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Voglio credere nella Next-Gen: facciamo il punto della situazione

Il 10 novembre del 2020, tra mille problemi e peripezie, usciva la next-gen, vale a dire PlayStation 5 (ne abbiamo parlato qui) e XBox Series S/X (la nostra recensione qui). Nintendo invece sembra aver definitivamente stabilito uno standard a sé, identificando un proprio settore di mercato con una sua propria utenza e quindi non sembra intenzionata ad entrare nella competizione (ne tantomeno ha ragioni per farlo).

Tralasciando la mia personale curiosità riguardo al feticcio di Mr. Bill Gates per la lettera X, perlopiù la notizia mi ha suscitato notevoli aspettative. Avendo vissuto personalmente questa evoluzione dallo SNES, alla prima PlayStation e alla sua seconda iterazione, per poi passare a Xbox 360 e così via, mi aspettavo l’ennesima rivoluzione. Badate bene, rivoluzionare il mondo dei videogames non deve significare necessariamente migliorare la grafica. Ci sono decine di fattori che possono essere modificati per migliorare l’esperienza.

Quando la next-gen era Playstation, per esempio, Sony ha puntato sul CD come supporto fisico, permettendo di avere molto più spazio a disposizione e risorse che potessero essere sfruttate appieno dall’hardware della macchina, che tra le altre cose supportava nativamente il 3D.

Il design di Playstation 2 e la possibilità di essere posizionata sia in orizzontale che in verticale ha cambiato il modo di vedere la console all’interno delle nostre case.

Anche le periferiche di input hanno subito una grande evoluzione. L’ergonomia e il comfort di gioco sono migliorati notevolmente grazie al design del primo pad di Sony che si è poi evoluto nel Dual Shock, che integrava le levette analogiche e il force feedback (per il cui utilizzo è stata citata in giudizio da Immersion Corp. e costretta a pagare un sacco di soldi per violazione di copyright, ma questa è un’altra storia).

Il wiimote di Wii ha reinventato totalmente l’input e permesso agli sviluppatori di immaginare nuove meccaniche di gioco. Da quello, Sony e Microsoft hanno preso spunto per i PS Move e Xbox Kinect.

Insomma, in quasi 40 anni le console hanno fatto un sacco di strada ed ogni next-gen fino ad ora hanno apportato migliorie tecniche che si sono riflesse più o meno direttamente sul gameplay e sono state ingegnosamente usate dagli sviluppatori per inventare nuove meccaniche di gioco.

Quindi cosa ci porta questa (current) next-gen?

Questa generazione di console è arrivata in maniera abbastanza travagliata. Suppongo che il dubbio amletico tra mancare la finestra di lancio e rischiare il fallimento o lanciare una console sugli strascichi di una pandemia mondiale e rischiare il fallimento non abbia aiutato né Microsoft né Sony.

Inoltre, i bagarini hanno pensato bene di mettere il loro carico da novanta e aggravare il problema. Ad ogni modo, la carenza di unità è terminata, le console sono facilmente reperibili ed io sono rincuorato dal fatto che l’acuta mente superiore dei bagarini saprà trovare brillantemente una diversa destinazione d’uso a quelle decine di costosissimi soprammobili ancora in loro possesso.

Dal punto di vista dell’innovazione, sia Playstation 5 che Xbox Series S/X hanno indubbiamente puntato sulla velocità. Sulla velocità e sulle capacità offensive di console dalle dimensioni di un cucciolo di grizzly. Ma soprattutto sulla velocità.

Le due macchine possiedono entrambe un hardware di tutto rispetto e sono prodotte in due versioni: una con lettore ottico e l’altra only digital, anche se mentre Sony ha optato per mantenere lo stesso setup sulle due versioni, Microsoft ha applicato due diverse configurazioni che vedono la versione disco come la meglio attrezzata e più performante.

Certo, ora suona un po’ ridicola la strategia di marketing di Microsoft, che per ragioni a me ignote è passata da “La console più veloce e potente del mercato”, che aveva un senso, a “La Xbox più veloce e potente della storia”, che mi fa pensare solo “e grazie al…”, perché a meno che i progettisti di Redmond non decidano di investire i loro sforzi in un downgrade della lineup, sembra normale pensare che la next-gen sia più performante della old-gen.

Ma discutibili scelte di marketing a parte…

Qual è l’offerta delle due console?

Playstation 5 punta su un design vistoso totalmente opposto alla versione precedente, passando da nero e spigoli netti a un bianco dominante con curve morbide. Come già detto, l’hardware è pensato per migliorare la velocità ma anche l’efficienza, promettendo consumi più ridotti.

Sony poi guarda all’esperienza sonora grazie al suo sistema 3d Tempest, in grado di gestire centinaia di diversi canali audio e introduce una tecnologia aptica nei propri controller, che modula il feedback dei tasti adattandosi a ciò che succede a schermo. Anche il VR viene ripensato, grazie ad un nuovo visore.

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All’angolo opposto la next-gen di casa Microsoft, con una livrea nera e minimale che riprende il design spigoloso del suo predecessore. Xbox Series X spinge sulla velocità e sulla potenza, progettando una console strutturata per sfruttare appieno la potenza del processore a partire dal sistema di raffreddamento. I suoi punti di forza, oltre alla potenza dura e pura, sono la velocità di caricamento, anche nel passaggio da un gioco all’altro, e il vasto catalogo del Game Pass. Anche Xbox offre prestazioni audio 3D derivate da Dolby Atmos e Dolby Vision.

Detto questo, entrambe le console promettono video fino a 8k, 120fps e supporto al Ray Tracing.

Quindi dov’è la nostra rivoluzione?

