Come ci è già capitato di riferire negli altri articoli relativi alla Gamescom, l’edizione annuale appena volta al termine ci ha regalato numerose conferme ma anche diverse novità inedite: oltre al nuovo Dying Light: The Beast (del quale trovate qui l’anteprima), è stato presentato per la prima volta in assoluto all’Opening Night Live un nuovo titolo sviluppato da Glowmade e pubblicato da Amazon Games, chiamato King of Meat.
Per l’occasione, siamo stati invitati a un evento a porte chiuse per poterlo provare in anteprima con il supporto e l’aiuto degli sviluppatori.
King of Meat è un party game cooperativo, nel quale quattro impavidi eroi dovranno vedersela con una serie di stage da portare a termine per conquistare la gloria in quello che è a tutti gli effetti uno spettacolare e folle show televisivo.
Goliardia, esagerazione, momenti divertenti e livelli sfidanti mi hanno accompagnato in questa inaspettata tanto quanto divertente prova del nuovissimo titolo di Glowmade.
Quindi, a fianco di altri tre giornalisti, ho provato e portato a termine tre delle sfide che King of Meat metterà a disposizione di ogni coraggioso avventuriero che prenderà parte al folle reality in cerca di… gloria?
Glowmade ha creato un party game che richiede estrema collaborazione e un pizzico di follia nel superare le sfide e i percorsi ad alto rischio che ho potuto provare in King of Meat. I livelli comprendono una moltitudine di sequenze differenti, da prove a tempo, corse a ostacoli, sezioni platform, puzzle ambientali e combattimenti contro nemici e boss di vario tipo, il tutto mentre il timer scorre.
Il nostro obiettivo è stato quindi quello di coordinare ogni nostra azione e movimento per riuscire a superare ogni singolo stage nel minor tempo possibile, cercando di evitare la morte: alla fine del percorso i giocatori otterranno un punteggio che andrà a definire la valutazione finale, che premierà la squadra con una medaglia di bronzo, argento o oro.
Vincere determina anche la quantità di premi che si potranno ottenere, come la valuta da spendere presso l’HUB centrale dai vari NPC che lo abitano per ottenere nuovi costumi ma anche e soprattutto armi, combo, abilità e potenziamenti.
L’HUB è in realtà il backstage dello show, e gli NPC non sono altro che collaboratori e lavoratori che, come noi, rendono possibile e la messa in onda del folle reality show. Adam Sibbik, co-founder di Glowmade, spiega come quest’area in origine fosse pensata come un pub, ma che nel corso dello sviluppo abbiano sentito il dovere di ampliarla, facendo nascere così il backstage di King of Meat riempiendolo con quelli che definiscono in tutto e per tutto lo staff dello show, compresi anche i mostri che andremo a sfidare.
Molti di questi NPC erano disponibili nella versione provata alla Gamescom e dispongono di una serie di dialoghi stranamente azzeccati e densi di personalità che fanno anche trasparire una buona scrittura di fondo, e nascondono magari pure qualche quest segreta. Quest’aspetto, se elaborato a dovere, potrebbe riuscire a donare consistenza persino alla componente narrativa, aspetto del quale in un certo senso avrebbe potuto pure farne a meno, rendendo King of Meat non un party game qualunque ma dimostrando che può esserci una ventata di aria fresca per il genere.
Nei circa trenta minuti che ci sono voluti per superare le prove mi sono sinceramente, spontaneamente e genuinamente divertito come poche volte mi è capitato di fare per questi generi di gioco: l’azione è dinamica e caotica ma anche esilarante e divertente, anche grazie all’abilitazione della tangibilità fisica tra compagni, che ci ha portato più volte a spingerci per sbaglio, a intralciarci la strada a vicenda e a creare una serie di altre situazioni imbarazzanti ma al contempo buffe e spassose.
Lo stile prettamente cartoon e i toni umoristici completano il tutto, e danno quel senso di spensieratezza e leggerezza che, a mio avviso, risultano assolutamente perfetti per questo tipo di esperienza.
I tre stage che abbiamo provato sono stati a loro modo abbastanza diversi tra loro, e il fatto che vi sia a tutti gli effetti un sistema di progressione mi fa ben sperare sul fatto che, avanzando nell’avventura, si sblocchino percorsi e battaglie sempre più elaborate, longeve e complesse.
A ciò si aggiunge anche una componente prettamente creativa, che metterà a disposizione della community un vero e proprio editor che permetterà ai giocatori di sbizzarrirsi con la creazione di nuovi circuiti e sfide sempre più pazze e divertenti. Purtroppo non ho avuto modo di mettere mano su tale strumento perché disabilitato per la prova, ma avendo testato con mano la base di quel gameplay sono certo che, quando il gioco verrà rilasciato, ne vedremo davvero delle belle.
In definitiva, non saprei dire al momento se King of Meat riuscirà a conquistare il cuore dei giocatori sia al lancio che sul lungo termine, ma a mio avviso andrebbe premiata la sola idea che il team abbia preso la base concettuale di un Fall Guys qualsiasi, per elaborarla e strutturarla più a fondo, rendendola un’esperienza cooperativa di tutto rispetto.
King of Meat è la prova che in un panorama di titoli multiplayer ormai monotoni si possa ancora variare ed essere originali, senza tralasciare uno degli aspetti più importanti del videogiocare: divertirsi.
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