Con l’annuncio del film da parte di James Gunn nella prossima fase cinematografica DC, è doveroso parlare della miniserie alla quale esso si ispira: Supergirl – La Donna del Domani.
Scritta da Tom King dall’agosto 2021, vede come protagonista la cugina del supereroe più famoso di tutti i tempi. L’autore di Mister Miracle, Superman: Su nel Cielo e di una delle ultime run di Batman ha voluto omaggiare la penultima figlia di Krypton con un’epopea fantascientifica in cui non è tanto lei la protagonista, quando più il peso che si porta dietro e che ora deve condividere con una compagna di viaggio.
Ruthie, una giovane ragazza di un pianeta lontano, vede suo padre freddamente ucciso davanti ai suoi occhi per un futile motivo. Nel giro di pochi secondi, il suo “mondo” le crolla addosso senza che lei possa fare qualcosa per impedirlo. Decisa a vendicare la morte del padre, impugna la spada che l’assassino si è svogliatamente lasciato dietro e parte alla ricerca di qualcuno abbastanza forte e coraggioso da accompagnarla.
Trova questo qualcuno in Kara Zor-El, alias Supergirl, in vacanza sul suo pianeta per il suo ventunesimo compleanno. Costei, seppur riluttante, accetta di accompagnare Ruthie nella sua vendetta. Le due, accompagnate dal cane Krypto, partono per un’odissea planetaria tra avari governatori, predoni sanguinari e bestie primitive, alla ricerca di una verità alla quale Supergirl è già arrivata da tempo, ma che Ruthie deve ancora accettare.
Come detto all’inizio, Supergirl non è il fulcro della storia, men che meno il personaggio principale, a dispetto del titolo di questa miniserie. Ma non sarebbe nemmeno giusto definire protagonista Ruthie, dato che il più delle volte i suoi pensieri mostrano ciò che pensa della sua accompagnatrice. Alla fine, il protagonista della storia è il rapporto tra loro due, le loro similitudini e specularità.
Più il viaggio li porterà vicino all’assassino, più Ruthie imparerà a conoscere Supergirl. Dapprincipio, quando l’eroina si mostra restia ad aiutare la ragazzina, quest’ultima si convince che Kara non comprenda ciò che sta passando, ricredendosi solo dopo essere venuta a conoscenza del suo tragico passato.
A differenza di Superman, che è stato mandato sulla Terra in una navicella prima che Krypton esplodesse, Kara ha visto coi suoi occhi il suo pianeta natale morire, e con esso i genitori e tutto ciò che amava, senza che potesse impedirlo. Come lei stessa dice “Con ciò che ho visto… come posso essere ancora una bambina?”, proprio come Ruthie, che ha visto suo padre ucciso davanti a lei, piccola e impotente.
Tuttavia, a differenza di Ruthie, Kara non ha nessuno da incolpare. A causa del suo trauma Kara è sempre stata una personalità più accesa del cugino: più propensa agli scatti d’ira, meno scrupolosa nel non uccidere. Dopotutto, il primo impatto in questo fumetto ce lo fa subito intendere: in procinto di iniziare una rissa in una taverna mentre è pesantemente ubriaca. Perciò lei stessa comprende la rabbia della ragazzina, la quale almeno ha qualcosa, o qualcuno, di reale su cui sfogare il suo odio. Ma proprio perché la comprende, sa a cosa rischia di andare incontro, e di quanto possa lasciarla vuota.
La storia è permeata di classicismo di diverso genere: incontrare l’improbabile eroe, o in questo caso eroina, ubriaca in una taverna, la figura del mentore che accompagna quella più giovane verso la vendetta, l’esperienza acquisita attraverso vari incontri che approfondiscono il rapporto tra le due e molti altri tropi. Si riconoscono le ispirazioni ai western quali Il Grinta e le storie d’avventura fantasy-fantascientifiche degli anni ’80. Le tematiche e i tropi incontrati sarebbero potuti ricadere nel già visto, ma Tom King ha saputo rendere interessante semplicemente aggiungendo e analizzando la psicologia di Supergirl, personaggio che lui stesso ama e che vorrebbe vedere di più nel panorama fumettistico.
Abbiamo perciò un personaggio largamente conosciuto posto in un genere pieno di tropi abusati. Come può dunque funzionare? Forse per l’ambientazione ampia e ricca di dettagli, forse per lo stile letterario Tom King, che rasenta il poetico, forse proprio perché finalmente abbiamo una storia di Supergirl interamente dedicata a lei e trattata con il rispetto che si deve ad un tale personaggio.
L’universo che ci viene presentato è altamente sfaccettato e vario, pieno delle più diversificate specie aliene, alcune intelligenti, altre delle bestie sanguinarie, alcune tecnologicamente avanzate, altre che fanno utilizzo di magia, contro la quale, ricordiamo, i kryptoniani non hanno difese. Tutto questo mondo è reso in una maniera che ricorda le vecchie storie illustrate anni ’60, grazie ai disegni morbidi e ondulati di Bilquis Evely, colorati vividamente da Matheus Lopes.
Un vero peccato che i disegni di Evely e i colori di Lopes spesso non trovino lo spazio meritato sulle tavole a causa del più comune difetto di Tom King: le sue prosopopee. Più volte ci troveremo davanti a muri di testo, che spesso ci doneranno commoventi monologhi, mentre altre volte spiegheranno troppo senza mostrarci molto.
Supergirl – La Donna del Domani non raggiunge certo la potenza tematica di Su nel Cielo o l’impatto narrativo di Mister Miracle, ma resta un’ottima storia, che riesce a mettere d’accordo fantascienza, fantasy e supereroi. Un’avventura di formazione ricca di azione e sentimento, portata in vita da ottime matite e scritta da un ottimo autore.
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