A distanza di 5 anni dalla pubblicazione di Mafia Definitive Edition , remake del capostipite della serie, Hangar 13 torna proponendo un nuovo capitolo con l’intento di rievocare le sensazioni trasmesse con titoli più apprezzati dai fan , ma narrando una storia inedita e mostrando un’ambientazione ricca di fascino. Vi raccontiamo in questa recensione Mafia The Old Country .
Partendo dalle basi, Mafia è una serie videoludica di stampo action, che dal 2002 propone storie riguardanti la malavita americana del XX secolo . Le avventure vissute nei titoli non sono esperienze totalmente lineari, bensì vengono supportate da delle mappe interattive che, seppur principalmente utilizzate come palcoscenici per le missioni che avanzano le trame, offrono anche svariati punti d’interesse secondari, che migliorano l’immersione nelle varie ambientazioni.
Sono numerose le azioni che il giocatore può compiere durante le partite e variano di gioco in gioco, ma sono tutte concesse al fine di potenziare i racconti scritti dagli sviluppatori.
Amunì, carusu… Nel caso di Mafia The Old Country (o Mafia: Terra Madre , se preferite) la storia è un prequel ambientato nella Sicilia di inizio Novecento e segue la storia di Enzo Favara , giovane ragazzo in cerca di riscatto sociale che, attraverso svariati eventi ed imprevisti, si ritroverà ad abbracciare gli usi e costumi della Famiglia Torrisi , organizzazione mafiosa molto potente nella zona della Valle Dorata .
Seppur banale e ricca di cliché provenienti sia dai classici film di mafia che da altri capitoli della serie stessa, quella che vede come protagonista Enzo è una trama coinvolgente in grado di catturare immediatamente l’attenzione dello spettatore e di trasportarlo fino ai titoli di coda senza fatica.
Tra le tematiche affrontate durante il racconto ritroviamo: l’amore proibito, il rapporto tra la criminalità organizzata e lo sfruttamento dei lavoratori, l’ambiguità del codice d’onore dei mafiosi e il rapporto tra Italia e America. Tutti questi spunti vengono approfonditi e trattati con la giusta sensibilità. Il punto di forza più evidente dell’opera è quello legato alla scrittura , che è in grado di far brillare numerosi comprimari e secondari attraverso dei dialoghi coerenti con il contesto e i personaggi .
La novità più peculiare di Mafia The Old Country è senz’altro la presenza del doppiaggio in siciliano che è in grado di enfatizzare il fascino dell’ambientazione e di offrire un tocco di unicità all’intera produzione. La parlata varia a seconda del personaggio e della sua formazione, ad esempio i preti risultano spesso più istruiti e tendenti ad un italiano corretto, mentre i “travagghiari” sono più ignoranti e, pertanto, parlano un dialetto più relativo alla terra di provenienza.
Nonostante alcune performance siano risultate meno convincenti di altre, la qualità generale del lavoro svolto con il dialetto è di ottimo livello ed è caldamente consigliato per una maggiore immersività.
Problemi strutturali Sul fronte esplorativo, l’opera di Hangar 13 abbandona la spinta open world offerta dal precedente Mafia 3 , per ri-abbracciare un approccio più simile alle origini della serie. In questo caso, però, la mappa di gioco ricopre un ruolo ancor più marginale rispetto a quanto visto in precedenza. Sebbene siano presenti diverse vetture e cavalli da acquistare e utilizzare, navigare la Valle Dorata non risulta mai davvero stimolante per via di una mancanza di punti d’interesse e di una libertà di esplorazione molto limitata.
Le fasi più lineari, invece, sono spesso ben curate e con una giusta proporzione tra gameplay e narrazione, ad eccezione delle prime ore di gioco, che tendono ad essere eccessivamente prolisse e restie a offrire azione su schermo.
Meccanicamente parlando, Mafia The Old Country è un titolo che non riesce a stupire mai , anzi: risulta spesso goffo e arretrato. Tutto ciò che riguarda la componente ludica pecca di una mancata pulizia e voglia di proporre qualcosa di diverso dal solito al giocatore: dalle corse con i cavalli a quelle con le macchine, dalle sparatorie agli agguati silenziosi.
Le pochissime gare presenti nella campagna sono realizzate per far vincere forzosamente il giocatore , con momenti nel quale gli avversari si bloccano appositamente prima del traguardo e checkpoint inseriti in momenti di vantaggio durante le corse. Risulta incomprensibile la scelta di poter acquistare tramite valuta di gioco automobili e cavalli di valori statistici differenti, data la trascuratezza con la quale viene trattata questa componente di gioco.
