Social

Cinema&Tv

Knights of Guinevere: Dana Terrace trasforma il risentimento in creatività

Pubblicato

il

Knights of Guinevere Dana Terrace Studio Glitch

Dopo due anni dalla sua separazione definitiva dalla Disney, Dana Terrace, creatrice di The Owl House, è approdata sullo Studio Glitch, che ha rilasciato il pilot della sua nuova serie animata, Knights of Guinevere.

Assieme a Lackadaisy, Hazbin Hotel e altri nomi conosciuti su YouTube, Glitch si è pian piano costruito la fama come uno degli studi di animazione indipendente più famosi degli ultimi anni. Dopo i successi di Murder Drones, Amazing Digital Circus e il primo episodio di Gaslight District, lo studio ospita per la prima volta un nome già ampiamente conosciuto nel panorama dell’animazione mainstream.

Durante un’intervista rilasciata col direttore dello studio, Dana Terrace non ha tuttavia nascosto che Knights of Guinevere sia, nel suo sottotesto, un’aspra critica verso i suoi ex capi, una compagnia che maschera tutta la sua ipocrisia con colori sgargianti e immagini barocche. Compagnia, tra l’altro, che non sta vivendo uno dei suoi periodi migliori.

Knights of Guinevere Dana Terrace Studio Glitch Frankie Andi

Un incubo che si avvera

Sulla fittizia città di M-7 sorvola il Planet Park, un parco a tema creato dal visionario Orville e gestito da sua figlia Olivia. La mascotte del parco, Guinevere, è una figura tra le più conosciute della città sottostante, nel bene e nel male.

FrankieFrancesca“, una raccoglitrice di rifiuti e operaia della fabbrica di riciclaggio del Planet Park, e AndiAndrea“, ingegnere junior dello stesso, cercano di sbarcare il lunario con quello che possono, dormendo in una catapecchia alla periferia di M-7 e sopportando i soprusi dei loro superiori e dei cittadini.

Ma tutto cambia quando Frankie ritrova, tra i rottami recuperati dal Planet Park, un vecchio androide di Guinevere. Convinta di poterlo riparare, convince Andi a portarla nel suo laboratorio di nascosto.

Ma altri vogliono mettere le mani su Gwen: Olivia, ormai vecchia e malata ma dedita a “migliorare” tutte le creazioni sue e di suo padre, e Sparky, il vecchio e arcigno capo di Frankie, desideroso di arricchirsi vendendo i pezzi dell’androide.

Andi Knights of Guinevere Studio Glitch Dana Terrace

L’arte imita la vita…

Si sa, quando il messaggio supera la storia, la morale prende il posto della narrazione, e la controparte di finzione rischia di diventare astrusa agli occhi di chi ne usufruisce. Si sarebbe potuto correre il rischio che l’asprezza nutrita da Dana Terrace nei confronti della Disney avrebbe intaccato la sua possibilità di narrare una storia interessante.

Fortunatamente, così non è stato. Già in passato Dana Terrace ha dimostrato di essere una scrittrice capace e con l’affiancamento di altri sceneggiatori dello Studio Glitch, ha creato un pilot intrigante, con frecciatine sicuramente poco nascoste, ma nondimeno argute e ampiamente apprezzate.

Non si tratta infatti di un mero sfogo personale nel modo in cui l’autrice è stata trattata, assieme ad altri artisti e colleghi quali Alex Hirsh, creatore di Gravity Falls. O almeno, lo è solo in minima parte. La serie può essere vista infatti anche come critica al sistema lavorativo di una qualsiasi azienda dell’intrattenimento, al modo in cui tratta i propri dipendenti e i suoi vecchi prodotti.

Frankie Knights of Guinevere Studio Glitch Dana Terrace

…E la vita imita l’arte

Vecchie mascotte sono a stento tenute in vita talmente tanto a lungo e riassettate talmente tante volte che alla fine non riescono più a sopportare la sofferenza e preferiscono farla finita piuttosto che subire l’ennesima, torturante seduta di terapia. Questo accade nel prologo dell’episodio, ed è solo un assaggio di quello che il Planet Park nasconde nelle sue volute d’oro e d’argento.

Tramite il lavoro di Frankie vediamo come il pattume proveniente dal Planet Park venga raccolto e riutilizzato dallo stesso, come spesso le aziende fanno con i loro prodotti, riciclando vecchie idee in modo che siano ancora commerciabili. Se non volgiamo ritirare fuori il nome della Disney, basterebbe quello di Barbie.

Ma non è solo dalla spazzatura che il parco fa rivivere le sue antiche glorie: bambole, marche di cereali, macchinari e persino produzioni di copie live-action dei propri vecchi personaggi, con frasi come “Nessuno l’ha chiesto, quindi lo faremo!“, o “Questa principessa può salvarsi da sola!” molto riconoscibili nell’advertising contemporaneo.

