” e “A silent voice” che non rendono la vita facile a quest’opera. Alla luce di tutto, Voglio mangiare il tuo pancreas resta un’esperienza godibile e tranquilla. Una storia romantica e adatta sopratutto ai più giovani e ai romantici e sensibili, insomma… preparate i fazzoletti per asciugare le vostre lacrime virili.

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Domz

Konnichiwa a tutti! Sono Domz e cercheró tramite le mie parole di farvi appassionare al mondo nipponico. Tratterrò vari argomenti ma per lo più il fantastico mondo degli anime. Inoltre sono anche admin della pagina instagram Anime&Soul. "Le parole possono avere varie interpretazioni.Non sempre si dice tutta la veritá;é la debolezza dell'uomo a mettere alla prova gli altri per confermare la propria esistenza" -Violet Evergarden

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