Questa è una delle varie considerazioni su Kiss it Goodbye, webcomic slice of life nato in Italia, fatte dalla stessa autrice, Ticcy, che abbiamo avuto la fortuna di intervistare in un breve Q&A ricco di curiosità.
Chi volesse, può recuperare la nostra recensione dell’opera, nella quale Kiss it Goodbye è stato analizzato sotto svariati aspetti.
Ciao, Ticcy. Grazie per aver preso parte all’iniziativa. Innanzitutto volevo chiederti come stai e se il lavoro sta procedendo bene.
«Ciao Matteo, grazie mille per avermi invitata a questo Q&A! Sto molto bene grazie, in questo momento mi sto prendendo una pausa dalle tavole per preparare il layout dei prossimi aggiornamenti!»
So che nell’ultimo periodo pubblichi un pannello all’incirca ogni settimana e che sei molto costante. Com’è organizzata una tua giornata di lavoro?
«Più che giornata di lavoro, parlerei di “settimana”. Avendo preso come impegno l’aggiornamento settimanale, il lunedì decido le cose che ho intenzione di completare entro venerdì, in modo tale da dare anche tempo alle persone che mi aiutano di poter lavorare con calma. Poi a seconda della complessità dalla tavola, mi prendo uno o due giorni per le chine, e un giorno per il colore.
Quando non lavoro a Kiss it Goodbye, lavoro ad altri progetti, e cerco di alternare tutto, nella speranza di non lasciare indietro nulla!»
Quando e come è nata l’idea che ha dato vita a Yukimi e Aruka?
«Non ironicamente, è nato tutto da un concept di illustrazioni a tema “ragazze forti” che volevo fare nel 2018. Cominciai con il design di una studentessa in completo alla marinara che ne usciva da una rissa, con la faccia sporca e le mani ferite. Doveva essere una semplice illustrazione singola, ma per gioco cominciai a pensare in che tipo di situazione fosse capitata per conciarsi in quel modo, e nel giro di poco tempo divenne un progettino inizialmente da poche pagine di una ragazza che si ritrovò immischiata in una rissa, innamorata della sua ex migliore amica. Da lì, il resto si è sviluppato nella storia che conoscete!»
C’è un personaggio di Kiss It Goodbye nel quale ti immedesimi di più, che senti più personale degli altri?
«Penso che tutti i personaggi principali rispecchino qualcosa del mio carattere: Aruka forse è quella che più mi tocca nel vivo, perché si basa anche su esperienze personali che ho avuto da ragazzina, mentre Yukimi è frutto di un percorso di auto riscoperta che ho avuto molto più tardi. Entrambe prendono qualcosa di mio, per poi svilupparlo in un modo nuovo che solo loro, e non io, potevano fare.»
Hai già un’idea di come potrebbe concludersi la serie, o è un pensiero che riservi per il futuro?
«La storia in realtà è già conclusa. Gli aggiornamenti che sto facendo adesso sono da considerarsi extra, episodi autoconclusivi che aiutano a raccontare pezzi della vita delle due protagoniste. Essendo uno Slice of Life, non c’è un percorso dell’eroe che i personaggi devono affrontare, un male da sconfiggere o qualcosa da conquistare. Il mio obbiettivo con questa storia è sempre stato raccontare il dolore dolce-amaro di un amore che si considera a senso unico, la paura del rifiuto e di sentirsi “al posto sbagliato con i sentimenti sbagliati”. La relazione di Aruka e Yukimi potrà anche essersi conclusa in modo positivo, ma come nella vita vera, non c’è un “e vissero felici e contenti” dopo che i due innamorati si baciano. La vita è una sequenza di episodi più o meno complicati, e vorrei continuare a raccontare i loro ancora per un po’!»
Ho visto che non trascuri mai la community e non perdi mai l’occasione di interagire con i lettori. Il loro parere ha mai influenzato il tuo modo di scrivere?
«Interagire con i lettori è fondamentale per capire se si sta andando nella direzione giusta, se la storia piace o se si stanno prendendo troppe sbandate. Tuttavia, se avessi dato retta ai miei lettori, la storia si sarebbe conclusa nel giro di dieci pagine! Quindi no, non lascio che i loro pareri cambino drasticamente la storia o mi influenzino su parti importanti di trama. Tuttavia sono attenta quando percepisco un’eccessiva confusione su alcuni aspetti che ritengo importanti, e mi è già successo di introdurre qualche pagina extra all’ultimo minuto per raccontare meglio certe sequenze. La cosa bella di aggiornare in maniera così lenta ma costante è che ti permette di fare questo tipo di correzioni altrimenti impossibile in una pubblicazione classica cartacea.»
Nell’articolo è stato evidenziato come in Kiss It Goodbye non si presentino mai scene dal contenuto ecchi, e so che alla fine del storia principale hai raffigurato Yukimi con la bandiera asessuale dipinta sulla guancia. È forse quello il motivo?
«In realtà l’asessualità di Yukimi è stata più un risultato postumo alla scrittura della storia che non una scelta ponderata in partenza. Ho sempre avuto in mente una ragazza schiacciata dalla “peer pressure” delle amiche, una che si sarebbe presa i suoi tempi belli lunghi prima di diventare intima con la persona che amava, e magari più interessata ad altre attività che non il sesso in sé. Questo non basta per definire una persona asessuale, ma con il tempo mi sono resa conto di quanti comportamenti asessuali inconsci aveva Yukimi, e ho deciso infine di darle questa caratteristica. Kiss it Goodbye non è ecchi per il motivo che non era mia intenzione renderlo tale fin dal principio. Volevo semplicemente raccontare l’evoluzione di una storia romantica tra due ragazze.»
C’è qualche consiglio che vorresti dare agli aspiranti autori o autrici di webcomic là fuori?
«Pianificate. La vostra. Storia. Potrei stare ore a parlare dell’importanza della documentazione, dell’esercizio pratico artistico, delle references, e della stesura di una storia interessante … ma la cosa più importante è pianificare tutto il progetto a priori. Avere un inizio, svolgimento e conclusione pronti prima ancora di cominciare a fare il materiale definitivo. Disegnare prima tutto il layout mi ha permesso di essere costante per due anni di fila senza troppi rimpianti, e di aggiustare i dettagli una volta che avevo l’intera sequenza sotto gli occhi. Richiede molto tempo e preparazione, ma penso sia il metodo di lavoro migliore per una pubblicazione frammentata e lunga come può essere Webtoon!»
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