Ad oggi la next-gen fatica ad ingranare, con le aziende che ancora non sembrano convinte ad investire appieno sulla nuova tecnologia. Se guardiamo alle uscite pensate e sviluppate per la nuova generazione, in quasi 3 anni si è visto proprio poco. Tanti titoli hanno invece visto la luce come cross-gen, cercando palesemente di tenere il piede in due scarpe.

È come se all’epoca di Playstation 2 nonostante i 4,7gb di spazio disponibile dei DVD, i giochi dovessero essere sviluppati per occupare meno di 700mb e poter stare su un CD. Perchè nonostante chi ha provato entrambe le versioni dichiari che le differenze sono enormi, in fase di sviluppo questi giochi devono essere progettati per poterne fare il porting su old-gen ed essere comunque funzionali, tenendo gli sviluppatori con le mani parzialmente legate.

Le uscite degne di nota per Sony sono state la remastered di Demon Souls (si noti la parola remastered), Returnal, e God of War: Ragnarok. Anche Spiderman: Miles Morales (comunque cross-gen) è stato molto apprezzato. Titolo di lancio di PS5, è un po’ sequel e un po’ spin-off dello Spiderman del 2018, ma ha una durata inferiore rispetto ad un titolo principale della serie e volendo estremizzare è una sorta di DLC da 60€.

Quello che di positivo Playstation porta in tavola, è la fiducia nel futuro della realtà virtuale. Sebbene il nuovo PS VR 2 sembra avere qualche difetto, c’è da ammettere che per fortuna Sony crede nelle possibilità di questa tipologia di gaming e continua a supportare l’introduzione di questa tecnologia nel mercato console.

Lato Xbox ancora peggio se vogliamo, visto che inizialmente l’unico titolo pubblicizzato come next-gen è stato Halo Infinite e anche questo è comunque un cross–gen. Microsoft ha preso molto con calma il cambio generazionale. C’è però una cosa che fa molto meglio rispetto a Sony, tralasciando la questione Game Pass, ed è la retrocompatibilitá. Series X e S offrono nativamente la retrocompatibilitá per un vastissimo catalogo di giochi per One, 360 e perfino per alcuni della primissima Xbox.

Parlando della mia personale esperienza con Series X, devo dire che non sento veramente questa next-gen. Le differenze con One X non sono ancora così sostanziali da far avvertire un reale cambio di paradigma. Le differenze veramente degne di nota sono il maggiore spazio occupato nel mio salotto e i 500€ sottratti alle mie finanze. E per quanto io apprezzi il monolitico design alla 2001: Odissea nello Spazio della nuova console, non so se per tutti valga la pena di affrontare il cambio.

Poi, in pieno stile Microsoft, credo che un paio di cose lato software siano state fatte con poca attenzione ai dettagli: quella del Quick Resume (la possibilità di riprendere la partita degli ultimi giochi avviati in maniera quasi istantanea) è di fatto una feature molto interessante. Se non fosse che molti giochi non la supportino e richiedano di essere riavviati ugualmente.

E in generale, per i giochi che si vogliano aprire all’avvio, il sistema deve passare dal fastidiosissimo collo di bottiglia dell’accesso all’account e della connessione internet. Questo vuol dire che la maggior parte delle volte la console è pronta all’uso in meno di 5 secondi, ma gliene servono altri 30 o 40 prima di connettersi al tuo account e quindi permetterti di giocare, rendendo di fatto limitata la funzione.

Ad ogni modo, il problema dell’accesso alla rete come conditio sinequa non per l’avvio anche di giochi totalmente single player non è da imputare solo a Microsoft e Sony.

Concludendo

Questa next-gen sta passando per un’epoca senza precedenti nella storia dei videogames, nel bene o nel male. La pandemia ha creato delle condizioni di incertezza difficili da gestire, ma d’altro canto il livello tecnologico è incredibile e le potenzialitá sono veramente alte. I cambiamenti in atto sono molti, anche a livello di struttura del mercato, con acquisizioni e ristrutturazioni delle case di sviluppo che se da un lato mi fanno un po’ temere per la qualità dei contenuti, dall’altro potrebbero dare un impulso positivo alla voglia di innovare.

Nonostante il mio rapporto di amore/odio con Microsoft e la sua incapacità di lavorare in maniera dettagliata sulla user experience, continuo a nutrire fiducia nel lavoro a lungo termine che l’azienda sta portando avanti (lato gaming!). Inoltre è innegabile che qualora foste anche pc gamer, il Game Pass sia un servizio che fa davvero la differenza.

Anche Sony fa il suo per spingere sull’innovazione e la sua Playstation 5 lo dimostra egregiamente. Inoltre, come già detto, quello della realtà virtuale è un settore in cui l’azienda giapponese sembra credere molto e io spero che gli avanzamenti tecnologici dei prossimi anni permettano l’accesso al VR ad ogni tipo di utenza.

Magari ci farà aspettare ancora un po’, ma sono sicuro che sia PS5 che Series X/S nel prossimo futuro daranno agli sviluppatori di tutto il mondo gli strumenti per darci ancora una volta quella meraviglia che abbiamo sperimentato quando eravamo ragazzi o bambini e abbiamo visto per la prima volta il nostro personaggio occupare le 3 dimensioni.

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Marcus Miles

Appassionato di videogiochi fin dall'infanzia, dategli un puzzle game o uno story driven con dei begli enigmi e si galvanizza, ma se gli parlate di FPS multiplayer online si addormenta. Ha messo le mani su pc e console a partire dall'Atari 2600 e attualmente gioca su XBox Series X. Potete trovarlo anche su Instagram e YouTube, su cui porta avanti un canale a tema videogames che si chiama La Tana di Yoshi. Vive in Andalusia e oltre ad essere un scarso ma appassionato bassista, è istruttore di kitesurf.

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