Interviste

Festival del Fumetto 2024: Intervista a jhin.tonic_

In occasione dell’edizione invernale del Festival del Fumetto 2024, abbiamo avuto l’occasione di intervistare alcuni cosplayer che hanno partecipato alla fiera. Oggi vi presentiamo Simona, in arte Jhin, conosciuta sui social con l’username jhin.tonic_.

È una studentessa universitaria, nonché content creator e brand ambassador per alcune aziende. Grazie alla sua longeva esperienza, aiuta i cosplayer emergenti a trasformare la propria passione in un possibile lavoro e divulga messaggi positivi relativi all’autostima e alla cura della propria persona.

Ciao Jhin, ti presenteresti brevemente per i nostri lettori?

Ciao! Mi chiamo Simona, in arte Jhin Tonic. Sono una cosplayer e lavoro per un’organizzazione e-sport come content creator! Amo i videogiochi e tutto quello che ha a che fare con anime e manga!

Come ti sei appassionata al mondo del cosplay?

Avevo circa 13/14 anni quando i miei genitori, entrambi appassionati di anime, videogiochi, Star Wars e film, mi hanno accompagnata alla mia prima fiera. Si chiamava Vinadio Comics and Games e ancora oggi mi è rimasta nel cuore, nonostante non l’abbiano più riproposta dopo il COVID-19.
Qui ho visto una cosplayer di Krul Tepes dell’anime di Owari no Seraph e, indicandola, dissi a mia mamma “Voglio farlo anche io!“. E da qui è iniziato il tutto.

Hai qualche cosplay del cuore?

Jinx di League of Legends, nella sua versione Arcane. È un personaggio che amo follemente interpretare e che mi fa sentire estremamente a mio agio: nonostante il processo di preparazione sia lungo e il cosplay sia oggettivamente scomodo, non riesco a non amarla. È quel cosplay che voglio costantemente migliorare ogni volta che lo porto.

Qual è stata la tua prima fiera? Hai qualche ricordo particolarmente significativo che vuoi condividere?

La mia prima fiera è stata il Vinadio Comics and Games ed è anche la fiera in cui mi sono appassionata dell’universo del cosplay.

Rispetto ad allora, come è cambiato il tuo approccio nel mondo dei cosplay?

Durante i miei primi anni di attività, nonostante i miei genitori sostenessero questa passione, facevo le cose un po’ alla ‘’bell’e meglio‘’ perché, non avendo entrate personali, non potevo permettermi di investire chissà quanto nei cosplay. Ora che invece ho ottenuto un lavoro posso senz’altro mettere molta più cura sia in quello che faccio sia nei contenuti che porto!

Hai dei punti di riferimento, dei modelli a cui ti ispiri?

I miei punti di riferimento sono: shirogane_sama, likeassassin, himee.lily e tante altre!

Quali sono le tue dream collab? Con quali brand o franchise vorresti lavorare?

Mi piacerebbe lavorare con Uwowo perché, tra tutti, lo ritengo uno dei siti migliori come qualità di costumi!

Cosa consiglieresti a un cosplayer alle prime armi?

Ad un cosplayer alle prime armi consiglierei di:
a. Non scoraggiarsi se non riesce a portare tanti cosplay diversi: ognuno fa quello che può con i mezzi che ha;
b. Impegnarsi prima su pochi progetti in modo da consolidare le basi;
c. Fregarsene di cosa dice la community che, alle volte, sa essere piuttosto tossica;
d. Ottimizzare i tempi! Il tempo impiegato nel lavorare su se stessi è sempre quello speso meglio.

Tornando indietro nel tempo, c’è qualcosa che cambieresti nel tuo percorso creativo?

Onestamente no… il mio è stato un percorso piuttosto lineare. Sono migliorata nel tempo, imparando dai miei errori e confrontandomi con chi ritengo nettamente più capace.

Come ti senti e cosa provi quando indossi un cosplay?

Mi sento libera di poter essere qualcun altro. Posso essere una pazza fuori di testa nel caso di Jinx o Mahito, oppure la classica ragazza della porta accanto. Posso interpretare un ruolo come un’attrice, perché il cosplay è anche questo: recitazione e interpretazione.