Assieme alla decostruzione, Dana Terrace cerca anche di svecchiare gli stereotipi tipici di tali compagnie: a inizio episodio, così come nel titolo, vengono nominati dei “cavalieri” destinati a salvare la principessa Guinevere dalla torre. Costoro, come si è evinto, non sono quelli che lo spettatore medio si aspetterebbe: niente principi in armatura e su cavallo bianco o sardonici ladruncoli di buon cuore. Solo due lavoratrici della classe bassa che vivono nei sobborghi e che subiscono ingiurie da parte dei capi e dei loro concittadini.

A ciò collegato, l’episodio mostra anche quanto sia difficile essere costretti a lavorare per un’azienda dall’etica discutibile: alla fine si vuole solo arrivare a fine mese, compiendo sacrifici fisici ed etici per sopravvivere, e solo per venire criticati anche dai propri amici.

Knights of Guinevere Dana Terrace Studio Glitch Andi Frankie

Lo Studio Glitch cambia stile

Sin dai primi minuti notiamo le più impellenti differenze tra lo stile di Dana Terrace con quello tipico dello studio Glitch: quest’ultimo predilige l’animazione in 3D, con design esageratamente caricaturali. Knights of Guinevere è invece in due dimensioni, con uno stile semplice ma d’impatto, com’è d’uopo nell’animazione in 2D contemporanea. Ciò va a vantaggio della fluidità dell’animazione in e nella dinamicità dei movimenti, più facili da gestire con disegni così essenziali.

Allo stesso modo, gli sfondi di serie come Gaslight District e Amazing Digital Circus sono sgargianti e volutamente espressionisti, in Knights of Guinevere sono più eleganti e ampollosi, proprio per catturare lo stile Disney.

Differente è anche lo stile narrativo: non è rapido e folle, con un pacing energetico che cattura sin dal primo minuto. Inizia lentamente, proseguendo in maniera altrettanto amalgamata. Abbondano lunghi silenzi, in cui l’approfondire del setting è affidato alle immagini. Cartelloni pubblicitari imbrattati da spray, statue in piazza alle quali la gente fa il dito medio, grigie fabbriche con alte ciminiere su cui è inciso il logo del Planet Park ci fanno comprendere come funziona il mondo e come la gente reagisce alle sue sfaccettature.

Quando un personaggio ritorna dopo tanto tempo non viene nominato direttamente, né lo si fa parlare troppo, si limita a ripetere una sua frase o un suo gesto tipico, sufficiente perché noi possiamo riconoscerlo immediatamente.

Andi Frankie Knights of Guinevere Studio Glitch Dana Terrace

Knights of Guinevere: un altro gioiello indipendente

Il pilot di Knights of Guinevere è, in conclusione, un ottimo inizio, ricco di arte, critica, emozioni e profondità. Una storia che non nasconde il proprio risentimento, ma che non permette ad esso di prendere il sopravvento sulla narrazione.

Un primo episodio che non ha nulla da invidiare a quello di Gaslight District, altro pilot di Glitch uscito quest’anno, ma che non è neanche nato per questo. Tra creatori indipendenti, soprattutto della stessa produzione, non ci dovrebbe essere conflitto, ma unione nel risplendere abbastanza da venire notati dall’alto. E se prodotti come Murder Drones e Hazbin Hotel sono riusciti a venire rilasciati anche su Prime Video è il segno che la luce è diventata abbastanza sgargiante.

È un’enorme soddisfazione vedere il nome di Dana Terrace unito a quelli dei fratelli Lerdwichagul, Vivienne Medrano e Tracy Butler in questa piccola rivoluzione artistica pacifica, perché possa dare al pubblico quello che vuole: belle storie con poco dispendio. E noi di SpaceNerd non possiamo fare altro che consigliarvi queste gemme indipendenti.

SCOPRI CHI HA SCRITTO QUESTO ARTICOLO!

Knights of Guinevere: Dana Terrace trasforma il risentimento in creatività 1

Fin da bambino sono sempre stato appassionato di due cose: i romanzi fantasy e il cinema, passioni che ho coltivato nel mio percorso universitario, laureandomi al DAMS Crescendo hoi mparato a coltivare gli amori per i videogiochi, i fumetti e ogni altra forma di cultura popolare. Ho scritto per magazine quali Upside Down Magazine e Porto Intergalattico, e ora è il turno di SpaceNerd di sorbirsi la mia persona!
Sono un laureato alla facoltà DAMS di Torino, con tesi su American Gods e sono in procinto di perseguire il master in Cinema, Arte e Musica.

Seguici su tutti i nostri social!
Advertisement
Commenta
Sottoscrivimi agli aggiornamenti
Notificami
guest
0 Commenti
Più vecchi
Più nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti

Popolari