Dei franchise di Nintendo che ci vengono in mente di primo acchito, sicuramente Pikmin non è tra i primi che ci sovviengono, il che è strano considerando che Nintendo e lo stesso Miyamoto amano alla follia questo brand, inserendolo ovunque ne trovi la possibilità, che sia in un parco a tema o nell’animazione di trasferimento dei dati tra una console all’altra. Come Nintendo ci sono molte persone che adorano Pikmin in realtà, me compreso, sarà che cominciai con il primissimo capitolo alla tenera età di 8 anni.
Però, nonostante questa poca popolarità, Pikmin riesce sempre ad uscire dal suo piccolo buco, o cipolla, per presentare ai giocatori un nuovo titolo. Nel 2020 abbiamo avuto Pikmin 3 Deluxe, titolo porting dell’originale uscito sulla ormai pensionata Wii U, e tra poco meno di qualche settimana avremo tra le mani Pikmin 4.
Per smorzare l’attesa mamma N ci ha deliziato con una Demo, proprio come fece quasi tre anni fa con 3 Deluxe.
Pikmin come serie videoludica si è sempre evoluta e non è un segreto se nei dietro le quinte di ogni titolo della serie troviamo addetti ai lavori divertiti nel pensare a inserire meccaniche di gameplay accattivanti e simpatiche.
È anche un po’ a causa di questo che Pikmin è noto per l’inclusione di meccaniche che spesso vanno contro alle idee di game design che ci si aspetta da questa serie: nei precedenti Pikmin infatti abbiamo trovato per esempio l’elemento elettrico fondamentalmente innocuo, che rende inutile l’utilizzo dei Gialli; un altro esempio sono i nuovi Pikmin Gelati, che oltre a permettere l’attraversamento di specchi d’acqua permettono anche di combattere in maniera molto efficiente e divertente, rendendo praticamente inutili i Blu.
Non nascondo che questo tipo di meccaniche sono presenti anche nel quarto capitolo numerato della serie, imponendo alcune scelte sul giocatore che non ho reputato molto azzeccate.
Un esempio ne è la presenza della mira automatica, che per quanto utile per i giocatori alle prime armi, come per esempio mia sorella di 8 anni che ha provato la demo assieme a me, per giocatori che masticano un pelo questo genere diventa più una scomodità che altro.
In generale si apprezza sempre la presenza di opzioni di accessibilità, purché siano appunto un’opzione per chi desideri usarle e non una forzatura degli sviluppatori su noi giocatori.
Il quarto capitolo numerato della saga di Pikmin offre al giocatore una serie di limitazioni lato gameplay che ne enfatizzano la scelta tattica della propria squadra e delle azioni da conseguire man mano che si procede nell’esplorazione.
Ho sinceramente apprezzato l’avere un limite così stretto per il numero di Pikmin da poter utilizzare (venti unità all’inizio e man mano aumentabile ottenendo bulbi chiamati Fioragli), perché richiede una grande attenzione da parte del giocatore da porre anche sui Pikmin che si porterà dietro, perché non tutti potranno essere riprodotti già da subito (i Gelati, per esempio, sono esclusivi delle cave e si possono trovare solo lì, se per caso ne dovesse morire qualcuno ciò significherebbe potenzialmente perdere uno step di esplorazione a scapito di una discesa per eseguire farming nelle cave).
Essere limitati a tre tipi di Pikmin sul campo alla volta aggiunge anch’esso un step interessante nell’approccio al gioco, decidere di portarsi Pikmin più adatti al combattimento che all’esplorazione può intaccare il flow della nostra ricerca mentre invece fare le scelte giuste ed essere previdenti può metterci in serio pericolo davanti a creature ostiche.
Le limitazioni però non sono solo aspetti positivi del titolo.
Nel mondo di gioco, i Pikmin svolgono mansioni automaticamente una volta lanciati o mandati alla carica verso un obiettivo. Per esempio, quando devono sollevare qualcosa, il peso dell’oggetto è comunicato al giocatore sotto forma di un numero, che bisogna equiparare con il numero di Pikmin che gli lanceremo per trasportarlo. È molto importante dunque saper scegliere con precisione il numero di Pikmin in quanto aggiungere numeri oltre il necessario comporta avere un trasporto più rapido, e in un gioco dove il tempo è importantissimo è sicuramente un’opzione di cui tenere conto.
Una volta lanciati però, dovremo attendere un nuovo turno affinché si possano lanciare altri Pikmin in campo, facendo perdere del tempo e rendendo il gameplay meno immediato rispetto quanto mi aspettassi. Altri fastidi, sicuramente minori ma presenti, sono la forzatura di una squadra consigliata una volta usciti da una cava oppure il raggio di raccolta del fischietto, obblighi e limitazioni che compromettono la precisione e l’operato del giocatore.
Però l’aspetto più intrigante di Pikmin 4 è la vita che soffia da ogni arbusto o creatura che ci si troverà davanti. Mai nella serie si è visto un tale livello di attenzione verso le animazioni di Pikmin e dei nemici, abbandonando un po’ quel fotorealismo a cui ci ha abituati Pikmin 3 ma offrendo qualcosa di molto più interessante e godibile.
Il Giardino Soleggiato è un’area estremamente interessante, con molti dettagli di tipo scenografico che vendono assolutamente le grandezze e l’importanza della missione del giocatore. La telecamera più action rispetto ai titoli precedenti aiuta moltissimo l’esplorazione, rendendo possibile un mondo largo e con pertugi e segreti non possibili nei titoli passati.
Le cave, che riprendono le caverne dell’amatissimo Pikmin 2, sono dungeon non procedurali ben studiati e interessanti, soprattutto Labirinto Industriale e Cima Acquifera si sono rivelati estremamente interessanti in questa piccola esperienza.
Questa demo copre le prime ore di gioco, che tra esplorazione, combat e cave si aggirano intorno alle quattro ore complessive: non è una delle demo più longeve di mamma Nintendo, non come quelle di Dragon Quest 11S o Monster Hunter Rise per l’appunto, ma permette di gran lunga di scoprire cosa ci riserva il titolo prossimo all’uscita.
In ogni caso, la vera sfida dell’intero provato è quella di ottenere il completamento al 100% del Giardino Soleggiato, area che esploreremo in quanto membri della Squadra di Soccorso. Farlo sarà tosto, ci richiederà di gestire bene il nostro tempo e di racimolare i tesori nel modo più efficiente possibile (in totale in quest’area sono presenti 34 tesori, 4 bulbi e 7 naufraghi da trovare).
È veramente una buona demo, bisogna dirlo. Quattro ore di gioco sono molte soprattutto per una prova e la soddisfazione del completare un’itera area in questo periodo di tempo è veramente piacevole. I dubbi non mancano certo, ma abbiamo ancora molto tempo fino al rilascio del gioco quindi guarderemo quei dubbi sotto le lenti dell’interesse che sicuramente abbiamo guardando un prodotto confezionato così bene. Spero solo che Pikmin diventi più conosciuto grazie a questo quarto capitolo, perché questi piccoli esserini ancora, secondo me, non hanno l’attenzione che meritano.
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