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Ti sei mai sentita discriminata per questa passione? Esistono delle problematiche particolari che vorresti esporre?

Sì e no. Ho iniziato a prendere seriamente il cosplay quando ho iniziato a recarmi periodicamente a Milano dove avevo modo di stare con altri cosplayer, collaborare con fotografi e andare a fiere dedicate. Prima abitavo in un piccolo paesino dove questo tipo di hobby veniva considerato strano, perciò non avevo la motivazione di uscire per shooting fotografici o per quei pochi eventi dedicati che c’erano.
Ancora oggi mi capita spesso di scattare in città e attirare commenti derisori, fischi e occhiatacce, ma onestamente ho imparato a passarci sopra: sto nel mio, faccio le mie foto e ignoro chi mi circonda.

Hai mai partecipato a una fiera con altri cosplayer o eventualmente a dei raduni? Com’è l’esperienza di incontrare altre persone che condividono la tua stessa passione?

Molto spesso vado a fiere e ad eventi con altri cosplayer, anche perché il mio giro di amici è composto quasi interamente da cosplayers o fotografi cosplay. Aver a che fare con gente che condivide la tua stessa passione è bellissimo; ti dà modo di sentirti libero di esprimere te stesso.

Ti senti accolta dalla community cosplay? Cosa cambieresti?

Direi di sì! Mi fa sempre molto piacere trovare a fiere o eventi gente che viene lì per conoscermi e per scambiare due parole, farsi una foto o prendere una mia stampa! Tuttavia, la community cosplay purtroppo negli ultimi anni è diventata sempre più tossica: mi capita spesso di aver a che fare con gente insoddisfatta e invidiosa che, piuttosto che impegnarsi e lavorare su se stessa, preferisce cercare di affossare gli altri.

Se il cosplay è la tua professione principale, quali sono i lati positivi e negativi del tuo lavoro?

Attualmente il cosplay è parte della mia professione ma non lo è del tutto. Purtroppo il cosplay in Italia non penso diventerà mai un lavoro vero e proprio, visto e considerato che il 90% delle fiere non ha intenzione di pagare adeguatamente gli ospiti…

Sei soddisfatta dei cosplay che porti? Perché?

A volte sono soddisfatta, altre meno, ma penso sia così in ogni ambito lavorativo. Quando non sono soddisfatta al 100% di un cosplay che porto, quasi sicuramente lo riporterò cercando di migliorarlo e di farmelo piacere!

Come ha influito il mondo dei cosplay nella tua crescita psicologica e personale?

Il mondo del cosplay mi ha messo a dura prova parecchie volte: non sono mancati stress ed episodi di burnout, ma poi la soddisfazione che ne deriva è davvero tantissima. Mi ha insegnato che se ci si impegna duramente in quello che si fa, prima o poi i risultati arrivano.

Cosa diresti alla te del passato? E a quella del futuro?

Alla me del passato direi di non preoccuparsi di sbagliare perché è una parte essenziale del processo di crescita. Alla me del futuro direi invece di continuare così, di imparare sempre cose e tecniche nuove!

Ti sei divertita al primo Festival del Fumetto del 2024? Perché?

Sì, mi sono divertita moltissimo! Il Festival del Fumetto di Novegro è una delle mie fiere preferite in assoluto perché, oltre a essere una piacevole manifestazione, è soprattutto un ritrovo per cosplayers dove beccarsi e stare in compagnia.

C’è qualcosa che cambieresti della fiera?

Il Festival del Fumetto è una delle poche fiere di cui non cambierei quasi nulla! Ha ottimi spazi per fare foto, stand interessanti, una artist alley piuttosto vasta e un’area palco dedicata ai cosplayers davvero senza paragoni!

Che cosa hai comprato?

Ho acquistato un paio di gadget da asunicha e Chiara Mazzetti, due artiste presenti all’artist alley!

Hai in programma di recarti anche all’edizione primaverile?

Non mi perderei nessuna edizione del Festival del Fumetto, per nulla al mondo!

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Elisabetta Giardi

Sono cresciuta con pane, videogiochi, anime e arte. I miei studi e la mia passione verso le scienze umane mi permettono di guardare e giocare con uno sguardo diverso, riuscendo a cogliere molte scelte stilistiche e ad attribuire loro un significato più profondo.

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