Vorrei, ma non posso Spostandosi sulla parte offensiva, la sensazione generale è quella di star giocando un titolo fortemente ispirato dalle produzioni recenti di Naughty Dog (nello specifico, Uncharted e The Last of Us ), ma senza i giusti valori produttivi e la cura necessaria che ci si aspetterebbe da un progetto del genere. L’esperienza offre la possibilità di adottare in molte sequenze di gioco l’approccio che si predilige.
Sul fronte del combattimento diretto , l’azione offerta sul campo non è dissimile da quanto visto nel genere: sparatorie con copertura, barili esplosivi in punti strategici e armi ottenibili sul campo di battaglia di vario calibro. Sia chiaro, utilizzare le armi da fuoco non è così male e le mappe sono spesso ben realizzate, ma l’intelligenza artificiale dei nemici a malapena accennata rende triviale e metodico qualsiasi scontro .
Le sezioni tattiche, invece, sono ancor più deboli e carenti sul profilo meccanico. È possibile distrarre i nemici con delle monete, sgattaiolare dietro di loro per atterrarli e dopodiché nasconderli lentamente in qualche baule. In questi casi il coltello di Enzo , elemento sul quale il team ha fortemente puntato, risulta più utile, dato che permette di finire più rapidamente gli avversari con una pugnalata o lanciarlo a distanza. Questo tipo di approccio è quello che mette più in risalto le debolezze del gioco, visto che i nemici sono talmente poco attenti e interattivi da permettere al giocatore di fare strage senza la minima preoccupazione .
Infine, sono presenti lungo il corso della campagna vari scontri caratterizzati dal solo utilizzo del pugnale . In queste fasi la varietà di manovre corpo a corpo di Enzo viene ampliata, permettendo al giocatore di schivare, deflettere, colpire con affondi e fendenti. Nonostante queste battaglie siano state pensate per enfatizzare determinati climax della storia, spesso risultano essere piuttosto metodiche e mal realizzate , a causa di animazioni troppo rigide, impatto dei colpi insufficiente e, come già detto, intelligenza artificiale facilmente aggirabile.
Un presepe vivente Mafia The Old Country è il primo capitolo della serie realizzato in Unreal Engine 5 e soffre di alcuni singhiozzi simili a diverse produzioni recenti realizzate con il medesimo motore grafico. Su PC risulta piuttosto pesante (anche per le schede più prestanti), ma il vero problema è il frequente pop in della vegetazione e delle texture su schermo durante i cambi di inquadratura delle scene che distrae e interrompe l’immersione.
Fatta questa doverosa premessa, la Sicilia ricostruita dal team è una delle loro ambientazioni più belle mai realizzate . Le strade, i mercati e le piccole case del 1900 sono ricche di cura e piccoli dettagli particolarmente familiari alle tradizioni italiane. Degni di nota sono anche i modelli dei personaggi principali, piuttosto credibili e molto espressivi.
Anche il comparto audio è di ottima qualità , con una colonna sonora memorabile e una ricostruzione dei suoni delle piccole città impeccabili. Attraversare le strade ascoltando le lamentele e battute dei passanti mentre svolgono i loro doveri dona il giusto carattere che si sperava di vedere in uno scorcio come quello proposto dal titolo.
Mafia The Old Country: un gioco riuscito a metà In conclusione, Mafia The Old Country si mostra come un’opera anacronistica : è grado di raccontare una storia ben scritta, ma offrendo anche un titolo ludicamente mediocre sotto tutti i punti di vista rispetto agli standard attuali dell’industria di riferimento. È assolutamente consigliato a chiunque sia fan della serie (specialmente i primi due capitoli) e chi vuole immergersi nell’affascinante Valle Dorata della Sicilia senza troppe pretese per quanto riguarda il gameplay. Ci si augura che Hangar 13 possa in futuro risolvere le proprie lacune ormai note da tempo e che continui a proporre le sue trame degne di nota.
Coerenza e cura del dettaglio
8
Pros
Storia ben scritta e personaggi memorabili
Ambientazione bellissima e ben curata
Doppiaggio in siciliano unico e peculiare
Cons
È ludicamente vecchio e lacunoso in tutto ciò che offre
Problemi grafici che spezzano l'immersione
Struttura del gioco incoerente e mal gestita
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